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Tornando a casa insieme, R. mi chiese come stavo a seguito del fatto che non ero rientrata in aula dopo la ricreazione per rifugiarmi nella sala delle alunne. Non risposi subito e lui si inquietò, incalzandomi più per curiosità che per un’effettiva preoccupazione.
Esitai ulteriormente, ancora scossa e turbata per quanto era accaduto tra me e la mia compagna poco prima.
Mi strinse il braccio per sollecitare una risposta e lo fece in maniera vigorosa, facendomi male.
“Amore , mi chiedo in quanto mi debba dividere dopo quello che è successo oggi. Non faccio in tempo a stupirmi di quanto mi stia accadendo giorno per giorno e di come mi riesca di adeguarmi ad ogni esperienza con incredibile remissività che subito vengo travolta da nuove emozioni mai immaginate prima di conoscere te! Se penso che più tardi dovrò conoscere Anna, e apprendere ciò che sarà di me insieme a suo marito, non so come potrò gestire la nuova ondata di sensazioni forti che Alda mi ha provocato prima. Sta cercando di sedurmi ed il bello è che mi è piaciuto. Devi sostenermi, tesoro: ho timore che alla lunga io possa crollare sotto l’onda delle tentazioni a cui non riesco a sottrarmi. Mi sento persa se penso che Corrado mi prenda di testa, e non solo, ed io non riesca a sottrarmi alle sue sempre più forti tentazioni. Fra poche ore dovrò affrontare un nuovo esame con sua moglie e mi si annuncia che è più esigente. Devo stare attenta alle diffidenze di mia madre ed alle conseguenze che potrebbero derivarne a casa. Mi accorgo che passo poco tempo con te e ciò mi fa riflettere sul nostro rapporto. Adesso mi è capitata questa tempesta con Alda che dovrò affrontare giacché mi ha coinvolto e, ammetto, mi ha squarciato il velo dell’attrazione che mi procura da quando due anni fa la conobbi al primo giorno di scuola. Adesso mi è chiaro perché l’abbia scelta come mia compagna preferita: ero attratta insondabilmente da sempre ed oggi finalmente tutto si è disvelato. Ho goduto tra le sue braccia , ci siamo baciate e mi ha fatto godere con le sue dita. Mi sono abbandonata a lei e ne ha certezza: adesso vuole di più ed io pure. Come faccio a gestire tutti questi impegni senza rischiare di deludere qualcuno? L’unico che non si aspetta niente da me è quel poveretto di mio padre che non mi assilla.”
R. ascoltò silenzioso il mio sfogo, poi con voce calma mi rassicurò che
“avremmo” affrontato tutto col tempo. Aggiunsi che anche lo studio, ultimamente, non era stato brillante ed ero preoccupata perché ci tenevo ad essere ancora la prima della classe. Lui concordò con me e mi assicurò il suo sostegno, osservando che la rivelazione su Alda non era una novità per lui e mi fece intendere che dietro la risolutezza della mia amica e compagna a prendere l’iniziativa aveva contribuito proprio lui. Mi spiegò che aveva avuto una lunga conversazione con lei e, avendo percepito che aveva un debole per me , l’aveva incoraggiata a dichiararsi senza esitazioni o timori di essere respinta e pregiudicare la nostra amicizia. La ragazza, sorpresa per l’apertura inattesa da parte del mio ragazzo, chiese come pensare di vivere un’eventuale relazione così particolare. Lui la rassicurò che non nutriva una gelosia malata e che potevamo condividere amore senza problemi di scossoni alla nostra relazione. Precisò che mai lui si sarebbe intromesso sessualmente fra lei e me e che avrebbe tutelato e favorito la relazione tra noi. Aggiunse che lui ed io già vivevamo una situazione relazionale speciale improntata alla massima libertà. Concluse che Alda a quella rivelazione non sembrava avesse compreso bene cosa c’era dietro a quel ” relazione speciale” ma era così felice di aver avuto via libera dopo quel chiarimento.
R. non finiva mai di stupirmi : rimasi senza parole a questa rivelazione; piuttosto, ero senza certezze sulla mia capacità di gestire tutte queste relazioni. Senza contare la mia famiglia e lo studio.
Mi lasciò sotto casa dandomi appuntamento alle 16 per condurmi a casa di Corrado e Anna. Lo baciai piena di desiderio e gli sussurrai parole di amore. A casa non risposi alle domande indagatrici di mia madre e rifiutai di mangiare . Mi chiusi in bagno cercando di riordinare i pensieri e concentrarmi sull’imminente incontro. Ma presto mi si agitò la presenza di Alda e sgombrai il campo dei miei “affanni” dedicando a lei un ditalino che sfociò in un orgasmo dolce e prolungato che mi procurò una spossatezza che mi avrebbe indotta a stendermi sul letto e dormire. Invece dovevo dare un’occhiata ai compiti per l’indomani e pianificare fino a che ora avrei studiato al rientro da casa di Corrado e Anna. Portai il telefono nella mia stanza e chiamai Alda. Fu felice e sorpresa e mi ricoprì di parole al miele. Le dissi che avevo desiderio di sentirla e che avevo dedicato a lei il ditalino con orgasmo di pochi minuti prima. Le anticipai che il giorno dopo sarei andata a studiare da lei. “Ti amo e ti desidero, Ludovica” mi disse prima di poter sentire da me “fammi sognare tra le tue cosce” in risposta. Concluse prima di chiudere “ci sei già tra le mie cosce e non solo tra le mie cosce…”
Abbassai la cornetta sul telefono e sentii umida la vulva : corsi alla porta e scesi velocemente le scale. R. mi aspettava davanti al portone, corsi felice tra le sue braccia e lo baciai:
“ti amo, non sai quanto”. Mi sorrise ma aveva altro per la testa, lo capii ma non lo assillai con domande inutili: mi stava portando a scendere un altro gradino verso la mia dissoluzione e depravazione: io ero pronta, convinta che volevo solo essere “sperperata” per poi rinascere tra le sue braccia.
Non parlammo durante il breve tragitto che ci condusse a casa dei due coniugi. Vivevano in una palazzina ” liberty” , tra le poche sopravvissute allo scempio edilizio della città: era visibilmente in brutte condizioni pur potendosi intravedere le bellezze originarie. Si accedeva ad una breve rampa di scalini piuttosto sconnessi attraverso un vestibolo dalle mura scalcinate e aggredito da diffusa umidità. Osservare tale degrado mi fece riflettere sulle condizioni sociali dei due coniugi e non potei non ammettere che in fin dei conti Corrado era un venditore di gelati ambulante anche se non era rozzo e grossolano nell’aspetto. Era strano come quell’uomo mi fosse entrato nelle vene inoculandomi un veleno che si era propagato nei miei sensi tanto da desiderare essere posseduta carnalmente sempre più. Fu conseguente riservare un pensiero ad Anna che non riuscivo ad immaginare nelle fattezze e nei modi, chissà com’erano la sua voce ed i suoi modi di relazionarsi . Fu una breve riflessione prima di trovarmi sull’uscio di casa dove Corrado ci accolse con un radioso sorriso. Aveva occhi solo per me: mi abbracciò vigorosamente e mi baciò catturando la mia lingua con la sua mentre sentivo le sue mani sul mio culo in maniera sfacciata.
“benvenuta a casa mia che da ora in avanti sarà anche casa tua; abbiamo preparato una stanza per te quando ti capiterà di essere ordinato di venire da Anna con o senza me ed il tuo fidanzato. Mi auguro che capiti di averti con noi qualche notte ma ci penseremo dopo e studieremo come sistemare con tua madre”. Così mi accolse mentre non smetteva di impadronirsi delle mie natiche infilando entrambe le mani sotto la gonna. Le dita cercavano il mio ano mentre mi baciava liquidamente inondandomi il viso di saliva.
“smettila porco , lasciami fare conoscenza con questo fiorellino che hai già abbondantemente maltrattato.”
Così mi apparve Anna dopo averlo spostato e separato da quell’abbraccio. Mi tirò dentro , mi prese per le mani, si allontanò due passi per inquadrarmi tutta dalla testa ai piedi. Mi porse la mano destra con il chiaro invito di baciargliela. Esitai un attimo e me la agitò sotto il mento ripetendo l’invito che adesso voleva essere un ordine. Presi tremando la mano e la baciai velocemente , abbandonandola. Mi prese il mento sollevandomi il capo ed, a voce bassa. mi disse:” la prossima volta lo farai meglio, magari inginocchiandoti.”
Avvertii un brivido lungo la schiena , colpita da queste parole dette con tono d’imperio. Abbozzai un incerto, imbarazzato, sorriso che lei giudicò come accettazione e mi abbracciò nell’intento di confortarmi.
Mi prese per un braccio e mi condusse nella stanza che avevano preparato per me mentre a voce alta informò Corrado e R. che dovevano andar via e lasciarla da sola con me. Sentii la porta d’ingresso chiudersi e per la prima volta avvertii la sensazione di essere deprivatizzata da qualsivoglia potere di autodeterminazione e la piacevolezza di liberarmi da ogni responsabilità della mia condotta.
” sei magra ed hai il viso sciupato, dovrò intervenire per alleggerire i tuoi pesi che da qualche tempo hanno inciso nella tua vita. Ho parlato a lungo con R. ed ho ben chiaro il suo disegno su di te. Corrado mi ha riferito della tua indole sottomessa e mi ha convinto che io possa avviare un percorso di accrescimento della tua naturale propensione a sottometterti a qualcuno o a più di una persona. La scelta, benché casuale, è stata opportuna perché sia io che Corrado siamo dominanti quanto tu dimostri di essere sottomessa. So che sessualmente non hai limiti e il tuo fidanzato , ancorché giovanissimo, ha intuito che vuole solo te per costruire la vostra vita. A me e Corrado il compito di perfezionare e realizzare il tuo addestramento. Non devi pensare che il nostro sia altruismo: da questo nostro impegno pretendiamo il nostro tornaconto che consiste nel prendere piacere da te , in tutti i modi. Corrado ha già goduto di te ed ora sarò io a godere di te. Avrai intuito che sono bisessuale ed amo il sesso sia con gli uomini che con le donne. Immagino che tu non conosca le delizie del sesso fra due donne e mi auguro che presto impari da me ogni segreto. Ma non sarà solo sesso in questa casa quando ti chiameremo: sarai assoggettata anche a pratiche di sofferenza fisica e psicologica per frantumare ogni residuo di ribellione e renderti docile ed ubbidiente. Adesso dimmi se hai avuto esperienze con donne e sii sincera. Nel mentre mi parli comincia a spogliarti totalmente e resta in piedi davanti a me, devo valutarti attraverso un esame minuzioso esterno ed interno…capisci cosa intendo”. Così mi introdusse a quella che sarebbe stata la mia vita parallela una volta accettata la sua proposta. Mentii e dissi che non avevo mai avuto rapporti con una donna, ritenendo insignificanti i giochi innocenti di quando giocavo coi miei compagnetti nella prima infanzia. Fu dello stesso parere e mi accarezzò il viso mentre completavo la mia svestizione rimanendo con le sole mutandine. ” hai i seni piccoli e i capezzoli nascosti: dovremo fare qualcosa per migliorarli. Personalmente ho esigenze di giocare coi tuoi capezzoli per tanti motivi. Ho sentito dire, ma non ci giurerei, che una dieta particolarmente ricca di sperma umano aiuti a far aumentare il volume delle mammella. Quindi incaricherò il tuo fidanzato e mio marito di provvedere: dovranno dartene almeno una volta al giorno ciascuno di loro per via orale che rettale e vaginale . Dovrebbe funzionare: la permanenza di liquido seminale nello stomaco , in vagina e e nel retto sembra che ne stimolino la crescita.
Intervenni prontamente mettendola al corrente che avevo subito una visita ginecologica il giorno prima e che il medico aveva notato la mia intensa attività sessuale cui mi avevano sottoposto R. e Corrado. Che mi aveva prescritto l’applicazione del diaframma o la spirale che presto avremmo scelto ed inserito dopo alcuni esami clinici da completare. Disse che era d’accordo e che quindi i due uomini che mi scopavano dovevano svuotarsi nel mio retto o nell mia bocca , almeno fino a quando non fossi messa al sicuro da rischi di gravidanza. Mentre parlava, raccolse le mutandine che mi ero appen sfilate e notò che erano macchiate. Mi disse che avrei dovuto smettere di masturbarmi se non autorizzata da lei ed il marito. Aggiunse che avrei continuato a farmi scopare al cinema da Corrado il venerdì ma mi voleva il sabato a casa sua tutta per sé.
” Sicura che non hai da dirmi altro su rapporti con donne?”
Restai in silenzio a quella domanda e ciò bastò per farle dubitare della mia sincerità. Mi prese un seno tra la mano e me lo strizzò ferocemente provocando un grido di dolore; lasciò il seno e mi colpì con un ceffone non molto violento sulla guancia.
” Ti chiedo scusa, Anna: non me la sentivo di coinvolgere un’altra persona: proprio oggi una mi amica e compagna di classe mi ha sedotta e mi ha fatto godere con le dita dichiarandomi il suo amore ; le mutandine macchiate derivano dagli umori vaginali che mi ha causato” le risposi tremando . Subito un altro ceffone mi raggiunse : ” non darmi più il tu e rivolgiti a me come Signora Anna o Padrona. E riprese a stringermi un seno cercando invano di afferrare un capezzolo. ” dobbiamo lavorare sui capezzoli, molto: li voglio fare uscire per torturarteli meglio, imparerai presto le buone maniere”.
“Parlami di questa tua amica: non è certo che ti permetteremo di andare oltre un ditalino… a meno che non la introduci da noi al momento opportuno”. Così liquido il discorso su Alda
Mi sentii gelare il sangue: un altro ostacolo da affrontare e superare. Come avrei dovuto spiegare alla mia amica l’immediato troncamento della relazione appena sbocciata?
” Rispondi: troncherai con lei o ce la porti qui? una sottomessa deve ricambiare i padroni non credi?”
Mi sentii gelare il sangue e dissi:
“Signora Anna, è da due anni e mezzo che ci rincorriamo senza il coraggio di dichiararci e stamattina eravamo felici perché avevamo rotto gli indugi, non vorrei rinunciare a lei, mi piace molto. Ma ora sono troppo confusa: in pochi mesi la mi vita è rivoluzionata. Troppe esperienze, tutte in poco tempo. Il sig. Corrado mi ha letteralmente annullato il cervello; non può immaginare quanto è dura per me uscire da sola dai bagni del cinema dopo che mi ha presa come sa solo lui e vorrei ancora essere impalata dal suo cazzo e riempita dalla sua sborra. Il mio fidanzato che mi ha gettato in questo vortice di esperienze lussuriose e per questo lo amo; adesso, Lei che mi sta soggiogando in maniera sconvolgente ed, ultima, la rivelazione di Alda la mia compagna ed amica che desidera essere mia amante. Aggiunga i miei genitori coi quali mi sento in colpa e per finire lo studio dove il mio profitto è crollato. Sono, come posso dire? Felicemente in crisi?!”
Scoppiai a piangere e mi buttai tra le sue braccia, singhiozzante.
Mi prese il viso, mi leccò le lacrime e mi baciò con tenerezza sulle labbra: spalancai la bocca e cercai la sua lingua in un vortice di sensazioni che mi facevano girare la testa. Mi piaceva la signora Anna e, pur confusa dagli impegni severi che mi aveva anticipato, desideravo appartenerle. Mi rincuorò e mi disse che Alda sarebbe stata la mia amante e semmai sarebbe stato oggetto di valutazione se fossi riuscita a coinvolgerla. Mi chiese se era vergine e non detti peso alla domanda ma risposi vagamente che poteva anche essere di sì.
Sorrise e riprese a baciarmi poi mi disse di spogliarla. Mentre lo facevo con gioia potei vedere che donna era Anna. Era molto più giovane di Corrado ( mi rivelò in seguito di avere 37 anni), alta e slanciata; un culo a mandolino che era retto da due cosce toniche e ben disegnate, le gambe stupendamente strutturate e due piedi curati ed imperiosi per larghezza delle piante.
Il ventre piatto, ma tonico, si adagiava su fianchi generosi. Le tette erano un miracolo di architettura: piene e svettanti con areole vaste sulle quali si ergevano orgogliosi capezzoli duri e pronunciati. Il viso era un perfetto ovale con occhi neri scintillanti, un naso largo che sormontava un paio di labbra voluttuose e carnose, ben disegnate. Quando diedi lo sguardo al suo inguine restai senza fiato: un cespuglio nerissimo, riccio, folto che proteggeva la fica della quale si intravedevano a stento due grandi labbra carnose e spesse. I capelli neri e ricci adornavano il viso cascando ribelli fino alla fronte e accarezzavano le spalle larghe ed armoniose.
Mi tirò sul lettino che sarebbe stato il mio e subito mi volle su di lei. ” Ti insegnerò come si fa godere una donna e non tornerai indietro. Quelle come me sono donne fortunate: possono bearsi di un cazzo come quello di Corrado e far piangere di piacere una fica vogliosa. Sono certa che anche tu sei come me. Se tanto mi dà tanto, Corrado ha visto giusto in te e dopo averti posseduta come lui sa fare me ne parlò perché ti riteneva un’ottima preda per me. Ne parlò col tuo fidanzato e lui fu entusiasta dello scenario in cui abbiamo proposto tu possa essere cresciuta.
R. non sa bene cosa sia il nostro modo di vivere in wuanto giovanissimo ma è molto perspicace e, in cuor suo, sa che il suo desiderio è quello di farti diventare una schiava sottomessa, educata e dispensatrice di piacere.”
Mi girò di fianco, lei stessa adagiata sul fianco, viso contro viso; quindi intrecciò la gamba sinistra all’incavo delle cosce ed iniziò a danzare prima lentamente, poi con più lena avendo trovato un sincronismo perfetto. Le nostre cosce erano serrate e le fiche combaciavano in un perfetto incastro tanto che non mi fu difficile constatare che le sue grandi labbra erano qualcosa di unico e da sole davano il tormento del piacere alla mia clitoride. La sua, era un piccolo pene che sentivo stuzzicare la mia vagina che adesso era un profluvio di umori. Colse il mio respiro sempre più corto e mi alitò che stava godendo meravigliosamente e che voleva un orgasmo simultaneo al mio. Mi invitava a godere con parole suadenti chiamandomi ” la mia piccola schiava” nata per far godere uomini e donne. Vedrai che donna diventerai tra le nostre mani: perché Corrado si aspetta grandi cose da te che neanche riusciresti ad immaginare per adesso A queste parole cominciai a tremare mossi la mia coscia più intensamente sulla sua vulva e quindi mi ordinò di godere insieme a lei. Le nostre lingue lottavano disperatamente a restare intrecciate per tenere intimi i nostri respiri e gli spasmi di un orgasmo che ci travolse. Mi sciolsi dal bacio per raggiungere i suoi seni e omaggiarli con la lingua calda e vogliosa. Gradì molto la mia iniziativa ma volle di più: ” ora mettiamoci a 69 e conoscerai le delizie del cunnilinguo tra due donne; niente a che vedere con quello tra un uomo ed una donna. Mi capovolse rapidamente e mi trovai la sua vulva a contatto con le mie labbra ; mi fu naturale inserire la mia lingua tra quelle labbra che adesso potevo constatare quanto fossero grosse come se stessi leccando una fetta di panettone ma , poi, mi deliziò quando inevitabilmente ebbi la sua clitoride tra le labbra e la lingua. Ero concentrata a godermi quel paradiso anatomico tutto concentrato in un sola persona che tralasciavo di avvertire gli spasmi che sopraggiungevano e che mi avvertivano che un secondo orgasmo mi stava per travolgere. Il mio bacino iniziò a sobbalzare mentre la sua clitoride eretta miracolosamente della grandezza di un mio pollice si era appropriata della mia lingua e venne sulle mie labbra tremando per tutto il corpo. L’orgasmo per ambedue durò a lungo e dopo ci abbandonammo ad un leggero torpore, abbracciate , esauste e felici.
Corrado e R. ci trovarono così quando, non avvertiti, tornarono.
In quello stato di abbandono sentii Corrado che diceva al mio ragazzo: “è fatta , Ludovica appartiene ad Anna” , potrai essere contento; vedrai che donna avrai al fianco e non ti rimane che mantenere la promessa che mi hai appena fatto. Il tempo passa e realizzerò il sogno della mi vita.
Non riuscii a mettere ordine a quelle parole che mi rimasero a vorticare in testa per molto tempo: fu Anna che mi svelò tutto moti anni dopo.

./. continua

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