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Erotici Racconti

La metamorfosi della professoressa Concetta 2

By 13 Agosto 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono sempre Concetta e come promesso vi racconto il seguito delle mie avventure.
Come ho narrato nel mio primo racconto sono diventata l’amante di Pasquale preside della scuola dove attualmente insegno e sono completamente assoggettata a lui.
Sono la sua troia e sono felice di esserlo.
Mio marito Tonino &egrave a conoscenza delle lunghe corna che gli cingono il capo ed &egrave completamente sottomesso alla mia volontà , lui fa il preside presso un’altra scuola ma per il nuovo anno scolastico ha chiesto e ottenuto, grazie all’interessamento di Pasquale , di essere trasferito presso la scuola dove siamo impiegati io ed il mio amante.
A questo punto della storia Pasquale ha voluto presentarmi ad alcuni professori con cui &egrave in grande amicizia e confidenza.
Una mattina in cui era in programma una riunione tra insegnanti , quando &egrave venuto prendermi per andare a scuola, mi ha ordinato di non indossare nulla sotto il soprabito, ad esclusione delle scarpe e di un paio di calze

– come faccio ad andare in classe così conciata – tentai di protestare io
– non ti preoccupare oggi non farai lezione , la riunione insegnanti durerà per tutta la mattina-
ta – rispose perentoriamente lui

Naturalmente alla scena aveva assistito anche il mio cornutissimo marito e naturalmente non aveva osato levare la ben che minima protesta.
Così obbedendo al mio amante mi recai a scuola indossando solo un soprabito , scarpe e calze oltre ai gioielli naturalmente.
Durante il tragitto in macchina Pasquale mi spiegò che aveva parlato di me e delle mie virtù particolari ad alcuni professori , i quali erano molto interessati a fare la mia conoscenza e che alla riunione di quella mattina si sarebbe svolta tra lui, me e altri tre professori

– chi sono questi tre professori – gli chiesi io con una certa apprensione
– li vedrai tra poco – rispose lui serafico

Così con il cuore che mi batteva all’impazzata entrai al fianco di Pasquale nell’edificio scolastico.
Mi sentivo veramente indecente , anche se dall’esterno nulla si vedeva della mia nudità io ero allarmata da ogni sguardo che indugiava si di me.
Così tra mille palpitazioni ed anche un grande stato di eccitazione , attraversai l’atrio ed un lungo corridoio ed entrai nel locale dove si sarebbe tenuta la riunione.
Qui ad attenderci c’erano i tre uomini a cui Pasquale aveva parlato di me , finalmente conobbi la loro identità : erano tutti e tre insegnanti della mia sezione, Antonio il professore di lettere ,Francesco il professore di matematica e Giuseppe l’insegnate di Educazione fisica. Nei nostri precedenti incontri ero stata spesso turbata dai loro lubrici sguardi.
Erano tutti e tre di buona statura circa un metro e ottanta centimetri , robusti o per meglio dire leggermente sovrappeso , infatti tutti e tre avevano un accenno di pancia.
Nel complesso non potevano essere definiti dei begli uomini anzi i lineamenti dei loro visi erano piuttosto marcati.
Io non solo non ero attratta da nessuno dei tre ma avvertivo pura una certa repulsione e quando entrata nella stanza li vidi apparire davanti ai miei occhi , con stampato in volto un sorriso maligno , mi sentii quasi mancare.
La voce di Pasquale però mi riporto alla realtà

– signori come promesso ecco a voi la professoressa Concetta Z….che già avete avuto l’opportunità di conoscere nell’ambito scolastico – fece una breve pausa e poi prosegui
– Oggi avrete l’opportunità di conoscere il lato oscuro dell’integerrima professoressa Concetta Z…., moglie e madre esemplare – e dopo aver decantato le mie pubbliche virtù mi invitò a mostrare le mie grazie nascoste
– Su Concetta togliti il soprabito e mostra il tuo splendido corpo ai professori , che possano bearsi della visione delle tue grazie – poi rivolgendosi a loro
– Dovete sapere che la Signora professoressa oggi &egrave venuta a scuola vestita in modo molto particolare –
– Su Signora professoressa ci faccia vedere cosa indossa sotto il soprabito – chiese sghignazzando Giuseppe , l’insegnante di educazione fisica

Io ero in uno stato di semi incoscienza e movendomi come un automa obbedii alle esortazioni dei presenti e mi tolsi il soprabito , rimanendo oscenamente esposta ai voluttuosi sguardi dei 4 maschioni.

– cazzo Pasquale avevi proprio ragione , Concetta &egrave proprio una gran fica – disse uno degli uomini mentre ammirava la mia nudità
– che tettone fantastiche e che culo faraonico – rincarò un altro degli astanti

Poi dopo altri volgari commenti prese nuovamente la parola Pasquale che si rivolse a me con molta decisione

– Dai Concetta fai vedere ai signori Professori che sollazzo per cazzi che sei diventata , sai gli ho raccontato di tutti i servizietti che mi fai e di quanto sia cornuto tuo marito – e poi molto seccamente aggiunse
– Dai puttana facci i vedere quanto sei vacca –

Io dapprima ero paralizzata dalla paura , poi a poco a poco l’eccitazione prese il sopravvento e con stupore mi accorsi che dalla mia fica iniziavano a colare umori in notevole quantità.
La cosa non restò inosservata , infatti uno dei maschioni avvicinandosi mi mise una mano tra le cosce, rendendosi conto di come fossi bagnata tra le cosce.
Naturalmente la cosa non se la tenne per se , ma la esternò a tutti quanti:

– minchia quanto &egrave bagnata la troia , mettetele una mano tra le cosce e sentite come &egrave fradicia sta puttana –
– Ti ecciti a farci vedere la fica eh ? disse Francesco

Io come dicevo ero come inebetita , eseguivo meccanicamente gli ordini del mio amante e dei suoi compari e sculettando sui miei alti tacchi giravo in tondo per la sala mentre i maschioni mi percuotevano con sonore pacche sul culo

– ma che belle chiappone che ha la signora professoressa – stack
– e che ne dite signori di quel bel pelo nero che ha tra le gambe – stack
– e guardate così grosse e così sode queste belle tettone – stack
– che misura porta di reggiseno la troia –stack, chiese uno degli uomini a Pasquale
– La zoccola porta una quarta – rispose Pasquale

Dopo avermi fatto girare in tondo per qualche minuto e dopo che il mio candido sedere era diventato rosso porpora, i maschioni si andarono ad accomodare su un divano e mi invitarono a farli godere con e nella mia bocca :

– dai troia vieni ad estrarre i nostri grossi bastoni dalle patte e sucaceli –
– dai facci vedere che bocchinara che sei –
– vedrai che ti faremo bere tanta di quella sborra che quando avremo finito di dovranno fare la lavanda gastrica –
– granda bucchina, pigliammelle mocca – disse Antonio mentre estraeva dai pantaloni un enorme membro eretto
– si bottanazza vieni a sucarmi la minchia – disse Francesco, tradendo le sue origini siciliane, mentre anche lui estraeva ed agitava un grande cazzo duro

Tutti gli uomini avevano estratto i loro superbi cazzi duri e mi invitarono volgarmente a succhiarglieli
Di Pasquale già sapete le grosse dimensioni (almeno 25 cm) e i suoi compari non gli erano da meno , credo che questa volta avrei proprio fatto un’indigestione di cazzo.
E così completamente in delirio cominciai a praticare un pompino al primo cazzo che mi venne a tiro , o per meglio dire , al primo cazzo che mi capitò in bocca.

– uh come suca bene sta troia –
– che vi dicevo ragazzi questa &egrave un sollazzo per cazzi come poche –
– dai sucaminchia prendimi in bocca la cappella –

Esortata dai quattro uomini mi prodigai non poco per deliziare le loro superbe verghe con la mia lingua, leccai i quattro cazzi per tutta la loro lunghezza , accolsi le loro grosse cappelle in fondo alla mia gola ed infine tutti questi miei sforzi furono premiati con 4 copiose sborrate , tutte rigorosamente in bocca naturalmente.
Dopo aver goduto i maschioni sembravano placati ed iniziarono tranquillamente a conversare tra di loro.
Naturalmente ero io l’oggetto della loro conversazione e parlavano di me come se io non fossi neanche presente.
Infatti facevano programmi su mie future prestazioni senza curarsi minimamente del fatto se io fossi d’accordo o meno, insomma erano certi della mia sottomissione ai loro voleri.
Io oltre tutto non avevo neppure goduto nonostante fossi enormemente eccitata , ma a questo pensarono di rimediare invitandomi a farmi godere da sola :

– Concetta oggi non ti scopiamo se ti senti in calore e vuoi godere , facci vedere come ti masturbi – disse Pasquale e contemporaneamente tiro fuori da un cassetto un enorme fallo di plastica e me lo porse
– Fai vedere agli amici come te lo ficchi tutto in culo –

Il cazzo di plastica era veramente enorme : 30 cm di lunghezza e 4 cm di diametro e tentai di protestare dicendo che era troppo grosso per infilarmelo nel retto

– senti come parla sta puttana , &egrave troppo grosso per ficcarmelo nel retto – mi canzonò Antonio
– Senti razza di troia che non sei altro , vedi di ficcartelo in culo alla svelta se no ti sbattiamo in corridoio nuda come sei – mi disse con tono molto severo Pasquale

Così rassegnata mi feci coraggio ed iniziai a lubrificare con la lingua l’enorme fallo provocando le risa di scherno e gli insulti dei miei aguzzini

– allora ti piace proprio sucare le minchie , pure quella di plastica ti suchi –
– già la signora Professoressa &egrave proprio una grandissima bocchinara ma adesso ci fa vedere pure che razza di rottainculo che &egrave –

Quindi esortata dai quattro puntai l’enorme cappella sull’ano e iniziai a spingere per tentare di introdurmela nel l’intestino retto.
I miei sforzi, le contrazioni del mio viso e le conseguenti espressioni generavano le risate dei quattro uomini , che naturalmente non mancarono di esprimere i loro volgari commenti

– guarda che facce fa la troia – disse uno dei quattro
– Dite che ce la fa a ficcarselo tutto in culo – chiese un altro

Io con notevoli sforzi ero riuscita ad introdurmi tutta la cappella in culo , ma Pasquale non ridendosi soddisfatto mi esortò a ficcarmi il poderoso fallo tutto in culo

– Concetta non farmi perdere la pazienza e ficcati tutto il cazzo in quel culo da puttana –

Non tentai neanche di protestare e moltiplicando il mio impegno riuscii a introdurmi per tre quarti l’attrezzo nel culo.

– Visto che spettacolino , degno della più troia delle pornostar –
– Dai Concetta ficcatelo ancora un altro po’ nel culo e poi sculetta per la stanza –

Così con un’altra spinta introdussi per quasi la sua intera lunghezza il cazzone nel mio buco del culo e goffamente iniziai a camminare tra gli applausi di approvazione e le risate di scherno dei quattro uomini.

– potremmo portarla ad esibirsi in qualche teatrino particolare – propose Francesco
– certo prima dovremo farla esercitare per benino a questa troia – rispose Pasquale

Io ero ormai prossima all’orgasmo e mentre camminavo, l’azione del fallo introdotto nel mio culo, combinata con l’umiliazione che mi stavano procurando i 4 maschioni , mi procurò un fantastico orgasmo che mi fece accasciare al suolo e guaire come una cagna.

– che puttana , che troia , visto? La zoccolona sta godendo come una cagna in calore –

Ripresami dall’orgasmo tentai di sfilarmi il cazzo dal culo ma con sgomento mi accorsi che i muscoli sfinterei erano rimasti contratti intorno al membro posticcio e ne rendevano impossibile l’estrazione.

– non riesco ad estrarlo – dissi preoccupata rivolgendomi a Pasquale

Gli uomini appresa la notizia scoppiarono in una fragorosa risata e non tralasciarono di esternare degli scontati e volgari commenti

– faceva tante storie per ficcarselo nel culo e adesso invece non se lo vuole più togliere da mezzo alle chiappe-
– ti sei proprio innamorata del cazzo , rottainculo che non sei altro –
– che grande zoccola che sei –

Poi Pasquale mi paventò l’ipotesi che, se non fossi riuscita ad estrarmelo da sola sarebbe stato costretto a portarmi al pronto soccorso, per farmi praticare un’iniezione allo scopo di far rilassare i muscoli sfinterei serrati intorno al cazzo posticcio.
Naturalmente solo l’idea di ricorrere a tale soluzione mi terrorizzava , pensate allo scandalo e alla vergogna di presentarsi in ospedale con un simile attrezzo ficcato per intero nel buco del culo.
Fortunatamente venne in mio soccorso Giuseppe che estrasse il suo nuovamente eretto cazzone dai calzoni e sollevandomi mi fece inforcare a smorza candela al suo bastone.

– dai troia cavalca sto cazzone – disse Giuseppe mentre mi impalavo sulla sua virile asta

L’azione del suo bel cazzo mi fece eccitare e come per incanto rilassai i muscoli del retto, rendendo così possibile l’estrazione del membro di plastica , dal mio ormai sfondato buco del culo.
Naturalmente estratto l’intruso dall’ano prosegui a cavalcare l’asta del l’insegnante di ginnastica fino a che, dopo oltre 15 minuti, esplose riempiendomi la fica di calda sborra procurandomi un secondo fantastico orgasmo.

– visto puttana che te l’ ho fatto cacare il cazzo di plastica – fu il commento di Giuseppe alla fine delle scopata

A questo punto anche gli altri tre uomini si erano nuovamente eccitati ed esibendo le loro poderose mazze mi si avvicinarono minacciosi e sollevandomi di peso, due di loro mi infilzarono ai loro nodosi bastoni.
Fui scopata contemporaneamente sia in fica che in culo da tutti e tre che si alternarono in tutte e due i miei buchi e dopo oltre mezzora di questa singolare cavalcata, mi oltraggiarono scaricando, copiosi fiotti di denso sperma, sul mio viso, tra risate e volgari commenti.

– ti ricopiamo la faccia di sborra bottanazza –
– tieni prendi questa crema antirughe , troia –
– si puttana sta crema fa bene alla pelle –

A questo punto riprese la parola Pasquale e si rivolse ai suoi compari

– adesso avete visto quanto &egrave troia Concetta , mi dovete aiutare a farla diventare ancora più puttana –
– per il marito non c’&egrave problema , &egrave un cornuto consapevole e la prossima volta vi farò vedere come potremo fotterci questa troia di Concetta davanti a lui che si mena il pisellino – e poi aggiunse
– nel prossimo anno scolastico il cornutone verrà a fare il vicepreside in questa scuola –

Poi intervenne Francesco e propose di darmi da fare un compito a casa

– si facciamogli fare qualche maialata – disse Giuseppe
– Propongo di fargli raccogliere in una bottiglia dello sperma –
– Hai capito troia hai due giorni per riempire di sperma una bottiglia da mezzo litro – ribadì Pasquale

Io tentai di protestare dicendo che non avrei potuto procurarmi tanto sperma neanche in 30 giorni, ma i maschioni ignorarono le mie proteste e invitarono a togliermi dai coglioni e di rifarmi viva il lunedì successivo, con una bottiglia da mezzo litro piena di sperma, altrimenti avrei pagato caramente le conseguenze.

– fatti venire a prendere da quel cornuto di tuo marito , io ho da fare e non posso riaccompagnarti – disse il mio despota

Poi prese il cellulare e chiamò lui stesso mio marito

– pronto cornutone , sono io Pasquale –
– ti telefono per dirti di venire a prendere quella troia di tua moglie Concetta – e poi aggiunse
– sai la riaccompagnerei io , ma oggi ho tolto i copri sedili dalla macchina –
– e farcita di sborra come &egrave , potrebbe macchiarmeli , sai ce la siamo scopata in quattro – e facendosi una risata riattaccò
– ve lo dicevo che era un cornuto consapevole –

Così indossai nuovamente il mio soprabito ed uscii dall’aula e aspettai l’arrivo di mio marito.
Ormai avevo capito che Pasquale era solo un gran bastardo e per lui io non ero altro un divertimento da dividere con gli amici e chissà chi altro.
Mentre rimuginavo sulla mia sorte e sulla mia nuova vita e sperando che i miei figli che , come ho già detto nel primo racconto, erano per motivi di studio a Roma presso una mia sorella, non venissero mai sapere cosa ero diventata , dopo 10 minuti arrivò finalmente mio marito.

– era ora che arrivavi – gli dissi seccata
– Scusa ho fatto il più in fretta possibile – rispose umilmente il cornutone

E mentre scambiavamo queste frasi uscimmo dalla scuola e ci recammo alla macchina , che il cornutone aveva parcheggiato poco lontano.

– &egrave vero tesoro quello che mi ha detto Pasquale – mi chiese mio marito con voce rotta dall’emozione
– &egrave cosa ti detto Pasquale – gli ribattei io
– mi ha detto che ti ha scopato insieme ad altri tre uomini –
– si &egrave vero sono stata scopata da Pasquale e da tre colleghi , che insegnano nella stessa mia sezione – e poi aggiunsi acidamente
– Pensa stai diventando lo zimbello della scuola dove l’anno prossimo svolgerai le mansioni di vicepreside-

Per il resto del tragitto fino a casa non scambiammo più alcuna parola , solo quando entrammo nel nostro appartamento parlai del compito che i miei aguzzini mi avevano assegnato.

– devo riempire una bottiglia da ‘ litro con dello sperma e non posso contare neanche sul tuo contributo , visto le 2-3 goccette che produci –
– come hai intenzioni di assolvere a questo incarico –mi chiese preoccupato mio marito
– non lo so proprio, non posso mica andare in giro per strada e chiedere ad ogni uomo che incontro se mi da un po’ del suo sperma – dissi io preoccupata

Effettivamente il compito era molto arduo infatti era venerdì ed io dovevo assolvere all’incarico per il lunedì mattina successivo.
Ero convinta che non avrei potuto assolvere al mio incarico e telefonai a Pasquale per chiedergli esimermi da tale incombenza, ma il bastardo fu inamovibile:

– senti Concetta quando ti do un’ ordine gradirei essere obbedito , sai ho delle foto tue che ti ritraggono in pose molto oscene per quella troia che sei , pensa se arrivassero sul tavolo del provveditore o alla redazione di qualche giornale locale –
– ma non so proprio come procurami tanto sperma – dissi piagnucolando io
– va bene coi pensa Pasquale tuo a trovarti la soluzione – disse lui in tono canzonatorio
– domattina vi recate , tu e quel cornutone di tuo marito , presso l’azienda agricola di un mio amico – e mi diede l’indirizzo
– e li, dicendo che ti mando io, chiederai di Carmelo vedrai, che ti risolverà il problema –e senza aspettare una mia risposta troncò la conversazione riattaccando il telefono.

Comunicai al mio consorte quanto mi aveva detto Pasquale e lui da quell’imbecille che &egrave si sentì sollevato

– visto Concetta che Pasquale non &egrave così spietato come pensavi tu – e poi aggiunse
– domani questo Carmelo ci darà ‘ litro di sperma di cavallo o di toro e tu avrai assolto al tuo compito –
– speriamo – conclusi laconicamente io

Quella nullità di mio marito ormai tranquillizzato , dalla piega che avevano preso gli eventi , si era calato i calzoni e seduto in poltrona si era preso a menare il cazzettino moscio :

– Concetta perché non mi racconti che cosa ti hanno fatto Pasquale e i tuoi colleghi stamani –
– Vuoi sapere come ti hanno fatto cornuto , come si sono scopati ed inculati quella troia di tua moglie – risposi io molto dolcemente o poi prosegui
– Sai anche i miei colleghi hanno dei cazzi grossi come quello di Pasquale e mi hanno riempito tutti i buchi con potenti getti di sborra –
– E ti hanno fatto godere Concetta cara ? – mi chiese quasi in falsetto quello smidollato del mio consorte –
– Certo Tonino mio che mi hanno fatto godere , con i loro cazzoni enormi –
– Ormai il tuo cazzetto non lo sentirei nemmeno qualora proveresti a scoparmi –
– O certo lo so e per questo io adesso mi faccio solo le seghe – disse mentre accelerava il ritmo della pugnetta

Io divertita dalla pietosa scena volli essere generosa e sollevando la mia veste mostrai le mie splendide cosce a quel segaiolo di mio marito

– si tesoro che belle gambe che hai chissà come si divertono a toccartele i tuoi amanti – disse il cornuto mentre seguitava a menarsi l’uccelletto ormai divenuto duro
– certo se la spassano proprio i miei amanti mentre mi toccano dappertutto alla faccia di quel gran cornuto che sei –
– sai mentre mi scopano o mi inculano, hanno sempre qualche gentile parola per te –
– dai pisellino della mamma fammi vedere come godi –

A questo punto quell’invertebrato di mio marito non riuscì a trattenersi e mentre lo schernivo venne come un adolescente nella sua mano.

La mattina seguente verso le nove uscimmo di casa per recarci all’azienda agricola dove avremmo dovuto incontrare Carmelo.
Circa verso le 11 raggiungemmo il luogo nel nostro appuntamento era una splendida tenuta in mezzo alla campagna lontana da ogni centro abitato.
Appena giunti davanti al cancello questi come per incanto si apri e noi ci dirigemmo percorrendo un vialetto ghiaioso verso quella che sembrava essere la casa del fattore ed in prossimità di questa arrestammo l’auto e scendemmo.
A questo punto dalla casa uscì un uomo che ci venne incontro.
Era un uomo di circa trentenni molto basso, quasi un nano, circa 1.50 ma molto muscoloso e nel complesso era molto sgradevole, inoltre il suo sguardo era molto cattivo per non dire sadico.
Io dall’alto del mio metro e settantaquattro centimetri , a cui era necessario aggiungere 12 cm di tacchi , lo sovrastavo di oltre 35 cm , in pratica non mi arrivava alla spalla ed era perfino più basso di quel tappetto di mio marito.

– sei quella troia della professoressa Concetta Z… – disse l’uomo appena si fu avvicinato abbastanza perché lo potessimo udire e poi rivolgendosi a mio marito
– e tu devi essere quel gran cornuto di suo marito – e quindi si presentò
– io sono Carmelo un amico di Pasquale – e senza attendere proseguì
– mi ha detto Pasquale che avete bisogno di un favore , ditemi pure che sono a vostra disposizione – disse l’uomo mentre sorrideva compiaciuto

Io e mio marito eravamo rimasti attoniti dall’approccio molto diretto dell’uomo e non riuscivamo a proferire parola.
Nel frattempo dalla casa erano usciti, dirigendosi verso di noi, altri due uomini somigliantissimi e della stessa corporatura di Carmelo

– questi sono i miei fratelli , Rocco e Domenico – disse Carmelo quando questi si unirono a noi e poi proseguendo nelle presentazioni
– questa bella vacca e quella professoressa troia di cui ci ha parlato Pasquale , mentre quel ciccione e quel cornuto di suo marito –
– E proprio una bella cavallona la puttana di Pasquale – disse uno dei fratelli di Carmelo
– Allora troia cosa possiamo fare per te ? – mi chiese in maniera risoluta Carmelo

Io ero molto imbarazzata e non riuscivo a trovare le parole per spiegare a Carmelo quello di cui avevo bisogno , poi facendomi forza iniziai a parlare:

– Io … avrei bisogno di….. , insomma lei … mi dovrebbe dare …. dello .. dello –
– Cornuto ,di che ha bisogno quella puttana di tua moglie? Chiese sadicamente Carmelo
– Non gliene ha parlato il signor Pasquale ? chiese mio marito a Carmelo
– Si ma voglio che ce lo chiediate voi , quello che vi abbisogna – disse Carmelo facendosi una risata

Ormai era chiaro che i tre uomini sapessero perfettamente quale fosse la situazione e cosa dovevano darmi ed era chiaro pure che era loro intenzione umiliare e deridere sia me che il mio consorte.
Quindi rassegnata stetti al gioco :

– siamo qui per ritirare ‘ litro di sperma, sa il medico mi ha ordinato una cura ricostituente a base di sperma e visto che mio marito ne produce pochissimo sono costretta a procurarmelo nei modi più disparati –
– &egrave vero cornutone non riesci a dare abbastanza sborra per questa cavallona di tua moglie? – disse uno dei fratelli di Carmelo a mio marito
– si la mia produzione di liquido seminale e alquanto scarsa – rispose mio marito in falsetto
– be non ti preoccupare cornutone adesso prima ti riempiamo quella vacca di tua moglie con la nostra sborra poi le facciamo riempire la bottiglia con la sborra del toro o del cavallo come preferisce – poi rivolgendosi nuovamente a me
– dai zoccola ora levati quel vestito e facci vedere quanto sei bella –

Seguendo le esortazioni dei tre uomini mi tolsi il vestito rimanendo solo con la biancheria intima e le scarpe.
Le mutandine erano molto succinte erano poco di più di un tanga ed il reggiseno lasciava fuoriuscire dalle coppe oltre metà tetta capezzolo compreso.

– che bel fisico che quel puttanone di tua moglie – disse Carmelo a mio marito
– come mi fa tirare l’uccello la tua signora – gli fece eco uno dei fratelli
– dai vaccona andiamo nella stalla –

I tre uomini in miniatura mi si fecero sotto ed una volta circondatami iniziarono a toccarmi tutta e a darmi sonore pacche sul culo .
Senza che neanche me ne accorgessi mi sfilarono o per meglio dire mi strapparono sia le mutandine che il reggiseno lasciandomi completamente nuda ad esclusione delle scarpe.
E così tra pacche e palpeggiamenti fui sospinta all’interno della stalla.
Naturalmente quel verme del mio uomo osservava quanto mi accadeva senza intervenire subendo pure gli affronti dei tre villani.

– pancione adesso vedi che bella festa facciamo a quella zoccola di tua moglie –
– menati pure liberamente l’uccelletto , Pasquale ci avvertito del tuo vizietto –
– dai calati le braghe facci vedere che razza di pisellino ti ritrovi –

Così il cornutone si calò i pantaloni e le mutande e con questi alle caviglie prese a seguirci mentre con una mano si menava il pisellino
Dentro la stalla i tre si spogliarono anch’essi e tra la enorme sorpresa mia e di mio marito esibirono tre verghe paurose sicuramente oltre 25 cm e più prossime ai 30 cm di lunghezza e di almeno 5-6 cm di diametro.
Inserite poi in quei corpi in miniatura sembravano ancora più enormi di quanto già non fossero.

– che ne dici puttana di una professoressa , sono di tuo gradimento questi bei cazzoni ? –
– non vedi l’ora che ti riempiamo tutta vero zoccolona ? –
– guarda cornuto come sono i cazzi di cui abbisogna quella puttana della tua signora –

Io ero rimasta estasiata dalla visione di quei superbi bastoni incosciente al dolore che avrebbero potuto provocarmi iniziai a colare umori dalla fica e desiderai che i tre cazzuti nanerottoli mi saltassero addosso per allargarmi tutti i buchi con le loro splendide mazze.
Ma i tre maschietti vollero procedere in maniera diversa dai mie desideri , infatti si erano seduti su delle balle di fieno e sempre con le loro proboscidi ben tese mi rivolgevano la parola

– Pasquale ci ha detto che sei un succhiacazzi sopraffina e d’altronde con le labbra che ti ritrovi &egrave come se ce lo avessi scritto in fronte quanto ti piace sucare i cazzi –
– Dai puttanona fai vedere a noi e a quel cornutone che bel lavoretto da bocchinara che ci fai –
– Si dai vieni a berti la nostra sborra direttamente alla spina –

Io come ipnotizzata mi inginocchiai ai loro piedi ed iniziai a lambire con la mia lingua le loro superbe e splendide cappelle.
I tre cazzi avevano un sapore molto forte , probabilmente i tre non erano soliti lavarseli molto spesso.Ma il loro afrore invece che di inibirmi mi fece eccitare ulteriormente e abboccai ai tre cazzi ancora con più dedizione.

– Ma che puttana che &egrave tua moglie , guarda cornuto come mi suca bene il cazzo la zoccola –
– Si grandissima succhiacazzi che non sei altro , continua sucarmi la minchia –
– Dai troia che poi ti facciamo bere la nostra sborra –
Mi alternai sui tre cazzi per almeno ‘ d’ora fino a che non mi riempirono uno di seguito all’altro la bocca con una copiosa sborrata .

– vengo puttana ti riempio la gola di sborra –
– sto per venire troia , prendimelo in bocca che sborro –
– Guarda cornuto come le imbratto la faccia di sborra a quella zoccola della tua signora –

Naturalmente dopo che ebbero sborrato, ripulii i cazzi dai residui di sperma e da ogni cosa imbrattasse i loro stupendi cazzoni, facendogli un bid&egrave completo con la mai lingua.
Grazie a questo mio trattamento ed allo loro prorompente virilità i tre maschioni continuarono ad esibire le loro maestose erezioni.
Io ero come invasata e passavo il viso sulle le tre mazze , le impugnavo e mi percuotevo il viso e seni con quei bastoni di carne.
Ero sempre più eccitata e desideravo tantissimo quei bei cazzoni ma i maschioni manifestando un grande autocontrollo seguitavano a farmi desiderare senza prendere alcuna iniziativa , limitandosi ad osservare i miei atteggiamenti da puttana in calore e smaniosa di cazzi.

– minchia ma ci piacciono proprio i nostri cazzi alla signora professoressa –
– dove li vuoi troia i nostri cazzi ? mi chiese Carmelo
– dove vorrete degnarvi di metterli – risposi io completamente assoggettata ai maschioni
– dicci più precisamente dove li vuoi i cazzi puttana –
– li voglio in culo , in fica basta che mi scopiate , per favore fottetemi sto uscendo pazza dal desiderio , vi prego ho bisogno di un cazzo –
– E’ proprio in calore quella troia di tua moglie , ti dispiace se se la scopiamo ? gli chiese sarcasticamente uno dei fratelli di Carmelo al quel cornutone di mio marito che seguitava a segarsi i ridicolo cazzetto

Quindi dopo essersi fatti desiderare mi fecero mettere alla pecorina ed uno si piazzo sotto di me infilandomi la possente nerchia in fica e gli altri due si alternavano nel mio culo.
Ero talmente eccitata che la penetrazione con quei grossi cazzoni non mi provocò alcun dolore mi sentivo solo piena di cazzo ed inizia quasi immediatamente a godere.
Ebbi una serie infinita di orgasmi che mi fece perdere i sensi proprio mentre gli ultimi due maschioni mi farcivano fica e buco del culo di calda sborra.
Quando mi ripresi ero stesa a terra e sentivo fica e culo dolermi per la maschia penetrazione che avevo poc’ anzi subito.

– ha la vacca si &egrave ripresa – disse Carmelo facendosi una risata
– adesso come ti abbiamo promesso puoi andare dal toro e farlo sborrare , in modo da raccogliere quanto ti serve –
– guarda &egrave laggiù &egrave gia tutto imbragato e gli abbiamo pure già fatto sentire l’odore della vacca
– ma come deve estrarre lei il seme dall’animale ? Non avete già qualche bottiglia contenente il seme dell’animale – tento di protestare il mio cornutissimo marito in un impeto di amor proprio
– Taci cornuto , pasquale ha detto che deve essere quella vacca di tua moglie a far sborrare l’animale –

Così zittito il cornutone , mi alzai e raggiunsi in fondo alla stalla, sculettando sui miei altissimi tacchi, il potente animale, che avendo già sentito l’odore della vacca esibiva già la sua potente erezione.

– dai metti sotto la pancia della bestia e prendigli con tutte e due le mani il cazzo tra le mani e fagli una sega –
– quando vedi che sta per godere prendi quel contenitore e raccogli gli schizzi sborra –

Dopo queste raccomandazioni mi accovacciai sotto la pancia dell’animale e abbracciai letteralmente il cazzone del toro ed aiutandomi con le mie grosse tettone e con la faccia iniziai a praticare l’oscena sega all’animale.
Oltre a segarlo con tutto il mio corpo ne respiravo l’acuto afrore, ne saggiavo il sapore leccandolo con ingordigia.
Ad un cero punto eccitata dall’immonda e laida carezza che elargivo alla bestia ebbi un nuovo potente orgasmo, provocato più dalla situazione sconcia ed indecente che stavo vivendo che dalle sensazioni fisiche che provavo.
Ciò naturalmente provocò le invettive dei maschioni che accortisi del mio orgasmo iniziarono ad insultare sia me che il mio cornutissimo consorte.

– hai visto cornutone ti preoccupavi per la tua signora alle prese con il toro e guarda come gode la vacca –
– già abbiamo più volte costretto delle signore a fare questo servizietto al toro ma &egrave la prima volta che ne vediamo una godere –
– gia tua moglie &egrave proprio una vacca –

Incurante dei loro commenti seguitai nella mia opera fino a che non sentii la bestia irrigidirsi e grugnire .
Immediatamente presi il contenitore di cui mi aveva parlato Carmelo e vi diressi i potenti getti del seme dell’animale.
Raccolsi almeno 1 litro di sborra e trionfante con la caraffa colma mi recai da Carmelo.

– brava troia adesso telefono a Pasquale e sentiamo che dice –
– Pronto, Pasquale sono Carmelo quella troia di Concetta ha appena fatto sborrare il toro –
– Bene passamela – rispose Pasquale
– Allora troia hai visto che sei riuscita a raccogliere la sborra come ti avevo comandato –
– Adesso te ne verserai un bicchiere e brindando alla mia salute lo berrai tutto di un fiato e tuo marito dopo ti darà un bacio in bocca con la lingua –
– Naturalmente Carmelo documenterà il tutto con un telecamera , come ha già fatto per la sega che hai fatto al toro , e lunedì porterai la cassetta a scuola e la vedremo insieme ai tuoi colleghi –
– Tutto chiaro troia –
– Si Pasquale – risposi io rassegnata e mi preparai ad eseguire quanto ordinatomi

Mi feci portare l’occorrente da Carmelo mi versai nel bicchiere l’immondo liquido alzai il bicchiere in alto e poi tutto di un fiato ne bevvi il contenuto fino a leccarne le pareti .
Poi rivolgendomi a quel gran cornuto di mio marito

– su tesoro vieni dalla tua mogliettina , dalla madre dei tuoi figli –

gli presi la testa tra le mani e lo baciai sulla bocca ficcandogli la lingua in bocca facendogli sentire pure a lui il sapore della sborra del toro.
Mentre lo baciavo così appassionatamente gli presi in mano il cazzettino ed iniziai a menarglielo
E nel giro di pochi secondi lo feci godere sulla mia mano.

– brava troia adesso tu ed il tuo cornuto potete pure andare – disse Carmelo mentre mi consegnava la mia borsetta dove aveva riposto la cassetta
– tu cornutone lascerai qui sia mutande che pantaloni mentre la tua signora verrà in macchina nuda come si trova
– ma sono appena le 4 del pomeriggio – protestò mio marito
– sono ordini di Pasquale – rispose Pasquale senza ammettere repliche

Così in pieno giorni così abbigliati salimmo in macchina e uscimmo dalla tenuta .
Naturalmente non ci recammo subito a casa ma ci nascondemmo in un boschetto in attesa che calasse la sera.

Segue…….

adolfozenetti@virgilio.it

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