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Erotici Racconti

La chat dentro di noi

By 3 Aprile 2017Febbraio 2nd, 2023No Comments

Adoperare, ricorrere e servirsi della chat per navigare è diventato per numerosi utenti una fissazione, una mania e un’ossessione, aggiungerei un modo per sfuggire e per sottrarsi volutamente alla realtà, un modello di guscio e di membrana illusoria e irreale in cui rinchiudersi in ultimo confinarsi. Non per me però, dove le conseguenze e i risvolti di questo passatempo sono stati inizialmente inconsueti e sprovveduti, diventati poi molto piacevoli e spassosi. In realtà, benché io sia fidanzato, mi diverto a conversare con donne più grandi della mia età: il classico e intramontabile sogno sessuale d’ogni ragazzo, visto che cerca d’incunearsi senza rendersi conto anche nella mia mente. 

Una sera, in effetti, cominciai a digitare parole con una signora di circa cinquant’anni d’età che abitava non lontano da me. Noi due eravamo molto in sintonia e lei era veramente garbata e gentile, in seguito alle usuali domande convenzionali e per lo più ordinarie affrontammo con educazione e finezza argomenti e ragionamenti molto più delicati, visto che contando sul mio piacente ma non esagerato aspetto fisico io le inviai una mia fotografia. Lei non si sbilanciò né si sconcertò molto sui commenti né sui giudizi, però notai nelle sue parole un esplicito e innegabile interesse per il mio aspetto. Sfortunatamente lei non aveva al momento con sé una foto, ma riuscii a ottenere e a raggiungere molto di più: un appuntamento. Lei, insegnante di francese, il sabato non lavorava e accompagnava il figlio non ancora maggiorenne per fare degli acquisti in un negozio di dischi. Io fui costretto, mio malgrado, per incontrarla a fingere e a dare a intendere d’essere un suo ex alunno in modo tale da non richiamare né risvegliare sospetti. In quell’occasione mi presentai dando il meglio di me e appena la vidi rimasi a dir poco disorientato e sorpreso: lei aveva degli stupendi occhi castani, i capelli neri e delle labbra che molte donne al mondo le avrebbero ammirato e invidiato. Indossava una camicia bianca, una gonna un po’ più corta del ginocchio e delle scarpe nere con un tacco non molto alto, a dire il vero la classica ed esemplare donna da sposare pensai tra me, io feci la mia parte, la salutai e le mandai poi un SMS sul cellulare:

‘Ti devo riferire che m’hai proprio colpito, sei molto affascinante e non faccio altro che pensare a te’.

Lei mi richiamò qualche giorno dopo e m’assicurò che potevamo pacificamente incontrarci da soli. La prima volta avevo curato il mio aspetto fisico in maniera caparbia e puntigliosa, stavolta però diventai a dir poco ossessionante, dato che mi presentai in perfetto orario nel bar concordato e lei era già lì:

‘Perbacco, non me lo aspettavo, assomigli a un essere celestiale’ – le manifestai.

‘Dai, non ingigantire la faccenda Fabio, probabilmente parecchie ragazze giovani ambirebbero d’apparire e di rimanere in questo luogo insieme a te’.

‘Presumo che siano maggiormente i partner più giovani, che bramerebbero ritrovarsi nella mia situazione’ – ribattei io con un modo di fare indubbio.

In seguito sorseggiammo alcune bevande e nel tempo in cui conversavamo io osservavo il bagliore della lampada che ravvivava accuratamente quel viso così affascinante e invitante. Io ero come magnetizzato e riflettevo sulle cose che lei avrebbe voluto mettere in pratica in mia presenza: era più che certo perché lei lo concepiva e lo ideava eccome, giacché appena uscimmo dal locale entrammo nella sua macchina, dal momento che lei brillantemente e ingegnosamente mi riferì:

‘Sai, io ho prenotato una stanza nell’albergo qui vicino, perché voglio stare un po’ con te e spassarmela con calma senz’avere fretta alcuna’.

Il mio cuore in quell’istante inizio a palpitare martellando più velocemente del consueto, in quanto io non vedevo l’occasione di raggiungere la meta. Ci addentrammo in un hotel molto sfarzoso e salimmo in camera, là c’era dello champagne e cominciammo a bere. Lei era conturbante, fantastica e sublime, io avrei voluto accarezzarla, baciarla e toccarla a piene mani, dato che non vedevo l’ora di gustarmela per bene:

‘Tu vorrai senz’altro fare l’amore con me, vero?’.

‘Sarebbe davvero fantastico, un regalo immenso’ – risposi io elettrizzato e infervorato più che mai.

‘Dimmi una cosa? Tu fai l’amore con la tua ragazza?’ – chiese lei.

‘Lei non si sente ancora pronta, perché ha paura, si sente inquieta e ha il batticuore, mi manifesta apertamente di frequente questo concetto’ – esclamai io palesemente angosciato e affranto.

‘Non preoccuparti, quando sarà il momento sarà tutto immediato e naturale, vedrai. Sarà meglio di quanto credi’.

All’improvviso, con uno scatto lei si voltò e m’afferrò per la mano dicendomi:

‘Lo so, che tu vorresti fare delle cose assurde con me. Racconta dai, che cosa mi faresti?’. Lei in quell’istante intuì, io restai sguarnito e di rimando incespicai:

‘Se non altro ti farei le moine, sì, proprio così’.

‘Non fare il semplicione, come sei sciocco. Capisco chiaramente che ambisci e che brami di svagarti e fare in ultimo il prigioniero per trastullarti con le mie estremità e mansioni simili. Tu non devi indignarti né scandalizzarti né vergognarti, io comprendo esplicitamente che t’aizzo e che ti stimolo in modo appassionante’ – infine si stese sul letto e bonariamente aggiunse:

‘Abbassati, dai piegati, adesso io voglio che tu mi sbaciucchi l’estremità delle dita dei piedi’. Eseguii adeguandomi, sennonché lei poco dopo prontamente ribatté:

‘Dai, ora monta sull’ottomana e fottimi immediatamente, perché stasera non ho la tentazione di scherzare né di fare la padrona’.

In seguito lei mi sfilò le mutande e infilai il mio cazzo nella sua pelosissima e nera fica, cosicché m’accolse il calore e lo slancio di quel magnifico e splendido fiore assieme al suo grido repentino focoso di donna, in quel momento io cominciai a penetrarla con vigore, però lei immediatamente mi fermò:

‘Allora? Hai fretta? Devi essere lento, capisci? Non c’insegue nessuno’.

Lei avvolse le gambe intorno alla mia schiena e con il movimento del bacino indicava suggerendomi il ritmo delle spinte. Era fantastico e favoloso, inaspettato e straordinario per me fissarla con lo sguardo mentre gemeva di piacere, era inatteso e persino incredibile quel momento: io stavo facendo l’amore con una donna affascinante e deliziosa di cinquant’anni d’età, perché ogni volta che m’avvicinavo all’orgasmo lei prontamente e avvedutamente si fermava dicendo:

‘Fa’ piano, pazienta, cercheremo di godere insieme’ – così appresso ai numerosi indugi alla fine si decise e argutamente sentenziò:

‘Adesso, così, vai più veloce, molto bene. Su spingi, ecco sì, bravo’ – dettandomi accortamente la cadenza e uniformandomi al ritmo che dovevo mantenere.

In breve tempo giungemmo a un orgasmo appassionato e meraviglioso, le sue grida furono memorabili e notevoli, giacché ci abbracciammo sfiniti per il delizioso intimo piacere raggiunto.

‘Allora dimmi? Adesso come ti senti?’ – mi chiese lei energicamente attratta e vivamente incuriosita a seguito di quell’ardente, impetuoso e scintillante amplesso.

‘E’ stato bellissimo, una meraviglia, tu sei una donna stupenda, peccato però che sia già tutto finito’.

‘Finito? Ma se abbiamo appena iniziato. Adesso faremo un bel gioco, vedrai che ti piacerà, ne sono certa’ – m’annunciò calorosamente lei con l’apparenza divertita e l’espressione allusivamente ironica.

‘Le regole però sono queste: bada bene, a turno, ognuno di noi esprimerà formulando un desiderio e l’altro dovrà esaudirlo senza contestare né ribattere, intesi?’.

‘Va bene, accetto’ – esclamai io persuaso a sufficienza e aizzato dalla circostanza.

Lei nel frattempo s’accomodò placidamente sul bordo del letto e immediatamente replicò divertita:

‘Leccami la fica’.

Io fui più che onorato d’eseguire un ordine del genere e cominciai ad assaporare apprezzando la sua bella e villosa fica, perché aveva una fragranza meravigliosa ed era carezzevole. Linda, questo il nome della mia regina, si contorceva a ogni mio bacio e questo mi rendeva esageratamente gratificato e soddisfatto. Al suo nuovo orgasmo, cinque sussulti mi fecero eccitare ancora di più, in questo momento toccava esprimere e rappresentare il mio desiderio. (Apro una breve divagazione: io credo che una buona percentuale degli uomini, soprattutto ragazzi, prova attrazione verso i piedi femminili considerandoli un elemento di fascino sessuale. Quindi, non insabbiamoci dietro commedianti e falsi pudori né ritegni etichettati come perversioni o peggio ancora come feticismo, perché si tratta soltanto di godere e di trarre beneficio pienamente del corpo femminile. Appena posso, io cerco di baciare i fantastici piedi della mia ragazza e con particolare eccitazione ricordo un giorno in cui lei seduta sulla sedia si faceva baciare la fica e contemporaneamente mi masturbava con il piede. Il momento dell’orgasmo fu a dire il vero meraviglioso e sublime. Torniamo a noi).

‘Masturbami con i piedi’ – le dissi io.

Lei cominciò ad accarezzarmi il viso con le sue fantastiche estremità, dato che io non persi tempo a baciare, dopo scivolò fino al mio cazzo e stringendomelo tra l’alluce e il secondo dito iniziò un movimento regolare, poi io l’intimai:

‘Più veloce Linda, ecco più veloce, sì, in questo modo’ – lei aumentò freneticamente il ritmo e io schizzai il mio sperma dappertutto, addirittura sui suoi piedi. Lei era una donna eccentrica e stravagante sotto tutti gli aspetti, per il fatto che ben presto me ne sarei accorto, perché adesso spettava a lei, giacché istintivamente mi manifestò riferendomi in modo risoluto e sottinteso:

‘Ti sei divertito, vero?’. In questo momento dovrai corrispondere un certo prezzo per essere riuscito a sottomettermi e a umiliarmi. Ora lecca tutto il tuo sperma dal mio corpo’.

‘Linda, che cosa dici’ – risposi io alquanto diffidente, incredulo e sospettoso per quello che m’attendeva.

‘Mi dispiace, questo è un gioco, ricordi le norme e i patti di poc’anzi?’ – sorridendomi malignamente e ironizzando in modo scaltro. 

Io mi trovavo in una bizzarra, estrosa e alquanto bizzosa e indomabile situazione, però si sa, tenuto conto che il sesso non ha demarcazioni né limiti nell’ambito d’una coppia. Lei aveva alcune gocce di sperma sulle gambe, giacché io le raccolsi pazientemente, allo stesso modo tollerante operai con i piedi e fu abbastanza divertente. In realtà, nonostante tutto, provavo piacere in questo bislacco e insolito svago, il clima diventava sempre più arroventato e attualmente era giunto il mio turno, però prima che potessi articolare parola lei prontamente m’anticipò: 

‘Ultime due mosse per ciascuno’.

‘In tal caso amorevole e dolce Linda, succhiamelo e ingoia tutto’ – ordinai io decretando decisamente quel concetto.

‘Deliziosa e dolce? Adesso usi anche i diminutivi? Comunque sia, sarà un vero piacere succhiarlo a un bel ragazzo come te’ – sbottò lei piuttosto annebbiata dall’inverosimile frenesia dell’eccitazione.

Lei cominciò a mordicchiarmi i testicoli eseguendo una lunga leccata fino al glande, insistette sul frenulo, poi lo accolse interamente tra le labbra e iniziò a succhiare con una singolare e rabbiosa prepotenza quasi facendomi sentire dolore. Lei era bravissima e capì il momento in cui stavo arrivando al culmine, in tal modo accelerò abilmente accrescendo i risucchi facendomi sborrare. Il mio sperma finì sennonché diritto nella sua gola, lei lo ingoiò con piacere fino all’ultima goccia, progressivamente pulì il pene con tanta accuratezza guardandomi infine in maniera irremovibile e tenace negli occhi, gustandosi appieno quel trofeo appena conquistato, perché a quel punto io ero curiosissimo, giacché insolitamente mi stavo chiedendo quale sarebbe stato adesso il suo ultimo desiderio. 

‘Sadomaso’ – enunciò intensamente lei, perché questo fu il suono che uscì dalle sue labbra. Io ero quasi allibito, inorridito e palesemente sconvolto, invero non me lo sarei mai aspettato, però a quel punto avrei fatto di tutto, giacché nemmeno il tempo di dire sì che fui colpito burberamente al volto con uno schiaffo assai brutale e a dir poco esagerato:

‘Ehi, gridai sennonché io’ – con il viso già rosso per quella brusca sberla subita’.

‘Tu non sembri un vero uomo, se non tolleri né sopporti il sesso duro’.

‘Per niente’ – risposi io, malgrado ciò consapevole, convinto e sicuro di me.

In quell’istante ricevetti sgarbatamente un altro schiaffo e fui legato sbrigativamente alle sbarre del letto, lei mi diede una lieve pedata sul viso e non so quanti morsi sui capezzoli. I suoi denti diventarono un’arma nei confronti del mio cazzo che voleva sfogarsi ed esplodere apertamente di piacere a dispetto del dolore. Lei si sedette e sferrò una dozzina di colpi violenti, facendo affondare il mio cazzo annegandolo in ultimo nella sua foltissima e villosa fica fino a farlo sanguinare un po’. Fu a dire il vero un rapporto sessuale molto danneggiante e punente, malgrado ciò al tempo stesso a tratti gratificante e premiante, perché lei sembrava nitidamente impadronita e vagamente, anzi, di gran lunga impossessata dal demonio, forse in realtà lo era davvero.

Un demonio di nome Linda, che m’ha fatto assaporare la follia, sorbire l’insensatezza, gradire l’incoerenza e subire senza dubbio l’alienazione e l’irrazionalità del peccato.

{Idraulico anno 1999}  

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