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Erotici Racconti

L’incanto di quell’inverno

By 2 Settembre 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

Gli occhi di Valentina erano al presente pieni d’eccitazione e di lussuriosa frenesia, mentre il suo passo agile si lasciò speditamente indietro l’ultimo gradino andando incontro all’ombra che squarciava l’angolo del vialetto, aprendo in conclusione l’uscio a un’eccezionale e canicolare inattesa meraviglia di quel sole. Il dolce profumo dei pomodorini appesi alle finestre si mischiava accuratamente con l’intenso aroma dei frutti acerbi dei limoni, ma la fragranza dolciastra della sua cute si era impossessato dell’olfatto di Daniele i cui sensi erano rivolti solamente verso di lei.

L’incantevole località di Positano si spogliava a ogni vicolo dei suoi colori. Intanto che l’eco delle sue voci riempiva lo spazio stretto tra le case sommergendo il loro cammino come un torrente. Gli occhi di Valentina erano nudi, mai come quel giorno erano privi di ogni difesa, tenuto conto che esprimevano irradiando gioia, sprigionando ansia e diffondendo nel contempo sensualità, e soprattutto, non smisero mai di ridere. La partenza non sembrava emozionarla né turbarla più di tanto, ma si comprendeva che quello era davvero un giorno speciale per lei. Sei mesi lontano da casa, dagli amici di sempre, dalla sua cagnolina e, perché no, dalla sua nuova fiamma, non riuscivano per sua fortuna a toglierle neanche un briciolo di felicità per l’inizio della serie di lezioni all’Erasmus. Ma, in quelle ore, in effetti, lei non ci pensava poi tanto alla Francia, all’università, al resto del mondo, almeno così s’illudeva Daniele guardando il suo volto da bambina illuminato dal sole. D’altra parte, invero, aveva deciso di partire in quel modo, lasciando presto la sua città per passare le ultime ore italiane con lui. E non era poco.

Il più bel regalo d’addio glielo confezionò sennonché il destino, presentandole il litorale nella sua veste migliore, tra strettoie e tornanti a picco sul liscio mare azzurro come giammai poteva scrutarsi in inverno. Raggiunsero la spiaggia affannati dalla sete che avevano l’uno dell’altra, alimentata dal viaggio in automobile, dove baci e carezze non avevano fatto altro che aumentare il desiderio, come quando con una fame da lupo si degusta un lauto aperitivo. La loro attenzione si rivolse subito al molo che interrompeva sulla destra il bagnasciuga, al di là del quale si poteva solo vedere l’estremità d’una scogliera. A dire il vero non ci fu bisogno di parlare: le loro gambe già legate in un abbraccio vorticoso d’amore si precipitarono in quella direzione, perché a nulla valse la recinzione che impediva l’accesso al molo: in pochi minuti furono lì da soli e trafitti dai raggi di sole, colti da una passione licenziosa e sfrenata.

Valentina afferrò per mano Daniele e lo portò là dove gli scogli e l’alta parete rocciosa si baciavano, si sfilò il pullover, si tolse le scarpe per poi posare le sue dolci labbra sulla bocca di lui estorcendo il suo respiro e sequestrando il battito del suo cuore. In quell’istante comincio l’ora più attraente e splendida che Daniele potesse ricordare, almeno fino al lontano ritorno di lei. Incurante del passaggio delle barche, Daniele le slacciò i pantaloni, che adagio Valentina fece scivolare lungo i fianchi, fino a lasciare che le sue lunghe gambe si rivelassero al tatto più morbide del velluto appena sfilato. Con gesti altrettanto rapidi e vogliosi, le dita di Valentina slacciarono la cintura di Daniele andandosi a posare sul suo ventre, inserendosi verso il cazzo già duro. Uno sguardo indiscreto dalla finestrella della torretta che si stagliava alta nel cielo, poté allora scorgere i candidi seni di Valentina svelati dalla passione di Daniele, che aveva lasciato solamente le bianche mutandine sul corpo nudo di Valentina.

I capezzoli irrigiditi dal piacere invitarono il ragazzo a morderli e a succhiarli mentre la sua mano accarezzava languida il sesso umido di lei, che intanto cominciava a gemere di piacere. Valentina liberò il cazzo dal cotone degli slip e incominciò a massaggiarlo, sentendo crescere spiccatamente tra le mani il battito incalzante della loro intesa. Fu allora che le mutandine raggiunsero a terra i pantaloni, nel tempo in cui la ragazza si inarcava irrigidendo le belle natiche per cercare il contatto intimo con la cappella. Daniele le allargò la coscia tesa e con il glande iniziò a strofinarle il vistoso clitoride allargandole ulteriormente quelle labbra diventate alquanto sugose.

La penetrazione fu amabile, soave e indolente, visto che per l’ennesima volta ambedue sentirono d’essere nati per stare l’uno nell’altra, accomunati e uniti come in un incastro perfetto sia di sensi quanto d’anima di sesso e d’amore. Il cazzo di Daniele si lasciava comprimere dalla fica di Valentina, così come se quel luogo fosse stato il suo posto naturale, il suo calco, la sua destinazione finale, in quanto il loro amplesso dimostrava una straordinaria complicità di desideri, di movimenti e ritmi che nessun altro poteva capire. Il mare liscio come una tavola d’olio si rivide, ondulato prima, agitato poi, fino alla burrasca più tremenda, nelle onde di piacere che quei corpi solidi scioglievano nelle anime perse l’una nell’altra. I denti di Daniele affondarono nel collo di Valentina e le mani premettero con ardore i muscoli della sua schiena, scossi da un unico prolungato brivido, diluito, fulmineo e interminabile.

Per il tempo in cui le spinte pelviche aumentavano di ritmo e il clitoride eccitato sfiorava il pube di Daniele, i gemiti veementi di Valentina si trasformarono in poderosi strilli, dal momento che le gambe si contorsero intorno al corpo di Daniele con forza, lasciando salire nel corpo di Valentina ogni nervo, ogni singola cellula, sfociando in un orgasmo consistente, denso e sfibrante, suggellato dall’ultima spinta e dal contatto fatale tra il glande ormai carico e il clitoride infiammato all’inverosimile. Valentina, accalorata e sfinita com’era le bastò stringere tra le mani il cazzo appena uscito da quel caldo abbraccio, per vedere gli occhi di Daniele affascinati e incantati, mentre un fiotto denso inondava a meraviglia quella pelosissima fica con spruzzi di piacere.

Entrambi restarono lì ancora un po’ di tempo, manifestamente vuoti di pensieri e pieni di gioia di vivere, ad ascoltare il silenzio del mare e a farsi cullare dal calore di quel mattino incredibile. Soltanto tornando sulla spiaggia s’accorsero in seguito del pescatore. Lui era lì sul molo, con la sua batteria di canne e con gli occhi conniventi di chi con l’aria soddisfatta del ladro che ha rubato a un ladro, assicura promettendo di mantenere difendendo il tacito segreto d’un incontro proibito alla luce del sole.

Valentina con gli occhi bassi entrò nel ristorante, come se tutto il mondo la stesse osservando, si trascinò Daniele al suo fianco e ordinò una mozzarella in carrozza. La carrozza adesso stava per accompagnarla all’aeroporto, ma il volo più armonioso e incantevole era già atterrato, perché non sarebbe passato poco tempo prima che le ali della fantasia avrebbero potuto di nuovo spiccare il volo, campeggiando e distinguendosi nella realtà.

Accuratamente e diligentemente così, come in quella favolosa festività d’un giorno d’inverno. 

{Idraulico anno 1999}

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