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Erotici Racconti

Occhiata esplicita

By 20 Settembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

La tua giornata è ravvivata dal mio messaggio: ‘T’aspetterò venerdì pomeriggio alle ore sedici sul Monte Gioioso, ci conto’. A dire il vero si tratta d’una montagna vicino casa mia, per questo motivo ti fornisco le indicazioni per arrivarci mentre ti chiedi che cosa io t’abbia preparato, giacché guidi agitato e impaziente con la curiosità che ti sale nella testa, in quanto sono già riuscita a sorprenderti e a stupirti, laddove ti domandi se ti ho organizzato magari qualcosa di clamoroso e di sensazionale.

Tu sei appena arrivato, tuttavia sai che dovrai percorrere un tratto di strada a piedi, perché il posto è molto bello con il sole che illumina la collina e i dolci pendii così simili al seno d’una donna, l’afa è appena accennata e un garbato vento dà sollievo sul tuo corpo sudato. Lungo il percorso trovi dei cartelli con una scrittura elegante e tipicamente femminile, dato che ti chiedono di spogliarti d’un capo d’abbigliamento per volta. Ogni cartello in realtà indica un capo diverso, di questo andare ti togli prima la maglia, poi i pantaloni e immagini che io ti stia osservando seguendo i tuoi gesti e attendendo il tuo arrivo.

Alla fine resti completamente nudo, dato che chiunque potrebbe giungere dalla strada ed essere in grado vederti, però non arriva nessuno per mostrarti che cosa devi fare, in tal modo prosegui sempre dritto davanti a te e giungi all’ombra d’un albero maestoso. Un canto proviene dall’alto, ma non si tratta del canto d’un usignolo né d’un passerotto. In quell’istante alzi lo sguardo e seduta sul ramo dipinta con mille colori a disegnare le forme di un bellissimo pavone, siede una donna bellissima dalla carnagione bruna con un corpo perfetto e gli occhi verdissimi che ti sorride, successivamente appena sotto di lei c’è un cartello che indica: ‘Qui inizia la caccia’.

Tu ancora non capisci che cosa ti stia esattamente capitando. La ragazza ti raggiunge a terra, tu la desideri già, poiché è talmente bella e stuzzicante, ma lei ferma con gentilezza le tue mani che si protendono verso i suoi fianchi. A bruciapelo ti lega all’albero dove sedeva poco prima e già t’aspetti che lei s’approfitti di te, in fondo te lo auguri, viceversa, lei prende dei contenitori pieni di liquidi colorati che tiene in una borsa, ne apre uno dal quale si diffonde un gradevole profumo d’ananas e comincia a disegnare delle curve sul tuo corpo nudo servendosi di alcuni pennelli. Quel tocco così delicato e quasi impercettibile che ti sfiora in ogni tua parte ti dona dei brividi particolari, dato che cerchi di seguirne con gli occhi il disegno che lei sta componendo su di te e per te, però non capisci quali siano le sue intenzioni né perché lei sia travestita come un pavone.

Tu vuoi solamente leccarla e possederla, giacché la concezione di ciò che vorresti farle ti giungono talmente nitide, per il fatto che il tuo membro reagisce immediatamente agli stimoli del tuo cervello sollevandosi verso di lei. Lei mostra d’apprezzare e di gradire il tuo ingrossamento con uno sguardo bramoso, famelico e insaziabile, tuttavia procede nel suo compito finché non ha terminato, poi con tuo rammarico lei si volta e corre via con le sue splendide forme che ondeggiano al vento.

La coda di pavone composta da quelle piume segue i movimenti del suo delizioso fondo schiena; adesso tu la vuoi più che mai, però sei obbligato dalle corde a rimanere fermo, finché la vista della fanciulla scompare per cedere il posto alla pace e al silenzio della collina. Una volta che sei da solo mille pensieri t’assalgano e ti tormentano, poiché non riesci a convincerti perché sei legato lì, di come abbia potuto chiederti di venire da me per poi non eseguire né concludere nulla. Il flusso della tua mente viene interrotto da un rumore alle tue spalle, ti volti e ti ritrovi libero dalle corde che ti tenevano, in quanto una freccia è stata scagliata per rilasciarti. Lì c’è una donna dai capelli rossi con il corpo nudo colorato proprio come la donna pavone, ma dalle fattezze d’una cacciatrice.

Lei t’osserva dall’alto della collina e una serie di donne tutte nude con il corpo tatuato con i colori della gazzella, della farfalla, della pantera, della sirena e dell’aquila appaiono in ogni angolo del bosco, in realtà una più affascinante dell’altra. Si toccano tra di loro, ti provocano con lo sguardo e con i gesti, alcune s’avvicinano, altre invece s’allontanano intimandoti di seguirle e di prenderle. In questo modo ti lanci sulla più vicina, tu l’accarezzi, dato che il suo corpo scivola tra le tue mani a causa dei colori di cui è ricoperta.

Lei rifugge ancora da te, nondimeno tu l’insegui, l’afferri, l’assaggi e scopri che quei colori sono tutti aromi naturali, perché ogni colore ha il sapore d’un frutto o d’un fiore in quanto sono mangiabili. Quelle donne sono tutte da mangiare, da inseguire, d’avere come più ti piace, dato che basta soltanto prenderle e così ti butti in una caccia veloce, prendi e dai piacere da ognuna di loro. I loro seni, i loro ventri e i loro fiori sono disponibili per te, tu le penetri in ogni posizione possibile, le assapori in tutta la loro bellezza e in tutta la loro carica sensuale e mentre stai montando una di loro, le altre si pongono sempre intorno a te mostrandoti come si palpeggiano a vicenda, ovviamente solamente per te.

Alcune hanno addirittura dei falli finti legati intorno al bacino e penetrano un’altra donna davanti a te, oppure si donano scambievolmente l’orgasmo con la lingua lasciando che tu le ammiri mentre ti stai infilando dentro la vulva di un’altra e un’altra ancora, senza mai smettere. Quelle mirabili visioni ti stanno facendo delirare ed esplodere, la tua eccitazione cresce invece di diminuire, finché tu non m’individui arrivare dalla collina e mi vedi giungere vicino a un laghetto limpido vicino a un prato.

Io sono una tigre con i capelli rossi e gli occhi verdi che spiccano nel viso, quei colori tipici delle tigri, però con uno sguardo immediato e lampante: io ho visto tutto e tu sai che è così, perché lo senti. Io mi sono anche masturbata mentre guardavo, poi ho già goduto più volte nel vederti con quelle donne. I tuoi occhi cadono dal tuo corpo al laghetto: tu sei il leone, il re della foresta, l’unico e solo non ammaestrato possessore né proprietario di quella riserva di caccia.

Io vorrei proseguire in quest’interminabile, meravigliosa e strabiliante escursione con quelle splendide fanciulle che mi traviavano di continuo viziandomi, però di soprassalto la sveglia suona inflessibile sul comodino, frantumando e guastando in tronco quell’incantesimo, interrompendo così tutta quell’amabile e delicata dimensione fatata, ricordandomi a quel punto che è giunta l’ora d’alzarmi.

In quel momento io sono ancora un po’ disorientato e frastornato da quei gradevoli e paradisiaci avvenimenti vissuti, gradualmente m’alzo dal letto ripensando a quelle armoniose e soavi vicende, notando però nel frattempo la prova evidente, il segno inconfondibile e indubitabile della mia sostanziosa sborrata finale incontrollata che si è conclusa sulle lenzuola.

E’ stato davvero un irripetibile, un fenomenale e uno strepitoso sogno, almeno la giornata scorrerà piacevolmente tra le innumerevoli faccende giornaliere, perché sono convinto che oggi mi muoverò e partirò senza alcun dubbio con il piede giusto.

Un nuovo giorno pieno di fatiche e d’impegni m’attende.

{Idraulico anno 1999} 

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