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Erotici Racconti

Lo addenti e ti dai alla fuga

By 10 Giugno 2017Febbraio 3rd, 2023No Comments

Io mi trovo in quest’azienda da tre mesi, ci lavoro e mi sento amata, apprezzata e considerata. Sono appena entrata in ascensore, visto che devo andare all’ultimo piano, a ogni buon conto l’ascensore si ferma a metà tragitto perché un giovane deve entrare. Io lo guardo, lui fa altrettanto sorridendomi, mentre replico al suo sorriso arrossendo lievemente, lui mi squadra a lungo e poi preme il pulsante dello stop. L’ascensore ha una scossa e si ferma, io mi volto per riavviarlo, ciononostante lui mi blocca la mano:

‘No, non farlo ripartire, aspetta’ – mi bisbiglia in maniera calma.

‘Che cosa dovrei aspettare, scusa? Perché? Io voglio uscire da qui’ – gli chiedo un po’ irritata e spazientita, lui mi sorride enunciandomi gradevolmente:

‘Tra un quarto d’ora ripartirà da solo, sta’ tranquilla’.

‘Tua moglie m’aspetta nel suo ufficio, lo sai come s’indispettisce se si ritarda’ – gli dico io cercando di dissuaderlo.

‘Mia moglie aspetterà, perché in questo momento ho una voglia esagerata di te’ – dice lui ridendo. Io lo guardo, quasi non osando sperare.

‘Tu sei pazzo. Sei sposato, lo sai questo?’ – gli annuncio sorridendo compiaciuta, però lui annuisce strizzando l’occhio.

‘Vuoi dire che non mi vuoi?’ – ribatte con quell’aria da cucciolo abbandonato e incustodito, che mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi. Allora gli sorrido:

‘Io mi chiedo di continuo perché non riesco mai a resisterti, giacché è la quarta volta che mi provochi, malgrado ciò non riesco a dirti di no’ – gli chiedo io animata nel contempo abbracciandolo.

‘L’altra volta però non sei mica andata male, vero?’ – m’informa lui piuttosto deliziato e visibilmente rallegrato per l’accaduto. 

Io approvo e lui mi stringe a sé, la sua bocca si posa sulla mia e in questo momento presagisco che potrei accettare tutte le sue richieste talmente sto bene con lui. In quel momento lo bacio e gli tolgo la maglietta, dato che davanti a me adesso ho il suo torace muscoloso che mi squadra:

‘Leccalo piccola’ – mi dice lui, io lo faccio ben volentieri perdendomi nei meandri disegnati dai suoi muscoli perfetti.

‘Sei così bello amore mio’ – gli sussurro, prendendogli un capezzolo tra i denti e iniziando a giocarci mordicchiandoglielo piano e stuzzicandoglielo.

‘Oddio piccola, lo sai che non riesco a resistere quando qualcuna mi succhia i capezzoli. Fermati, ti prego’ – mi dice gemendo.

Io sorrido e passo direttamente all’altro capezzolo succhiandoglielo, finché avverto spiccatamente che potrebbe sborrare da un momento all’altro se soltanto gli sfiorassi il cazzo attualmente represso dagli slip, sennonché in quell’occasione m’abbasso e glieli sfilo accortamente con i denti squadrandolo marcatamente negli occhi:

‘Che cosa vuoi fare piccola birbante, anzi, monella di prim’ordine?’ – m’interroga lui, ben sapendo che cosa gradisce di preciso, intanto gl’impugno il cazzo in bocca e inizio a succhiarglielo in maniera oculata dosando intelligentemente i gesti e sagacemente i movimenti: 

‘Oddio, sì piccola, ecco, continua così’ – geme lui farneticando per l’enorme piacere che sperimenta.

Io continuo a spompinarlo attirandolo sempre di più verso di me, in modo tale che il suo cazzo penetri bene nella mia bocca. Lui poggia frattanto una mano sulla mia testa per essere sicuro che non scappi, io in quel frangente mi sento in paradiso, perché adoro tantissimo osservare quando il maschio mi eiacula addosso il suo denso seme: in ordine di preferenza gradisco riceverlo rispettivamente sulle tette, sulla fica e sulle mani, non mi piace sulla faccia né in bocca. 

‘Che troietta che sei’ – mi dice gemendo. Nel tempo in cui continuo a succhiarglielo io mi ritraggo in tempo ed ecco che finalmente lui sborra di gusto strepitando il suo abbondante orgasmo, giacché mi cola tutto sul petto. In quell’istante mi stacco lestamente da lui e faccio un movimento come per voler scappare, però lui m’afferra immediatamente per i polsi bloccandomi alla parete d’alluminio dell’ascensore e intimandomi lussuosamente:

‘Dove vai?’ – mi dice, cercando di dare alla sua voce un tono autorevole, esperto e influente.

‘Non penserai che ti lasci scappare, dopo che m’hai fatto godere così’.

Lui s’appoggia su di me, sento il suo peso sul mio corpo, mi bacia e dolcemente scivola dentro iniziando poi a spingere, conficcandomi nuovamente il cazzo nella mia foltissima e nera fica:

‘Mi senti piccola?’ – mi chiede lui incitato e infervorato più che mai.

Io annuisco gemendo, perché non ho la forza di parlare, nel frattempo l’ascensore è ripartito, però entrambi ci gettiamo sul pulsante e schiacciamo ancora una volta il tasto dello stop per prolungare quell’inattesa libidine. Un altro quarto d’ora tutto per noi e per il nostro amore, lui continua a incalzare e mi fa venire, io grido gustandomi quel fenomenale apice del piacere che mi sconquassa le membra lasciandomi interamente sfibrata, lui si stacca, però io lo attiro a me baciandolo per bene: 

‘Abbiamo altri cinque minuti, baciami ancora’ – gli manifesto io carica adesso più che mai.

Lui sorride e mi bacia ancora, perché adoro avvertire pienamente le sue labbra sulle mie. L’ascensore nel frattempo è ripartito, perché adesso abbiamo soltanto il tempo di ricomporci, per il fatto che s’aprirà e usciremo:

‘Grazie piccola, alla prossima corsa’ – mi dice sfiorandomi il viso, io agguanto la sua mano tra le mie e la bacio.

‘Ti amo puffo’ – gli dico. Lui s’avvicina e mi sfiora le labbra con un bacio leggero e veloce.

‘Anch’io piccola, non immagini quanto, se solamente sapessi’.

Per concludere, m’accarezza gradevolmente i glutei e in seguito si dilegua allontanandosi provvisoriamente nell’ampiezza di quegl’impersonali, indistinti e lunghi corridoi.

{Idraulico anno 1999} 

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