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Erotici Racconti

Pensiero per te

By 11 Agosto 2018Febbraio 10th, 2023No Comments

Da qualche tempo mi stavo divertendo attraverso la rete d’internet a seguire i numerosi portali per adulti, è già nei primissimi collegamenti accedendo all’interno d’una chat conobbi in modo inatteso una ragazza. Senza tanti preamboli il discorso sfociò quasi subito sull’arguto e al tempo stesso stuzzicante e peraltro garbato e ammodo colloquio sul nudo, in quanto lei non ebbe alcun’intralcio né scrupolo nel dichiararsi affermando d’essere un’amante degli spogliarelli. Quest’esposizione, infatti, si riferisce a un ipotetico incontro fra noi due, giacché è precisamente un tentativo d’accontentare con la fantasia questa sua intrinseca passione, in tal senso, questa che leggerete d’ora innanzi, è la bozza originale in questione, perché in realtà la descrizione completa vera e propria avvenne direttamente in chat. Nella storia, invero, lei mi conosceva con uno dei primi soprannomi usati ‘Albatros’ assimilato al nome ‘Antonello’.

E’ sabato mattina, la sveglia avvisa con il suo tipico suono che sono le nove, ti sei alzata in fretta, avevi un appuntamento che aspettavi da tempo, una rapida sbirciata alla tapparella per vedere se era bel tempo, molto bene, il sole era comparso quella bella mattina di fine aprile. Una doccia veloce e via a vestirti, perché sapevi già che cosa indossare. Avevi scelto con cura gl’indumenti che avresti indossato, il tempo ti permetteva di esibire la tua gonna più corta abbinata a una camicia finemente lavorata, appena coperta da una giacca leggera comprata per giustappunto per l’occasione. Il trucco ti portò via più tempo del solito, risaltasti gli occhi da te considerati il tuo punto forte, appena una spolverata di fondotinta, d’altronde la tintarella che esibivi donava alla tua faccia il giusto colore, mentre un rossetto di color albicocca sarebbe stato proprio perfetto con il tuo abbigliamento.

Non facesti la colazione, eri in ritardo, non volevi rimandare ulteriormente, perché non sarebbe stato di certo un buon inizio. Il luogo lo avevi scelto tu, avresti giocato in casa, il borgo della riviera lucana non era molto distante da dove abiti, sufficientemente in ogni caso per non correre il rischio d’incontrare qualcuno di tua conoscenza. Giungesti all’appuntamento in orario, la spilla con il tuo segno zodiacale sulla giacca t’avrebbe indubbiamente fatto riconoscere. In un attimo ti trovasti a passeggiare per le viuzze del centro storico con il tuo accompagnatore, il sole era già alto e le strade erano affollate di gente che come voi passeggiava pacatamente, mentre dialogavate di vari argomenti. A un certo punto lui t’agguantò la mano entrando con calma in un portone a fianco della via, ebbe istintivamente un attimo d’esitazione e poi imboccò la scala che saliva nel cortile interno, giunti sull’ultimo pianerottolo si girò verso di te e ponendoti le mani sulle spalle t’invitò riferendoti d’appoggiarti al muro.

Tu avvertivi il sole scaldare le tue gambe e il vociare della gente giù in strada, il profumo delle spezie messe a seccare sulle ringhiera di fronte a te. Il tuo accompagnatore era ancora con le mani sulle tue spalle, ti guardava tranquillo, tu eri intenzionata ad avvicinarti alle sue labbra, ma lui a rilento s’abbassò facendo scorrere le sue mani fino ai tuoi fianchi, rimase fermo per un attimo enunciando di sollevarti la gonna, le tue mani si mossero subito dopo, raggiunsero le sue e insieme sollevaste la gonna già cortissima. Tu lo guardasti, rimanesti stupita nel vedere che un secondo prima di scoprirti chiuse gli occhi, le sue mani scavalcarono le tue e avvolgendo i lacci delle tue mutandine iniziò a sfilartele. Dopo, giunto ai piedi t’aiutò a toglierle, s’alzò, ti fece abbassare la gonna, t’infilò le mutandine nella borsa e con un sorriso prendendoti per mano t’invitò a ridiscendere, in attimo eravate di nuovo in strada. 

Lui ricominciò a parlarti come se niente fosse accaduto, tu eri visibilmente raggiante di questa situazione, la tua gonna non era abbastanza corta da svelare ciò che non avevi, malgrado ciò il pensiero t’eccitava moltissimo.
Decideste di bere un aperitivo, il bar era alquanto affollato, tu avresti preferito un tavolino affacciato sulla via per goderti quel tiepido sole primaverile, ma alla fine trovaste posto soltanto all’interno d’una sala interna molto graziosa per la verità. Le pareti erano d’un color arancione chiaro, il pavimento era in cotto e i divani di color salmone assieme alle tendine bianche alle finestre, rendevano globalmente molto intimo e romantico l’ambiente circostante, per il fatto che ti sentivi a tuo agio.

Le tue gambe erano accavallate le une sulle altre, come si conviene a una seria e virtuosa ragazza, nessuno dei presenti avrebbe potuto scoprire il vostro piccolo segreto, dato che l’unico tavolino dal quale era possibile vederti le gambe era vuoto. Eri ancora molto eccitata dall’iniziativa presa dal tuo accompagnatore che a sorpresa t’aveva spiazzata, perché in quella giornata eri convinta che saresti stata tu a dominare il gioco, sennonché il tuo rinomato orgoglio e la tua celebre esuberanza erano state battute sul tempo. Tu squadravi il tuo cicerone, in realtà non lo avevi mai visto prima d’allora, non avevi neanche voluto sapere come fosse fatto fisicamente, perché le nottate passate a conoscersi ti erano bastate per capire che volevi passare quella giornata con lui, dal momento che gli ultimi avvenimenti lasciavano presagire che ci avresti passato persino l’intera nottata. A ben vedere, invero, lui era un ragazzo grazioso, niente d’eccezionale, lo sguardo era dolce, i suoi modi garbati.

Durante il tempo in cui pensavi come potevi riprendere le redini del gioco, alzando lo sguardo vedesti entrare nella saletta un ragazzo di circa la vostra età, in mano impugnava con molta cura un pacchetto regalo di colore rosso con un fiocco rosa, pure lui era un ragazzo amabile e piacevole, il suo sguardo come il suo passo era determinato e autoritario. Il pacchetto, pensasti, non deve essere per la mamma, molto probabilmente era lì per un appuntamento, perché come tutte le donne eri enormemente curiosa di scoprire a chi fosse destinato quel regalo così amorevolmente e premurosamente confezionato. Lui s’accomodò accanto al tavolino di fronte a voi, si guardò per un attimo in giro e quando t’intravide il suo sguardo si fermò, anche tu lo guardasti negli occhi per un attimo poi girasti la testa verso il tuo accompagnatore, non prima di notare che il suo sguardo si era posato sulla tua gonna corta e ancor di più sulle tue gambe, delle quali data la sua posizione godeva di un’ottima e libidinosa visuale. 

Il tuo cicerone non aveva ignorato la scena, perché seguitava a ispezionarti fissa negli occhi senza dire una parola, visto che pareva sottovalutare i tuoi discorsi; tu iniziavi ad avere qualche sospetto su che cosa gli passasse espressamente per la testa, eppure non potevi credere che intendesse proprio quello, finché lui ti collocò adagio una mano sulla bocca facendoti smettere di parlare e con voce serafica e distesa ti disse lo vorresti. In quell’istante un brivido ti fulminò per tutto il corpo scompigliandoti a fondo, tu non rispondesti, passò qualche secondo dopo lui ti catturò la mano destra, l’appoggiò alle tue gambe e t’invitò nel metterle unite, perché questo gesto era ciò che sospettavi, ciò nonostante potevi ancora fermarlo.

Egli ritirò la mano appoggiandola alla tua faccia e con la voce pacata ti mormorò di spalancare gli arti inferiori. Le tue gambe s’aprirono senza fretta, giacché il desiderio d’essere vista e desiderata da entrambi quegli uomini non ti lasciava scampo. Quando la tua gonna stava per scoprirti, lui chiuse gli occhi come aveva fatto sul pianerottolo poco prima, lasciandoti in balia dell’altro, sapevi che ti stava guardando, coglievi distintamente che percepiva la tua identica eccitazione, non osavi guardarlo in viso. D’incanto rimanesti pietrificata in quella posizione, quei secondi ti sembrarono un tempo infinito, lui allora ti girò la faccia verso l’altro costringendoti a guardarlo. Il tuo lussurioso fermento era al massimo, non avevi mai provato una trepidazione talmente vigorosa, il maschio accomodato di fronte a te t’invadeva incuneandosi con lo sguardo, tu eri discinta ed essenziale davanti a lui, a un forestiero, perché al presente sperimentavi un enorme benessere. Trascorsero esigui istanti, prima che il tuo cicerone girandoti verso di lui e chiudendoti con decisione le gambe ponesse termine a quella situazione proclamandoti:

‘Sei davvero corretta ed esperta, molto valida’ – ti segnalò porgendoti da bere.

‘Adesso dovrò mostrarti un confidente’ – girandosi verso il ragazzo seduto di fonte.

‘Carmen, ti faccio conoscere Antonello, ciò nondimeno suppongo che tu lo conosca meglio come ‘Albatros’. Al momento è meglio che m’avvii, perché penso e ritengo che abbiate parecchi episodi da confidarvi’.

Lui s’alzò e passando nei pressi di Antonello uscì dalla stanza senza voltarsi. Rimaneste in silenzio, tu eri stordita, era successo tutto talmente in fretta che non riuscivi a raccapezzarti, era confusa. Antonello ti squadrava in modo fisso negli occhi, il suo sguardo era armonioso e tenue.

‘Carmen sei davvero incantevole, una vera delizia’ – disse con la voce rilassata appoggiando il pacchettino sul tuo tavolino aggiungendo nel frattempo:

‘Questo qui è un delicato e solerte pensierino per te’.

Sei curiosa, come lo fu Carmen, di sapere che cosa conteneva il pacchettino così premurosamente incartato? Non lo dico a te come non lo dissi a lei. Indovinalo, è molto più facile. 

{Idraulico anno 1999}  

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