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mio marito: il mio mentore…-4

By 2 Aprile 2024No Comments

* mi sono accorta che nei miei tre precedenti racconti non ho specificato che la saga ( perché di questo si tratta) raccontata corrisponde alla realtà. Tuttavia, devo ammettere che ho, di tanto in tanto, qua e là. romanzato ma senza esagerare.

Il sabato e la domenica successivi all’incontro col mio amante ed il suo amico, il mio ragazzo venne a casa mia a pranzo e dimorò molto perché volle parlare con i miei genitori.
Mi sorprese e non so se per la gioia o per l’inquietudine che , tuttavia, questa sua iniziativa mi procurò.
Chiese ai miei genitori di accettare il nostro fidanzamento ufficiale e che , se d’accordo, avrebbe portato presto i suoi genitori per consolidare il suo impegno.
Negli anni ’60 era così che si usava .
I miei genitori si mostrarono favorevoli anche se mia madre non era molto entusiasta, diversamente da mio padre che invece stravedeva per R.
Quando fummo soli gli chiesi chiarimenti su questa sua decisione che mi aveva sorpreso non poco anche perché sospetta.
Mi disse che era innamorato di me e che voleva sposarmi. Aggiunse che eravamo due persone dalle affinità solide e chiare. Inutile dire che ero felice per la dimostrazione d’amore che mi dava ma non mancai di approfondirne le motivazioni , assicurandogli che ero innamoratissima di lui ma che pensavo che il prematuro passo formalizzato avesse un riferimento a quello che era accaduto tra noi e le trasgressioni a cui mi aveva indotto in quello scorcio di inverno. Gli feci osservare che stavamo assieme solo dal settembre dell’anno precedente e che dovevamo prima finire gli studi e poi cercare e trovare una sistemazione lavorativa ed una conseguente base di sicurezza economica: sarebbe passato tanto tempo.
Mi assicurò che non c’era alcuna volontà di fare stupidaggini e che tutto sarebbe stato fatto rispettando i tempi e le migliori condizioni per mettere su casa e famiglia. Aggiunse che la sua convinzione di fare sul serio risiedeva anche e soprattutto sull’intesa che , anche se in poco tempo, s’era stabilita fra noi. Che era chiaro che fossimo una coppia ben assortita che , senza forzature, aveva trovato un singolare incastro : io, “disposta ad essere corrotta e lui capace di corrompermi”.
Disse proprio così.
Lo abbracciai e ci baciammo con passione.
” ti seguirò qualunque progetto avrai per me e non mi opporrò mai alla tua progettazione di vita che penserai per me, per noi”. Questa fu la mia promessa.
La sera, approfittando che i miei erano usciti per andare al cinema, avemmo la casa a disposizione e facemmo sesso divinamente. Non dubito che le recenti esperienze che avevo vissuto davano benzina alla nostra prestazione. Infatti R. volle godere dei miei due orofizi violati il venerdi precedente dai due uomini che mi avevano scopato insieme. Mentre si alternava a scoparmi fica e ano mi chiedeva particolari sui due uomini che mi avevano avuta nel bagno del cinema. Gli dissi che il venditore di gelati mi sconvolgeva il cervello e che mi piaceva come mi trattava e scopava. Gli riferii che con lui provavo sensazioni strane ma straordinarie. “Mi piace il suo cazzo, il suo corpo, il suo odore e mi sono concessa a lui con la stessa convinzione ed entusiasmo coi quali amo accettare le trasgressioni alle quali tu mi stai inducendo”.
Sorrise compiaciuto e mi disse che
“con Corrado, farai esperienze che neanche ti immagini; abbiamo parlato a lungo della tua istruzione sessuale e mi ha anticipato che sa come completare la tua corruzione. Sarà il tuo amante fisso e tu lo seguirai con fiducia. Spesso sarai da sola con lui a casa sua, senza me presente, e lui mi riferirà delle esperienze che farai”.
Un brivido mi corse lungo la schiena mentre godevo senza ritegno assicurandogli che volevo ” Corrado” come amante fisso.
Già, Corrado! Finalmente seppi il nome del mio “giustiziere”: avevo dato culo, fica e bocca ad uno sconosciuto senza neanche saperne il nome. Appresi che aveva 50 anni che era sposato, “con una donna particolare” e non avevano figli.
Parlammo dei rischi che a quel punto c’erano , data la futura assidua frequentazione, che potesse mettermi incinta. Mi rispose che Corrado sarebbe stato attento a non farmi correre quel pericolo: aveva l’alternativa di sborrarmi nell’ano quando avesse voluto godermi dentro. Gli chiesi se mi avrebbe portato altri uomini dopo quel suo amico. Mi disse che non mi avrebbe data ad altri uomini , dopo che insieme avevano stabilito che sarebbe stato il mio amante fisso e che l’esperienza della doppia penetrazione era stata necessaria per misurare la mia predisposizione a farmi corrompere.
Aggiunse che ero stata brava , generosa e coraggiosa nell’affrontare quella prova. Quella sera mi sborrò nell’ano e mi eccitai tanto a sentirmi riempita dal mio fidanzato dopo che Corrado ed il suo amico avevano aperto la strada. Sfuggimmo a stento al rischio di essere sorpresi dai miei genitori che rincasarono di lì a poco: fui costretta ad indossare di corsa le mutandine per non spargere lo sperma che mi aveva depositato e che stava fluendo copioso dall’orofizio anale cosi da essere scoperti.
Mia madre , il giorno dopo, si accorse che le mutandine erano abbondantemente umide e con vistose macchie giallastre e mi disse senza guardarmi che presto mi avrebbe condotta dal suo ginecologo. Non aggiunse altro , facendomi intendere che aveva la certezza che R. ed io facevamo sesso. Arrossii come un ladra al pensiero che si sbagliava di grosso: Corrado ed il suo amico mi avevano scopato giorni prima in un bagno del cinema e R. era il regista della mia depravazione.

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