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Erotici Racconti

La tristezza mi soffocava

By 27 Maggio 2017Febbraio 3rd, 2023No Comments

La voglia era grande, dato che la nostalgia e il rimpianto mi sfiniva in conclusione stroncandomi irrimediabilmente le membra. Io t’immaginavo passeggiare per le Ramblas di Barcellona, guardare incredulo e meravigliato la follia ideativa della Sagrada Familia di Gaudì, riposarti ascoltando musica al Pueblo, ammirare la cattedrale gotica e sorridere ai tuoi studenti dicendo: ‘Vamos a tapinar’. In quell’esatto istante, ripercorrevo mentalmente i luoghi visitati e mi pareva di rivederli con te, riaccesi e rivissuti dalla fantasia che s’incanalava nei meandri della mente. 

In questo momento stiamo camminando lentamente tenendoci per mano, guardando curiosi le costruzioni, i monumenti, i passanti e i tavolini dei caffè. A tratti volgi gli occhi verso di me e sorridi, visto che il tuo viso è radioso, mentre io mi sento galleggiare leggera nel tuo sguardo. Dopo ci sediamo davanti al bancone d’un bar e beviamo la sangria, osserviamo il desiderio degli occhi, mentre le nostre dita si toccano nel brindisi, tu mi sfiori le spalle con una mano, m’attiri piano verso di te, mi trascini nel tuo universo mentale dicendomi ti amo.

Le labbra s’uniscono, le lingue si cercano, la distanza tra i nostri corpi scompare e t’avvolgo nel mio profumo di rosa, mentre a mia volta avverto il sentore del tuo dopobarba. La tua voce calorosa con quella cadenza appassionata particolare m’affascina mandandomi in visibilio, perché mi sussurra nell’orecchio le parole della tua voglia, quelle che mi piacciono tanto, che vorrei sentirmi dire in ogni momento, perché m’infiammano svisceratamente facendomi perdere la testa. Qualcuno ci guarda, allora ci alziamo e usciamo tenendoci allacciati per la vita, adesso dobbiamo tornare subito in albergo, senza perdere tempo, perché non possiamo far aspettare ancora i nostri corpi pronti per l’amore. In ascensore le tue mani mi scorrono sul collo, sul seno e sui fianchi, nel tempo in cui mi riferisci:

‘Sei bellissima, sei una meraviglia, t’adoro’.

Con fatica infili la chiave nella serratura, le tue mani tremano, mentre io ti sto già slacciando la cintura dei calzoni. Appena siamo dentro tu richiudi la porta con un calcio e mi spingi contro il muro, giacché le tue le mani protese sono sui miei seni. Io sollevo le braccia e tu mi sfili il bustino aderente, poi affondi le dita dentro il reggipetto di pizzo e lo spingi sotto i seni rigonfi facendoli apparire, io nel frattempo ti libero dei calzoni e degli slip facendoteli scivolare dai fianchi fino ai piedi, tu scalci via le scarpe e ti strappi velocemente le calze, spalanchi la bocca sui miei seni e li baci forsennatamente massaggiandomeli con i palmi aperti. Io gemo cercando con le mani il tuo cazzo, la mano sinistra raccoglie e accarezza i testicoli, mentre quella destra impugna il tuo cazzo duro come una pietra, tu mi sganci il reggiseno che cade a terra e mi slacci la gonna che scivola giù, adesso sono senza slip, ignuda, libera e sguarnita in tuo totale potere.

Amabilmente immergi il viso nel mio petto, poi scivoli con la lingua sui capezzoli, sull’ombelico e sul pube. Al presente sei inginocchiato davanti a me, mi spalanchi le cosce, infine me le lecchi graffiandomi i glutei, accarezzandomeli, riempiendoti le mani con essi, successivamente mi scosti le labbra con le dita e sento il tuo fiato caldo che agisce sul clitoride. Cominci a leccarmelo per penetrarmi con la lingua, io gemo e sragiono per le sensazioni che mi fai sperimentare, afferro la tua testa e me la premo contro: tu mi fai farneticare di piacere quando mi lecchi così, fammelo ancora, dai su, ancora, ti manifesto io infervorata più che mai intimandoti di proseguire. Tu frattanto lecchi, mugoli e succhi, mentre io mi sciolgo in un mare di fluidi profumati di muschio, dal momento che colgo distintamente il mio inconfessato e intimo odore che riempie la stanza, malgrado ciò avverto nettamente però anche il tuo:

‘Tu mi ecciti pazzamente. Ti voglio, dai prendimi, sì afferrami, riempimi tutta con il tuo cazzo, ruotamelo dentro e fammi godere’ – t’imploro io esortandoti di proseguire e vaneggiando, avvolta in un turbinio continuo di sensazioni che mi fanno uscire di senno.

Tu mi fai questo mentre io grido avvertendo l’orgasmo che sale, in quell’occasione esci lentamente da me, io scivolo ai tuoi piedi con la bocca socchiusa agguantando fra le labbra il glande rigonfio e lo inondo di saliva succhiandolo deliziosamente poi scendo giù ingoiando il tuo stupendo cazzo fino alla metà, in seguito risalgo e faccio su e giù continuamente, ogni volta scappellando il glande da cui escono alcune goccioline aromatiche, dando con la lingua colpetti al frenulo, la bocca piena di te, la mente piena di te, il sesso pieno di voglia di te. Una volta per tutte mi sollevo e ti guardo mentre ti sfilo la camicia, l’ultimo indumento rimasto addosso sussurrandoti felicemente:

‘Portami a letto’.

In quel momento mi sollevi tra le braccia e il materasso morbido affonda sotto il nostro peso, tu premi sopra di me, il cazzo pulsante mi solletica il clitoride rosso e gonfio, poiché sono percorsa in tutto il corpo da frequenti e irrefrenabili scosse elettriche. Io ho ancora bisogno della tua bocca e della tua lingua, anche tu vuoi il sollievo delle mie leccate, in quanto così adagiati nella postura del ‘sessantanove’ mi fa mugolare di piacere dando sfogo al nostro impudico e libidinoso e desiderio. Tu m’infili un dito nella mia pelosissima fica e poi bagnato del mio fluido lo fai abilmente scorrere sul perineo, giochi intorno al buchetto, l’introduci lì e cominci un continuo dentro e fuori, finché contemporaneamente fai dentro e fuori con la lingua e con un dito nella fica. Dopo introduci un altro dito nel buco e ancora vai dentro e fuori, io smetto d’accarezzare il tuo cazzo, faccio allo stesso modo con lo scroto, perché voglio che tu interrompa la penetrazione con le dita nell’ano per gridarti:

‘Sì, dai, adesso scopami nel sedere’ – tu immediatamente t’alzi, mi giri sul ventre e m’allarghi con le mani i glutei.

La via è già stata aperta dalle tue dita, sennonché dirigi con la mano il cazzo e lo immergi, giacché scivola dentro dolcemente, mentre io confondo i miei gemiti con i tuoi. Al momento sei alienato di piacere, sei invasato e vai su e giù come uno stantuffo dicendomi convulsamente meravigliosa, stupenda, troia, sei la mia autentica e unica sgualdrina. All’improvviso sborri dentro di me tutta la tua intima essenza inondandomi le viscere, riempiendomi tutta con il tuo denso sperma. Sto per perdere la mia omogeneità, il clitoride intanto esplode al tuo tocco e vengo insieme con te con un grido lungo, incontenibile e trascinante. Il tuo sperma mi esce dal buco, si spande sulle cosce, scende verso la mia pelosissima fica mischiandosi accuratamente con il mio:

‘Ti prego, adesso leccami’ – questa al momento è la mia bizzarra e personale inedita richiesta. 

Tu t’adegui e ubbidisci conformandoti immediatamente, facendomi di nuovo indurire il clitoride e i capezzoli, per il fatto che anche il tuo cazzo è ancora rigido e voglioso pronto per un altro appassionato coito.

Alla fine riprendiamo il nostro numero magico, di nuovo ci abbandoniamo e ci perdiamo nel nostro recondito paradiso. Ancora e poi daccapo. 

{Idraulico anno 1999} 

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