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Erotici Racconti

Peno per averti

By 8 Settembre 2018Febbraio 11th, 2023No Comments

Ieri ero molto affaccendata, oggi l’impegnativa giornata lo è stata altrettanto, perché essendomi trovata da sola ho addentato in fretta e furia un panino farcito bevendomi una bibita, mettendomi subito dopo a letto per poter riconquistare le ore di sonno dissipate la sera precedente. Ho abbassato la serranda e nella camera da letto si è creata ben presto una gradevole semioscurità, il sonno m’ha brandito adagio le membra cullandomi, discendendo dalla testa e allentando la tensione dietro la cervice.

A rilento, al presente mi spoglio, provo una piacevole fiacchezza, senza fretta mi sfilo le scarpe, appresso i jeans, rimanendo con la camicia trasparente che m’accarezza i seni. Quell’indumento lo sento che sfrega distintamente sui capezzoli, considerato che a causa del freddo della stanza, questi ultimi diventano più duri raggrinzendosi attraverso la stoffa del reggipetto. Sollevo leggermente la camicia accarezzandomi le natiche, i fianchi e la pancia, gli occhi sono semiaperti e il rilassamento approda sui glutei e tra le cosce, lasciandomi un’amabile e piacevole sensazione di calore tra le gambe. Percepisco ogni fibra del mio corpo distendersi, mentre si prepara agli attimi che verranno, avverto una deliziosa carezza totale, che mi porta a piegare la testa dapprima da un lato, successivamente dall’altro per distendere maggiormente i muscoli tesi. 

Seguitando ad accarezzarmi salgo con le mani sotto la camicia e mi sfioro i seni, passo le mani dietro e mi sgancio il reggipetto, perché finalmente a rilento tolgo il tutto, giacché resta esclusivamente il perizoma. Io sono attraversata da lievi ma incisivi brividi che m’accarezzano il corpo facendomi sorridere, perché con gli occhi sbarrati t’immagino essenziale e nudo che ti stai accarezzando. Stando ancora in piedi infilo adagio una mano sotto il perizoma e con l’altra m’accarezzo il collo massaggiandolo con calma e passandomela dietro la nuca. Ho voglia di sdraiarmi amore, al momento sfilo il perizoma e cautamente mi colloco sul letto completamente nuda. Mi lascio accarezzare dall’aria fredda che mi pizzica il corpo, sollevo le braccia verso l’alto, dal momento che i capezzoli svettano imperiosi verso l’alto manifestamente induriti, dopo m’allungo e mi stiro emettendo un gradevole sospiro. Avverto tra le gambe il liquido sciogliersi, captando nel contempo che l’eccitazione aumenta. I miei occhi ancora chiusi ti vedono toccare con grande maestria l’asta del piacere, che inizialmente da piccola e retratta inizia la sua ascesa salendo e aumentando di volume tra le tue mani, che bella gioia alla vista.

Io sbarro gli occhi e ti vedo, osservo con dovizia, mi distendo sul letto coprendomi infine il corpo con la trapunta, rimango discinta sotto quel pezzo di stoffa freddo, che mi procura numerosissime carezze sulla pelle facendomi rabbrividire di piacere. Quel fiume scorre veloce nelle mie vene accelerando i battiti, sento che mi scalda, avverto il sangue che aumenta la sua corsa scaldandomi il corpo, poiché il contatto con la trapunta fredda mi provoca più eccitazione. Adesso muovo le gambe e la trapunta m’accarezza i peli del pube facendomi provare brividi intensi, sicché mi sporgo con il bacino verso di lei per farmi accarezzare, mentre tu mi scruti negli occhi continuando a toccarti, massaggiandoti il cazzo e facendo scorrere il suo involucro di pelle liscia del glande su e giù, perché in modo incessante con la faccia rattrappita m’osservi e mi parli.

Ho tanta voglia amore mio, ho una smodata brama di te, lo voglio urlare, in tal modo mi fisso sul tuo cazzo e m’accorgo della piccola goccia che brilla birichina sulla punta, vorrei aprire la bocca per asciugarla con la mia lingua, per bere di te, per sentirti duro nella mia bocca. La mia mano digrada dispotica tra le gambe per cercare quel piccolo rilievo rigonfio e accalorato. Lo accarezzo dapprima adagio con la mano fredda che presto si scalda, mentre il respiro s’affanna diventando più lesto. Ti sento vicino con il fiato su di me, alquanto eccitato nel vedermi mentre mi masturbo, frattanto che spalanco le gambe come per farti entrare, giacché le grandi labbra si schiudono lasciando scivolare piano le mie secrezioni, le dita s’affrettano sul piccolo rilievo assieme alla cavità pelvica, che si muove per raggiungere il picco. 

Il tuo cazzo è tutto lubrificato e scivolerebbe fantasticamente all’interno delle mie labbra, all’interno del mio tunnel del piacere, io con due dita allargo le piccole labbra per farti entrare, intanto che gli occhi ancora chiusi ti guardano respirare affannosamente, per cercare di trattenere l’impeto che s’impossessa di te, io sorrido eccitata mentre m’infilo innanzitutto un dito esplorando la caverna calda e umida, dopo un secondo, in quanto il calore è smisurato. M’accorgo d’essere incanalata in un vortice stupendo, inalveata fra il calore e i fluidi giacché si mescolano impastandosi, lasciando scivolare parte della mia mano dentro di me costantemente eccitata, durante il tempo in cui ti vedo supplicarmi con gli occhi di porre fine a quel patimento soave e stupendo. A rilento estraggo le dita bagnate di me, torno a sfregare il piccolo rilievo che sta per scoppiare, le carezze diventano maggiormente audaci, poderose e in ultimo facinorose, io rincorro l’attimo, l’istante di connessione.

Al momento ti esamino squadrandoti negli occhi, bramo per averti, desidero possederti e urlare al cosmo intero quant’è immensa e incalcolabile la mia smania. Agguantata e catturata dalle contrazioni muscolari sollevo la cavità pelvica per donarmi interamente a te, perché in modo rabbioso giunge simultaneamente l’esplosione appassionata e vigorosa, perché numerosi innaffi di sperma fuoriescono dal tuo cazzo, sì, perché il tuo cazzo sta sborrando la sua densa e lattiginosa linfa, erompendo e sfogandosi in una danza di gioia su di me, spruzzandomi la fica e l’addome. Io mi lascio appassionatamente e benevolmente trasportare facendomi irrorare da quel balletto vitale, che s’impossessa del mio corpo scuotendolo e turbandolo con fragore, ghermito dagli spasmi radicali della passione.

Adesso tutto è caldo, sia il mio corpo che il mio sangue quanto la mia mano tra le gambe. Gli occhi sono ancora chiusi, persino le lacrime che rigano il mio volto sono torride, perché accanite e inclementi fluiscono sulla mia faccia in un misto sia di compiacimento che di malumore. Distintamente sballottata dai brividi ascolto piano le pulsazioni che ancora corrugano il piccolo rilievo di Venere assieme a tutto il suo bacino, che placidamente ritorna a dormire rasserenandosi e distendendosi.

Io mi rannicchio da un lato, sono inerme e sguarnita, indifesa, visibilmente scoperta, attualmente ho sonno, in quanto le membra stanche sollecitano l’adeguato e il consono riposo, in quel frangente comincia il cammino sulla mia spiaggia dei sogni, dove la rena è tersa e dove l’acqua è nitida e lucente.

Proprio così, in modo coerente e meticoloso, il posto nel quale esattamente mi rifugio confortandomi e proteggendomi ogni volta dopo che abbiamo fatto l’amore, perché in seguito m’addormento.

{Idraulico anno 1999} 

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