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Erotici Racconti

Omaggio esclusivo per noi

By 17 Settembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Per te, per questa serata così singolare e speciale, mi trasformerò in un’accattivante, fatale e pericolosa donna, niente abiti da bancarelle né indumenti da baroccini vari dell’usato, bensì con gli occhiali e con i capelli scrupolosamente raccolti. Pensa, che tollererò addirittura il disagio e l’impiccio delle lenti a contatto che mi fanno apparire leggermente strabica, donandomi uno sguardo risolutamente da letto, come l’ha abilmente precisato e avvedutamente puntualizzato in precedenza qualcuno. In questo modo, appena arrivata a casa dal lavoro, mi spoglio e inizio il cerimoniale magico e preparatorio per un appuntamento che aspetto da qualche tempo, in quanto da lungo tempo mi stimola e mi stuzzica oltremodo. 

Io voglio sbalordirti e sorprenderti, sì decisamente, perché ci riuscirò, visto che saprò accenderti e stuzzicarti come nessuna mai ha fatto finora. Inizio in tal modo con una doccia tiepida lunga e rilassante, usando un sapone morbido, però poco profumato. Io ripulisco e dopo tampono confortevolmente la cute con amabilità, in seguito mi cospargo sul dorso d’una mano il mio impareggiabile e strepitoso balsamo dal profumo di gelsomino, direi più che ideale per la situazione, in quanto ha il profumo adeguato e desiderabile del capriccio, perfetto del peccato ed esemplare del vizio. Nel momento in cui me lo cospargo accuratamente su tutto il corpo, io penso sentitamente a te, coinvolgendomi, immaginandomi in tal modo che siano le sue mani ad accarezzarmi la pelle mentre ripeto il suo nome, Enea per l’appunto, per tutto il tempo necessario e partecipe all’operazione. 

In seguito, seduta sulla poltroncina, di fronte al grande specchio aspetto qualche minuto per dare il tempo alla mia epidermide d’eccitarsi, con quell’odore che ha il profumo d’una camera nuziale proibita e intanto osservo vivamente la mia immagine: la magia della procedura preparatoria, il rapimento del metodo all’incontro amoroso sta funzionando, io devo proseguire in maniera decisa. Dopo essermi rapidamente sciacquata con una leggera doccia fredda, mi massaggio con il latte idratante della stessa fragranza. Al momento il mio corpo è profumato e splendente, l’epidermide impregnata sembra di seta, mi passo una mano sul ventre e penso a te: una fitta di piacere mi colpisce improvvisa scardinandomi le membra, perché l’ambizione e l’aspirazione che cerco d’attribuirmi da parecchie occasioni nel plasma, accorperà e in ultimo unirà alla fragranza del gelsomino, quello invero d’una donna chiaramente euforica e schiettamente infervorata, visto che quest’aspetto non potrai pertanto ignorarlo. 

Io frattanto pondero diligentemente all’abbigliamento che m’infilerò, perché dispongo ripetendomelo fermamente verso me stessa, che stasera sarò allettante e tentatrice, indubbiamente adescatrice e mala femmina, quel tanto invero da elargirmi un’apparenza accortamente dissoluta, una sembianza sagacemente licenziosa e per di più sfrenata. Per l’importante occasione, infatti, seleziono un vestito dalla tinta rossiccia con un’ampia separazione sulla schiena, in quanto è attillato e assai stringato, seguito dal tanga della stessa gradazione di colore, dove appare spiccando una piccola farfalla paragonabile a una chiazza di plasma sulla cute, dato che sarà lei la notizia e la rivelazione dell’evento. Per terminare, rimango in equilibrio, su d’un paio di sandali dal tacco sottile squadrandomi infine nella grande specchiera, sono scollata, mi piaccio così tanto da baciarmi passionalmente attraverso il cristallo. 

Alla fine, con il trucco leggero, peraltro in evidenza solamente sulle labbra dal colore rosso e i capelli voluminosi ricci e sciolti in libertà, mi sento perfetta. Il locale dove abbiamo l’appuntamento l’ho scelto io, siccome lo conosco molto bene; si trova appena fuori dalla città, è splendidamente raccolto, assai intimo, in quanto le luci sono discrete, i clienti sono scelti con premura, mentre il padrone un francese di nome Bernard è un uomo di mezza età, molto affabile, comunicativo e cortese, che ha tutta la mia simpatia. Aspetto per intrufolarmi, giacché mi trattengo per un istante a sbirciare dal loggiato, ben nascosta tra due grandi arbusti se per combinazione tu sei già sopraggiunto: io presumo che ti distinguerò, sarai come normalmente m’aspettavo? Ti andrò a genio? Perché noi, fino a ora, siamo stati a vicenda solamente accuse, insinuazioni e malignità, eppure devo ricredermi, dal momento che ti riconosco subito, in quanto sei accurato con il profilo netto e sobrio, concentrato nel comunicare con il cameriere: le tue mani lunghe da pianista m’agganciano in un attimo l’animo, l’azzurro della camicia so già che è quello dei tuoi occhi. Tu hai superato la prova, adesso spetta a me, in quel momento entro decisa con un’espressione affidabile e convinta nella taverna, mentre vengo accolta in brevissimo tempo da Bernard con una cordiale riverenza, mentre con un lieve sussurro lui m’annuncia: 

“Il direttore è già arrivato, la sta aspettando con percettibile impazienza” – noi ridiamo complici, mentre m’accompagna verso il nostro tavolo, visto che non posso fare a meno d’accorgermi del diffondersi improvviso tra gli individui maschi presenti, d’un elevato quanto esuberante coinvolgimento nei miei confronti. 

Ad affermare la verità, se gli sguardi degli uomini fossero spade, io sarei già caduta stecchita dopo i primi passi, tenuto conto che questa circostanza di riflesso mi conforta e m’incoraggia, tu sicché alzi lo sguardo verso di me, sorridi venendomi incontro con gli occhi dentro i miei, sì, perché anche tu mi hai riconosciuto nel significato più ampio della parola, pertanto il battito cardiaco può tornare regolare. 

Noi due, innegabilmente attratti e intrigati adesso ci abbracciamo, io sento il tuo odore e giuro che vorrei restare per sempre così, come adesso con la bocca contro il tuo collo, eppure non è ancora giunto il momento, il banchetto attende e l’omaggio personale che ho custodito per te, nientemeno attualmente risplende. Non so neppure esattamente che cosa scelgo dalla lista delle pietanze, perché soltanto dopo i primi minuti di dialogo incerto e per di più tentennante, adesso parliamo l’uno dentro l’altro, mentre la tensione sessuale tra di noi è così forte d’addensare l’aria, ispessendola e infoltendola. D’altronde a parole non sfioriamo neppure l’argomento, malgrado ciò l’intenzione e il pensiero è lì, ancorato, fisso ed estremamente saldo alla voglia. In seguito, quando arriva il filetto al pepe verde per te, mentre io svogliatamente assaggio dell’insalata insapore, tu stai parlando del tuo ultimo libro appena terminato, in quell’istante decido che è arrivato il momento di consegnarti il mio omaggio, perché è una questione d’un attimo e di qualche contorsione rapida sfilarmi gli slip e contenerli nel pugno, dopodiché io t’annuncio: 

“Enea, allunga una mano e aprila, perché ho una cosa speciale per te”. 

Tu mi guardi curioso sorridendo, e dal momento che “quella piccola sciocchezza” approda sulla tua mano, tu chiudi le dita a scatto, mentre io furbamente e ingegnosamente ribatto: 

“Adesso cogli l’odore del mio desiderio, annusale bene e chiediti che sapore abbiano mentre mastichi il filetto”. 

Con ordine e con pacatezza tu introduci la mano nella tasca, dal momento che sei arrossito lievemente, in quell’istante le pupille si rimpiccioliscono a modo di fenditura, precisamente come quelle dei gatti, giacché tu con una franca e con una naturale spontaneità ammetti bisbigliandomi: 

“Non sono sicuro se riuscirò a finirlo, andiamo via, sei davvero diabolica e unica Manuela”. 

In conclusione usciamo in fretta dalla taverna inseguiti precipitosamente da Bernard, che visibilmente allarmato e palesemente preoccupato, mi chiede che cosa non sia stato di nostro gradimento. Io ben presto lo rincuoro tranquillizzandolo al meglio, dandogli un bacio sulla testa, infine abbracciati arriviamo lestamente alla tua macchina: tu l’hai avvedutamente sistemata in fondo vicino al parapetto che s’affaccia sul lago, mentre mi manifesti: 

“Ho ammirato a lungo il panorama, mentre t’aspettavo” – affermi tu, fiducioso, ottimista e pieno d’aspettative.

Io benedico quella stupenda visione, sono profondamente grata per l’idea, qui è deserto e buio. Tu m’agguanti per le spalle, mi spingi contro la portiera e finalmente ci baciamo, intanto che le mani vanno in ogni parte in una frettolosa e impaziente ricerca. Non possiamo aspettare, adesso non più, perché io ti trascino volutamente verso il parapetto, mi siedo sopra il marmo e t’afferro per i fianchi tra le gambe incrociate aderendo al tuo cazzo, che al presente rigido preme sotto i pantaloni e in un attimo sei dentro di me: 

“Abbracciami forte Enea, reggimi, io sono sul bordo d’uno strapiombo”.

Il mio orgasmo è così forte, veemente e veloce da lasciarmi totalmente frastornata e stordita, poiché il calore del tuo sperma è un alimento divino per la mia pancia che ha fame e addirittura per la mia pelosissima e rossiccia fica. Io francamente adoro sovente squadrare accuratamente il maschio che sborra, gustandomi appieno la sua espressione facciale per il godimento che sperimenta, quando raggiunge in quell’istante quel piacere massimo così autentico, genuino e se vogliamo ancestrale. Al momento potrebbe cascare anche il mondo, per il fatto che noi avvertiamo e percepiamo soltanto i tamburi e le note del nostro incontrollabile, infuocato e totale amore. 

Parlando con franchezza non abbiamo nessuna fretta né premura né urgenza, perché abbiamo tutta la notte a disposizione, dal momento che c’è una lussuosa stanza che ci aspetta all’hotel, per poterci opportunamente ed efficacemente sfogare, lasciando prorompere i nostri accaniti, frementi e ribollenti sensi. 

{Idraulico anno 1999}   

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