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Erotici Racconti

Mi piace stare con te

By 10 Dicembre 2016Gennaio 31st, 2023No Comments

‘Mettiti qui per piacere, sì così, esatto. Reggimi adesso la mano, avverti il mio battito? Non sto bene, lo capisci questo? Sembra come se avessi la febbre, sto sudando e ti garantisco che non è per il caldo. Non mi sento al meglio, tutto questo mi succede già da un po’ di tempo e non riesco a comprenderne il perché, anche se il dottore esprime riferendomi però che è tutto a posto’.

Mia madre invece s’angustia assiduamente allarmandosi di continuo per la mia salute e per tutto quello che mi riguarda. Lei afferma testimoniando che non le piace per nulla il mio colorito, ma io ho la certezza che ben presto passerà, sì, passerà certamente, vedi però, se tu mi guardi così non passa. Ma no, non sto dicendo quello che pensi, il motivo è perché mi guardi in un modo insolito che mi fai venire voglia. No, niente, non so dire come mi guardi. 

Adesso io ho caldo, tu non lo senti? Hai ragione, non c’è tantissimo caldo: fuori c’è la neve. Ti piace ammirare la neve sulle montagne? Io ci starei giornate intere sai? Specialmente se poi c’è il sole. L’unica cosa che mi affligge in queste occasioni è in verità che i raggi solari faranno squagliare velocemente il manto nevoso, lo spettacolo sarà magnifico ma durerà poco, ciononostante è sempre in tal modo, visto che gli episodi suggestivi non sono interminabili né perenni, così come d’altronde la nostra età più bella, che è questa per l’appunto. Tu hai ragione, scansiamo la materia della saggezza, per il fatto che stiamo analizzando lo studio delle sostanze per sostenere l’esame all’università. Scusa, io divago sempre, visto che se continua così tu non m’inviterai più a venire qua, eppure mi rendo conto che ti faccio perdere soltanto del tempo, perché il tempo è ricchezza, però m’affliggerebbe e mi dispiacerebbe assai se tu non venissi più, sul serio. 

Adesso stai zitto, eh? Ti sorprendo ogni tanto non è vero? La scienza delle essenze informa, istruisce e rivela numerose nozioni. Io amo certe cose, perché mi cagionano degli effetti straordinari e strepitosi. Gli ammassi carichi di neve comunicano diramando una rapida risposta al mio intelletto, il tocco d’una mano provoca un tumulto che si ramifica alla mia cute, la vampata, lo sforzo e la percezione del calore sono interamente conseguenze ed evidenti contraccolpi di queste sostanze. Ecco, per esempio i pizzichi che mi stai sferrando al momento sono la causa concreta e tangibile di questi numerosi risultati, ahi, così mi fai male. Lasciami stare il grasso, perché quello ce l’ho dalla nascita e anche queste minuscole tette. Io lo so che me le guardi accuratamente e che t’interessano, che cosa credi, pensi davvero che non l’abbia capito? Ma è tutto normale, per il fatto che io sono e mi reputo normale, che ti pare? Ho delle foto scattate quand’ero piccina: lo sai che ce le ho sempre avute così, certo erano un po’ più piccole, però adesso sono cresciute, ma del resto anch’io e in tal modo anche tu. Adesso sta’ zitto, perché noi due siamo cresciuti insieme volendoci bene, da sempre e tu lo sai che io ti voglio bene.

Toglimi una curiosità: ti dispiace se adesso ti scandaglio le mani? Perdonami, tu hai una mano benfatta, ampia e sana: la conosci la storia dei segni e delle linee della mano? Me l’autorizzi quest’analisi? Questa è la linea del dispiacere, del rincrescimento, giacché è breve, a questo punto mi fa pensare che stai per incassare un dolore. Ecco, ci sei cascato, visto che è lo scherzo più superato del creato, non dirmi che non lo sapevi, però comprendimi, io t’ho causato dolore cozzando precisamente là, ciononostante la burla è questa e onestamente mi rammarica. Ho modo d’ovviare perlomeno in una qualunque maniera? Che cosa ne dici? Non ti procuro sofferenze, sta’ rilassato, ascolta, realizziamo un comune accordo: se preferisci restare ammutolito va bene, però non squadrarmi in questa maniera, per cortesia, perché così mi metti in imbarazzo, dico sul serio. Mi piace stare con te, non lo nego, perché tu mi susciti delle conseguenze e degli effetti costruttivi e positivi, mi fai pensare alle vette coperte di neve sotto il sole e con il cielo azzurro mi provochi le stesse emozioni e so che sono brevi, perché nessuna neve resiste all’infinito e la bellezza del sole facendo scomparire la magnificenza della neve, perché tutto in effetti non si può avere.

Tu mi piaci, questo l’hai capito da qualche tempo e anch’io ti piaccio, tuttavia non si può, lo sai bene che non si può. Sì, te lo sto toccando, giacché ti è diventato duro sotto la mia mano: lo senti adesso il calore anche se hai addosso i jeans? Io lo sento che è gonfio, è grosso, è bello, ma non si può. Ti piaccio anch’io mi dici. Lo so, dev’essere il cerchietto, l’hai visto il mio cerchietto in testa? Com’è? Hai notato pure che metto l’ombretto? Sì, ne metto pochissimo, non si vede nemmeno, il rossetto invece? Appena un filo, lo uso perché per adesso ho le labbra smunte sennò mia madre si preoccupa, lo sai che lei non aspetta altro che angosciarsi e preoccuparsi per me. Dici che s’allarma di più se s’accorge che uso il rossetto? Sì, forse hai ragione tu, dunque che farai? La cerniera, bravo, lo stai liberando, però non correre dai.

Hai ragione, sto facendo tutto io. Va bene, non ti tocco più. Ahi, fa’ piano, non puoi costringermi a prendertelo in mano, ehi che fai, mi sbottoni, m’apri la camicia. Non farlo ti prego, non farlo guardandomi così, ti supplico. Questi bottoncini però quanto sono stronzi, il primo cede subito, fin troppo presto, gli altri viceversa resistono, se continuano così mi costringeranno a intervenire per aiutarti, non voglio, non devo, t’imploro almeno non guardarmi così. Eccomi, attualmente sono nudo, perché io sono sempre stato spoglio di fronte a te e tu non te ne sei mai accorto. D’accordo, sono nuda, hai ragione: non posso dire disadorno ed essenziale se sotto la camicia nascondo due piccole tette simili, bensì ti ribadisco che sono nella norma, nel senso che m’imbarazzo, cavolo, non ho mai preso un ormone, lo sai questo? Io sono così cazzo, in questo modo da sempre. Che cosa vedi davanti a te? La mia anima è donna, visto che non ho barba né peli. Io mi depilo, sì certo, ma se vedi dalla cintola in su che cosa potresti dire di me? Io sono fatto in questo modo, è una questione a ragion d’essere di naturali risposte viventi dell’organismo, ebbene sì, è specificamente la disciplina delle sostanze, pertanto se vuoi affibbia pure la colpa allo studio di queste molecole se sono accanitamente e disperatamente innamorata di te. Tu m’hai baciata, che cos’hai fatto, sì lo hai fatto, dato che hai varcato la soglia entrando nella mia bocca, la tua lingua è scivolata sulla mia senz’incontrare resistenza alcuna si è allacciata alla mia, ne ha succhiato il sapore e le ha restituito il suo, io ho goduto della tua. Che cos’hai fatto, che cosa abbiamo fatto? Abbiamo in sostanza varcato i confini delle nostre giovani esistenze, te ne rendi conto? 

Che cosa dici? Io ho baciato una donna, sì ripetilo, scusa se continuo a baciarti io. Palpami interamente, senti il mio seno come vibra? Senti com’è caldo? Guarda, là di fuori adesso nevica, malgrado ciò io sto bollendo, toccami ti prego, baciami, succhia il mio capezzolo ansioso, leccalo, prendi il mio latte, senti come sono appassionata e rovente? Sono scrofa amore mio, sono la tua sgualdrina. Accidenti, cazzo quant’è grosso però, mi è sempre piaciuto guardare gli arnesi degli altri, ho frequentato spogliatoi e attività sportive forse soltanto per questo immorale e lussurioso motivo, imbarazzandomi per le mie tette grosse e per il mio membro piccolo, sì, aspetta: adesso te lo faccio vedere, io ne ho osservati tanti, li ho ammirati, ma forse così grosso non lo avevo giammai esaminato, io mi sento fortunata amore mio, è veramente grosso, ma poi non ti vergognerai vero? Non t’imbarazzerai di me? 

Non guardarmi in questo modo, lo so che ti vergognerai, scusa se rovino tutto sul più bello. Lo so che ci vergogneremo, dato che non potrai camminare con me mano nella mano, che non potrai baciarmi al cinema, che non potremo andare a fare acquisti e io non potrò girare con la borsetta né con la minigonna come mi piacerebbe fare, se soltanto potessi farlo con te. Lo so, so tutto, chiudiamola qui, lasciati toccare, io ti confeziono adesso un bel pompino se tu lo vorrai amore mio: la tua cappella bella grossa mi fa ammattire, io sragiono, le reazioni chimiche mi pigliano turbandomi il cuore, mi animano il cervello, mi salgono su per la schiena e passano per di là. Va bene, adesso lo hai capito, mi entrano da lì. Io vorrei che anche tu entrassi dentro di me, perché è bello leccarti e succhiarti tesoro mio, non ti faccio del male vero? Lo faccio perché ti amo, sono baldracca perché ti adoro, è incantevole essere troia con chi si ama, visto che io ti amo amore, ma fermiamoci qui. Godi amore, spassatela nella mia bocca, soffocami con il tuo piacere impetuoso, io lo ingoierò totalmente perché sono sgualdrina, la tua troia, unicamente per te. No, non guardarmi così, io sono tornata dal bagno, mi sono ripulita e richiusa, a dire il vero il tuo seme speziato un po’ l’ho mandato giù, dico il tuo seme amore, perché il resto l’ho sputato nel lavandino, ma quanto ne avevi quel giorno.

Adesso basta, se vuoi continuiamo a studiare altrimenti me ne vado, per davvero, scusami per i particolari spinti, ma io ho ingoiato il tuo sperma, capisci? Sono diventata tua, tu mi possiedi, visto che la tua lingua, il tuo cazzo, le tue mani hanno giocato svagandosi con il mio corpo, hanno palpato i miei piccoli seni, le tue dita calde e inumidite dalla mia e dalla tua saliva sono entrate dentro di me, hanno alterato violando il mio orifizio più intimo e segreto, solamente per te amore ho compiuto questo, ma adesso basta, torniamo a studiare o se vuoi me ne vado.

Il tuo membro mi ha posseduto, è entrato nella mia carne, è salito su per il mio corpo, mi ha procurato un piacere incredibile, le contrazioni mi hanno squassato di dolore e di godimento, sono venuta anche con il pisellino, dopo hai estratto fuori il tuo, hai goduto dentro la mia bocca, mentre sei ancora così dimesso, mezzo nudo e pensieroso. Dai rivestiti, lo vedi che ti vergogni? Ho capito, me ne vado, dove ho messo il maglioncino? Ecco la sciarpa. Tu dici che queste scarpe fanno capire che sono un po’ finocchio? E chi se ne frega. Mi stavano bene, a quel punto al commesso ho detto e ripetuto che preferivo questo modello e lui m’ha riferito che era adatta per le signorine, io gli ho risposto che non m’importava. Secondo me era un po’ finocchio pure lui, sai? Tutti i commessi di certi negozi sono omosessuali, ma io non sono un invertito, io sono così, io sono istintivo, naturale e schietto in questo modo. Ciao, è stato bello, adesso posso darti un bacio? Soltanto su d’una guancia lo giuro, però non guardarmi così, smettila. Non gradisci che ti sfiori? In tal caso ti saluto, però resta qui.

Come resta qui? No, dai, vedi che non c’è più il clima. Tu dici che c’è il clima, in effetti m’indichi con il dito là di fuori verso la finestra. In questo momento è spuntato d’improvviso il sole dopo la nevicata, attualmente le cime spruzzate di bianco sono più bianche, dato che ci batte il sole.

Tu mi ripeti di restare, su dai, per una volta guardiamole insieme queste vette, mi sussurri tenendoci alla fine per mano.

{Idraulico anno 1999} 

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