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Erotici Racconti

La Domestica

By 18 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Quel pomeriggio avevo deciso di non lavorare.
Mi ero programmato una mezza giornata a casa, da solo già da una settimana.
La moglie era al lavoro, mi ero scordato della donna delle pulizie però.

Era una bella giornata, la stagione stava cambiando nonostante fossimo in autunno faceva straordinariamente caldo e il sole risplende rendendo ancora più allegra la giornata.
Arrivai al lavoro e iniziai di buona lena a lavorare con lo scopo di schivare le botte pesanti. Arrivò l’ora di pranzo misi via le mie cose e mi diressi verso casa.
Quel giorno mi ero fatto un programmino di tutto rispetto. Contavo di farmi una magnifica doccia e poi di dilettarmi con una cosa al limite della decenza.
Pensavo di andare a fare una scappatella con una prostituta giusto per uscire dalla monotonia del matrimonio.
Giunsi a casa un po’ accaldato per la camminata fatta in quella splendida giornata.
Quando aprii la porta di casa venni salutato da Mercedes.
Io ero stupito dalla mia dimenticanza. La casa era in ordine e vi era odore di pulito ella stava stirando.
La salutai. Lei aveva la tv accesa. Era vestita con una maglietta stretta che esaltava la sua sesta di seno e la ciccia della sua pancia. Dei pantaloncini neri stretti disegnavano il sul sederone.
Il collo a V della canottiera faceva trasparire le gocce di sudore sulla pelle scura.
Gli chiesi se aveva già pranzato.
Lei con accento spagnolo mi rispose di nò. Mi piaceva sentirla parlare così. Le proposi un piatto di pasta subito dopo la mia doccia.
Lei accettò .
Io andai in bagno e mi spoglia per farmi una bella doccia rinfrescante.
Non mi dava fastidio la sua presenza tanto non avrebbe raccontato nulla e comunque io più tardi sarei uscito.
Nella doccia non so’ spiegarmi il motivo ma la visione di Mercedes una donnona mi aveva decisamente eccitato . Mi dilungai con una formidabile sega. Quando ebbi finito il tutto mi misi l’accappatoio e mi diressi in camera mia per vestirmi in modo sportivo : Jeans , maglietta a maniche corte in casa si stava bene così.
Mi diressi sui fornelli e iniziai a cucinare. Apparecchiai con cura per due. Versai un bicchiere di vino per me ed uno per lei.
Lei arrivò verso il tavolo, fù stupita nel vedere il bicchiere riempito. Mi confessò che non era abituata a bere durante i pasti.
Io la convinsi e lei fece un sorso. Sentivo il suo odore forte ma non fastidioso in un certo senso mi piaceva. Decisi di fare degli spaghetti aglio olio e peperoncino. Ovviamente prima chiesi a lei se avrebbe gradito.
Dal tavolo scostai la bottiglia d’acqua per darle modo di bere solo vino. Misi in frigor una seconda bottiglia che tenevo di scorta. Il vino ros&egrave mi piace un po’ fresco.
Ci sedemmo a tavola e mangiammo io feci in modo di riempirle sempre il bicchiere e visto che il pasto era piccante bevve parecchio.
La sua parlata divenne meno fluida e a fine pasto accusava un po’ di sonnolenza. Le feci un caff&egrave e continuammo comunque a chiacchierare .
Lei continuava a scusarsi perché sentiva stanca.
Poi continuava a lamentarsi per il caldo. Io le suggerii di spogliarsi così sarebbe sentita meglio. Lei sorridendo e versandosi un nuovo bicchiere di vino si tolse la maglietta lasciandosi solo il reggiseno bianco, poi si sfilò i pantoloni e mostro il suo tanga.
Dal triangolo davanti uscivano un bel po’ di peli.
Io le feci dei complimenti anche se le sue forme non erano invidiabili.
Lei mi regalò un sorriso e si fece un nuovo sorso.
Prese la bottiglia e si mise sul divano. Poi guardandomi mi disse :
>
Mentre fa’ questa affermazione senza accorgersi si passa una mano sulla sua fregna , continua quindi il discorso e dice che &egrave da un sacco di tempo che non si sente così bene. Confessa che il rapporto con suo marito e i figli la legano molto e che &egrave da un molto tempo che non fa sesso e via un nuovo bicchiere di vino.
Io prendo la bottiglia e me ne verso uno e mi siedo vicino a lei. Lei &egrave sempre più scomposta e si leva il reggiseno mostrandomi le sue immense pere. Noto un po’ di smagliature sui seni dovuti al loro peso. Lei nota di sicuro il mio sguardo coinvolto. Poi inizia a spaziare con le sue mani strizzandosi i capezzoli e con l’altra mano con il bicchiere si sfrega un po’ sulle mutandine . Il bicchiere quindi le scivola dolcemente a terra. E’ vuoto e non si rompe. In modo goffo si alza con fatica e ricasca sulle mani dandomi in faccia il sedere. Io non posso non notare che &egrave visibilmente bagnata. Il filo dei tanga non nasconde nulla. Infatti e ben infilato fra le sue labbra. Le pareti del sedere sono intrise di liquido vaginale e luccicano ad ogni suo movimento. Lei intanto recupera il bicchiere lo appoggia, io non resisto e la tocco proprio li in mezzo. Sento che &egrave bagnata e senza tergiversare le infilo due dita fra lo spago e le sue labbra bagnate. Sento il suo calore, tolgo le dita e me le porto al naso. Nel frattempo lei aveva emesso un breve urlo tra stupore e piacere. Sento il suo forte odore e il bagnato liquido che metto subito in bocca. Lei rimane immobile io mi alzo e mi slaccio i pantaloni che faccio scivolare a terra e via anche le mutande mostrando il mio cazzo in erezione . Quindi inizio a sbattere sulle sue chiappone la mia cappella rovente. Lei si gira e con un sorriso si abbassa e mi prende in bocca il cazzo. Lo divora per un po’. Poi mi guarda e levandosi le mutande mi chiede di scoparla. Mi spinge sul divano e a fatica si gira e si siede sopra di me facendosi impalare muovendo con cura il cazzo per farlo innestare. Io sento il suo calore il suo odore . Lei si muove sopra di me. La sua vagina &egrave accogliente.
Io poi la sposto e la faccio inginocchiare a terra le spingo la testa in giù e le infilo il mio bastone in culo. Lei urla per il dolore. Io me ne frego e continuo a stantuffare, lei tenta di andare in avanti con il corpo e muove in modo snodato il sedere, io mi agrappo ai suoi fianchi, grazie a quei suoi movimenti sento sempre più infilato il mio bastone e spingo con più facilita fino a che non ho il mio orgasmo. Il suo secondo buco era stretto e mi da’ una forte eccitazione sentirlo così ristretto. Sento il mio sperma uscire copiosamente ed inondarla. Quando levo il pene un po’ di sborra bianca le esce dal culo, che rimane lascia l’ano deforme. La mia cappella &egrave sporca di merda . Lei mi pulisce con la sua maglietta. Poi io la faccio sdraiare sul divano. Mentre si era alzata noto il rivolo bianco che scorre verso il suo polpaccio lentamente . Il mio pene si stava ammosciando. Io inizio a baciarla e a passare la mia mano in mezzo alle cosce e arrivo alle sue parte intime. Le frego la mia sborra fra il suo pelo. Poi mi perdo nelle sue tette e sento la sua mano che agita il mio cazzo. Poi mi sdraio sopra di lei e i nostri corpi sudati sentono il loro contatto, ben presto torno in erezione e spostandola inizio a ri pompare. Lei urla e gode sotto i miei colpi sempre più forti. I nostri corpi si sfiorano e traggono piacere dai nostri movimenti. Dopo un po’ lei mi chiede tregua e con la mano sul mio addome mi ferma. Mi dice che le piaceva molto. Io mi levo da lei prendo la bottiglia e bevo, le porgo il suo bicchiere dopo avergli versato il vino. Mentre lei beve io mi immergo fra le sue cosce sudate e arrivo al suo pelo che lecco. Poi ho uno schizzo di follia e prendo la bottiglia e gli infilo il collo di vetro in figa ed inizio a muoverla. Il vino scorre e si mescola ai suoi umori. Dopo poco vedo che lei inizia ad ansimare, forse ha un nuovo orgasmo io levo la bottiglia e bevo un po’ di quel nettare. La porgo anche lei che beve in modo disordinato facendosi cascare dei rivoli che cadono sulle tette. Io la lecco e ripulisco. Non soddisfatto la volto e da dietro sdraiata le allargo le gambe e le infilo il mio cazzo nella passera. Ad ogni colpo sento e vedo le sue chiappe muoversi, con la mano tengo in direzione il cazzo. Mi sdraio sopra la sua schiena e le vengo dentro. Sento il mio orgasmo e mi lascio sopra di lei . Stiamo in quella posizione fermi per parecchio e forse ci addormentiamo per poco. Quando ci riprendiamo andiamo entrambi in doccia ci laviamo. Nel frattempo parlammo ed a entrambi era piaciuta quell’esperienza. Io le feci promettere di raccontare nulla lei era d’accordo entrambi avevamo da perdere però decidemmo di rivederci di nuovo magari tra un po’ di tempo.
Lei riassettò casa e poi se ne andò. Prima di uscire si era rivestita con vestiti non da lavoro era una donna mirabile e non riusciva a togliersi dal viso uno splendido sorriso. Frutto della bella giornata di lavoro.
Passò diverso tempo e di tanto in tanto pensavo a quella donna, che non aveva mai bloccato nessun mio pensiero, con lei potevo spingermi oltre i normali canoni di vita. Certo non era per niente bella, ma, interessante sotto molti punti di vista. Pensavo ai rischi di un amante del genere però sento che potevo osare e divertirmi nel vero senso della parola. Iniziai a pianificare un incontro con lei. Decisi di non espormi non volevo lasciare tracce di un tradimento calcolato.

Quella mattina nella mia mente c’era un piano che dovevo portare a termine. Mi presi un giorno di ferie, mi alzai alla solita ora e mi diressi in un posto diverso. Decisi di ‘cazzeggiare’ per un po’ di tempo. Sapevo che la mia domestica sarebbe arrivata intorno alle nove. Avevo lasciato, come tutti i giorni l’auto a casa per cui mi diressi con i mezzi verso un centro commerciale.
Era l’apertura e la gente era poca. Intravvedevo qualche casalinga e qualche uomo ma veramente pochi. Il tempo sembrava scorrere lentamente. In quei momenti hai l’occasione di vedere un nuovo mondo, di solito sei al lavoro e non vedi il mondo esterno, pensi che tutti siano vincolati come te, invece non &egrave così. Feci colazione leggendo con calma il giornale. Di tanto in tanto la mia mente vaga sul dopo, sull’incontro con la mia preda. Quando i pensieri vagano percepisco un certo indurimento nei miei sleep.
Alzando lo sguardo dal tavolo scorgo una donna con un vestitino intrigante e nella mia mente girano nuove idee. Penso alla mia amante vestita in quel modo poi mi sobbalza l’idea di comperarle qualche cosa di eccitante. Aspetto un istante per sentire riassorbito il bozzo nei pantaloni, quindi mi alzo pago il conto e decido di fare un giro fra i negozi.
Camminando penso a quanto sia difficile comperare un abito per mia moglie senza di lei. I suoi ‘ E no, qua &egrave stretto ‘ ‘eccetera ” Penso al fatto che tanto non &egrave un abito ma altro eppure sono conscio che non conosco bene le sue misure. Escludo quindi l’acquisto di alcuni abiti: tipo mini gonne o altro e se sbagliavo la vita era un peccato. Inoltre a occhio mi sembravano abiti per persone magre e sinceramente non avevo voglia di perdermi nella ricerca di un ipotetica taglia.
Rimasi però colpito da una sottoveste rosa. Pensai ‘ E se gli faccio mettere questa mentre gira per casa? Certo magari accompagnata da delle calze magari autoreggenti’ E si e perché non bianche che mi ‘intrippano..’ Era una buona idea che portai a termine.
Chiesi alla commessa una mano spiegandogli le dimensioni della mia amante e me ne andai dal negozio soddisfatto avevo acquistato entrambi i tipi di calza sia normali collant che autoreggenti .
Mi diressi quindi verso casa. Nel percorso sui mezzi non riuscivo a concentrarmi sulla lettura del giornale la mia mente vagava su quello che avrei di certo fatto a casa. Nel tragitto vidi un negozio di quelli con oggetti per il sesso e decisi di fare un giro.
Feci un giro nel negozio ove vi era un vecchietto, non trovai nulla di esaltante a parte i soliti DVD. Trovai solo un prodotto lubrificante che poteva essere utilizzato anche per massaggi lo presi, poi vicino alla cassa trovai la pubblicità di un vibratore a palline con telecomando, questo oggetto attirò la mia attenzione chiesi dettagli al commesso che mi decantò le caratteristiche dopo aver letto con i suoi occhiali spessi le caratteristiche nella scatola, dopo l’acquisto mi diressi nuovamente alla fermata del mezzo pubblico e mentre camminavo cercai nella scatola le istruzioni da leggere. Mi fermai dal tabaccaio a comperare le pile e poi a piedi verso casa. Arrivato a casa feci la sorpresa alla mia domestica, che stava pulendo casa. La sala era già sotto sopra lei stava spolverando. Io la salutai. Lei era visibilmente imbarazzata. La feci sedere un attimo e iniziai a parlarle a esporle le mie idee. Anche lei sembrava interessata ad sfogare ancora le sue voglie. Quando ne ebbi la certezza gli esposi il mio piano. Le consegnai i regali con le istruzioni sull’utilizzo. Volevo che finesse le pulizie di casa prima del resto. Non dovevano esserci tracce del nostro incontro. Le dissi chiaramente che doveva seguire le mie istruzioni ed essere una schiava al mio volere. Non oppose resistenza si denudò, i suoi movimenti erano insinuosi e cercava di essere romantica e leggera, mostrandomi i suoi seni e si infilò l’abitino che era perfetto. Nel frattempo io avevo levato l’oggetto dalla scatola e lo preparai all’uso. Lei si sedette sul divano le feci infilare due palline viola nella sua passera pelosa ed una nell’ano. Poi le feci mettere i collant che trattenevano il giocattolo. Lei si mise le calze con arte e cura. Quando lei si alzò in piedi lo accesi. Da prima lei sorrise poi la sua espressione cambiò e vidi nei suoi occhi il piacere. Quindi fermai con il pulsante di stop l’oggetto. Le dissi che mentre continuava le pulizie avrei deciso io di farlo partire. Nel frattempo mi diressi in camera per mettermi una tuta da ginnastica.
Quando tornai in sala mi guardavo quello spettacolo lei si lamentò perché un po’ le calze erano strette e l’affare le dava fastidio. Io le feci i complimenti perché le sue forme mi piacevano molto. Lei quindi mi passo la mano sui pantaloni per tastare l’arnese io allora presi il telecomando e accesi l’apparecchio. Lei rimase inerme presa dal piacere. Io mi fermai dopo un lungo bacio. La sua lingua nella mia bocca si muoveva velocemente, seguiva quasi il ritmo del vibratore. Le chiesi di sbrigarsi così avremmo potuto giocare a pieno.
Io le giravo intorno e azionavo l’oggetto. Ad un certo punto lei mi disse che doveva andare a fare la pipi perché quel coso la stimolava. Io la seguii in bagno e le dissi che volevo vederla in tutto. La feci sedere nella vasca. Lei si tolse le palline e iniziò a irradiare la vasca. Ero stufo di giocare con lei e volevo sfogare un po’ i miei istinti. I Collant erano tirati giu’ e comunque bagnati dal suo sudore e dai suoi umori sentivo un odore forte di donna. Le diedi una mano per uscire dalla vasca e poi iniziai a baciarla e a spaziare con le mie mani sul suo corpo. Anche lei aveva voglia. La presi per mano e la portai in camera da letto. Le calze a metà polpaccio le bloccavano i movimenti. La feci mettere a quattro zampe e le infilai il mio pene in figa. Era bagnata e accogliente presi le palline che mi ero messo in tasca e mentre la montavo gli infilai nell’ano .
Azionai il vibratore e lei iniziò ad urlare per il piacere. Anche io attraverso la parete vaginale sentivo vibrare l’oggetto lo infila più dentro e poco dopo venni dando, con il bacino, qualche colpo forte su di lei, che ricadde in avanti sul letto. Spensi l’affare quando lei mi chiese di farlo mentre mi guardava estasiata. Mi levai dal suo corpo e andai in bagno sentivo il bisogno di pisciare. Tornai e lei era ancora nella stessa posizione. Qualche schizzo di sborra le colorava la sua stupenda ‘passera’ . Con meno voglia di prima le dissi: ‘dai quando puoi finisci sti lavori che possiamo divertirci!’
Lei non disse nulla e si rialzò. Mi portò il telecomando dell’oggetto e mi diede un bacio molto intenso. Quella sborrata mi aveva dato tregua e devo dire che guardandola mentre lavorava mi eccitava meno di prima. Decisi di lasciarla lavorare senza creare distrazione. Di tanto in tanto mi passava vicino e mi mostrava il culo. Il filo si intravedeva fra le due chiappe. Dopo un po’ decisi di riprendere a giocare con lei. La casa tornava ad avere una forma. Poi la persi di vista ora era in bagno. Quando la vidi andare verso camera da letto andai da lei.
Le dissi che volevo farle un massaggio. Lei si denudò e si mise sul letto ancora scomposto. I suoi grossi monti e la sua pancia sovrastavano l’orizzonte. Presi il liquido trasparente ed inizia a spalmargli l’olio . Mi persi nelle sue misure e sulla sua pelle. Poi la feci voltare e mi concentrai sulla schiena e sulle sue gambe lisce. Mentre passavo tra le gambe con una mano mi concentravo sulla sua peluria e sul suo ano. Gli sparai un bel po’ di olio gel e mi dedicai ad infilargli la mie dita. Nella figa tiravo le palline attive avanti e indietro . Lei urlava per il piacere. Poi quando terminò di godere mi fece sdraiare e si dedicò con la sua bocca capiente al mio pene. Di tanto in tanto strofinava le sue tette. Mi sentivo benissimo e mi godevo quei momenti. Mentre il mio membro era nella sua bocca sentivo l’impulso di venire. Non le dissi nulla e lascia che la natura facesse il suo corso. Lei ebbe una specie di urto di vomito e si sollevo dal palo facendo fuori uscire dalla bocca la lava bianca che in parte ricadde sul mio addome. A sto punto io ero soddisfatto, lei si accuccio al mio fianco dopo essersi ripulita la bocca con le mani. Io l’abbracciai, poi vista l’ora le dissi che sarei andato a cucinare. Lei rimase in camera per un po’. Ormai si muoveva per casa nuda. Mise le lenzuola in lavatrice e fece nuovamente il letto. Apparecchiai e quando fu’ pronto pranzammo. Lei rimase nuda. I nostri sguardi a tavola dimostravano una nuova voglia. Il pasto era condito da vino che ci avrebbe dato un maggior stimolo nel pomeriggio. Lei mi disse che la casa era a posto solo che oggi non aveva avuto tempo di stirare. Scrisse due righe a mia moglie scusandosi per un improvviso impegno che non le aveva dato tempo di fare tutto. Telefonò ad una sua cliente per annullare l’appuntamento del pomeriggio . Mentre parlava si era messa sul divano e con la schiena in aria agitava il grosso culo. Io allora mi gettai fra le sue chiappe e assaporai il suo sapore. Presi di nuovo il liquido lo ficcai in culo e poi gli misi il mio cazzo. Iniziai a pompare ritmicamente sempre più dentro . Dopo pochi movimenti mise giù il telefono perché non riusciva a concentrarsi sulle parole e iniziò a urlare ad ogni botta e a stringere le mani sulla spalliera. Io quindi levai il fallo e passai nella sua foresta per poi entrare nelle delicate labbra. Nel mio precedente atto ero stato abbastanza violento ma le sue orla erano solo di puro piacere, stava uscendo la parte più nascosta e repressa della sua personalità. La sua voce divenne più flebile quindi tornai nel precedente buco oscuro e mi lasciai andare fino alla fine in quello stretto anfratto. I miei colpi divennero più veloci e forti e penetrai sempre più al suo interno. Quando io ebbi il mio orgasmo anche lei urlò per il piacere. Mentre la stavo fottendo le tiravo degli schiaffoni sulle chiappe che risultavano arrossate per i miei colpi precedenti. Le mi disse che ero ‘ Un gran Bastardo e che le piacevo molto!!!’
Quando estrai l’uccello che si stava ammosciando notai la visibile dilatazione e la sborra che usciva dalla fessura.
A questo punto mi levai da lei e mi sedetti un attimo sulla poltrona mentre la donna si distendeva supina sul divano e voltata verso di me.
Scambiammo diverse chiacchiere riguardanti i nostri rapporti con i rispettivi patner. Mi confesso che la sera del nostro precedente incontro fece l’amore con suo marito, e la cosa orribile per lei &egrave che non arrivò a percepire nessun orgasmo. Suo marito venne quasi subito . Dal mio punto di vista fu’ comunque un piacere sapere che lei aveva agito con suo marito mi toglieva un palpabile pensiero sulle implicazioni legate al non utilizzo di anti concezionali.
Non le nascosi che la sua sottomissione al mio volere mi piaceva assai e lei mi sorrise.
Mi confessò che a suo marito non concedeva il secondo buco. Solo una volta ebbe con lui un rapporto anale e che non le piacque. Con me era diverso. Godeva quando sentiva il mio seme nel suo corpo. Sentiva una sensazione per lei nuova.
Dopo un po’ di tempo ci dirigemmo in bagno per lavarci . Prima di fare la doccia volevo evacuare lo dissi a lei e di risposta lei mi chiese di essere il suo water. Io fui stupito , lei entrò in vasca e si sedette. Io presi il mio arnese e diressi il getto verso la bocca e verso le sue tettone. Il mio getto non era preciso come succede dopo aver scopato in pratica la riempii di piscio. Quando io ebbi finito lei da quella posizione rilasciò il suo liquido giallo che scivolo come un fiume verso il buco della vasca. Poi venne verso di me e mi baciò facendomi sentire il sapore acro della mia piscia in bocca.
Dal suo corpo grondavano gli schizzi del giallo nettare verso il pavimento privo di tappeti . Lei si voltò e vedendo ancora il mio sperma uscire dal buco la penetrai nella passera e poi preso da un momento di fantasia le penetrai il secondo buco con un piccolo barattolo di sciampo. Lei allora con una mano prese il barattolo e mentre io la stantuffavo muoveva l’oggetto sempre più dentro, accompagnando il movimento da urli di piacere. Quando sentivo che stavo per venire scostai la sua mano e lo sciampo e verso le due chiappe rilasciai il mio piacere che colorò la sua pelle scura. Provai una soddisfazione che non sentivo da tempo. Quando ebbi finito mi appoggiai su di lei con il mio corpo facendo entrare meglio nella fessura il mio fallo e poi la raddrizzai e la baciai per un po’. Poi ci dedicammo ad una buona doccia. Io mi risistemai lei ripulii il bagno e si vesti per uscire da casa. Decidemmo di rivederci e di dar sfogo ai nostri istinti tra un mese; questa volta voleva essere informata prima e mi fece promettere che le avrei inviato un sms con una frase in codice visto che lei voleva mettere in pratica una sua idea e che io dovevo sottostare alla sua volontà . Accettai la sua proposta.
La stagione era cambiata la mattina mi svegliavo sempre con una certa voglia di sfogare i miei istinti sessuali. Fortuna volle che la moglie si sarebbe dovuta spostare per lavoro per qualche giorno. Decisi quindi di organizzare un incontro con la mia amante. Mandai il segnale convenuto con l’aggiunta di essere richiamato.

Qualche ora dopo il mio messaggio, in tarda serata, venni richiamato.
Ci fu un imbarazzante scambio di frasi di circostanza per poi cambiare tono e andare sullo scherzoso. Le spiegai quindi la situazione. Trovavo intrigante parlare con lei al telefono, mi piaceva assai, instauravamo una nuova complicità che era solo nostra. Il fine settimana era ovviamente dedicato alla famiglia, ma, il Giovedì ed il Venerdì erano diventati due giorni nostri. Mi chiese di essere richiamata l’indomani nel primo pomeriggio perché voleva organizzare i suoi impegni e farmi sapere.
Il giorno dopo la chiamai: lei mi diede appuntamento per mezza giornata di giovedì dal pranzo in poi. Mi avrebbe aspettato a casa per mangiare assieme e poi per l’intero venerdì fino a sera. Mi disse che per il venerdì aveva una sorpresa. Io ero soddisfatto e contavo con ansia i giorni per i nostri incontri. Mi presi quindi due giorni di ferie per le date designate.
Quel giovedì puntai la sveglia un po’ più tardi, il lavoro in quel periodo mi devastava e dormire un po’ di più mi faceva solo bene. Mi alzai circa alle nove. Con calma mi preparai una buona colazione che sorseggiai di fronte al televisore. Il cellulare squillo era mia moglie. Spensi la tv e mi misi a parlare con lei. Passati quei dieci minuti mi rilassai nuovamente in sala. Andai in bagno e mi feci una doccia e la barba volevo apparire in ottima forma. Mi sentivo rilassato e ben disposto a quel magico incontro. Mi misi i miei Jeans e una T-Shirt . Mi accomodai sul divano e attendevo la mia amante. La mia mente vagava già sul nostro futuro incontro.
Verso le undici la serratura della porta emise i rumori di disinnesco e la porta si aprì. Lei entrò e con il volto illuminato da uno stupendo sorriso. Era ben vestita e truccata. Portava un abito con la gonna e un giubbotto sintetico scuro. I suoi capelli lunghi sciolti risaltavano il suo viso.
Scambiai il sorriso e le posi dei fiori che le avevo preso il giorno prima. Lei mi baciò. Mentre mi baciava la sua mano leggera passava sul mio sedere con una carezza dolce. Lei si levò il giubbotto e si sedette sul divano. Scambiammo qualche chiacchiera ma entrambi continuavamo ad accarezzarci impazienti di agire l’uno sull’altro. Ad un certo punto io guardandola negli occhi marroni la baciai e con le mani frugai sotto la gonna, lei dilatò meglio le possenti gambe per lasciarmi vagare. Aveva su degli autoreggenti scuri e non ci volle molto per notare l’assenza di mutandine e il folto pelo già bagnato dai suoi umori che attendeva il mio tocco.
Con l’altra mano intanto mi prendevo cura di raggiungere uno dei suoi seni per sentire il suo morbido frutto. Lei avidamente stava slacciando in miei pantaloni per prendere il controllo dello scettro.
Dopo un po’ si alzo dal divano e con il vestito scomposto senza levarselo estrasse il reggiseno che lanciò vicino alla sua borsa poi muovendo la gonna si accuccio con la testa fra le mie gambe. Mi fece levare i pantaloni ed iniziò la sua arte di pompinara. Sentivo i suoi movimenti far rizzare sempre più i miei istinti. I suoi occhi di tanto in tanto puntavano il mio viso mentre la mia asta era nella sua bocca. Avvertivo il classico rumore dell’impatto bocca, cazzo aspirazione e assenza aria, il tipo rumore di una ventosa di plastica che si aggancia. Non so’ ma nonostante l’eccitazione non ero nello stato di sfogare fino in fondo il mio istinto bestiale. Quando vidi che la foga in lei era calata dissi:
‘ Mercedes vorrei ricambiarti il piacere. Alzati dilata le gambe che voglio sentire il tuo sapore.’
Le quindi si alzò. Scostò la gonna tirandola verso la schiena per mostrare le sue chiappone scure . Mi avvicinai a lei sentii un profumo piacevole e sentivo subito il suo sapore e il suoi profumi entrarmi dentro. Le sue mani di tanto in tanto stringevano la gonna forse per il piacere che provava. I suoi rantoli di passione la tradivano ogni qual volta le allargavo con le dita le fessure o giocavo in profondità. Lei poi si irrigidì il mio viso rimase per un istante schiacciato fra le due chiappe in tensione lei sfoderò un forte urlo di piacere. Poi si volto e mi spostò le gambe leggermente in avanti per sedersi sopra di me. Una delle sue mani guida l’inserimento del fallo e la gonna ricopre il tutto. Io le tiro giù la parte superiore del vestito lei dice:
‘ piano ‘ ‘
e mi aiuta quindi inizia a sobbalzare su di me e io mi immergo nel suo petto. Le sue gambe che avvolgono il mio bacino mi fanno impazzire e ben presto entrambi ci perdemmo in un orgasmo per poi rimanere per un po’ di tempo fermi in quella posizione. Decidemmo di ordinare un pizza e nell’attesa sorseggiammo un po’ di birra.
La pizza sarebbe arrivata a casa . I nostri discorsi erano vari ad un certo punto lei mi spiegò uno dei suoi sogni e voleva che io partecipassi a questo suo gioco.
Fino a poco tempo fa’ lei faceva la domestica anche per dei Travestiti poi abbandonò il lavoro perché non le pagavano i contributi quindi aveva dei problemi per il suo permesso di soggiorno. Uno dei suoi sogni nascosti era quello di far l’amore con uno di loro solo che si era sempre vergognata ed mi chiese la mia presenza . Le sarebbe piaciuto provare una doppia penetrazione e se ero disponibile ne potevamo godere assieme.
Io ero riluttante all’idea eppure vedere uno spettacolo del genere non sarebbe stato male. Presi tempo, arrivò il nostro pasto lo consumammo e uscimmo di casa.
Lei aveva chiamato la sua ex cliente e aveva fissato l’ora del nostro incontro.
Giovedì: il pomeriggio incalzava, la perversione della domestica stava avendo la meglio; ora incominciava a liberarsi il suo lato nascosto e perverso mi stava guidando verso una nuova impresa mai fatta prima. Avrei assistito ad uno spettacolo affascinate e forse, tutto dipendeva da me, ne avrei preso parte?
I miei pregiudizi bigotti avrebbero avuto la meglio su di me , oppure avrei ragionato con le palle e non con il cervello.

Dopo aver parcheggiato ci dirigemmo a piedi verso la casa ‘degli appuntamenti’. Pur troppo la giornata non era più come prima. Il cielo era divenuto grigio e spirava un vento freddo che rendeva tenebrosi i pensieri. Lei non curante si legava al mio braccio come se io fossi il suo compagno di sempre. Le mie spalle erano in su, la tipica reazione che si ha per sentire di meno il freddo.
La donna mi fa curvare verso un rientro e suona il campanello del citofono la telecamera si illumina e scatta subito la serratura elettrica. Il cancello verde si apre. Mercedes percorre il cortile e con passo deciso arriva fino all’uscio in fondo.
Erano case a due piani non vi erano rumori particolari, la gente probabilmente era via per lavoro. Arrivati alla porta l’uscio si apre da solo ed entriamo in un salone con cucina finemente arredata. Ad accoglierci due travestiti. Uno dei due era dietro alla porta blindata. La porta si richiude io saluto imbarazzato mentre la donna scambia parole di circostanza con i due dimostrandomi che li conosceva bene. Ci offrono un caff&egrave e ci sediamo in attesa dell’offerta d’intrattenimento fattaci. Incominciavo a sentirmi un po’ più a mio agio. Quei gesti fatti rendevano i due al quanto femminili forse i loro modi erano molto effeminati ed eccessivi, o forse ero io che mantenevo nella mia mente pregiudizi .
Uno dei due portava il nome di Margherita: sembrava veramente una donna se non avessi saputo chi erano in realtà, non mi sarei accorto della differenza. L’altro era ingannato dal viso nonostante i capelli lunghi rimanevo i lineamenti da uomo ovviamente la voce era modificata da loro per sembrava più fine quest’ultimo si chiamava Stella.
Stella era un po’ più piazzato le spalle erano ben messe anche se le braccia erano più fini .
Arrivò il caff&egrave americano e nel intermezzo vollero spiegazioni da Mercedes che senza alcun imbarazzo spiegò loro quello che voleva e perché. Quindi passammo alla funzione economica io sganciai i soldi per Margherita ed insieme noi tre ci dirigemmo al piano superiore ove vi erano due camere da letto. La stanza risultava bene arredata il letto teso con i cuscini ben messi delle grosse tende che scurivano la stanza. Delle luci accese che rendevano l’ambiente accogliente. Cera una sedia che io utilizzai girandola verso il letto. Subito Margherita si spogliò facendo vedere il suo seno di sicuro rifatto non troppo grande e i lineamenti femminili forse dati dagli ormoni. Poi si levò lo slippino che mostrava un pene moscio al quanto piccolo. Dal comodino prese un preservativo che appoggio. La domestica era stata precisa non voleva ne fare pompini ne un rapporto non protetto lei era la cliente. Il trans fece accomodare la donna sul letto e iniziò a leccare la folta peluria era evidente che non era abituato a trattare con le donne. Nel frattempo si massaggiava l’arnese che divenne un po’ più duro. A questo punto si discostò da lei e si infilò il preservativo. Anche lui comunque risultava attratto da quella montagna di seno una delle sue mani era sempre lì intorno a quei capezzoli. Poi diede le istruzioni alla donna per farla mettere alla pecorina e iniziò a scoparla in figa. Devo dire che a quel punto io ero in piena erezione. Ben presto la porta si apri e Stella entrò. Era vestita con una camicetta bianca aperta, per far risaltare le sue tette perfette e una minigonna jeans che evidenziava il suo sedere. Si mise di fianco a me. Poi si accuccia e mi passa la mano sui pantaloni. Mi chiede se voglio fotterla, io ovviamente le dico di nò . Lei non insiste e si rialza. Continua a guardare lo spettacolo ed ad ascoltare le urla di vera passione della donna. Margherita intanto giocava anche con l’ano infilandogli un fallo di gomma che aveva in stanza. L’espressione di Margherita era di puro piacere e quando infilava l’arnese di gomma il suo sguardo diveniva più intenso. Lei stessa parlava e diceva:
‘Troia !!! Tu sei una vera Maiala una scrofa.. Non vedo l’ora di godere con te!!!’
Dalla minigonna di Stella spuntava una punta lei si tirò su la gonna mostrando un cazzo bello grosso non tanto lungo ma bello cicciotto in piena erezione. Era completamente depilato. Parlò in brasiliano e Margherita chiese alla donna di sdraiarsi a questo punto in posizione normalissima la penetrò in figa. Stella prese la vasellina la passò sul culo del magro travestito e le penetrò il culo. Iniziò quindi a pompare abbastanza forte e esternando rumori fini dalla bocca come di puro godimento che a me sembravano finti. La donna sentiva i movimenti di entrambi ripetersi su di lei. Il mio bozzo nei pantaloni era sempre più grosso. Dopo un po’ la donna tirò fuori le doti di cliente esigente esternando che non le stava piacendo quell’atto. Io presi la palla al balzo e mi alzai tirai giù i miei pantaloni mi levai il maglione ed il resto mi ritrovai nudo. Mi avvicinai a lei e dolcemente la baciai. Stella intanto prese con la mano calda il mio palo e lo sventolava io la staccai e mi misi sopra al letto . Mercedes si divincolò dai due e mi fece spazio. Io ero in obliquo lei si impalò il mio cazzo in figa. Le sue parti intime erano viscide forse era la somma dei suoi umori e della vasellina. Quando fù sopra di me guardò i due disse : ‘ Stella, mettiti il preservativo voglio sentirti nel mio culo fino in fondo!’
Stella si sbottonò la camicia e la getto in terra e sorridente corse al comodino si infilò un preservativo rosso e raggiunse il suo premio. Teneva comunque su la gonna che le dava un ‘non so’ che di eccitante’ io ero in posizione e avvertii l’ingresso del fallo nella parte superiore, non credevo di provare una simile sensazione di piacere. Ero avvolto dal corpo ciccione della donna le sue tette morbide su di me mentre lei guardava in avanti e sentivo i movimenti dei corpi. Lo sfregamento delle mie palle con quelle del travone le sue gambe lisce vicino alle mie. Le mie mani che con fierezza tengono allargato il sedere della donna. Avverto gli spasmi dei vari impatti. Sento lo sfregamento del cazzo ossuto sopra il mio. La donna chiama a se Margherita e la bacia ormai ha perso ogni ritegno il piacere le pervade la mente e perde ogni inibizione. Io sposto le mani sui fianchi del travestito e lo trattengo un attimo legato a Mercedes mentre cerco di muovermi nella sua calda figa per godere anche io di qualche istante di passione. Poi mi fermai e di nuovo la donna fù al centro dell’attenzione. Devo dire che in quella posizione provo un discreto numero di sensazioni ma non arrivavo al mio orgasmo. Le urla di passione della donna non nascondevano per niente il suo piacere. Ben presto si trovò la bocca tappata dal cazzo di Margherita che con forza le tratteneva la testa. Si era levata il preservativo e la donna non aveva detto nulla non le interessava in quel momento. Ben presto il travone dietro alla donna si fermo tolse il suo palo dal culo e senza dir nulla rimosse il preservativo colorato e andò fuori dalla stanza. A quel punto Mercedes iniziò a muovere liberamente il culo e io sentivo meglio i suoi movimenti. Mentre ero in quella posizione vidi chiaramente la vena di Margherita gonfiarsi e mentre si ritraeva dalla bocca iniziò a sgorgare il suo getto di sborra un quantitativo non indifferente . Ebbe la cortezza di mettere la mano per fermare il getto e non sporcarci. Qualche schizzo comunque raggiunse il viso della donna, lei con la lingua si portò in bocca il nettare poi con il polso si sfregò per ripulirsi. Margherita guardando la donna dalla pelle ambrata sorrise. Io non ero ancora venuto il mio bastone era in tiro ma non ero al culmine. L’essere rimasto bloccato in quella posizione non mi consentiva di liberare a pieno i miei istinti animali. A questo punto la donna dalla pelle scura chiede al travestito quanto tempo le ci vuole per una nuova erezione. Il travestito prende un pillola, dal comodino in un portagioie sopra, mentre parla e ben presto il suo arnese torna in forma, allo stesso tempo, torna Stella completamente nuda mostrando il cazzo moscio e si siede fumando una sigaretta sulla sedia. Chiede se vogliamo fare una pausa perché si stà divertendo parecchio. Ci dice che non vuole soldi ma godersi solo il nostro amore. Mercedes chiede una birra per me e per lei e si distacca da me. Il clima &egrave cambiato nella stanza fra tutti noi si crea una certa complicità. Margherita gira per la casa in erezione anche quando si siede il suo piccolo palo rimane eretto. In lei noto un po’ di nervosismo o voglia di sfogarsi. E via una bottiglia di birra a testa e nella stanza inizia la baldoria. Ben presto il cellulare di Margherita suona. Lei risponde con voce suadente, rifiuta l’incontro al momento i soldi non sono la sua priorità. Mentre parliamo Stella si avvicina e con una mano accarezza e lecca i seni della donna, con l’altra si smanetta l’uccello che ben presto si invigorisce. Margherita intanto si stà prendendo cura del mio. La donna scambia effusioni con il travestito. Io mi faccio prendere dal soave pompino che stò ricevendo. Ormai anche io ho perso il controllo e accarezzo il travestito.Il suo culo perfetto e liscio attira le mie dolci carezze. Finisco la birra e mi sdraio per godermi meglio il mio piacere. Margherita si scosta e continua a darmi piacere passando la lingua anche sulle palle. Un pompino così non mi era mai stato fatto in vita mia. In quella posizione vedo bene lei a quattro zampe e il suo fallo in erezione non resisto e lo prendo in mano agitandolo come fosse il mio. Lei si ferma per godere di quel momento. Si avvicina a me perché si illude che io gli scambi il favore fatto in precedenza. Io faccio finta di non cogliere le sue intenzioni e continuo a menargli l’arnese. Guardo verso la donna, per un attimo mi ero estraniato ero stato colpito dalle mie sensazioni. Stella si stava godendo la figa della donna, il preservativo rosso si intravvedeva uscire dalle intime labbra della donna. Di tanto in tanto le tette si toccavano. Sia la donna che il travestito erano sudati per la passione di quei momenti. Margherita parlò : ‘ Zia ti piace vero?’ ‘Quella frase mi colpi: Era veramente sua zia? O era solo un modo di dire? ‘ La donna poi fermò il travestito mi guardò con i suoi occhi scuri e mi chiese di possederla. Io ovviamente accettai. Lei venne su di me poi parlò a Margherita e le chiese di essere penetrata anche da lei in figa. Con sguardo di chi la sa’ ,il travestito si infilò il preservativo e corse dietro al sedere della donna. Stella intanto si posizionò di fronte a noi e si levò il preservativo. Mise il suo cazzo quasi sopra di me. Un po’ di sperma gli colava dalla fessura . Chiese alla donna di fargli un lavoretto di bocca con tono gentile. La donna non obbedì prese il palo con la mano e iniziò a segarlo, nello stesso istante alzò un po’ l’addome e iniziò a leccare le grosse tette. Nello stesso istante percepii il cazzetto di Margherita che si faceva largo sopra il mio. Ben presto setii i suoi colpi ritmici e lo strofinamento nella calda e umida figa. Passando la mano vicino alla folta peluria sentivo il bagnato e la passione di Mercedes i suoi movimenti. Ben presto percepii il suo orgasmo e anche io finalmente mi liberai del mio. Il travone continuò a muoversi per un po’ io e la donna ci godemmo in comodità quegli istanti. Stella quindi si spostò e andò dall’amica. Gli estrasse il preservativo con un po’ di lava bianca con la bocca la ripulì. Poi avvicinò il viso di Margherita al suo pene e con forza la muoveva sul suo palo. L’esile travestito non poteva divincolarsi ed era costretta a muoversi al ritmo desiderato dall’amica. Ben presto la sborra fiottò e il travestito perse la voce femminile per un attimo urlo con voce cupa per il piacere provato. In quel mentre capimmo che i giochi erano terminati. Ma non era vero il cellulare di Margherita lasciato sul cuscino iniziò ad illuminarsi e vibrare. Lei ancora con il cazzo ben in tiro lo prese e senza dir nulla forzò l’ingresso nella capiente figa della donna. Ovviamente ne infilò solo una parte ma Mercedes sembrò apprezzare. Io ero sotto di lei con l’arnese non in erezione sporco dai miei e dai suoi umori. Avvertivo però sul mio ventre i movimento. Il cellulare terminò di funzionare passato qualche istante riprese. Margherita quando il cellulare smise di suonare, per la seconda volta, penetrò nell’ano la donna e continuò a muoversi come un toro. La prosperosa donna si godeva quegli istanti gridando e guardandomi e poi baciandomi con passione. Il mio cazzo riprese possenza e avvertii nel frattempo una mano che mi segava con arguzia e costanza. Ben presto sentii il mio liquido sgorgare e non solo un nuovo fiozzo mi colpi lentamente. Margherita si era levata il preservativo e il suo liquido mi colpiva. Ora mi sentivo soddisfatto e allo stesso tempo disinteressato dal ogni atto di sesso. In me rientrava la coscienza e per un attimo sentivo lo schifo di essere in quel luogo. Non dissi nulla a parte il chiedere se c’era una birra da bere. Me ne fù offerta un’altra che dividevo con la perversa donna e poi dopo esserci lavati uscimmo da casa. Riaccompagnai la donna verso i mezzi pubblici mentre io mi diressi a casa. Nel tragitto mentre ero solo non potevo non pensare al piacere provato. Arrivato a casa mi accorsi che avevo ancora voglia di fare l’amore non ero per niente esausto. Decisi di trascendere e di attendere l’indomani. Nella telefonata fatta con la mia domestica si parlava di una sorpresa mi domandavo se l’avevo già vissuta o vi era un nuovo esilarante programma per me.
Venerdì: non c’erano secondi fini al tradimento, l’unico nostro scopo é quello di goderci a pieno la nostra sessualità facendo cadere molte barriere che ci circondano.
Siamo amanti per il semplice fatto che vogliamo godere a pieno del nostro sesso e senza alcun problema liberare i nostri istinti che spesso le circostanza, della vita, ci hanno obbligato a reprimere.
Non ci sono secondi fini, se non quello di essere liberi di godere, della propria libertà, subendo qualche piccolo rischio, necessario, al fine di essere soddisfatti.

La mattina molto presto suonò il cellulare era mia moglie che mi augurava una buona giornata e voleva sentire come stavo. Dopo la conversazione misi il cellulare in ricarica e mi rimisi a sonnecchiare a letto. Accesi la tv ma ben presto la sonnolenza riprese la meglio. Avevo tirato su la tapparella e tutto era grigio. Non mi veniva voglia di mettermi in forza. In ogni caso mi diressi in bagno. Mi feci una cagata e poi la barba a sto punto mi diressi nuovamente a letto e tentai di riprendere sonno. Il letto si era rinfrescato, ben presto sentii il tepore dato dalle lenzuola il rumore flebile della tv scomparire e in me entrarono pensieri erotici con protagoniste mai viste. Il sonno mi stava portando lontano.
Qualche ora dopo mi svegliai dal rumore fuori dal comune in casa vi era stato un nuovo ingresso. La mia amante era giunta. La chiamai indicando la mia presenza in camera. Lei come per gioco dopo qualche istante apparve.
La sua coscia fece una ‘elle’ attorno all’angolo della porta come se volesse farmi notare le calze bianche, o volesse eccitarmi con la sua sola presenza . Quindi apparve lei, le sue braccia che si tirano lungo la porta, il suo volto e la sua voce che mi augura:
‘ Buongiorno!!!’
Io le sorrisi e lei si avvicinò a me. Oggi porta una gonna ed un maglione con il collo a ‘Vu’ che fà notare il suo prosperoso seno. Attorno al collo un foulard in tinta con la gonna marrone. La gonna arriva alle ginocchia, non era aderente era conscia delle sue misure non da modella per cui sa’ come vestirsi. Si sedette sul letto vicino a me. Iniziammo quindi a parlare. Ci raccontammo un po’ quello fatto in precedenza tra la sera e la mattina. In quegli istanti io intanto l’accarezzo sulle cosce fino al suo sedere sodo. Lei poi mi offri una brioches che ha comperato per me. Mi sedetti e accettai il dono. Lei mentre mangiavo iniziò un breve discorso:
‘ Dunque ‘ sta notte ‘ se vuoi posso stare qui. Mio marito &egrave già via da ieri per un lavoro fuori città. Torna Domenica . Mia sorella si prenderà cura dei miei figli. Le ho detto che volevo andare a trovare una vecchia amica. Per te va bene?’
Io ovviamente acconsentii mi domando se era quella l’agognata sorpresa del venerdì. Ma non esternai questo mio pensiero, accettai la proposta in fondo non ho nulla da perdere in quel momento. Finita la colazione mi alzai dal letto. Accesi la macchina del caff&egrave e ne offri uno anche a lei. Lei mi raggiunse. Quando bevemmo entrambi il caff&egrave io mi stavo per dirigere nuovamente in bagno per lavarmi i denti fui però placcato da lei che strofinava la sua abile mano sui miei pantaloni del pigiama. Io non porto le mutande e già da quando mi ero alzato avevo il mio palo in tiro. Lei tirò giù i miei pantaloni e si gustò la mia erezione subito con un sorriso disse:
‘E’ per me?!’
Io : ‘ Certo mia porcellona!’
Lei quindi si alzò dalla sedia e prendendo il mio palo delicatamente con la mano si voltò per raggiungere il bagno. Arrivati in quella stanza velocemente raccolse i tappeti e iniziò a spogliarsi mantenendo la visuale sul mio palo ritto. Sedendosi sul water rimosse con cura le calze e appoggio i suoi abiti sul lavandino poi strofinando la mia verga delicatamente mi chiese:
‘ Immagino che tu debba piasciare?’
Io ho un po’ di stimolo la guardai e annui. Lei quindi entrò in vasca e si inginocchio cercando di tenere il suo sedere ben in alto quando le sembrò di essere a posto mi disse:
‘Dai se riesci mira il mio ano.’
Io mi avvicinai e dopo un po’ approntai il mio getto. Lei sembra estasiata nel sentire il mio getto caldo annaffiare in modo preciso il suo ano.
Ovviamente gli schizzi colpiscono di rimbalzo il resto del suo sedere.
Ne ho parecchia in corpo, e lei per tutto il tempo rimase inerme. Quando io ebbi terminato lei subito mi chiese :
‘ Sfondami il culo, per favore lo voglio!’
Il mio cazzo aveva perso un po’ di rigidità mi smanettai un poco e intanto attraversai il bordo della vasca. Mentre io sono in piedi, lei pisciò vidi il suo liquido trasparente uscire e colpire il mio polpaccio. Quando lei ebbe terminato io ero pronto. A quel punto la penetrai lei fece un urlo mentre io le stavo entrando dentro. La posizione però non era comoda per me e non resistetti a lungo. Quindi le proposi:
‘ Scusami ti dispiace se andiamo a letto, mi troverei meglio.’
Lei acconsentii , ci asciugammo un po’ con gli asciugamani e ci dirigemmo in stanza. Io mi sdraiai e le dissi di sedersi sopra di me. Lei eseguii e dandomi la schiena si arrogò il mio fallo in figa. Iniziò quindi a muoversi con vigore sopra di me. Entrambi stavamo bene e già da diverso tempo che lei si muoveva in quella posizione. Nessuno dei due era al limite. Ad un certo momento il suo ritmo divenne più veloce. Il letto ballava come il mare e cigolava per la pressione. Quella posizione però mi stava devastando incominciavo a sentire uno strano dolore al polpaccio che poi passo alle ultime due dita del piede . Stavo avendo un crampo. Il dolore si mischiava al piacere. Ad un certo momento ebbi il mio orgasmo , lei il suo. Il dolore passò in secondo piano. Poi lei si fermò il mio piacere scomparve. Sentivo che il mio cazzo aveva eruttato ma il dolore al piede é più forte. La feci alzare la sborra usci dalla figa sporcando il lenzuolo e non curante mi massaggiai il piede facendo ‘scogliere’ il crampo. A quel punto mi sdraiai e finalmente potevo sentire il sollievo e il piacere. Quando gli spiegai quello che mi é accaduto, fù inevitabile riderci sopra. Ci coprimmo con le coperte e lei mi avvolse con il suo corpo. Una delle sue mani mi accarezzava il pene fino a che io mi addormentai.
Quando ci risvegliammo era ora di pranzo, ci dirigemmo in bagno per farci una doccia poi lei uscii per andare a cucinare.
Mi preparò un buon pranzo un po’ abbandonate, gli avanzi vennero stivati in frigor. Io riassettai in cucina, nel frattempo, lei andò in bagno a sistemarsi. Mi aveva proposto un escursione pomeridiana dovevamo andare da una sua amica. Ella fa’ la badante per un anziano colpito da alzaimer, non mi era chiaro il motivo di tale visita ma mi sembrava che lei ci tenesse al quanto. Mi convinse inoltre a non utilizzare la mia macchina avremmo preso un taxi perché l’idea era di bere un po’. Fu’ questo a farmi capire che c’era un secondo fine.
Uscimmo a fare una piccola spesa, una volta tornati e riposto il cibo mettemmo in una borsa il rum la coca cola e sei bottiglie di birra al che chiamammo il taxi per dirigerci verso il nostro incontro.
Venerdì pomeriggio: Non tutto quello che viene programmato può avere il corso previsto. Che fosse per me la sorpresa o per altri ?
Il risultato finale &egrave comunque di percepire la propria soddisfazione senza pensare troppo a ciò che ci circonda. La depravazione ci spinge spesso a sorpassare il limite senza pensare a quello che accade ripensandoci solo dopo, quando le emozioni sessuali sono defluite.

Nel tragitto sul taxi rimanemmo in silenzio. Scruto le vie della città e ripenso alla breve discussione orientata a questo incontro. La mia domestica mi aveva parlato della donna. La donna si chiama Monica ed &egrave una donna divorziata, o meglio non ha un uomo da almeno cinque anni, vive in casa sola con un anziano, da almeno sei mesi, secondo la mia amante, dovevamo farla divertire un po’. Non poso non pensare al fatto che il divertimento include il sesso. Durante il giro al supermercato mi ero acquistato anche una scatola di preservativi, non da usare con la mia amante, ma se dovevo avere, una relazione con un estranea poteva essere meglio.
Arrivammo quindi sul luogo, salimmo per la casa della badante. Lei con euforia salutò la mia domestica.
Ci accolse con un grosso sorriso. Ci fece accomodare in sala. Ci disse che il vecchio era in camera da letto e di non preoccuparci l’aveva legato al letto per non farlo muovere. Il figlio veniva una volta alla settimana a trovarlo e non ci sarebbero stati problemi.
Monica é una donna con lineamenti sud americani: pelle scura, alta e magra.
Si era vestita con dei Jeans aderenti che mostravano il suo magnifico culo bello tondo e degli stivali neri sopra i Jeans. Mentre la osservavo non potevo non notare che attraverso gli stretti pantaloni non vedevo la presenza di mutandine. La parte superiore del corpo &egrave coperta da una maglietta aderente che non nascondeva il fatto che non portasse il reggiseno. Il suo seno é una seconda o una terza non é piccolo notavo che cadeva verso il basso formando un incantevole forma a pera. La maglietta faceva notare i suoi grossi capezzoli che in quel momento puntano verso l’esterno irrigiditi per la fresca temperatura presente in salotto.
Ci parlò un po’ del suo lavoro mentre sorseggiavamo un po’ di birra. Ultimamente la situazione con il suo ammalato é peggiorata e doveva accudirlo in toto. Compreso il lavaggio e spesso oltre a dovergli dare le varie medicine. L’uomo tentava di scappare da casa, per questo in accordo con il figlio quando era a letto veniva legato. Questa malattia era tremenda. L’uomo in questione non era vecchissimo aveva appena sessantotto anni eppure devastato da sta malattia. Il fattore memoria le pesava, spesso il tizio la insultava senza alcuna ragione. L’unico lato positivo era che presto si sarebbe spento definitivamente infatti lei stava cercando un altro genere di lavoro da portare avanti al termine di quella degenza.
Continuammo a chiacchierare, Mercedes parlò un po’ della sua famiglia per cercare di modificare il tenore della discussione. La donna però sembra molto rilassata come se sapesse qualche cosa che io non conosco. Noto che spesso mi guarda con uno sguardo particolare. Ad un certo punto quando ormai la birra é terminata passammo al super alcolico, lei si congedò da noi per andare ad accudire al vecchio. Chiuse la porta dietro di noi dicendoci che sarebbe tornata tra una ventina di minuti. A questo punto decisi di chiarire con Mercedes la situazione. Io quindi in modo diretto le dissi:
‘ Ma spiegami perché siamo venuti qui?’
Lei si avvicinò a me e palpeggiandomi il cazzo da sopra i pantaloni mi disse:
>

La interruppi e per toglierla dall’imbarazzo la baciai. Mentre ci baciavamo le nostre mani vagano alla ricerca di calore umano. Io facilmente raggiunsi le sue parte intime ed iniziai a giocare con la sua passera che ben presto divenne molto umida. La bagascia non portava le mutande. Il movimento la eccitò ed il suo bacio divenne più appassionato. Ben presto Monica entrò in sala. Mercedes si alzò e prese un nuovo sorso dal bicchiere, pose il bicchiere alla donna. Senza dir nulla bevve. Fra le due ci furono degli scambi di sguardi . Poi la donnona si avvicinò alla donna altà e gli sganciò il bottone dei pantaloni. Subito la cerniera si apri di poco. Mercedes finì l’opera e poi con un po’ di fatica tirò giù i suoi pantaloni fino al ginocchio. Apparvero così due belle gambe ed un tanga arancione che copre le sue parti intime. A questo punto iniziò a baciarle il collo. La donna non disse nulla e rivolse il suo sguardo verso il soffitto e poi ricadde su di me lanciandomi un flebile sorriso. Il suo viso non mi piace molto, ma in quel mentre, ha poca importanza. Sono altri i particolari che noto quando una donna non porta gli abiti. Io sono già eccitato con una erezione, sento teso il mio membro fra i pantaloni. Mercedes spinge in avanti la donna, i Jeans le bloccano i movimenti vedo il suo magnifico culo e il polpaccio ricoperto dagli stivali e dal cavallo dei Jeans che la legano. Mercedes gioca con il filo dei tanga tirandolo e mollandolo poi allarga le belle chiappe e le ristringe in fine tira il filo e si immerge con la sua bocca. Subito l’amica ansimante chiede:
‘ Ma sei impazzita? ‘

La donna non risponde e prosegue infilando la sua lingua come una spada inizia a penetrarle il culo . A questo punto infila prima l’indice e poi anche il medio nello stretto buco. La donna si lamenta per il dolore. Lei tira fuori le dita le annusa e dice :
‘ Che puzza di merda ‘
e inizia a schiaffeggiarle le chiappe, poi corre alla borsa e recupera il nostro lubrificante che le sparge sul culo a questo punto la costringe ad inginocchiarsi sul divano levandole con uno sgambetto l’appoggio a terra. L’alta donna &egrave costretta dai Jeans a rimanere in quella posizione. La domestica continua ad allargargli l’ano. Io intanto non curante mi avvicino alla donna sottomessa. Prendo la sua treccia e poi ad un orecchio le chiedo:
‘ Ci divertiamo ti va’?’
Lei quindi si volta e mi bacia e poi si muove fino al mio orecchio e mi mangiucchia la parte. Quando si sgancia mi dice:
‘Fammi sentire il tuo cazzo in figa, ti prego!’
Mentre la domestica la sodomizzava vedo nel suo volto il dolore ma allo stesso tempo, a volte, un sorriso come per il piacere che quelle azioni le procurano. Forse quella gestione del sesso per lei &egrave nuova, ma, incomincia a prenderci gusto.
Io a questo punto mi alzo, mi levo le scarpe ed i pantaloni e dopo essermi infilato il preservativo scosto la mia domestica e mi prendo cura della nuova fighetta. La donna aveva una figa depilata che faceva risaltare il suo sesso. Il mio fallo entra subito nella figa umida e mi muovo bene. Tra le mie mani sento il suo mappamondo e spingo con vigore ad ogni botta sento il suo mugolare di piacere. La sua voce mi esalta; la mia domestica intanto si godeva lo spettacolo e seduta sul divano si sta lentamente spogliando.
Io cambiavo sapientemente il ritmo per cercare di prolungare la mia esplosione, tutta via quella posizione mi eccita e non ci volle molto perché sentii il mio sperma invadere la busta di contenimento. A quel punto mi tolsi da lei e decisi di andare in bagno a levarmi il contenitore.
Il preservativo a me ha sempre dato fastidio, riconosco che sia un mezzo efficace ed essenziale ma appena finito l’atto sento sempre la necessità di rimuoverlo.
Mercedes mi fece un sorriso mentre si teneva il vibratore a palline nella mano sinistra. Io quindi mi mossi fino al Water ove eliminai il preservativo e pisciai. Dopo essermi dato una ripulita con il cazzo moscio percorsi il corridoio fino alla sala. Mi fermai un istante e vidi l’uomo nell’ombra legato al letto sembrava assopito nel suo mondo, quindi proseguii per la camere del peccato.
Al mio ingresso notai lo splendido spettacolo. Le due donne erano completamente nude sopra al tappeto . I vestiti di entrambi giacevano sul pavimento le due donne si baciavano con passione Mercedes stava sotto e con la coscia a ‘elle’ sfregava la passera dell’amica mentre la mano di lei si addentrava nel suo folto pelo. Non capivo se era la prima volta che si comportavano da lesbiche o erano recidive. Entrando inciampai in uno stivale e quasi caddi addosso alle due depravate. Quando mi avvicinai a loro fui catturato dalla bocca di Monica che prima mi bacio e poi si diresse al mio cazzo. Sentii la sua bocca calda prendersi cura del mio uccello. Non mi piacque però, sentivo i suoi denti abbattersi sul mio pene. Con gentilezza alzai il suo volto per darle un bacio. Poi sentimmo un urlo dalla provenire dalla stanza lei subito si sedette si infilò gli stivali ed il tanga e corse nell’altra stanza. Io e la mia domestica intanto ci sorseggiamo un po’ di rum.
Poco più tardi torna Monica sbuffante dice:
‘Quell’uomo a volte &egrave uno stress’ e dicendo quello si fa un sorso di Cuba libre dal suo bicchiere poi cerca in un cassetto e si prende una sigaretta che ci offre. Io accetto e mi siedo sul divano affianco a lei. Monica quindi si sfoga un po’ e ci racconta le sue vicissitudini ordinare che la colpiscono di giorno in giorno poi sorridendo dice:
‘ Non ha neanche capito che era nuda, che brutta &egrave sta malattia ‘ e ride mentre sorseggia il suo bicchiere.
Dopo il suo sfogo io iniziai spostarle la treccia e assaporare il suo collo fino a scambiarle la piacevole leccata all’orecchio. Vidi le sue spalle sciogliersi e quindi inizia a frugare la sua passera e sentire il suo umido. Decisi di scendere per sentire il suo sapore le levai i tanga e mi presi cura di lei. Quel tenere su gli stivali le dava un aria da puttanella, secondo me. Intanto Mercedes si era messa il vibratore e si stava allietando con quello.
A questo punto sussurrai all’orecchio della donna.
‘Aspetta un attimo ” Mi avvicinai ala mia domestica e le chiesi di mettersi sul divano. Il Divano non era esattamente comodo quindi chiesi alla badante se potevamo andare in un altro luogo spiegando la mia idea ad entrambe. Nel frattempo io stavo indossando il preservativo. La donna prese per mano l’amica e poi me , quindi ci tiro verso il letto del malato; fece sdraiare la donnona e poi si appiccicò a lei le loro tette si toccavano, il vecchio mugugnava frasi senza senso e noi incuranti continuammo presi dall’eccitazione. Io mi trovavo in una stanza con una luce suffusa sull’angolo vedevo un bellissimo culo con due buchi a mia disposizione e sotto una bella fica pelosa. Le gambe di Monica sovrastavano quelle di Mercedes. In quella posizione feci fatica ma riuscii ad infilare nell’ano della domestica due palline e poi lei passo il telecomando alla sua antagonista. Le donne continuavano a scambiarsi effusioni . Subito la donna fece partire l’impulso io nel frattempo la penetrai in culo. Ella urlò io mi mossi lentamente perché il buco era davvero stretto. Decisi quindi di entrare nella sua figa. Me la sbattei per un po’ , poi passai alla passera di Mercedes. La sua fregna &egrave calda accogliente e sempre molto umida. Nella stanza si percepivano le urla delle donne e dell’uomo che guardava lo spettacolo. Io non mi concentravo su di lui, ma sui corpi delle scure donne. Di tanto in tanto tiravo la treccia della donna di schiena e le infilavo le mie dita nei suoi accoglienti buchi. Poi levai il mio cazzo e mi misi a sfregarmi fra le due fighe. Sentivo il pelo folto ed il liscio sopra. Mi resi conto che il preservativo si era rotto. Decisi di mantenere la posizione perché quello sfregamento mi stava dando un piacere inaspettato. Il culo della focosa donna si muoveva con grazia e mi eccitava ad un certo punto sborrai e urlai per il piacere. Le due donne non erano venute eppure erano contente che io lo fossi. Per un attimo si fermarono io levai il cazzo e loro continuarono a fregarsi fino a che entrambe non ebbero un orgasmo.
Si alzarono un attimo e sui loro addomi c’era il mio seme bianco io allora baciai la magra donna con passione ed intanto tirando il filo levai le palline vibranti dal secondo buco della depravata. Mi sganciai dalla donna e con tono deciso le intimai di rimanere dove si trovava a quel punto mi posizionai dietro a loro infilai una pallina in entrambe le passere. Una delle tre palle rimase fuori presi il telecomando e azionai l’arnese. Le due donne iniziarono prima a muoversi e poi prese dalla passione iniziarono ad agire l’una sull’altra. Monica iniziò a leccare come aveva fatto con me l’amica per poi passare a baci appassionati. Quella visione mi elettrizza corsi nuovamente di là a prendere un nuovo preservativo. Tirai fuori dalla scatola l’oggetto e visto che il mio cazzo era ancora in fase moscia non ne approfittai avevo voglia, ma, dovevo attendere. Vedendo la bottiglia sul tavolino mi feci un nuovo sorso. Sentii lo spirito alcolico entrare nel mio stomaco e un breve attimo di calore fece ribollire il sangue. Quando tornai, tutto era cambiato, le due donne si stavano scambiando un appassionato sessantanove. La testa di Monica era avvolta dalle gambe di Mercedes, mentre quest’ultima sempre sotto aveva la testa sovrastata dalla figa della prima. Il vibratore era abbandonato sul letto. La donna con la treccia si alzò dalla sua bocca si intravvedeva il lucido degli umori della mia amante, in quella posizione iniziò ad ansimare contraendosi per il piacere buttando indietro la schiena e evidenziando così il suo seno. L’uomo sul letto si era addormentato. Lei con la mano alza il lenzuolo e senza guardare sgancia il pannolone poi corre con la mano verso l’arnese moscio a questo punto inizia ad accarezzarlo. L’uomo senza aprire gli occhi ‘mogugna’ Poi lei si avvicina con la sua bocca e inizia a leccarlo come fosse un cono gelato ed intanto lo mena. E’ scomoda in quella posizione quindi si sposta , forse la mia amante si era stufata di usare la sua lingua senza nulla in cambio. A questo punto anche la donnona si alza e nota lo spettacolo anche lei &egrave vogliosa di cazzo e si avvicina all’uomo legato. Io rimango sulla porta d’ingresso e mi godo lo spettacolo senza far notare la mia presenza. Sembrava di ammirare un film porno ove due donne all’unisono si dedicano al cazzo del loro padrone, senza dirsi nulla entrambe leccano la cappella dell’uomo. In quella posizione riesco a scorgere le loro lingue che fuori dalla bocca a volte si toccano, sono arrapate dal sapore della verga che stà prendendo forma per lo stimolo continuo che riceve. Io allora entro e porgo il preservativo alla badante che lo infila all’uomo . Quindi mi muovo e torno a prenderne un secondo visto che anche il mio cazzo aveva reagito allo spettacolino. Quando torno vedo la grossa donna con le sue tettone che nella stessa posizione della mattina si gode quel cazzo. E’ veramente uno spettacolo vedere quel movimento di forme che ricopre l’uomo .
Io mi infilo il preservativo e quindi dico a Monica di posizionarsi vicina a me. Lei scende dal letto appoggia le sue gambe con gli stivali a terra e guardando la mia amante si abbassa per farsi penetrare. Io quindi entro in figa ed inizio a muovermi in lei. Fra me e la domestica si istaura una specie di sfida io la guardo ed inizio a pompare con forza nella donna in piedi. Ad ogni mio colpo la donna urla come per lo sforzo che fai quando sollevi un oggetto pesante. Mercedes quindi segue con il suo corpo i miei movimenti e si muove su e giù alla stessa mia velocità. Mi sembrava di avere il mio cazzo in due donne. Anche lei urlava per lo sforzo nel concentrare i movimenti ed il piacere dell’impeto dato dalla forza d’impatto con il fallo dell’ammalato. Dopo un po’ Mercedes urla perché &egrave giunta al suo orgasmo. Io mi stò godendo quel culo fantastico le mie mani vagano sul suo mappamondo e sui suoi fianchi. Quindi rallento un po’ il ritmo per godermi di più quell’istante. Quando spingo con colpi profondi lei scivola in avanti sento il suo tacco far rumore con il pavimento. Ad un certo punto la penetro fino in fondo le tiro la treccia e le faccio tornare indietro la testa. Bisbiglio nel suo orecchio:
‘ Adesso ti spacco il culo !’
Lei risponde : ‘ Siii presto!!!’
Io quindi tenendola sempre per la coda lunga esco con un colpo di bacino mi sfilo il preservativo e varco il suo secondo buco. Guidato dalla mia mano entro. E’ sempre stretto lei urla per il dolore io tiro i capelli fino a che lei non indietreggia e io la penetro completamente. La tiro dai fianchi fino a che non vedo sparire l’arnese. A questo punto sento più distintamente la pressione delle pareti ed iniziò a fotterla velocemente. Lei urla per il dolore io con una mano gioco con la sua figa che &egrave sempre più bagnata. Ad un certo punto esce come uno schizzo dalla sua vagina e il mio sperma le inonda l’utero. Io mi accascio per un attimo su di lei poi vado indietro e levo l’arnese, che stava perdendo rigidità. Mercedes intanto si era avvicinata e con le mani allargava le chiappe per guardare il misfatto. Poi con la mano infila lo sperma che &egrave uscito nel buco. Monica &egrave distrutta e si accascia sul letto di fronte al cazzo moscio dell’uomo che per ringraziarla, rilascia la sua piscia. E’ talmente distrutta che non si muove lascia che il flusso la colpisca. Io in quel momento ero disgustato da quella visione. Mi allontanai dalla stanza e andai in bagno per pisciare a lavarmi alla meglio. Nel frattempo mi raggiunse la mia domestica, che con naturalezza, si fece una pisciata e poi il bidet. Sul suo volto un brillante sorriso. Dopo ci dirigemmo entrambi in sala e parlammo un po’ mentre ci ricomponevamo, entrambi volevamo andarcene attendemmo la badante, che dopo venti minuti ci raggiunse. Aveva sistemato il malato e ripulito lo schifo. Scambiammo poche chiacchiere e poi ci congedammo per tornare a casa.
Nel taxi nello scuro della città non parlammo, ci tenemmo per mano riflettendo sull’ottimo pomeriggio ormai trascorso.
Apparentemente ero soddisfatto per il mio sfogo. La passione scemava per diventare voglia di tenerezza. Gli istinti però a volte cambiano e possono trasformare un normale rapporto sessuale in un rapporto depravato quali siano i motivi sono davvero sconosciuti. A volte se manca il fondamento del rispetto per una donna si osa oltre il limite.

Tornati a casa, iniziammo a rilassarci un po’ sul divano. Eravamo entrambi stanchi. L’alcol e la passione sfogata ci hanno di sicuro colpiti.
Per un po’ rimanemmo a guardare in pace la televisione senza parlare di nulla. Poi io preso dalla fame mi alzai a preparare ed intanto iniziammo a discorrere sulle impressioni avute nel pomeriggio. Entrambi apparivamo soddisfatti. Nella conversazione non mancarono commenti e risate sui nostri atti.
A tavola eravamo presi dal cibo ed ipnotizzati dal telegiornale che descriveva i fatti del giorno. In realtà seguivo distrattamente, ma, non avevo voglia di colloquiare e forse era lo stesso per lei. Le nostre affinità in fondo erano solo sessuali. Appena finito di mangiare chiamai mia moglie per fare una conversione e sentire come stava. Quando ebbi terminato tornai verso la cucina e notai che la mia compagna aveva riassettato le offrì un caff&egrave, che fu accettato. Prima di prenderlo anche lei si ritirò in camera da letto per telefonare ai suoi. Attesi con ansia il suo ritorno più che altro nutrivo la voglia di bere il mio agognato caff&egrave. Qualche minuto dopo lei apparve, si era messa l’abitino che io le avevo regalato al nostro precedente incontro, sopra di esso la mia giacca della tuta, forse sentiva freddo. Le sue cosce scure nude lasciavano intravvedere ancora la passione che nutriva. Ci sedemmo a tavola per bere il nostro caff&egrave . Finito il caff&egrave la invitai a mettersi sul divano, mentre io andavo a mettermi un po’ più comodo. In quel mentre il suo cellulare squillò. Lei subito rispose e ad alta voce guardandomi pronunciò il nome di Monica. Io facendo finta di nulla continuai il mio viaggio verso la camera da letto. Più tardi lei apparve da me. Io mi ero già infilato i pantaloni e la maglia del pigiama mi disse:
‘Ti vuole parlare te la passo? ‘
Io annui e ascoltai la donna. A parte alcune frasi di circostanza e un po’ di adulazioni, un po’ velate, la donna voleva un secondo incontro l’indomani. Io temporeggia e le feci la promessa che l’avrei richiamata il giorno seguente. Quando chiusi la conversazione chiesi a Mercedes il numero che segnai su un foglietto e riposi in tasca del giubbotto. Poi decisi di chiarire la situazione facendole capire che non volevo che lei mi coinvolgesse in una relazione a rischio e che il soggetto conosciuto nel giorno poteva essere un pericolo. Lei mi tranquillizzo dicendo che le era chiara la situazione. Per il momento il clima era mutato non mi venivano seconde voglie dovevo sbollire un po’,la rabbia, quindi invitai la donna sul divano per goderci qualche film. Misi la luce soffusa e ci accomodammo in sala distesi sul divano: io al mio posto di sempre e lei vicina a me. Ben presto io allungai le gambe sul puffo e lei fece lo stesso cercando di avvicinarsi sempre più a me. Il pasto intanto scendeva sempre più giu’ facendo spuntare in noi un po’ di sonno. Lei si assopii forse la tranquillità o lo sforzo della giornata. Mi misi ad osservare i suoi piedi ben curati il suo polpaccio tornito. Le sue dimensioni sono notevoli, ma, comunque &egrave ben proporzionata &egrave rovinata solo dalla pancia che rovina le sue forme. Il suo pelo scuro risaltava dalla giacca della mia tuta. Facendo ‘zapping’ per i vari canali trovai un cartone manga un po’ spinto. A questo punto mi alzai dal divano presi del limoncello con due bicchieri. Cercai in un cassetto una sigaretta posizionai il posa cenere e accendendomi la sigaretta svegliai la donna. Feci finta di non essermi accorto che sonnecchiava. Le posi il bicchiere lei dopo aver annusato bevve e poi di nuovo un nuovo bicchiere. Mentre io fumavo lei guardava lo schermo. Mi fece delle domande sul precedente film. Io le spiegai che era terminato e che quello sembrava interessante. Incominciavano a vedersi scene di nudo con mostri e altro. Lei si assestò meglio sul divano sorseggiando un nuovo bicchiere. Io terminai la sigaretta e poi finii il bicchiere e ne versai un altro, rabboccando il suo.
Mentre il cartone continuava e andava sempre più sullo spinto, lei si tolse la giacca che usò come coperta coprendo il suo bacino e parti delle gambe. Mi sembro strana quell’azione. Che volesse farmi notare il suo grosso seno, oppure avesse veramente freddo. La cosa strana &egrave che il suo sguardo rimaneva fisso verso il teleschermo. A questo punto appoggiai una mano sul suo seno delicatamente e iniziai a palpare con passione poi feci scorrere la mano fino nelle sue parti intime. Giunto lì notai che lei era ‘bagnattissima’ quindi le dissi:
‘ Maaa sei eccitata per il cartone?’
Lei guardandomi e facendo un sorriso quasi timidamente rispose:
‘ E’ ‘ mmmm Sì non ne avevo mai visto uno così mi’.’
Nel mentre io continuavo a stimolarle la parte lei riprese subito a guardare lo spettacolo. La sua fregna era mostruosamente bagnata il mio cazzo reagì allo stimolo e dal pigiama si ergeva in sinuosamente un tubo di carne sempre più rigido. Lei si tolse la copertina di comodo e si mise con le ginocchia sul puffo con le mani protese sul tavolino. La sua passera era verso di me. I suoi peli erano bagnati dai suoi umori. Capivo quello che voleva da me. Decisi di giocare con lei. Mi alzai e presi una bottiglia di grappa mi riempii il bicchiere mentre lei si dondolava dolcemente guardando lo spettacolo. Guardai un istante e vidi un demone deforme possedere con i tentacoli due donne prosperose io quindi presi le due bottiglie presenti sul tavolino e dopo avergli tolto i tappi decisi di riempire i buchi della domestica. Infilai la sottile bottiglia nella figa della donna. Lei sospirò e disse:
‘ E’ fredda oooiii’
Poi non disse nulla la cosa incominciava a piacerle, le sue mani scorrono fino al bordo del tavolo per una presa più sicura. Dopo un po’ presi la bottiglia e a canna finii il contenuto. Non era molto comunque sentii il fuoco divampare in me. Al che dolcemente le rimisi la bottiglia nella sua amabile passera. Dopo un po’ di movimenti mi presi cura del suo secondo buco e le infilai buona parte del sottile bottiglia. Lei non si muoveva quindi la estrai e la rimisi nella parte precedente e poi continuai a muoverla fino a che le sue urla di passione non mi diedero modo di credere che lei era venuta. Quando rimossi la bottiglia lei si distacco dallo schermo, mi guardò e si sedette sul divano. Io mi alzai e la invitai a seguirmi in camera da letto. Accesi la luce del comodino mentre lei dopo aver spento la televisione mi raggiunse. Si sedette sull’angolo del letto. Mi avvicinai a lei le tirai giù le spalline per far apparite il suo seno poi spruzzai un po’ di lubrificante in mezzo a quei seni e mi misi su di lei con il cazzo in tensione. Lei subito si strinse le tette ed io mi iniziai a muovere su di lei. Quello stimolo continuò, mi eccitava molto. Scesi dal suo petto ed inizia a impadronirmi del suo folto pelo. Andai avanti per parecchio. Le sue tette umide erano schiacciate al mio petto con le mani mi aggrappo al suo culo. Lo stringo e allargo fino a che non sento di essere vicino al mio apice. Al ch&egrave esco dal tepore della sua umida figa e mi immergo in mezzo alle sue tette lei ancora strofina ed io vengo. Il mio schizzo sorpassa il collo e le arriva fino al naso con la lingua si impadronisce della parte che le ricopre il viso, come una donna assatanata dal sesso aspira il mio seme. Poi soddisfatto mi butto dalla mia parte di letto e mi rilasso mentre lei ben presto si avvicina a me per rubarmi qualche bacio che io le cedo volentieri. Nonostante la sua passione il mio pene non risponde e ben presto la distacco da me e me ne vado in bagno. Piscio, mi lavo i denti e torno a letto dandole la buona notte soddisfatto per il mio ultimo sfogo e mi addormento.
La mattina verso le nove il suo cellulare suona in sala lei si sveglia e corre a fermare il suono. Si veste e mi saluta dicendo che magari Domenica mi avrebbe chiamato. Io sempre a letto la salutai un po’ deluso perché avrei gradito ripassarla per un ultima volta, comunque aspettai la sua uscita di casa per poi alzarmi. Notai che aveva avuto la cortezza di risistemare il bagno con i tappeti, la casa era perfetta.
Oggi era un comune giorno senza nessuna aspettativa particolare. La mattina passo, feci il mio solito giro tra bar giocata al super enalotto , spesa e poi a casa. Telefonata con la moglie e mi misi a leggere le mie email. Poi fui attirato a vedere un sito hard, in quel mentre mi tornò alla memoria il numero di telefono della badante. Mi alzai e presi il telefono. Nascosi il mio numero in uscita e digitai quel numero. Dopo qualche squillo lei rispose. La sua voce era suadente e scherzosa. Parlammo per un po’ e alla fine decidemmo di accordarci per vederci la sera stessa. Le diedi appuntamento in una piazza poco distante da entrambe le case sarei passato a prenderla verso le ventuno e trenta. Mi raccomandai per la puntualità e inoltre le chiesi di portare con lei dei documenti l’avrei portata in un motel. Siamo due adulti non c’era bisogno di nascondere le intenzioni e tergiversare con inutili giri. Dopo la telefonata mi ridiressi al super mercato per comperare un liquore da usare la sera stessa.
L’idea di quel nuovo incontro mi eccitava già molto.
Se bene fossi conscio dei rischi nel incontrare la nuova amante, allo stesso tempo i miei pensieri perversi mi dicevano che questa donna era in grado di esprimere grosse potenzialità. Averla vista all’opera mi fa’ intravvedere grossi sviluppi. Sarei riuscito a placare la sua fame? Mi importava davvero di lei? In realtà dovevo solo essere io la persona soddisfatta e continuare a mantenere una maschera per non rimanere invischiato nella sua tela e rischiare la mia relazione di vero amore. Ma sono più importanti i sentimenti d’amore o il sesso ? Ritengo che tutto sia legato ed &egrave per questo che dovevo tutelarmi, ma, allo stesso tempo sfogare i miei istinti animali assopiti in me, ma, sempre presenti. La mia compagna percepisce il sesso come un atto sacro mentre queste donne lo vedono solo come passione e valvola di sfogo. Perché si pensa sempre ad un secondo fine invece di godersi quell’attimo? Ormai avevo preso una decisione e dovevo continuare questo gioco, non volevo uscire dalla partita, bisogna andare fino in fondo, senza ripensamenti e senza calcolare troppo perché questo &egrave vivere.

Giunsi alla piazza qualche minuto prima dell’incontro cercai una sistemazione comoda per l’auto innestai le quattro frecce e scesi dall’auto. Nel buio della notte non distinguevo nessuna figura familiare. Dieci minuti dopo l’ora dell’appuntamento presi il cellulare per chiamare la mia nuova amante. Controllai che il numero fosse nascosto e poi ricercai il suo nome per far partire la chiamata. Il cellulare squillava, in quel mentre mi guardavo in giro. Vidi in un angolo una donna con un cappotto lungo scuro portare all’orecchio il telefono. Iniziai la conversazione. Ci volle poco per capire che era la donna da me notata gli feci un cenno con la mano per farmi raggiungere. Lei con passo deciso si recò verso il semaforo per attraversare e raggiungermi. I suoi capelli erano sciolti e senza treccia arrivavano fino al fondo schiena. Il cappotto arrivava fino al ginocchio e i polpacci erano coperti da stivali marroni lucidi. Quando giunse da me mi fece un sorriso, notavo che era più alta di me, i tacchi le davano quei cinque, dieci centimetri in più. Salimmo in macchina. Il suo viso era truccato quella visione mi aveva allietato sembrava una donna diversa dal giorno prima. Abbagliato dalla sua bellezza quando salii in macchina, fianco a fianco la baciai sulla guancia e la salutai. Lei pose la sua grossa borsa sul sedile posteriore io la guardai e le dissi:
‘ Vuoi andare , prima, in localino a bere qualche cosa?’
Lei per un istante mi guardò in modo strano, un espressione che mi gelò il sangue, come se lei sapesse tutto ed io ero ‘la merda appena fatta a bordo strada da un cane al passeggio’, quindi si pronunciò con voce autoritaria:
‘Mi hai detto che volevi andare in Motel quindi &egrave lì che andremo e basta!’

Quella espressione mi aveva gelato e in un certo senso inquietato non dissi nulla accesi la macchina e presi la direzione di una strada piena di motel fuori dal centro abitato. Guardavo la strada ed iniziavo a pensare incavolato. Lei parlò di nuovo:
‘ Potresti alzare il riscaldamento ho freddo, grazie ‘
Io senza dire nulla al semaforo girai la leva che controllava la temperatura di bordo e portai il termostato a ventiquattro gradi. Continuavo a pensare, mentre la strada veniva percorsa, a quello sguardo. Ero convinto nel riportarla indietro onde evitare problemi, mi aveva davvero turbato. La temperatura in auto era chiaramente salita tanto &egrave che lei iniziò ad aprire il cappotto. Ora il suo polpaccio coperto dagli autoreggenti mi appariva. Arrivai ad un semaforo e mi voltai verso di lei come pronto a dirle:
‘Mi hai rotto ! Ti riporto a casa!’
Quando lei mi sorrise ed aprii il resto del cappotto e con voce sexy molto bassa disse:
‘Ora la temperatura &egrave come piace a me!’
Io rimasi sbalordito indossava un corpetto che copriva le tette senza spalline, i suoi addominali lasciando libera la ‘passera’ depilata.
In un istante capii il senso della sua frase, certo lo sguardo mi aveva raggelato, ma, il motivo della sua risposta c’era. Il semaforo divenne verde, mentre partivo parlai:
‘ Complimenti il tuo abito &egrave molto incantevole e adatto per questa serata.’
Lei sorrise e prese una caramella che si mise in bocca , poi richiuse l’abito e si rimise a guardare fuori. Quando vidi un insegna di un motel seguii le indicazioni e mentre uscivo dalla super strada la sua mano accarezzava il mio membro ricoperto dai Jeans. Davanti a noi due macchine in attesa di essere registrati dall’uomo nel gabbiotto. La donna continuava a strofinarsi su di me e iniziò a baciarmi presa da una passione fortissima. Non mi accorsi che le due auto erano sparite , fù un flash delle luci della macchina che mi seguiva a segnalarmi di andare avanti. Ci ricomponemmo ed arrivammo alla sbarra. Gli passai i documenti , attendemmo la registrazione e poi pagai, presi la chiave della porta e mi diressi verso il numero della stanza e del relativo parcheggio.
Arrivati parcheggiai scesi, aprii la porta posteriore recuperai la mia e la sua borsa, passai dal dietro dell’auto mentre lei si stagliava in piedi di fronte a me. Mi fece un sorriso e mi baciò poi con la chiave in mano si mosse velocemente verso la porta della stanza. Il posto era tranquillo ogni auto era parcheggiata di fronte alla propria porta. All’esterno non si udivano rumori particolari se non la quiete della notte stessa ed in lontananza il passaggio delle auto sulla super strada. Osservavo la donna che sale le scale e apre la porta, entra con circoscrizione e accende la luce ed io intanto percorro gli scalini per varcare l’uscio. Lei và al centro della stanza intanto io chiudo la porta girando il pomello per bloccare la serratura. Guardo la prima porta e vedo che vi &egrave un bagno largo con vasca ad idromassaggio, lasciando la luce accesa mi dirigo verso la donna. Ella si era tolta il cappotto e mostrava il suo corpo mentre vaga alla ricerca del telecomando. Accese la tv e poi posò il telecomando a terra vicino al letto. A questo punto iniziò a giocare con me. Io avevo appena appoggiato su una scrivania le borse e tirato fuori il contreaux che versai in due bicchieri per brindare con la mia prescelta della notte.
Anche lei fece un giro e torno sorridente dal bagno dopo una breve pausa ove avvertii lo sciacquone in movimento . Quando tornò assaporò il bicchiere e iniziò subito a ballarmi intorno strofinando le sue grazie intorno a me. Io quindi mi iniziai a spogliare muovendomi al ritmo della musica che proveniva dalla Televisione. Quando io ero nudo decisi di strofinarmi a lei. Con quegli stivali la posizione del suo culo era scomoda per me. La presi per un braccio e la tirai verso il letto verso l’angolo. Lei intanto voleva il mio cazzo. Memore dell’esperienza del giorno prima volevo evitare un suo lavoro di bocca. Mi piace quando una donna corteggia il mio cazzo con la bocca, ma, lei non era portata e non dovevo certo essere io il suo maestro. Ero più interessato alla sua passera stretta e al suo culo veramente stupendo. Per evitare il suo assaggio quando vidi la sua bocca aprirsi lei infilai il mio indice e giocai con la sua lingua poi corsi al mio giubbotto e recuperai i preservativi. Ne infilai uno il mio membro era pronto all’opera e a digiuno da diverse ore. La voglia era tanta e sapevo bene che la prima ripassata non sarebbe stata lunga.
Non mi trattenevo mai al primo giro mentre negli altri preferivo godermi di più i miei attimi di piacere.
A quel punto le allargai le gambe e mi immersi nei suoi sapori.
Non ci volle molto per sentire la parte ben lubrificate e avere il suo odore nelle narici mi faceva sapere che era il momento giusto per godermi a pieno quella passera. Non tergiversai alzai in alto le sue gambe e mentre formava una ‘vu’ la penetrai. Mentre la sbattevo con violenza lei urlava.
Con una mano gli slacciai la cerniera di uno stivale e poi mi fermai un attimo per levarglielo. Quando uno dei suoi piedi fu nudo avvertii il suo odore acido e passando la mano sentivo il suo sudore, trasparire dal nailon scuro. Non mi era mai successo eppure quella cosa mi eccitava. Iniziai ad avvicinare il suo piede al mio viso e con sempre più vigore scavavo nel suo ventre. Lei allargava le braccia sul letto in quel angolo. Sentii le sue urla vidi i suoi addominali indurirsi . Sentivo che per me mancava poco. Estrai quindi il mio arnese tenendola per la gamba la voltai. Lei involontariamente oppose resistenza le dissi:
‘dai girati che ti faccio sentire la mia passione daaaaiiiii’
Lei con uno scatto si girò. Io levai il preservativo che gettai a terra mi abbassai e mi sfregai in mezzo alle sue chiappe. Poi forzai il suo ano che era secco e lei infatti con le mani cercava di allargare le chiappe a quel punto con la cappella fuori ma puntata verso quell’invitante buco venni. Il getto fu molto e ricoprii la parte. Quando ebbi terminato con la mano cercavo di farle entrare il mio seme. Le dissi:
‘Stai così che al prossimo giro ti sfondo per bene!’
Lei sorrise , io quindi mentre il mio arnese si ammosciava andai a prendere il bicchiere con il nettare alcolico. Ne bevvi un sorso e lo posi a lei. Lei con la mano fermò il bicchiere e mi disse:
‘ Perché non vai alla macchinetta del ghiaccio fuori e ne prendi un po’?’
Io risposi senza pensare troppo.
‘ok!’
A quel punto andai in bagno mi diedi una sciacquata e poi mi misi i pantaloni ed il giubbotto e prendendo la chiave della stanza uscii.
Il guardiano ci aveva avvisati che in un settore del cortile potevamo trovare alcune cose di nostro interesse tra cui una macchina del ghiaccio e una distributrice di preservativi.
Arrivai nella zona illuminata e vi era già una donna di colore magra con capelli ricci, un maglioncino marrone e dei pantaloni della tuta stretti che facevano risaltare il magnifico sedere.
Stava prendendo una coca-cola . Io la salutai e poi mi misi a guardare le istruzioni della macchina del ghiaccio. Lei mi guardò e mi disse:
‘Con 5 Euro prende del ghiaccio.’
Io la guardai e risposi:
‘Cavolo costicchia un po’ di acqua fredda’
Lei sorrise e dalla sua bocca usci la frase:
‘&egrave con quello che mi pagano lo stipendio”
Io incuriosito chiesi:
‘ Aaa lavori qui?’
Lei si avvicinò alla luce per farmi notare la sua pelle nera quasi come il carbone e le sue labbra carnose.
‘ Sono la domestica ‘ la cameriera, la donna che pulisce in pratica.’
Io :
‘ Ma appena si libera una stanza vai subito a pulire?’
Lei : ‘ No, ho una stanza là’ indicando un caseggiato ‘ lavoro dalla mattina in poi.’
Io: ‘ aaa, sentiii ti prego di perdonarmi ‘ hai da cambiare?’
Tirai fuori dal portafoglio cinquanta euro lei mi guardo e tirando fuori dalla tasca 5 Euro le infilò nella macchina, schiaccio il pulsante ed uscì un recipiente di cartone. Un forte rumore che riversò il ghiaccio. Poi lei parlò:
‘ Sei qua con tua moglie o ”
Io risposi ‘ Oooo ‘ e aggiunsi grazie tenendo in mano la banconota . Lei quindi disse:
‘ Diciamo che ogni tanto arrotondo ti va’ di pagarmi per ‘ ‘ e intanto sospirava.
Io fui preso da una strana idea e le dissi ‘ Hai un compagno, perché nel caso potrebbe interessarmi un gioco a quattro.’
Lei sorridendo disse: ‘ Si con un grosso cazzo nero se vuoi fa’ 300 Euro.’
Io guardai nel mio portafoglio e dissi : ‘ 200 prendere o lasciare.’
Lei prese la mia banconota facendomi cadere la chiave dalla mano. Si chinò la raccolse e mi disse:
‘ Tra venti minuti arriviamo nella vostra stanza io ho 28 anni lui un po’ meno ma non deluderà lei ti assicuro. Questi sono per il disturbo gli altri dopo’Ciao’
Detto questo se ne andò verso la dependance ed io la guardai allontanarsi presi il mio ghiaccio e mi diressi verso la stanza.
Nel tragitto pensavo a come affrontare la mia compagna. Aprii la porta entrai e levandomi il giubbotto misi il ghiaccio nel bicchiere e posi alla donna l’alcolico. Lei mi guarda con sorriso minaccioso e voglioso io dopo un sorso le racconto quello che mi &egrave accaduto e quello che accadrà.
Lei &egrave contenta perché a chiaramente fame di cazzo .
Ci baciamo un po’ con passione distesi sul letto. Quando lei si muove un po’ di sborra le scivola dalle sue chiappe sporcando il lenzuolo io scorro con la mano sul suo sedere e suoi seni. Sento la sua pelle liscia e di nuovo il mio serpente tra i pantaloni si muove e si invigorisce cerca spazio fra le pieghe di tessuto che lo imprigionano.
Finalmente sentiamo bussare, mi sgancio dalla sua presa e mi avvicino alla porta per aprire alla coppia che delizierà ancora di più la notte.
Sto veramente toccando il fondo. Ho perso forse troppe inibizioni i limiti non esistono più. E’ giusto godere, ma a, che prezzo? Non parlo del denaro ma della propria moralità. Mi sono reso complice di un atto che non doveva essere fatto. La natura ha dotato un essere di così tanto e quindi l’ho sfruttato sapendo che non era giusto. La libidine sessuale non ti permette di ragionare ti abbandoni e provi un esperienza nuova per poi essere appagato. Fu uno spettacolo unico e soddisfacente che portò ancora di più il mio piacere.

Aprii lentamente la porta e la donna di colore entrò seguita da un ragazzino alto quanto lei.
Io rimasi vasito nel vedere quel giovane ragazzo. Lei si prodigò tenendo per mano il ragazzo che la seguiva. La mia donna guardò anche lei e per istinto prese il copriletto e si coprì. Io chiusi la porta guardando i due e lei quindi iniziò a parlare:
‘Mi chiamo Kira e questo &egrave mio figlio Banga, siamo qui da due anni e tu sei?’
Indicando la mia compagna. Lei manifestò il suo nome, mentre il ragazzo rimaneva coperto dalla madre. Sembrava impaurito. Era poco più basso della madre, nero come la pece con capelli ricci corti. Indossava una tuta blu larga modello Reaper con il cavallo basso. Dal suo viso scuro si intravedevano dei peli che sembravano piccoli baffi che coloravano ancora di più il volto di nero. Nella mia posizione notavo anche la bellezza della donna, cosa che non avevo notato al buio, il suo bel seno bello tondo che premeva sul maglioncino. Devo dire che mi sentivo imbarazzato e non sapendo che dire.
Mi sarei aspettato di vedere un uomo grosso e quel ragazzo, mi faceva sentire male. La donna poi mi guardò disse al ragazzo di stare li e si avvicinò a me per bisbigliare nel mio orecchio. Io mi abbassai visto che lei era più piccola e mi spinse verso l’uscio del bagno. Si accostò e mi disse:
‘Ho voglia di un cazzo di un uomo, che sappia usarlo, non temere &egrave giovane ma ben dotato se ti và, farà divertire la signora.’
Io risposi quindi ad alta voce: ‘ Se và bene a lei, per me non c’&egrave problema.’
Monica ci fissava e non diceva nulla, aveva un espressione fissa forse dubbiosa . La donna nera raggiunse in ragazzo lo guardò negli occhi poi si accuccio in fianco. Il suo braccio sinistro giunse alla vita del ragazzo e con uno strattone deciso gli tirò giù i pantaloni. Il ragazzo con uno sguardo assente fissava la donna in fronte a lui, che a sua volta ora fissava il cazzo del ragazzo. Rimasi anche io stupito. Il suo arnese puntava verso il basso arrivava quasi al suo ginocchio. La cappella era già libera, forse era stato circonciso. Pratica molto adottata in Africa. La sua punta scura a fungo era davvero grossa. Monica sorrise i suoi occhi quasi si illuminarono non credo che avesse mai visto una cosa del genere. La madre quindi con una mano prese l’arnese e lo menò. Il ragazzo parlò:
‘Mamma, per favore” Lei quindi rispose:
‘Non ti preoccupare và tutto bene, vedrai che poi sarai contento, domani posso farti un bel regalo.’
Il ragazzo annui e fissava la mamma e poi di nuovo Monica. Mentre la madre agitava il grosso fallo prendeva vita e il fungo si gonfia sempre più. Giocava con il bastone di carne. Era molle lo piegava e lo tendeva, lo faceva rimbalzare come una molla. Tenendolo in mezzo con la mano sinistra immobile la ‘capellona’ ricadeva in basso, quindi con la mano destra iniziò a far girare il suo indice poco sotto il grosso fungo. Vidi le vene irrigidirsi e la cappella pulsare e diventare più grande.
Ben presto lei mollo l’arnese che rigido ormai puntava verso la sud americana. Quindi io chiesi:
‘ Monica ! Che vuoi fare?’
Lei si tolse la coperta e scese dal letto si sedette di fronte a lui mise gli stivali e disse:
‘ mmmm Và bene vado in bagno un attimo . Ci stò!’
Chiuse la porta dietro di se e noi rimanemmo in stanza. Il ragazzo rimaneva fermo. Io mi avvicinai al mio bicchiere bevvi e lo posi anche alla mia nuova preda. Lei non disdegno e ne chiese un altro. Poi lei disse al ragazzo di mettersi pure seduto sul letto e di aspettare nudo. Il ragazzo si spogliò mentre la sua erezione scompariva. Lei si avvicinò a me e mi disse guardandomi negli occhi:
‘ E’ giovane e fa’ fatica a trattenersi però ci mette poco a tornare in forma.’
Io non potevo non pensare al probabile incesto fra i due ma eclissai non volevo indagare preferivo non sapere. Lei iniziò a spogliarsi di fronte a me. Si tolse il maglione e il suo seno nero apparve in fronte a me. Con la punta dell’occhio vidi il grosso fallo nero che ricominciava a prendere vita e d’altronde anche nei miei pantaloni vi era un certo movimento. Sentivo il profumo piacevole della donna che avvolgeva sempre più i miei sensi. Nel bagno intanto si udivano i classici rumori di una tranquilla evacuazione. Io ero impaziente certo volevo godermi lo spettacolo. La donna nera si accostò a me e mi chiese i soldi. Ovviamente sotto voce. Io mi girai mi diressi al mio portafoglio e le diedi la somma pattuita. Lei li prese e li mise nella scarpa da ginnastica che mise in un angolo della stanza. I suoi piedi erano ora nudi sulla moquette, le sue unghie colorate di rosso facevano risaltare lo scuro della pelle. Mentre lei si muoveva il ragazzo con lo sguardo seguiva il culo ancora coperto. Io ammiravo quella bandiera con dei coglioni non troppo grossi, ma, ormai il suo cazzo formava un angolo di quarantacinque gradi, era sempre ricurvo come privo di una certa durezza. Monica uscii. Spense la luce della stanza lasciando acceso il bagno per cui vi era meno illuminazione , forse voleva in parte levarsi l’imbarazzo di scopare con un minorenne. Senza levarsi gli stivali si tolse il corpetto e si avventò con la bocca presso quella enorme cappella. Nell’ombra vidi il volto del ragazzo che mostrava una certa sofferenza. Forse anche lui sentiva i denti. Ma visto il suo diametro la donna iniziò a leccarle come un gelato ed il volto dello scuro ragazzo cambiò. La madre subito parlo:
‘ Se vuoi averlo ‘mettegli’ il preservativo .’
Monica rispose :
‘ non subito prima mi godo un po’ di questa torre’ e riprese ad accarezzarlo, agitarlo con due mani e a leccarlo. La televisione illuminava quella donna che con le ginocchia sul letto e le tette verso il basso puntava sul piccolo uomo. I suo capelli spesso cadevano in avanti facendo da scudo al ragazzo. La donna di colore si era intanto denudata e mantenendo il tanga bianco si traspose fra me e lo spettacolo. Le sue mani agirono per liberare il mio fallo dai pantaloni. Si accovaccio e mi aiutò a levare il blocco per poi prendere in bocca il mio arnese. La sua era una bocca divina e aspirava con astuzia e sapienza. Mi stava facendo una pompa esemplare. Io incominciavo a sentire un immenso piacere colpirmi quindi delicatamente scostai il volto della donna che ingoiava il fallo fino alla gola. Per un istante avevo avuto la sensazione di aver sentito la punta toccare le tonsille. Quando mollo l’arnese pieno di bava e ritto fino al mio addome la guardai e la tirai dolcemente verso l’alto per baciarla. Lei non si tirò indietro e incominciai a sentire la sua lingua e il sapore di me in lei. Avvertii che il suo corpo si avvinghiava al mio. Ben presto le sue gambe erano sopra le mie e la sua passera ricoperta dal tanga si sfrega con il mio sesso. Io la stringo a me. Non &egrave pesante, con l’altra mano vago verso il sottile filo e gioco con le sue fessure. Lei muove il suo corpo e la sua lingua il tutto mi fa’ impazzire. A quel punto apro gli occhi e guardo lo spettacolo in fronte a me. Mi distacco dalla donna e le dico
‘un attimo voglio vedere lo spettacolo.’
Mi giro un po’ per mostrare anche alla madre l’operato del figlio. La figa della donna con gli stivali puntava verso di noi io mi avvicinai e le misi una mano in mezzo e mi accorsi che era bagnatissima. Presi la mano della scalatrice, del mio corpo, e le feci provare l’emozione di tastare. Lei subito dopo aver sentito ritrasse la mano come per paura. Mentre io rimettevo la mano sentivo la donna ‘mugalare’ per il piacere di sentire il mio dito passare nelle umide labbra. Sul letto illuminato dalla luce flebile proveniente dal bagno e dalla televisione noto gli occhi chiudersi del ragazzo e il suo pene che erutta. Non esce con eccessiva pressione vedo il suo fluido crescere e scendere lungo il tubo che rapidamente perde vigore. Rimane comunque una mazza notevole e subito la lingua della mulatta passa per raccoglierne a pieno il sapore. Il Ragazzo che era seduto ora si sdraia rilassato e contento per ciò che ha provato. Quando la badante fu soddisfatta si alzò ergendosi al nostro fianco guardò la nera e desse:
‘ Vediamo quanto sei brava, ora ti bacio.’ Intanto con le mani catturò il volto della nera e sfruttando la sua attuale altezza si avvicinò per baciarla.
Sentivo le mani della donna appesa a me cercare di distaccarsi ma non riuscii. Il bacio non durò comunque molto. La mulatta la molò e disse:
‘Ti piace il sapore del ragazzo, a me sì.’ La donna di colore la guardò con odio e poi guardò me. A quel punto costrinse me a baciarla. Iniziai a sentire il sapore di quel bacio ma la sua lingua dentro di me non mi faceva più capire nulla. Mi girai aiutandomi con la mano mi sdraiai sul letto con lei sotto. Mi sfregava sul suo tanga con il mio cazzo in tensione. La mia cappella bollente ora sente gli ispidi peli, poi con un movimento del bacino sento le morbide labbra e il confortevole ingresso pronto ad accogliere il mio membro. Un colpo sicuro e deciso e il mio cazzo entra in lei. Lei urla per il piacere. I miei movimenti le piacciano. Lei &egrave molto snodata e quel ventre si muove con arguzia . Sento il fradicio dato dai suoi umori. Guardo di fronte e vedo Monica che lecca il moscio uccello nero, per un attimo discosto lo sguardo vedo sul comodino la scatola di preservativi ed ecco, esco dalla mia preda e scusandomi le dico che mi piaceva molto. Spacchetto e mi infilo il preservativo in quel mentre la mia compagna stava leccando la passera della nera che per risposta gemeva. Allungò la mano verso il grosso arnese che percorreva in su ed in giù per aiutare la sua seviziatrice ad avere il giocattolo pronto. Presi per i capelli la mulatta e la tirai via dalla mia figa lei urlò per il dolore io impavido mi diressi a montarla. Le gambe di lei a tenaglia mi circondavano per sentire meglio il mio arnese. Forse era abituata a quello del figlio, forse voleva solo godere. Io mi mossi dentro di lei ed ebbi il mio orgasmo insieme a lei. Da prima ansimava poi sentii le sue mani premere forte su di me. Ci volle un po’ di tempo ma non troppo l’eccitazione per entrambi era forte. Sentii la mia schiena colpita dalle sue corte unghie poi la tensione terminò e il suo urlo flebile si affievolì entrambi eravamo sudati. Io ricaddi vicino al suo collo sentivo il suo odore e vidi i suoi occhi guardarmi ed uno splendido sorriso uscire dalla sua bocca carnosa.
Il letto intanto si muoveva la donna con gli stivali prese un preservativo. Sia io che la madre guardammo lei infilare il preservativo nel grosso cazzo. Ovviamente il palo non fu tutto ricoperto visto che avrebbe avuto bisogno di una misura extra. Forse avrebbe imbragato il seme ma di certo non avrebbe sortito altra protezione. In quel momento nessuno disse nulla tanto meno io. Quei pensieri rimasero stivati.
Vidi la donna scavalcare il ragazzo ora le sue esili gambe erano vicine a noi. Il culo della donna sopra di lui lo copriva. La mia donna di colore si spostò e con cura si avvicinò a quell’immenso arnese. La mulatta con le mani allargava la fessura mentre la nera indirizzava il nero bastone. Il grosso fungo allargò la passerà, lei urlò per lo sforzo poi piano scese un po’ . L’urlo era cambiato il primo sembrava di dolore gli altri di piacere poi le parole di lei:
‘Non ho mai preso un cazzo così !!! Sei magnifico.’
Detto questo scese ancora per sentire meglio il riempimento. Sua madre intanto con la bocca e la lingua catturava il bastone. Mangiucchiava la sacca delle palle. Il ragazzo iniziava a dire :
‘Siii Siii Siii’
Fino ad ora era stato zitto. Io sentivo il mio arnese che incominciava a riprendere vigore. Quella scena mi gustava. Mi tolsi il preservativo e svuotai il contento sopra il culo della mulatta. Il liquido sporco anche il volto della nera che con la mano sparse anche sul culo della donna. Forse per ripicca iniziò a infilare le sue dita nell’ano della donna. La donna faceva sentire con la voce il suo dolore ed il piacere stesso che provava per quelle azioni. La madre sapientemente e delicatamente alzo la sacca dei coglioni e poi levando la mano dall’ano della sua rivale la pose sotto il sedere del ragazzo poi si avvicinò meglio con la lingua e diede qualche colpo con la sua frusta rosa sull’ano dell’africano. Per istinto il dotato essere diede un colpo di bacino come per sfuggire a quella frusta il risultato fu una maggiore penetrazione che la donna accolse. Ora non vedevo più il preservativo. La carne nera racchiusa nelle rosse labbra e le urla mentre le mani di lei tenevano la spalliera del letto. Io ero esterrefatto nel godermi quello spettacolo. Ad un certo punto la mulatta si alzò un po’. Il palo nero corse un po’ più in alto. Lei mosse ancora il sedere andò in avanti ed il cazzo era quasi fuori. Rimaneva solo il fungo nella donna. L’elastico del preservativo colora il fungo. Il ragazzo deve essere infastidito la sua mano passa dal sedere della donna raggiunge il bastone e dolcemente muove l’arnese per farlo uscire.
La madre ha gli occhi chiusi e con una mano in ginocchio sulla moquette si sta dando piacere in figa mentre succhia avidamente quelle palle. Il ragazzo sfila il preservativo che mantiene nel palmo della mano e poi vedo sparire la mano per passarla sulle tette della sua donna. Monica guarda il giovane si lascia toccare e poi lo bacia. L’immenso fallo rimane appoggiato fra le due chiappe mentre lei muove il culo come se stesse ancora cavalcando il ragazzo. Vedo quella cappella nera che rimane lì in attesa. Non so per la prima volta nella mia vita, vedendo la situazione decido di toccare quel grosso fallo. Sento il suo morbido tubo e con l’altra mano alzo con fatica il tondo culo della donna e poi dirigo il cazzo verso il suo ingresso naturale. La donna inizia a sentire la pressione e il suo bacino si muove sicuro per essere nuovamente impalata. E’ dentro! Ora si alza leggermente e inizia a scorrere. La madre apre gli occhi e in prima fila controlla la trave che in fronte a lei. Monica lascia la bocca del ragazzo e si muove per sentire meglio la passione. Sempre più veloce. Il ragazzo non ha eccessiva resistenza e ben presto urla un :
‘aaaahhhffff’
La donna si ferma forse ha intuito che il ragazzo la stà inondando o forse lo sente esplodere dentro di lei. Dopo la breve pausa scende più giù. Fino ad ora non &egrave ancora riuscita a prendere in tutta la figa quell’immenso palo. Poi dice:
‘ Non mi hai fatto godere ma tu sei venuto! ‘
Inizia a percorrere ugualmente il palo in su ed in giù sempre più veloce fino a che le sue urla non denunciano il suo orgasmo.
Ora scorre in avanti, io e la madre vediamo uscire il palo che &egrave lucido e bianco di sborra. Appena fuori dolcemente ricade sul viso di sua madre lasciandogli la guancia sporca di sborra. In quella posizione la madre massaggia il palo come per far uscire il liquido che comunque lentamente viene rilasciato, come una lumaca che lascia la bava durante il suo tragitto. La madre stava per dire qualche cosa ma io la bacio e poi le passo dietro e mi insinuo con il mio cazzo in quel culo magnifico il suo ano e mio. Le dice :
‘Aii Aii Aii’
E’ bloccata da me e non può fare nulla con la mano mi distacca da se fermandomi , forse il dolore &egrave lancinante. Io riesco da lei la scavalco e entro nella figa di Monica. Sentivo il bisogno di sfogare le mie forze. E’ bagnata e larga ora navigo dentro di lei. Me ne sbatto e cerco di accomodarmi fra le sue chiappe e fra le gambe del ragazzo. Velocemente e con molta forza la sbatto, tant&egrave che, continua a schiacciare il ragazzo. Si sdraia sul ragazzo allungando le gambe. Alla fine ho la mia eiaculazione il preservativo contiene il tutto. Le urla di piacere di lei si odono nella stanza.
Sono sudato fradicio quindi dico:
‘ Mi date un attimo di tregua poi continuamo?’
La domestica risponde:
‘Va bene devo essere soddisfatta anche io!’
Mi alzo , sospiro e vado in bagno . Mi levo il ‘goldone’ lo getto nel water, mi lavo un po’ e nel frattempo inizio a far riempire la vasca di acqua. Uso una salvietta per levarmi anche il sudore che percuote il mio corpo. Torno di là, il ragazzo si alza e va anche lui in bagno. La porta si chiude e la penombra alberga nella stanza. Metto del ghiaccio nei bicchieri e dopo aver bevuto offro alle donne un bicchiere anche esse sorseggiano.
Io mi avvicino a Monica accendo la luce e osservo la sborra che a fiotti le esce dalla sua figa. Non era tanta ma densa. Mi accendo una sigaretta e mi siedo sulla punta del letto in attesa del giovane per un nuovo giro da condividere.
In quella stanza c’era sapore di un orgia, in noi stavano scomparendo i tabu . L’unico obbiettivo &egrave avere un degno orgasmo. Avrei assistito ad un incesto, oppure, avrei evitato che questo accadesse?

Mentre la vasca si stava riempiendo, dopo un po’ di chiacchiere fra noi adulti, e due sigarette fumate Monica si riavvicinò a Banga. Il ragazzo aveva cercato di estraniarsi e sdraiato sul letto guardava la televisione. Sua madre stava bevendo come non mai e in quel momento sembrava non essere minimamente interessata al figlio. Quello che avevo notato nel precedente atto quando avevo toccato il cazzone del ragazzo &egrave che era al quanto molliccio. Mi spiego se bene fosse grosso si piegava facilmente gli mancava una certa rigidità. Monica infatti mentre era vicina a lui gli disse:
‘ Sai &egrave davvero strano, la tua cappella &egrave enorme e dura ma il resto &egrave un po’ molliccio . Comunque sei spettacolare. ‘
Detto questo gli lecco il cazzo e poi iniziò a mordergli le orecchie. A quel punto si distacco e si tolse gli stivali poi tornò a prendersi cura del ragazzo. I suoi autoreggenti le davano quel tocco di donna sexy o troiai che in quella stanza di certo non mancava. La nera intanto era andata in bagno. Io sentii l’asse del water e mi diressi di la, per vederla.
Lei mi guardò mentre espletava la sua funzione e con la mano giocava con il getto giallo. Sicuramente stava improvvisando uno spettacolo solo per me. Quando ebbe finito si lecco il dito e poi mi chiese il bicchiere che tenevo in mano per bere un sorso di nettare alcolico. Il suo sguardo appariva diverso forse l’alcol un po’ le stava facendo perdere delle inibizioni, tant&egrave che, mi prese con la mano il cazzo ed inizio a segarlo per avere qualche cosa da me.
Appena fu rigido dalla sua bocca apparve un sorriso e iniziò a baciarmelo e poi con la mano mi passo sul sedere fino a raggiungere il mio ano. Io infastidito da quel tocco la discostai e mi allontanai da lei. Nel frattempo udimmo delle urla di dolore della puttanella in camera e poi parole:
‘No fermo non riesco. Mi fai male!’
Il ragazzo rispose:
‘ok scusi non volevo!’
Non parlava molto, secondo me era imbarazzato e a ragion veduta.
In quel mentre la madre si alzò e mi raggiunse sull’uscio al mio fianco guardò la scena.
Fra le sue cosce si notava ancora un rivolo di pipi, non si era pulita, di sicuro era scattata per constatare lo stato di suo figlio.
Entrambi per un attimo non dicemmo nulla. La donna era sdraiata con il sedere penetrato leggermente dal palo del ragazzo che immobile non sapeva che fare. Sua madre quindi lo raggiunse e lo spinse indietro così il cazzo si divincolo dal buco. Mi avvicinai e vidi che il suo ano era rosso e allargato non si chiudeva più. La madre quindi con voce alterata dall’alcol disse:
‘ Dai Banga’ adesso facciamo vedere come fai a far godere nel sedere una vera donna. Prendi il barattolo di ‘sciaampooo’ in bagno e ‘trona’ qui diiicccorrrssssaaaa’
La frase detta era sconnessa come tono e come pronuncia a fatica era stata conclusa. Monica si toccava il suo culo sentendo probabilmente fastidio e poi con calma si alzò in piedi. La donna di colore intanto si lasciò cadere sul letto. Prese un cuscino che mise sotto di lei per coprire la sua pancia. Inarcò di poco le gambe e le allargò. Il ragazzo con il suo cazzo in tensione raggiunse la madre. Le luci ben accese e senza far caso a noi si avvicinò all’ano della madre con la sua bocca e lo vidi scomparire in mezzo alle chiappe. La sua mano destra reggeva il micro contenitore dello shampo come fosse la fiaccola olimpica. Monica decise di sedersi sulla sedia. Si mise quasi sulla punta con le gambe ben chiuse. Non vedevo un espressione felice, pensai che forse le era successo qualche cosa, mi rincuorai quando vidi che si versò un bicchiere, si accese una sigaretta e poi con un ghiacciolo si passo un po’ l’ano. Non lo passo che per qualche secondo poi infastidita dal freddo getto nel cestino il cubetto e si risedette tranquilla con la sua sigaretta mi fece un sorriso e un cenno come per dire: tutto bene e poi si voltò a guardare il nostro spettacolo.
Io mi avvicinai il ragazzo ci stava dando dentro con la lingua. La nera con il magnifico culo all’aria teneva gli occhi chiusi mentre si godeva il servizio. Ogni tanto innarcava un po’ di più le gambe per rialzare il sedere, quel movimento faceva notare i muscoli vivi delle sue gambe perfette. Mi fa molto sesso quella magnifica bambolina nera. Io accarezzai una delle chiappe. Sentivo la tondità e la solidità del suo nudo sedere e già il mio cazzo rimestava per cercare uno sfogo, ma, sapevo che non era il mio momento. Il ragazzo con gli occhi mi guarda e poi si alza e versa il mini contenitore. Il liquido viscoso ricopre il buco. Sapientemente egli allarga le chiappe e con il pollice spinge dentro lo spesso liquido. Sembrava sborra luccicante, con brillantini. Secondo me non era di certo la prima volta che lo faceva. C’era esperienza nei gesti.
Io mi discostai lui in ginocchio sul letto si avvicinò sopra il sedere della madre mi guadò e mi disse:
‘ Tieni aperto, per favore.’
Io eseguii . Lui prese con un mano il suo cazzo e iniziò a picchiare come un martello la cappella sul buco . ‘Tach, Tach’ sentivo il rumore del gesto. Indietreggiò con il corpo e puntò alla figa pelosa della mamma. Giocò con la cappella come per entrare. Sua madre con la faccia verso di me iniziava a fare versi di piacere. Lui con la mano impugnando forte il cazzo entra. La grossa cappella sparisce. Un colpo, due , tre e arriviamo a sei. La madre da prima si godeva la cosa. Il ragazzo non andava oltre poi ad occhi spalancati disse:
‘ Lì nò! Lo sai dove voglio che vai.’
Lui con il classico tono di chi &egrave stato ripreso per la centesima volta dalla madre rispose:
‘Ora vado.’
Tirò fuori il fungo, che ora era nero e lucido per gli umori rubati dall’intima parte, spostarlo in su e puntare verso l’ano. Con la mano destra regge il pilastro e con il pollice della mano sinistra spinge verso il buco. Piano, molto piano varca il cancello ed entra. Quando la cappella scompare il ragazzo tira un fiato di sollievo e vedo che &egrave veramente eccitato. Le vene nelle braccia tremano per quello che fa. Il mio cazzo &egrave in tiro e la nera donna urla per il piacere o dolore. Il ragazzo inizia a mantenere il suo cazzo ritto con la destra mano e spinge con il bacino per catturare sempre più la donna che stà sottomettendo al sul potere sessuale.
Lei ogni volta che acquisisce un pezzo in più urla come se stesse faticando ma sul suo volto c’&egrave un sorriso.
Con le braccia fa cenno di alzarsi. Si alza di poco. Il suo sguardo e verso il letto e ansima e urla flebilmente ad ogni botta. Scosta il cuscino e la sua mano entra nella sua figa. Il dito medio culla il clitoride facendo appoggio sul gomito. Il ragazzo leva una delle mie mani dal sedere nero. Ora quello era il suo territorio l’insicurezza non c’era forse solo la voglia di sbattersi sua madre. Mi scostai e vedevo tutto il suo corpo muoversi. Si spingeva sempre con più forza. Dondolava avanti e un po’ indietro. La distanza tra i due corpi si riduce. Ora leva la mano perché lo spazio era così poco che non riusciva a trattenere più il bastone. La voce della donna segue il ritmo incestuoso del cazzo che avanza ed indietreggia. Ora il bastone non si vede con le due mani allarga e stinge le chiappe. Mi sposto leggermente e vedo le chiappe del ragazzo che si irrigidiscono quando entra. Lui stringe i bianchi denti che risaltano dal viso nero e sfocia un rumore ad ogni botta. Con violenza ora scuote l’intero cazzo dentro la giovane donna. Poi si accascia sopra di lei indietreggia e velocemente rientra. Non vedo bene ma penso che il palo esca e rientri. Lei urla per il piacere dopo quattro botte cosi ove sento il classico rumore della carne e dell’aria che si muove dai corpi lui ansima per l’orgasmo. Non credo che lei sia venuta perché ora &egrave in silenzio. Lui ora indietreggia da quella posizione delicatamente. Lei sposta la mano e tocca il bastone in uscita. Ad un certo punto la sua presa blocca il fallo nero e lo gira piano per farlo uscire poi tiene nel palmo la cappella sporca di sborra e shampo. Non si distingue la differenza. Il liquido cola giù lei non si muove e dice:
‘Bravissimo ora vai a casa lascia la porta aperta arrivo più tardi.’
Lui : ‘ma mammaaaa’
Lei : ‘ Su forza vestiti e vai.’
Lei rimase così mentre da quel buco colava la bava bianca si eresse mentre il ragazzo rincorreva per la stanza i suoi vestiti. Sul letto quella poltiglia che imbrattava la pelle nera. Lei prese un preservativo che stava scartando. Il ragazzo ci guardò e senza dire nulla riuscii dalla stanza. La porta si chiuse dietro a lui. La nera troia mi porse il preservativo e disse:
‘dopo lo spettacolo voglio godere! Dai, per favore.’
Si rimise nella stessa posizione ed io mi godetti quella figa. Mi misi dietro come il ragazzo. Giocai con il suo sedere e visto che vi era diverso liquido osai nel penetrarle il culo. Non mi stupii nel sentire la larghezza in quel tratto era passato un camion. Il mio cazzo non era piccolo ma in confronto a quello era ben poco. Lei urlava di più quando ero nella sua figa. Le chiesi un nuovo preservativo. Lei con la mano ne prese uno. Io levai il mio lo gettai a terra e per un po’ le entrai in culo senza. Tenevo in mano il pacchettino sigillato. Sentivo il viscido ed il rumore della carne. Poi testai la sua figa. Ora sentivo quanto era bagnata. Lei mi chiese:
‘Sei senza vero?’
Io: ‘Si solo un attimo volevo sentirti a pieno scusami.’
Lei: ‘anche io ‘
In quel momento lei mosse il culo snodato avanti ed indietro sempre più veloce.
Mentre si muoveva disse: ‘ mi manca poco’ non smettere ti prego.’
Io ‘anche a meeeee ‘
Venimmo in contemporanea : la inondai di sborra e la strinsi forte.
Lei disse: ‘Siiiii finalmenteeeee’
Con tutto quel marasma mi ero dimenticato di Monica, lei era rimasta lì sulla sedia e si era gustata lo spettacolo.
Mi staccai da lei mi girai guardai Monica che mi sorrise mi sdraiai a fianco della donna sul letto con il cazzo viscido. Poi dissi:
‘Andiamo tutti e tre in vasca ?’
Le due donne si alzarono e si diressero in bagno. Prima di andare Kira in orecchio a voce bassa mi disse:
‘Sei un grande porco, grazie’
Io aspettai un attimo mi alzai accesi una sigaretta, guardai l’ora in pratica era trascorsa un ora e mezza; mi diressi in bagno e mi feci posto nella vasca che per tre era stretta. Ci divertimmo e ridemmo un po’ con l’aiuto dell’alcol che finii proprio in bagno. Dopo un po’ la nera si alzò e ci salutò si diresse in camera per ricomporsi. Io mi congedai un attimo dalla donna in vasca le dissi:
‘Arrivo subito do’ un occhio di là , appena se ne và arrivo.’
Lei si era rivestita si avvicinò a me e mi diede un un bacio passionale poi a bassa voce mi disse:
‘Io lavoro qui sai dove trovarmi.’ poi mi diede i soldi e continuò : ‘prendo solo questo , per il ragazzo’ e mi strizzo l’occhio .
In pratica la scopata e lo spettacolo mi era costato cento Euro. Cinquanta euro per il ghiaccio e il resto in stanza. Sinceramente dei soldi poco mi importava, non ero ricco, ma, a volte devi pensare che non contano. Lei poi uscii. Io ero decisamente soddisfatto, della donna in bagno non mi fregava molto. Decisi di ri immergermi nella vasca e poi si sarebbe visto. Ero già a quota tre forse potevo resistere e farne un’altra tutto dipendeva da quanto mi avrebbe eccitato quella donna. Sinceramente dubito che riuscisse a farmi eccitare dopo quello provato. Tutta via a volte alle donne basta poco per darci la forza che ci manca.
Quella notte era magica e c’era ancora passione nei nostri corpi da sfogare. Per me quello era l’ultimo incontro con la bella badante anche se lei non poteva saperlo per cui avrebbe giocato le sue carte fino in fondo.

Nella vasca fra le bolle ci mettemmo un po’ a parlare. Fu naturale per noi parlare dell’argomento incesto. Ella mi fece un appassionato discorso sulle culture indigene; ove nelle tribù spesso i giovani hanno le prime esperienze in famiglia. Lei mi raccontò di una tribù che vive in amazzonia, mi disse che aveva studiato all’Università i loro comportamenti. La ragazza risultò essere una psicologa. Il suo racconto con dettagli accurati portò a raccontare la situazione di quella gente.
Sostenne che: i figli maschi vivono con le madri, gli uomini vivevano lontani spesso a caccia per procurarsi il cibo. Stava con la famiglia circa una settimana al mese a seconda della quantità di cibo procurato. Le donne rimanevano nel villaggio insieme agli anziani e si nutrivano di vegetali in attesa del ritorno dei compagni che portavano loro carne o pesce. Secondo la loro cultura un ragazzo rimaneva con la madre fino ai tredici massimo quattordici anni. Era con lei che aveva la prima esperienza. In genere la madre offriva il suo secondo buco mentre il primo era solo per il marito o i mariti. Per le ragazze era diverso. Prima del matrimonio passavano una settimana con il padre e non si sapeva esattamente cosa succedesse. Sicuramente perdevano la verginità visto che il matrimonio era festeggiato in un unico periodo dell’anno dove le nuove coppie sposate dagli anziani avevano il primo rapporto presso una capanna nella piazza del villaggio alla merce di tutti. In quell’atto non c’era la vista del sangue nella penetrazione.
Alcune ipotesi fatte dai ricercatori &egrave che le giovani venissero seviziate anche con utensili o comunque instradate verso il sesso. Infatti oltre al padre il figlio maggiore partecipava a quella pratica.
Io seguii, con interesse il suo discorso, non avevo mozioni, non ero abbastanza informato. Quando lei concluse il discorso e ci fù una breve pausa io mi alzai dalla vasca e le dissi:
‘ Senti andiamo di là? Magari riposiamo un attimo mi sento stanco.’
Lei: ‘ OK, ti raggiungo.’
Quei discorsi così minuziosi nei dettagli avevano fatto vagare la mia fantasia e di fatti mi alzai dalla vasca con un pene eretto, non durissimo, ma, pronto ad essere utilizzato.
Lei ovviamente non poté, non notare, il fatto.
Io mi asciugai e poi mi distesi a letto. Mi misi in una zona non sporca delle lenzuola. Qualche istante dopo lei giunse completamente nuda. Spense la tv e scostò le lenzuola. Il suo corpo ricoprii il mio. Sentivo le sue forme su di me. Le mie mani subito presero le sue chiappe. Lei si muoveva sul mio membro. Poi quando fui sicuro della mia erezione le chiesi di prendere il preservativo. Lei me lo passo ed io lo infilai.
A questo punto lei, si rimise sopra di me, come prima della necessaria pausa, si lasciò impalare. Io ero stanco fisicamente lasciai che fosse lei a condurre il gioco. Su e giù poi si strofinava a me. La sua lingua passava in sinuosa nelle mie orecchie. Poi entrambi ci liberammo della nostra passione. Lei rimase su di me. Tirai il lenzuolo e ci addormentammo come per in canto in quella posizione.
Avevo puntato la sveglia del cellulare alle sei del mattino. Impavido l’amico elettronico tuonò. Con calma mi svegliai. Andai in bagno e mi feci una doccia, avevo tenuto il cazzo nel preservativo il solo levarlo mi fece sentire quell’odore ‘di pesce’ che in quel momento mi nauseava, inoltre sentivo un po’ di mal di testa, dato forse dal troppo alcol ingerito. Mi vestii e feci svegliare anche lei. Lei si mise dei vestiti normali. Pantaloni e maglione che si era portata dietro. Recuperammo le nostre cose e ci dirigemmo fuori. La stanza era un vero bordello.
Sul parabrezza della mia auto, tenuto dal tergicristallo, vi era un bigliettino.
Lo presi , lo guardai era Kira la domestica del motel mi aveva lasciato il suo numero di cellulare.
Accesi la macchina e mi diressi all’uscita. Il tizio mi fece pagare una differenza di prezzo per il protrarsi della permanenza. Poi mi diressi in città. Trovammo un bar ove fare colazione. Riportai a casa la donna e la salutai facendole credere che presto ci saremmo rivisti.
La domenica la passai a sonnecchiare e guardare la tv. Parlai con mia moglie che tra un paio di giorni sarebbe tornata a casa.
Verso tarda serata il mio cellulare suonò era la mia domestica. Lascia suonare il telefono, non risposi, nella mia mente era forte il ricordo di quella bambolina nera. I miei istinti erano stati appagati, ma, per quanto?
Continuavo a pensare ad un nuovo incontro con la donna di colore.
E se avessi coinvolto Mercedes sta volta.
Era da pianificare ma quel giorno non era quello giusto, mi diressi in camera a dormire perché il mio corpo richiedeva solo riposo.

Nota dell’autore: Siamo giunti a undici paragrafi. La storia continua diciamo che ci sono ancora lavori in corso. Se tutto và bene da Lunedì 07-04-08 trovate l’inizio della nuova saga dal titolo: Cameriera Africana

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