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Erotici Racconti

Non sei come gli altri

By 30 Gennaio 2017Febbraio 1st, 2023No Comments

Lui è differente, è diverso, tutto questo io l’ho capito intuendolo subito appena l’ho visto per la prima volta di là in mezzo agli altri, dal momento che mi è stato presentato. In verità, non è stato come tutte le volte precedenti che mi proponevano persone sconosciute, perché sono stata attraversata da un brivido e le mie ginocchia hanno avuto come un infossamento, azzarderei rivelare un originale sprofondamento, mentre con entrambe le mani lui avvolgeva la mia destra distesa sfiorandomi frattanto il polso con il pollice. Non so come io sia riuscita a sorridergli fingendo disinvoltura, mentre dentro uno stordimento crescente m’invadeva tramortendomi, facendomi perdere la coscienza del luogo e del tempo in cui mi trovavo, pure la gola, tra l’altro diventata secca per quell’occasione non mi consentiva di parlare, però gli occhi parlavano per me catturati dal suo sguardo intenso.

Lui è insolito, è distinto, azzarderei riferire raro, sì, perché la sua sensualità mi travolge, le sue labbra sono così morbide in quanto scorrono sulla pelle che s’aggrotta procurandomi evidenti brividi, per il fatto che le sue unghie graffiano leggermente mentre facciamo l’amore. Le labbra si schiudono, la sua lingua s’insinua con dovizia nei nascondigli del mio corpo, abbondanti secrezioni d’amore m’inondano la fica e allora le sue labbra scoprono i denti mordendo adagio, dato che io grido e sussulto dissennata di desiderio come non mi sono giammai vista in tale maniera. Il suo corpo è quasi perfetto, lui lo denuda con disinteresse e con estrema naturalezza, avanza verso di me con il cazzo disteso pieno di voglia e gonfio d’amore. Io attendo che lui mi tocchi con il cuore che galoppa nel petto, con la smania, con il desiderio che mi prenda e che mi faccia scrupolosamente perdere la ragione, dovete credermi, lui è bello come un Dio e come tale io lo adoro, sì, perché lo amo tanto. 

Lui adesso m’ha eruditamente bendato con un fazzoletto di seta legato dietro la nuca, al momento non posso più vederlo, però posso percorrere il suo corpo con le dita indugiando sul viso e sulle labbra. Io attiro il suo viso verso il mio e lo bacio, mentre le mie mani gli carezzano la nuca, colpisco la sua lingua con la mia, gli bevo il respiro e sento il suo cazzo rigido contro il mio addome, mentre quest’affannoso vuoto ritmato del ventre rivendica tutto il suo ardore contraendosi per la voglia. La sua pelle è rovente, le sue mani ora mi stringono i seni, i glutei e i fianchi, m’afferra per le braccia, me le fa sollevare sopra la testa, unisce i polsi e li lega insieme.

Lui ha utilizzato una calza di nylon, non ha stretto, però non posso sciogliermi, dato che sento la sua lingua sulla spalla destra e poi sull’ascella. Io mi divincolo istintivamente colpita da uno spasimo, mentre la lingua passa all’ascella sinistra, poi sul petto, verso i seni, mentre mugolo, giacché vorrei toccarlo però non posso, essendo così legata. I capezzoli pieni sono abilmente succhiati, mentre le mani aiutano il moto della bocca con la stretta delle tette, perché le prime contrazioni mi sconvolgono tormentose disordinandomi l’utero. Il clitoride ha effettuato un balzo e al presente mi sento morire, mentre lui bacia, morde e succhia facendomi giungere all’estasi tra le mie grida da invasata, perché nel tempo in cui l’orgasmo si prolunga in ripetuti spasmi ecco che lui scende giù con la lingua all’ombelico, poi al ventre e dal monte di Venere s’inoltra tra le cosce aperte per leccare, infine entra nel dolce odoroso segreto, mentre le mani m’aprono le natiche e un dito s’insinua autoritario e imperioso nelle mie viscere. I movimenti uniti ritmati della lingua e delle dita mi portano rapidamente a godere di nuovo, vorrei tanto toccarlo, bramerei assai vedere il suo corpo ai miei piedi, allora m’addosso alla parete ansimando, gemendo, sono fuori di me per il piacere esponendogli:

‘Adesso voglio il tuo cazzo’. 

Io mi sento sollevare, lui m’ha preso in braccio, io cerco di baciarlo e incontro il suo petto, spalanco la bocca e avverto sotto la mia lingua un capezzolo, però non faccio in tempo a prenderlo fra le labbra considerato che lui mi sbatte sul letto. In quest’istante lo sento vicino e avverto fortissimo il suo odore, perché m’eccita tremendamente, sento che sto tremando, sento il suo cazzo sul viso che mi sta carezzando, così metto fuori la lingua sperando d’averlo per me, però lui non me lo lascia, va sul collo, sulla spalla, sotto l’ascella e sui seni, li stringe ancora con le mani come prima e in mezzo fa scivolare su e giù il suo membro.

Io spalanco le cosce in preda a un’avidità incontenibile, mi curvo, mi escono lamenti dalla bocca e ancora le contrazioni muscolari del piacere m’investono travolgendomi selvaggiamente. Io mi sto sbattendo sui cuscini buttando all’indietro la testa, mentre lui m’afferra per i fianchi e sento il cazzo che mi scivola sull’ombelico, sul pube e striscia sul clitoride gonfio. In quel preciso istante emetto un sospiro prolungato, m’apro gocciolante per accoglierlo, però mi sono sbagliata: le carezze del suo cazzo proseguono sull’interno della coscia sinistra, sul polpaccio, sulla caviglia, sul collo del piede, poi passano sull’altro piede, sull’altra gamba e sull’altra coscia. Attualmente è di nuovo sul clitoride, visto che si ferma all’imboccatura della fica, io lo sento vibrare e resto con il fiato sospeso in attesa. Dio quanto lo voglio, invece striscia lungo le labbra spalancate, bagnandosi e avvolgendosi tutto nel miele abbondante del mio desiderio, poi risale verso il ventre, l’ombelico, il petto e i seni. Sollecita con forza i capezzoli, per il fatto che lo sento sbattere producendo un rumore di carne percossa e poi è subito sulle mie labbra, dentro la mia bocca vogliosa, mentre le sue dita mi entrano nella fica e nel sedere. Io godo  moltissimo, eppure stavolta cerco di ritardare l’orgasmo per la voglia inibita che ho di succhiarlo, di goderlo con la bocca. In quel momento stringo forte le labbra intorno al glande, poi scendo giù fin dove posso tirando leggermente, dopo succhio forte perché voglio bere, lui però si tira indietro, dal momento che lo leva  portandomelo via mentre grido: 

‘Ancora, sì, fa’ quello che vuoi, sono nelle tue mani’.

Con una rapida mossa mi gira a pancia in giù, m’apre i glutei e infila alla grande il cazzo dove non m’aspettavo, perché è entrato quasi del tutto mentre le sue dita mi penetrano nella fica. Quella che al presente avverto è una percezione divina, unica sentirmi così piena di lui, visto che è una piacevole sensazione di piacere e di pienezza che mi giunge al cervello da ogni parte di me, in quanto m’impressiona sconcertandomi e scuotendomi completamente. Quelle contrazioni avanzano simultanee con le sue, perché anch’io spruzzo un getto di liquido per l’orgasmo, mentre lui mi riempie di sperma la fica, i suoi gemiti e i miei confusi nel delirio sono d’un piacere senza pari, abbracciati, attaccati come una cosa sola. In seguito lui mi scioglie i polsi, mi leva il fazzoletto dagli occhi, mi guarda con gli occhi ancora coperti di passione e di trasporto e mi dichiara:

‘Ti voglio ancora’. 

Tutto questo per l’elementare, per l’autentica e per la genuina ragione che lui è difforme, perché è indubbiamente diverso.

{Idraulico anno 1999}  

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