Skip to main content
Erotici Racconti

Infatuati fascinosi

By 16 Febbraio 2018Febbraio 6th, 2023No Comments

E’ un sabato di fine maggio, sono le sei del pomeriggio con un sole già diffusamente canicolare ma in aggiunta piacevole. Alla finestra del salotto di casa mi fumo placidamente una sigaretta dopo aver sorseggiato il caffè senza pensieri né esorbitanti preoccupazioni, in linea con la situazione d’una meravigliosa pace mista a desideri e a sparse inedite voglie, intanto che osservo il cielo immerso in un azzurro senza una nuvola. Nello stesso momento adocchio il campanello di casa, dal momento che non aspetto nessuno e neppure uno a dire il vero avrei voluto che rompesse quel mio momento d’assoluta e d’esclusiva libertà. Ma è lei, sempre lei, poiché arriva con bellezza e con passione figlia di notti e d’avventure fra letti incandescenti e un erotismo sconfinato, noi che come antiche guerriere feline e intriganti seducono i loro cuori in un gioco dalle tinte forti e sensuali.

In realtà, seppur siamo separate da vite e intervallate da situazioni peraltro diverse, nonostante ambedue con stili e con scelte opposte, lei mi rintraccia, io allo stesso identico modo la cerco perché siamo consapevoli schiave di noi stesse, in quanto è propriamente questa persuasione che fa di noi le amanti più immorali, scostumate e passionali della terra, eppure non siamo innamorate né lo saremo in nessun’occasione, dato che questa è la situazione che di lei mi piace di più. Ambra è sulla porta d’ingresso con i suoi tanti telefonini in mano, il suo profumo, la borsa per terra come sempre, lo sguardo sopra le mie spalle e i tacchi sempre più alti  nell’improbabile scollatura che non si toglie mai, pena la morte. Lei mi ruba un bacio, durante il tempo in cui al telefono parla con l’impiegata della compagnia aerea dell’Alitalia e prenota due posti per il volo delle ore ventuno per Cagliari: 

‘Passerò a prenderti suppergiù alle sette e mezza, non chiedermi nulla, ci aspetta una barca con i fiocchi a mezzanotte. A dopo mio angelo’.

Il fascino della sua pazzia m’intrappolava irretendomi e in un certo senso raggirandomi, non mi lasciava tregua accalappiandomi. Io la guardo e ci scappa una risata senza tempo, ci abbracciamo baciandoci così come se fosse la prima volta, con la mia lingua intrecciata alla sua con passione, con voglia sfrenata di sesso, con un desiderio licenzioso e sregolato di ricevere subito un orgasmo, lì sulla porta di casa. Io la stringo ancora più a me, chiudo la porta alle nostre spalle, le mani sono già sotto la sua gonna nera, due passi e siamo già distese sul divano, veloci, ladre e malfattrici di un piacere che s’accende solamente con uno sguardo. Io avverto che lei s’abbandona a me, entrambe ci cerchiamo lentamente fra respiri rotti e la voglia che cresce sempre di più. Le mani adesso si muovono esperte, precise e rapide, visto che esplodiamo insieme in un orgasmo senza fine, il fiato corto e i suoi occhi che non sanno mentire, dato che è passata da me per questo, poiché era quello che fermamente desiderava, in fondo bastava una telefonata, però Ambra è tutto questo, io sono felice, poi s’accende in maniera sorniona una sigaretta, mi guarda e mi bacia ancora comunicandomi:

‘A dopo’ – lanciandomi uno sguardo sottinteso. 

Io guido sorridendo e cerco di rubarle qualche informazione, però lei mi lascia esclusivamente fantasticare su dove e su chi, tuttavia mi piace e non insisto, giacché lascio che le cose rimangano così. L’hostess m’offre frattanto un caffè, Ambra legge una rivista d’informatica e atterriamo all’aeroporto di Cagliari, mentre un’auto ci aspetta per portarci all’insenatura di Cala Sinzias vicino alla località di Castiadas. Sulla barca, al nostro arrivo a mezzanotte e trenta circa mettevano in scena una festa, la là c’è della musica, dello champagne, la gente è elegante, cosicché chiedo ad Ambra chi sono. Lei ride presentandomi i padroni di casa, una coppia sui quarant’anni d’età, amici d’una vacanza in Argentina che Ambra aveva compiuto anni prima addietro con il fratello. Nestor ed Elisabetta sembravano irreali, un lampo negli sguardi, il profilo di lei e la nostra complicità, belli come mai, armoniosi e gentili, vestiti di bianco, perfetti nel parlare e altrettanto nel muoversi.

Io nel mentre m’allontano soltanto per prendere un po’ di respiro perché avevo già capito tutto, avevo già visto tutto, dato che dovevo soltanto aspettare, perché il gioco era nelle mie mani, giacché era necessario scegliere il momento adatto per iniziarlo. Un bicchiere di champagne Deutz, due, anzi tre, Ambra questa volta me la paga e anche salata. Penso già alla vendetta, mentre un filo di vento m’accarezza il viso e gli occhi che cercano fra tanti quelli di quell’uomo vestito di bianco che m’avevano mio malgrado, paralizzato. La barca si chiama Armony, una specie di reggia galleggiante lunga trenta metri, io mi siedo su d’un divano di seta di colore bianco perla dove brillano le luci con i cristalli di Swarovsky che si confondono con le stelle in cielo, accanto a me c’è Elisabetta che mi sorride, una sorta di venere nera e magica. Tutti gli ospiti hanno la parvenza dell’illusorio e l’esteriorità dell’irreale, per il fatto che tutti sono beatamente coinvolti e serenamente immersi in un sogno che chissà se finirà alle prime luci dell’alba. Conversiamo con tranquillità, la musica è da brivido, Ambra è impegnata in una partita di carte, penso che lei non sbaglia mai, in quanto è sempre impeccabile, costantemente liceale e opportuna nelle sue proposte, mentre io sono qua come una scultura a fianco d’una bellezza che mi toglie il fiato.

La festa prosegue, io m’alzo e scendo al ponte inferiore accompagnata da Elisabetta, lì incontriamo Nestor che senz’esitare ci prende sottobraccio conducendoci verso il ponte, là ridiamo e beviamo ancora champagne seduti sul bordo della piscina, bene s’inizia penso io. Successivamente mi presento come l’amica del cuore di Ambra, parlo scegliendo parole semplici, alterno sorrisi a sguardi che non lasciano dubbi, il profumo di lui è forte e ha la fragranza del mare, i suoi occhi sono blu, mentre le sue mani mi portano già fra le braccia di lei, che per gioco m’accarezza i capelli e il seno perché è già alquanto evidente il desiderio che s’accende. Complice è la notte assieme alla fantasia degli avvenimenti, che non avevo mai provato. Saliamo verso il loro ambiente ed entriamo in uno studio privato che rimpiazza l’ingresso, Elisabetta m’abbraccia e sfilandomi la camicia con gesti lenti e seducenti, dopo mi bacia accarezzandomi la schiena nuda. Nestor ci ha lasciate per l’occasione da sole, io ricambio i baci di lei con passione e desiderio di possederla, di prenderla subito senz’esitare con gesti decisi, perché io voglio sentire il suo orgasmo su di me, ora. 

Lei non mi delude, perché mi regala il suo piacere veloce, attratta e rapita, però intensamente femmina. Nestor adesso è con noi, mi gira, mi bacia e m’accompagna con delicatezza nel loro letto, intanto che lei mi tocca capto che lui m’afferra con il suo profumo che è aromatizzato di mare e di poesia. L’orgasmo inatteso ben presta arriva, è devastante, forte e travolgente, mi fermo girandomi, allungo la mano e premio adesso Nestor mentre Elisabetta mi bacia con una sensualità senza limite, intanto che lui mi regala il suo piacere lasciandomi bagnata e sorridente, dopo mi chiede di baciarlo, io alterno i miei baci con quelli di lei che attualmente distesa su di me si lascia prendere affinché la mia bocca possa bere il suo orgasmo tutto d’un fiato, mentre con un solo sospiro mi chiama e prendendomi la testa fra la mani l’abbassa sotto al suo ventre.

Erano realmente incantevoli, appagante e pure sensuale il loro modo d’amare, però anche il mio, cioè un sesso senza limiti ma al tempo stesso delicato, dolcissimo e squisito. Tre corpi nudi e sinceri che si scambiavano orgasmi come fosse un rituale ed era incantevole, quasi un sogno complice e partecipe il mare. Poi ancora lui tra le mie gambe, mi bacia e mi tocca, mentre lei guarda e in maniera connivente mi bacia il seno. Elisabetta si gira e mi chiede di prenderla così, io le accarezzo i seni, la bacio in maniera languida, dato che il mio ritmo è forte e il suo piacere è immediato. Nestor collocato di schiena muove la sua mano e sento che il loro piacere è sincrono, uguale e unico, poiché sono due orgasmi perfetti. Io mi sollevo, esco nel terrazzino che s’affaccia sul mare, fumo una sigaretta intanto che ricordo i loro sospiri come musica, poi un grande affetto nell’abbraccio che ci unisce e nei nostri occhi sfolgora una luce pura e sincera. 

Io avrei voluto ancora la loro bocca, le loro mani, i miei respiri rotti e gli occhi di Nestor che si schiarissero dopo l’orgasmo. Ancora noi, di nuovo Elisabetta femmina felina e magica dai lunghi capelli neri con la pelle abbronzata e dolce, poi un bacio sulla bocca d’entrambi. Io scendo sul primo ponte, cerco Ambra, giacché ho il cuore che batte forte, in quanto ho chiuso il gioco e ha vinto la seduzione, l’antica arte dell’amore che tanto mi era piaciuto. Era tutto nelle mie mani e lei lo sapeva, mi raggiunge sennonché il suo profumo, io mi giro e la vedo, lei mi sorride e io l’abbraccio forte mentre le rubo un bacio appena accennato, perché in fondo è sempre lei che voglio e lei questo lo sa: 

‘Ho vinto la partita’.

‘Lo so, non avevo dubbi’ – rispondo io sorridendole.

La notte è quasi ormai trascorsa, la brezza del mare ci accompagna per qualche piccola ora di sonno, la festa si è conclusa fra i vestiti di seta blu e gli occhi di color cristallo. Nestor ed Elisabetta, sono stati affascinanti e incantevoli amanti d’una notte che profuma d’amore e di champagne.

Al momento finalmente c’è Ambra che sogna con me, giacché siamo legate e strette in un unico sorriso.

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply