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Erotici Racconti

Non sono sazia di te

By 30 Marzo 2017Febbraio 2nd, 2023No Comments

In questo momento fa eccezionalmente caldo, perché è in realtà una sensazione di caldo, d’evidente umido calore che m’inonda riempiendomi, visto che sembra un’insolita sensazione che contrasta nettamente con questo freddo pungente affilato così come la lama d’un coltello, quel freddo che m’impedisce di sciogliermi, quel freddo rigido e glaciale, quel freddo invernale per l’appunto. 

La strada ci aveva in un certo qual modo avvisato, il telegiornale da alcuni giorni annunciava grande freddo e tanto gelo che sarebbe puntualmente arrivato, quella strada di montagna che abbiamo percorso era ricoperta dal ghiaccio, come se fosse stata un velo d’acqua sopra un secchio lasciato gelare fuori nella notte. Quella strada che ci ha portato qui, in questa casa mezza a soqquadro da tanto tempo non abitata, tenuto conto che è una casa per le ferie estive, una casa di montagna, una casa complice, però fredda, chiaramente gelida e indifferente nella sua calda accettazione e nella sua innata e istintiva accoglienza. Molto probabilmente non ce ne siamo accorti, perché siamo stati aggrappati già sin dall’uscio e siamo rimasti stretti per baciarci come se fossimo degli adolescenti, carezzandoci infine come piace a noi intensamente, come se fosse sesso, come se fosse amore. Sono stati in verità dei baci pungenti e tremendi come questo freddo, più di questo freddo, proprio da pelle d’oca.

‘Fa più freddo che fuori’ – hai esclamato tu incredula e dopo hai beatamente sorriso. 

Questo calore mi sconcerta sconvolgendomi interamente, io ti sento guizzare ritmicamente come una fontana dirompente in me, sì, ti sento, in quanto apro le labbra senza riuscire a emettere alcun suono, infine stretti nella carne noi ci siamo spostati nella stanza da letto con quelle due candele da tè per rischiarare l’ambiente, con quel sottofondo che non conosco e che non capisco mentre sono già sopraffatta da te. Adesso siamo di nuovo quella duplicità, in quella divisione incredibile, perché tu convenientemente abbindoli, adeschi accortamente la bambina con le carezze, ecciti opportunamente la donna con la mente e soddisfi innegabilmente la femmina con il tuo tocco erudito e sapiente. Bambina, donna, femmina, sì, io sono tua, ai tuoi piedi, sono al tuo cospetto, adorante, anelante e vogliosa, interamente tua. 

Tu m’hai preso, m’hai baciato e infine m’hai penetrato con estenuante e snervante lentezza, dopo hai guidato il mio corpo verso le vette d’un orgasmo che t’ha regalato il miele che tu pienamente adori, quella sostanza dolciastra della quale ti sei golosamente nutrito, considerato che sgorgava dalla mia fonte, tu suggevi quel nettare del mio piacere che io ti regalavo a ondate tra gli spasmi mentre ti guardavo bearti dei miei fluidi, mentre t’osservavo attentamente seguire i miei movimenti convulsi, nel tempo in cui chiudevo gli occhi e m’abbandonavo all’estasi bagnandoti tutto il viso, riempiendoti di me.

Questo calore attualmente mi lenisce il dolore, calma il fuoco che sento sulla pelle sensibile, perché questo calore improvviso è denso, liquido e potente, giacché avverto che entra in me. Tu sussulti come impazzito in preda al tuo orgasmo di maschio eccitato, dal momento che m’hai accolto tra le tue braccia, mentre i brividi ancora scorrevano sulla mia schiena io ti ho visto, sì, perché ho intravisto un angelo che schiude le sue ali su di me per accogliermi mentre ritorno dal viaggio dei miei sensi. Carezzando i miei capezzoli ancora gonfi tu m’hai baciato intensamente, io ho sentito il mio sapore sulle tue labbra, le mie secrezioni mischiate al tuo sapore e al tuo odore secco e pungente d’uomo, alle tue labbra d’uomo con la tua evidente virilità ancora non sazia, attualmente in attesa del suo picco a spingermi sul basso ventre desiderosa d’avermi ancora.

Le tue mani sono al momento lì pronte ad accarezzare le grandi labbra, a sfiorare le mie cosce, a giocherellare con il mio corpo, visto che scivolano facendomi sussultare indugiando sul clitoride ancora gonfio, intrufolandosi tra i petali del mio fiore. Io ti sento, misuro e percepisco la tua eccitazione e non sono per niente sazia, non sono ancora del tutto sazia di te per mezzo di questo calore inaspettato e repentino. Adoro quanto il tuo orgasmo mi riempie plagiandomi, assieme ai tuoi sospiri forti, in compagnia di quei gemiti d’un piacere selvatico. Io mi volto offrendoti la schiena che tu inizi a baciare, questo freddo sembra così lontano, eppure ancora punge sulla pelle, io ho voglia di sentirti ancora dentro, ho voglia di te, d’offrirti tutta me stessa e d’avere il tuo piacere, adesso sento finalmente le tue dita scorrermi sui glutei e infilarsi nel canale morbido che percepisco che tu desideri pienamente, cosicché io mi spingo all’indietro, giacché ti sento muovere le dita intorno al perineo, e questo mi piace molto.

I tuoi respiri sul mio collo diventano ritmati, in quanto hanno una cadenza ancora maggiore, io sento la tua virilità spingere sulla schiena mentre le tue dita, Dio, le tue dita mi stanno stimolando, mi stanno invitando a rilassare i muscoli. Mi piace, in quel momento mi tiro un po’ più indietro, ti lascio entrare a poco a poco alternando la stimolazione a una leggera penetrazione delle dita, perché mi piace sentirti così delicato, eppure così deciso. In quest’istante io sono completamente obbediente, sottomessa della tua volontà che sento diventare mia, avverto e colgo chiaramente che tu vuoi penetrarmi da dietro, così bestialmente, così selvaggiamente. Percepisco adesso che ti voglio dentro, giacché sono io a offrirti il mio posto proibito, dato che ti voglio totalmente mio spirito, perciò entrami dentro adesso e riempimi interamente di te.

Con un gesto amabile ma deciso ti sei introdotto lentamente dentro di me, io ho avvertito la tua virilità violare spazzando via i miei segreti, ho sperimentato che i miei muscoli cedevano alla tua azione, ho catturato quel dolore, quell’indolenzimento muto che mi spezzava il fiato, ho ascoltato il tuo piacere già da quel momento mentre tu mi defloravi con impeto e allo stesso tempo con abile lentezza, come in una lunga, meravigliosa e soave agonia. In quell’occasione tu sei entrato all’interno come se ci fossi stato da sempre, guidandomi con le mani per potermi penetrare fino in fondo, dal momento che io ti ho sentito pulsare sin dentro lo stomaco, perché tu eri dentro di me contro natura, fortemente dentro di me, tua senza poter respirare, ma totalmente tua. Io devota e sottomessa al tuo sesso, bambina e femmina, donna e amante, inchiodata dalla tua virilità che mi sta paralizzando più di qualsiasi freddo, più di qualsiasi gelido alito di vento.

Io ti sento nitidamente senza poter peraltro emettere neanche un gemito, tenuto conto che con il fiato spezzato in gola ti sento entrare in me, aprirti la tua strada in me in quello stretto pertugio che desideri da tanto e che io stessa cerco e inseguo da tanto tempo. In quell’istante sento che ti gonfi dentro di me ancor di più, riconosco quel momento, allora trattengo il respiro mentre tu rallenti ulteriormente le tue azioni, inondando con il tuo orgasmo il mio corpo all’interno.

Io m’accorgo nettamente di quel denso e liquido calore, di quella passione improvvisa, di quella voluttà istantanea, di quell’esplosione appassionata che avviene dentro di me, sì, perché stai sborrando liberamente di gusto dentro di me lasciandoti andare e svuotandoti, io sono carponi sotto di te, per il fatto sto accogliendo il tuo seme nel profondo del mio passaggio proibito, dove t’ho fatto letteralmente delirare e visibilmente sragionare facendoti uscire fuori di senno per lungo tempo.

Questi, infatti, sono brevi istanti, sono secondi che sembrano un’eternità, dato che io mi godo quella sensazione d’essere piena di te, riempita della tua pulsante virilità, piena del tuo candido e denso seme che sembra riempirmi sino a farmi esplodere e sbottare squarciandomi.

{Idraulico anno 1999} 

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