Skip to main content
Erotici Racconti

Lo rifarei se potessi

By 28 Agosto 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

La riva del mare in quel giorno era deserta, mentre dentro il cuore io avevo il vento, come se fosse ieri, il suo silenzio, distinguibile, la sua figura irremovibile si stagliava fra la folla del museo. All’epoca io avevo ventitré anni, eppure mi sembrava d’averne quaranta, in quanto mi sentivo matura nel fisico e cresciuta nel cuore, però mai come in quel momento. Ciò nonostante, lui non si posava su di me neppure con lo sguardo, allorché promisi verso me stessa che un giorno lo avrei avuto tutto per me, per un istante sconfinato e interminabile, come realmente accadde. 

Romeo, questo il suo nome, nero di capelli e con i denti perfetti, con la pelle ambrata e con gli occhi grandi come due laghi d’un blu così profondo, mi fece testualmente sragionare facendomi perdere l’omogeneità fin dal primo inconfondibile e particolare incontro. Romeo, infatti, era un audace, animoso e prestante contadino con le mani piene di calli, mentre io ero solamente ‘la sua signora’ – come amava lui definirmi, per sminuirsi o forse per umiliarmi, chissà. Io ricordo ancora oggi esattamente l’ora di quando lo incontrai quel giorno, intento e affaccendato soltanto a cogliere il fieno dai covoni e gettarlo sul carro, un uomo tutto d’un pezzo, super concentrato e impegnato nel suo lavoro. Passai di lì solo per osservare, unicamente per vedere, però lui non mi considerò, sorvolò la mia presenza, mi sorrise certo, ma era fuggevole come un lampo.

Romeo ebbe l’innata capacità di distruggermi con la sua connaturale competenza, annientandomi sennonché in un frangente, perché sotto quel sole estivo io caddi in maniera definitiva nella sua rete per sempre. Un giorno come un altro, pieno d’energia vitale, lui mezzo nudo nella sua tinozza di lamiera, io che lo osservo a distanza e mi limito solamente a toccare le parti intime sotto la gonna. Lui passa quella spugna su di sé, si massaggia la massa muscolosa, nel tempo in cui io sprofondo in un delizioso e piacevole viaggio senza ritorno. Poi a un tratto, lui s’accorge della mia presenza, mi chiama verso di sé, io seguo il suo profumo selvaggio fin dentro la stalla, dove da lì a poco mi ritrovo carne sotto la carne, accorgendomi ben presto di come bruci la carne nella passione.

Romeo sembrava afferrare intuendo ogni mia esigenza, ogni mia necessità, ogni mio nascosto appiglio, quando all’improvviso nel dolore più arrendevole e soave io svenni sotto di lui, accompagnata dai suoi colpi e dal suo cadenzato e poderoso ritmo. Io mi sentivo come mezza morta, però lui non si fermava, continuava e gli dava dentro, quasi fino alla perdita dei sensi. In quell’inedita, esclusiva e stupenda maniera io persi la mia verginità, a ben vedere, ripensandoci oggigiorno senza nessun rimpianto né rammarico lo rifarei nuovamente solamente se potessi. Anche se entrambi provenivamo da due ‘classi e due strati sociali diversi’, io e Romeo continuammo per quattro anni a frequentarci di nascosto per saziare la nostra fame, io all’epoca ventitreenne, lui poco più che trentenne. 

Un giorno, comunque partì per sempre imbarcandosi su d’una nave e non fece più ritorno. Chi lo conosceva a quei tempi, mi disse qualche mese fa, che si era creato una famiglia all’estero in America, forse in Canada, dove divenne un modello per diversi pittori.

Come quel giorno, ripensandoci bene, là dentro quel ripostiglio nella stalla, che per me fu come rivivere un ritratto incantevole, meraviglioso e sbalorditivo, tenuto conto che la sua persona mi rimase svisceratamente impressa e stampata tenacemente addosso, così come anche i nostri corpi all’epoca lo erano altrettanto.

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply