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Erotici Racconti

La bimba …

By 28 Novembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Le diciannovenni di oggi sono incredibili.
Qualche giorno fa mi &egrave accaduta una cosa assurda.
Ero in un locale per via di Mattia.
Abbiamo ormai trentacinque anni entrambi.
E non organizziamo più le serate come un tempo.
Tuttavia, ogni tanto, lui ancora ‘si presta’ a fare il dj quando lo chiamano.
Ed ora eccoli lì, in consolle, con il solito stuolo di troiette intorno.
Non &egrave cambiato nulla dai vecchi tempi.
Quel ruolo evidentemente affascina ancora le puttanelle ubriache che vogliono dare un senso alle loro giornate monotone.
Ed infatti, quando arrivo, Mattia sta parlando con due zoccole.
Ed &egrave chiaramente su di giri.
Non capisco che cazzo possa avere esattamente ingerito, ma il sorrisino con il quale mi accoglie &egrave senza dubbio rivelatore.
Poi finalmente le due stronze si allontano sghignazzando. Anche perché i miei segni di impazienza cominciano ad essere evidenti. Ed io e Mat parliamo dei vecchi tempi e ci si illuminano gli occhi.
Non ci vediamo più con la stessa frequenza di allora ma ogni volta che lo facciamo torna ad essere tutto maledettamente magico ed interessante.
Siamo cresciuti assieme, cazzo! Certe cose non si dimenticano mai.

La serata scorre piuttosto velocemente.
Come sempre accade del resto, ogni qual volta io e lui ci si incontri.
Beviamo rhum e inganniamo le pause ascoltando qualche pezzo del passato.
Ed &egrave solo quando tutto sta per concludersi, quando ormai sembra essere tardi, che accade l’imprevisto.
E l’imprevisto stavolta ha le fattezze morbide di una troietta diciannovenne che non teme affatto di manifestare le sue pulsioni.
Torno dal bar e vedo la bambolina accanto a lui.
Non la considero affatto.
Soltanto mi avvicino e senza nemmeno guardarla dico a Mattia che &egrave ormai l’una, che domani lavoro e che quindi e ora che vada.

Lui mi risponde:
– Ti ricordi di Silvia?
– No! ‘ chi cazzo &egrave Silvia?’.
Sorride indicandomela:
– Perfetto! Adesso vedrai che te ne ricorderai! Per lei &egrave tardi, l’accompagneresti a casa?

Silvia era una bimba l’ultima volta che l’avevo intravista.
La nipotina se ne stava accanto a zio Mattia, ogni domenica sera, quando ci vedevamo a casa dell’uno o dell’altro per tracciare, tra una canna e l’ennesima birra, un blando resoconto della settimana appena trascorsa.
E Silvia era cambiata, cazzo.
Ed il cambiamento apparve dannatamente più evidente sul sedile anteriore della mia macchina.
In quel cazzo di minoabitino di maglia sottile che la fasciava alla perfezione.
In quelle scarpette lucide e nere con il tacco a spillo che, a parer suo, avrebbero dovuto renderla donna con qualche anno di anticipo.
In quel modo di guardare e di rivolgersi a me senza timori di sorta, con la spregiudicatezza di una bambina che non ha idea del pericolo incombente.
O forse si, ed &egrave esattamente il pericolo (ma forse ha un altro nome) quello che desidera.

– Zio fermati! devo prendere le sigarette!
– Silvietta ‘ io non sono tuo zio! Ora fumi anche? Hai 19 anni e fumi?
– Si ‘ fermati e non rompere! Lo vedi quel parcheggio? C’&egrave un distributore!

Accontento la bambina ed entro nel parcheggio puntando la T del tabacchi.
Lei scende dalla macchina.
Ed ora i suoi cazzo di diciannove anni scompaiono.
E’ semplicemente una donna giovane che si china incautamente a raccogliere le monetine.
E ci resta per un minuto almeno in quella posizione.
E finge pure di non trovarlo, il resto. Fruga lentamente nella feritoia del distributore. Indugia. E muove il culetto giovane che si delinea alla perfezione dentro l’abitino aderente che ha scelto con cura pur di sembrare più zoccola.
Torna da me, infine. E quando, dopo aver riacceso la macchina, le dico con tono forse un po’ insofferente:

– Allora hai fatto? possiamo andare finalmente?
‘ lei lascia cadere il pacchetto di sigarette tra le mie gambe.
E si piega per raccoglierlo.
Ed &egrave fottutamente sinuosa.
E si appoggia alla mia erezione.
E da vera stronzetta risponde:

– Si, ho fatto! ‘ ma mi sembra di sentire che non ti sei annoiato per niente! Altrimenti come mai avresti il cazzo così duro, zio? Per cui non parlarmi come se mi stessi rimproverando ‘
– Zio?
– Si ‘ zio ‘ zio Thomas!

Vuole quello davvero, vuole il cazzo di zio Thomas senza preamboli.
Ed &egrave per questo che le accarezzo i capelli e che abbasso la lampo dei miei pantaloni guardandola.
Ed &egrave ancora per questo che ora sente il rumore della cerniera che scorre a due cm dalla sua testa.
Che mi guarda come se stesse per ottenere quello che ha sempre voluto.
E che il mio cazzo duro &egrave finalmente libero accanto al suo faccino.
E che ora pompa lungo la mia asta con l’energia di una diciannovenne vogliosa e le labbra morbide di una dolce femmina in calore.

– Chi ti ha insegnato ad essere così troia, Silvia?
– Nessuno Thomas (mentre languida respira sul mio glande) ‘ ci sono naturalmente portata! Mettici anche che il tuo cazzo lo voglio da quando giocavo con le bambole, se non ancora da prima.

Zitta e pompa Silvia.
Labbra e saliva. Ora ti insegno.
Zitta e circonferenza del mio cazzo. Lunghezza con lingua sottile. Ampiezza che riempie e ti fa bagnare. Mentre lecchi, gemi, godi e ti allaghi con quel sapore.
E con l’idea di sentirlo presto dentro.
Duro.
Dentro e duro.
Zitta e pompa ragazzina.
Semisdraiata su quel sedile che ti fa sembrare ancora più piccola.
Con il culetto su di esso e la testa tra le mie gambe.
Con le cosce aperte e le mutandine in evidenza. Con la mia mano che ti scorre sulla pelle mentre succhi e lecchi.
Con le mie dita che attendono di sfiorarti lì dove sentirai di più. Solo perché non voglio spezzare il tuo ritmo ora. Solo perché voglio sperma che risalga lungo l’asta. Solo perché voglio farti leccare goccioline all’imboccatura della canna. E per osservare filamenti tra la tua boccuccia ed il cazzo duro.
Usi le manine e quanto sono piccole. E mi accarezzi il membro con le labbra. E muovi l’inguine in modo frenetico perché hai voglia di esser penetrata ‘

Ti sposto le mutandine con anulare e mignolo, mentre continui a succhiare. E sei umida, &egrave evidente.
Ti sfioro con l’indice ed il medio lungo le grandi labbra.
Lascio che le mie dita scorrano senza raggiungere il centro mai.
E questa attesa ti fa allagare. Ed ora il liquido scorre. Non &egrave più semplice affiorare.
E ci intingo il polpastrello. E ricomincio quel percorso all’inverso. E leccherei la tua fighetta adesso.
Ma devi aspettare ancora.

– Thomas mi scopi? Ti prego mi scopi?
– Si ora ‘ aspetta ragazzina! Continua a succhiare.

Pulsioni del mio cazzo dentro la tua bocca.
Guance che si gonfiano alla pressione del glande.
Venature che sono suggerimenti per il tragitto della tua giovane lingua.
Ed il tuo sguardo da bimba.
Che osservo spompinarmi.
E che mi implora di poterlo sentire dentro.
Adesso.
Ti sfioro il clitoride con un dito soltanto. E stacco il resto della mano del tutto.
Solo un centimetro di me tra le tue gambe. Un dito che scorre e ti fa tremare.
Mentre ti dico di allargare le cosce più che puoi. E di non muoverle per nessun motivo al mondo.
E tu che fai cenno di si con la testa. In silenzio.
Dito che ti pizzica assolutamente dove sai.
Dito che ti allaga e ti scuote. E mai avresti sperato potesse bastare così poco.
Dito che si stacca e poi torna a stuzzicarti e va ad un ritmo velocissimo e non ti lascia tregua e ora tremi ovunque.
Sembra quasi tu abbia freddo. Ma sono gemiti e dunque godi.

– Ancora Thomas! Ti supplico! Ancora!
– No Silvia, ora smetto! ‘ ora vai a casa e ti masturbi per questa notte intera!
– Bastardo!
– Vedrai … ti piacerà!
– Bastardo Thomas!!!
– A domani Silvia!

M

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