Skip to main content
Erotici Racconti

Io e Matteo

By 20 Febbraio 2017Febbraio 1st, 2023No Comments

Era quasi trascorso un anno da quando mio marito m’aveva inizialmente abbandonato e in seguito irrevocabilmente mollato, perché si era preso una sbandata per un’altra donna e in due mesi aveva azzerato annullando quasi vent’anni di vita trascorsi insieme costellati d’affetto, d’amore e di felicità, sì, di felicità perché contenti e spensierati insieme lo eravamo stati e anche tanto. Tutto quest’aspetto, invero, aveva fatto nascere in me la convinzione, l’opinione e la sicurezza che tutto ciò sarebbe durato conservandosi per sempre, in quanto solamente qualcosa d’indipendente e al di fuori dalla nostra irrimediabile volontà ci avrebbe isolato separandoci, invece all’improvviso, io mi ero trovata bruscamente costretta a razionalizzare rudemente le idee, cercando di riordinare un evento inaspettato di fronte al quale ero rimasta incredula e assai sgomenta, giacché io lo avevo utilizzato scagliando e scaricando la colpa su di me, per il fatto che avevo messo tutto in discussione e in aspra polemica, perché avevo passato l’anno più brutto, difficile e piuttosto sgradevole della mia vita.

Ripensandoci bene, in realtà era stato un anno in cui io mi ero annientata distruggendomi, dato che avevo tentato gradatamente di risollevarmi, fintanto che la depressione, gli psicofarmaci e gli psicologi m’avevano accompagnato e seguito costantemente, poi burberamente era nata in me una specie d’accettazione e di rassegnazione che mi faceva stare non bene, però ero tranquilla, in quanto l’avevo ben accolta e sopportata in maniera consona, solamente che in conclusione mi ero chiusa in un mondo tutto mio, giacché non vedevo più nessuno, passavo molto tempo da sola dedicandomi e interessandomi in ultimo completamente ai miei figli. Io come donna non ero più presente, non esistevo quasi più, perché in quello sgradevole periodo ero entrata nel mondo delle ‘chat’ e per questo motivo era nato così per me un inedito diversivo, uno svago che mi faceva un po’ di compagnia perché impiegavo in questo modo il mio tempo, dal momento che dovevo attraversare cercando di superare pomeriggi interminabili quando i miei figli uscivano con il loro padre.

Matteo apparve entrando nella mia vita in un pomeriggio di dicembre, peraltro freddo, piovoso e alquanto triste. La sua finestrella sbucò sul monitor del mio PC con un soprannome amorevole e un po’ intrigante, per il fatto che quest’appellativo aveva immediatamente attratto la mia attenzione, dal momento che io avevo brillantemente risposto al suo inatteso invito. Conversando però, io m’accorgevo che Matteo era accattivante, intrigante, soave, gentile e simpatico, anzi, era proprio il coniugarsi di dolcezza, di gentilezza e d’intrigo che m’aveva colpito di lui, sì, perché Matteo era molto avvincente e m’incuriosiva. Di lui, infatti, mi era piaciuto il gioco e subito io mi ero lasciata prendere facendomi condurre, poiché mi riportò in territori dimenticati di diletto, di distrazione e di piacere, che ormai per me erano diventati inesplorati e per di più ignorati. Tante volte conversavamo, mentre lui mi chiedeva di raccontargli i miei desideri, io acutamente glieli riferivo esponendogli sennonché quelli addirittura più coinvolgenti, intimi e profondi.

‘Io ho una voglia esagerata di toccarti, fallo per me’ – lui mi diceva in modo animato, io comprensibilmente eccitata facevo scivolare la mano sui miei seni, sui capezzoli e m’accarezzavo la fica tastando il centro della mia eccitazione e del mio naturale piacere, frattanto lui mi raccontava di sé, di come s’accarezzava, di come si masturbava immaginando di scopare con me e di potermi possedere sconquassandomi.

Con il passare del tempo però, questi nostri potenziali incontri erano diventati sempre più frequenti, eppure ci mancava qualcosa per poter suggellare il tutto, perché sentivamo che ormai il congetturato non ci bastava più, in quanto era giunto il momento d’incontrarci e vivere dal vero una storia che ci aveva dato capriccio, infatuazione e piacere per un periodo di tempo. Alla fine, avevamo deciso d’incontrarci prima in un luogo pubblico, per il fatto che volevamo scacciare e vincere eventuali imbarazzi e timori, in tal senso io mi ero preparata a quell’incontro in modo accurato, perché la paura di deluderlo e di scontentarlo era troppo grande in me. Per questo motivo avevo così indossato un tubino nero con una camicia color amaranto, per il fatto che donavo l’idea di finezza e d’intrigo, infine avevo sciolto i miei lunghi capelli perché a lui piacevano tanto. L’appuntamento lo avevamo fissato in un bar del centro, nella saletta del tè alle ore diciotto. Io per l’occasione lo riconobbi subito, anche se di lui avevo solamente una foto non molto chiara, in ogni caso Matteo era affascinante e amabile con un sorriso attraente come lo avevo immaginato. Con un modo di fare deciso lui m’abbracciò e afferrandomi per mano mi guidò nella saletta semivuota e un po’ in penombra, lì ci sedemmo e da subito cominciammo a conversare come due vecchi conoscenti, però dai nostri sguardi scaturiva quel qualcosa che ci eccitava provocandoci un’inedita inquietudine, dal momento che Matteo non faceva altro che aumentarla sfiorandomi con le sue mani e penetrandomi con lo sguardo. 

Lui m’aveva sfiorato le labbra con un bacio e la sua mano era scivolata sulla mia, mentre i suoi occhi si erano fissati sulla mia scollatura, cagionandomi irrimediabilmente uno stato d’eccitazione intensa, dato che mi sentivo esageratamente irrequieta e un po’ suscettibile, poi deliziosamente lui aveva fatto scivolare la sua mano sotto la mia gonna, m’aveva sfiorato le gambe passando sopra le mie calze autoreggenti arrivando sotto i miei slip. Io sentivo la sua mano che si muoveva in mezzo alle mie cosce bagnandosi con il fluido della mia eccitazione che ormai era alle stelle. Fu così, infatti, che approfittando della sala semi deserta Matteo mi guidò nella toilette, in quanto era impensabile e irrealistico ostacolare il desiderio. Io lo seguii quasi come una marionetta e una volta rimasti da soli Matteo mi strinse a sé con una maniera un po’ inospitale e selvaggia, poiché era super eccitato e incontenibile. Io percepivo il suo cazzo duro contro di me e il mio desiderio più grande era d’averlo dentro, in quell’istante lo baciai prima leccandolo e successivamente prendendolo nella mia bocca con un modo di fare goloso e ingordo, perché mi piaceva tastarlo in bocca, dato che lo sfioravo con le labbra e lo succhiavo, frattanto che Matteo si dimenava con forza quasi tentando di soffocarmi, in seguito si staccò per un attimo, mi fece girare, lo sentii contro di me e poi dentro di me con una forza incredibile, dal momento che si muoveva con vigore, poiché captavo spiccatamente tutta la forza della sua sessualità.

Finalmente il mio piacere sopraggiunse forte, impetuoso e possente erompendo, in quanto lo sentii scendere dentro di me avvertendo una vibrazione che mi portò alle stelle e anche Matteo s’unì al mio fragoroso e sensazionale piacere, quando sopraggiunse in ugual modo pure il suo, oserei dire irruente, sconvolgente e vibrante, con il liquido bianco del suo piacere, che inondò il mio fondo schiena imbrattandolo in maniera abbondante. 

Quest’evento accadde precisamente un anno fa, attualmente di Matteo e della nostra storia conservo malgrado ciò soltanto un armonioso e gradevole bel ricordo, tuttavia ho preferito non rivederlo, anche per il fatto che è un periodo in cui veramente sto gradualmente riorganizzandomi e ricostruendomi una vita. 

Devo però francamente ammetterlo e dichiararlo senza alcun dubbio, perché per lui ho custodito e riservato un posticino realmente particolare e innegabilmente speciale nel mio cuore. 

{Idraulico anno 1999}  

Leave a Reply