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Erotici Racconti

Non posso resistere

By 31 Marzo 2017Febbraio 2nd, 2023No Comments

Era da tanto tempo che non si scrutavano né si vedevano più per evocare coscienziosamente quell’occasione, infatti, il ritrovo era stato fissato nell’abituale parcheggio vicino al bosco, appena fuori dal centro della città. Lei a ben vedere, non richiamava più alla memoria com’era stato fedelmente e scrupolosamente scopare assieme a lui l’ultima volta, dato che aveva deciso solamente di vederlo per cibarsi velocemente d’una pizza insieme da qualche parte, scambiando infine rapidamente due gradevoli e innocui pettegolezzi. Loro due erano sempre stati molto amici, eppure man mano che Cristiana s’avvicinava sempre di più al luogo dell’incontro cominciava visibilmente a sentirsi agitata e piuttosto allarmata, visto che si chiedeva come mai non doveva piacergli per forza, dal momento che in fondo era unicamente l’incontro per una pizza. Lei parcheggiò l’auto, scese e s’avvicinò verso di lui, tenuto conto che le stava già venendo incontro in modo entusiasta. Fu un attimo, una frazione di secondo, poiché si strinsero rapidamente la mano, nel tempo in cui i loro sguardi si trasformavano ben presto inizialmente da imbarazzati e turbati a bramosi e ingordi, per il fatto che la stretta divenne in un celere istante un bacio famelico da stroncare irrimediabilmente il fiato.

‘Devo realmente accordare e confessare, che alcune azioni non si modificano per niente, tutt’altro, riemergono silenti invogliandoti e stuzzicandoti l’animo e persino le inasprite e sopite membra’ – mormorò argutamente lei in modo animoso punzecchiandolo in modo sottinteso.

‘Dai vieni, monta in auto bella signorina, che adesso ci avviamo verso la mia abitazione’ – esclamò immediatamente lui in modo determinato e sgombro da tentennamenti.

Quella situazione sembrava quasi un’imposizione, un ordine, eppure era soltanto un puro desiderio, quell’ardore e quell’entusiasmo mescolato abilmente a quella speranza, che lui aveva fin dall’inizio riposto di sperimentare e di rivivere quella sera le emozioni che avevano peraltro condiviso e vissuto pienamente qualche anno prima. Il tragitto fu breve, dato che si ritrovarono a parlare e a ridere come se non ci fosse mai stato nessun distacco né alcuna scissione:

‘Ti trovo francamente bene sai, nonostante l’età che avanza’ – aveva esordito lui in modo velato.

‘Anche tu però non scherzi, vedo chiaramente che hai perso quasi tutti i denti da latte’ – beffandosi brillantemente e spiritosamente di lui.

Loro due si erano sempre divertiti a punzecchiarsi, stuzzicandosi e tormentandosi bonariamente a vicenda su quest’argomento, lui era più giovane di dieci anni e adesso che lei ne aveva circa quaranta la differenza cominciava a sentirsi di meno. Questo era il loro gioco, il loro festoso spasso, ciò che li avvicinava, quel loro modo arguto, beffardo e sottile che possedevano di spezzare e di troncare sapientemente il silenzio inframezzandolo in modo schernevole tra una scopata e l’altra. Arrivati a casa fecero le scale di corsa, lei non ebbe neanche il tempo di guardarsi intorno, le luci erano soffuse, i colori dell’appartamento vivaci, c’era perfino un gatto che miagolava da qualche parte o era stato uno scherzo della sua fantasia, finché appena chiusa la porta lui le balzò addosso così come compie un felino sulla propria preda affagottandola. I vestiti ormai bruciavano come fuoco vivo sulla pelle, le sue mani si muovevano velocemente sulla sua camicia per aprirla, i baci erano diventati sesso allo stato puro, lei aveva ancora addosso i pantaloni e il reggiseno, quando lui le fu dentro con le dita:

‘Cazzo, ma è formidabile, mai pensato a una cosa simile, ma sei già diventata un lago, roba da non credere’ – aveva strepitato lui in modo accalorato e incredulo in quella circostanza.

Quest’osservazione assieme a quell’inatteso apprezzamento lo riempirono immediatamente d’orgoglio, in quanto l’espressione di quella considerazione sul suo volto disperse sciogliendo definitivamente ogni indugio nei suoi pensieri. In un attimo fu in ginocchio, le dimensioni del suo cazzo le riempivano la bocca, dato che lei alitava a stento, malgrado ciò non riusciva a estromettersi né voleva rinunciare, perché lei ingegnandosi accortamente glielo stava lavorando nel miglior modo possibile, giacché quel cazzo era ormai diventato impaziente e smanioso di gustarsi le sue meravigliose labbra:

‘Onestamente devo ammettere che non ricordavo proprio tutto, eppure la tua bocca riesce ancora incredibilmente a sorprendermi e a lasciarmi di stucco’ – ammise lui alquanto meravigliato e infervorato.

Lei bramava svagarsi con lui, sapeva d’avere il potere in quel momento, era nelle sue grinfie, pompava, lasciava che lui scopasse con la sua bocca per poi farlo uscire all’improvviso, visto che si scostava a osservarlo un secondo, poiché la sua faccia dubbiosa la eccitava ancora di più, poi riprendeva adagio dall’inizio, lo avvolgeva con la sua lingua accorta ed erudita, scendeva dalla punta del frenulo fino a fargli sentire la sua bravura, in seguito risaliva fissandolo negli occhi, mentre lo lasciava di nuovo scomparire dentro di sé. In un attimo lui sentì la difficoltà di trattenersi e rapidamente si scostò, s’abbassò in ginocchio di fronte a lei e la baciò a lungo mentre l’accompagnava per sdraiarsi sul pavimento. Adesso era il suo turno, giacché le fece scivolare via i pantaloni e con la lingua s’insinuò dentro di lei facendola ansimare di piacere, inarcò la schiena, spinse il bacino verso di lui, chiuse gli occhi e si lasciò andare. A lui piaceva assaporarla e leccarla, gli piaceva farle perdere il controllo, sciupando l’omogeneità e la padronanza in quel modo. I minuti intanto passavano, l’acme finale del piacere era prossimo e lui non accennava né smetteva di leccarle quella pelosissima e odorosa fica:

‘Sì, fottimi per bene, fammelo sentire come si deve, adesso’ – espresse chiaramente lei in maniera anelante e alquanto esagitata mandandolo in netto visibilio.

Come mettere da parte, rifiutare e scartare una richiesta del genere così incalzante e libidinosa? Lui risalì con la lingua il suo corpo, si fermò per morderle un capezzolo, strinse i denti finché non la sentì gemere lievemente di dolore e poi lasciò la presa per assaggiare ancora una volta la sua bocca. Le lingue si cercavano affamate, deliranti e frenetiche, pertanto lui la penetrò in un attimo, un secondo senza respiro, un momento di schietta vertigine, perché cominciò a quel punto a scoparla, in quanto entrambi sapevano che non avrebbero potuto prolungare a lungo quel momento, allora lei si ritrasse di scatto, perché così poteva guadagnare qualche attimo di pausa con la scusa di cambiare posizione, in quell’occasione lo fece sdraiare e gli montò sopra, si trastullò un poco con lui, infine risero come sapevano fare soltanto loro anche in determinati momenti:

‘Che cosa pensi di mettere in atto? Vuoi realmente interpretare la parte della sgualdrina con me?’ – incalzò lui stuzzicandola oltremodo.

Lei sennonché s’intrufolò bruscamente e sgarbatamente lasciandolo senza fiato, pressappoco non riuscì a condurre a termine la citazione che aveva appena introdotto, perché iniziò a spicciarsi muovendosi avvedutamente sopra di lui, tenuto conto che sapeva opportunamente come condurlo in breve tempo all’estasi completa, dal momento che contraeva i muscoli, dopo li rilasciava, visto che dal suo sguardo disorientato e sbalordito capiva che lui stava avvertendo molto bene tutto l’impegno della sua individuale e intima opera di godimento:

‘In questo modo mi farai eiaculare molto presto, perché se prosegui così non posso più durare né resistere eccessivamente’.

‘Allora schizzami serenamente sulla fica, non trattenerti, non crearti inutili problemi, lo sai bene che mi piace tantissimo, perché adoro quando mi sborri addosso sulla folta peluria, così posso vedere l’acme totale del piacere che sgorga da te per merito mio. Di che cosa ti preoccupi, visto che sto venendo anch’io’ – lo aveva spronato lei in maniera accalorata e invasata più che mai.

I colpi con il bacino a ritmo cadenzato sennonché aumentarono, le mani di lui appoggiate sui fianchi strinsero la presa, i sospiri si trasformarono in gemiti che la frenesia del momento modificò in urla variegate d’autentico e naturale piacere. Ambedue vennero congiuntamente, lei sentì un’esplosione partirle dalla testa e irradiarsi in tutto il corpo e infine sfogare nel bacino, lui sentì i muscoli contrarsi e chiudersi sul suo cazzo, mentre nel contempo le stava riempiendo il foltissimo e pelosissimo pube con quell’appassionato, denso e lattiginoso seme. Quell’accoppiamento sembrava che durasse da un’eternità, tenuto conto che lei non aveva più avuto né sperimentato un orgasmo così convulso, travolgente e in ultimo vertiginoso da parecchio tempo. Di certo, dall’ultima volta che aveva scopato con lui, lei bonariamente e placidamente con una punta di preoccupazione anche questa volta gli aveva immancabilmente riferito:

‘Che cosa dici? I vicini ci avranno per caso sentito? Che cosa penseranno?’.

‘Dei confinanti accanto francamente non m’importa né mi preoccupa chiaro e tondo proprio nulla. Vieni qua, al momento non mi serve neanche una pausa. Lo intuisci questo, la cogli la voglia poderosa che ho di te? Te ne accorgi che effetto mi fai, vero?’.

E fu di questo andare, dato che boccheggiando e rantolando nuovamente per il piacere di prima, cominciarono di nuovo a baciarsi e a perdersi, continuando nel loro intimo, prediletto e lussurioso mondo erotico.

{Idraulico anno 1999}  

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