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Erotici Racconti

Piacere selvaggio

By 20 Aprile 2017Febbraio 2nd, 2023No Comments

Al momento io vado al bar giù di sotto siccome è garantito che ti trovo lì, infatti ti misuro e ti squadro con gli occhi, a quel punto tu hai già capito tutto. Tu stai sempre a discorrere, io ti faccio un saluto furtivo, intanto che m’attorciglio una ciocca dei capelli nella mano e mi dirigo verso il bagno del bar, concedo e distribuisco frattanto sorrisi a tutti, però i morsi e i graffi sono esclusivamente indirizzati per te. In bagno mi lavo le mani, le ripasso sopra, poi sotto, fra le dita, tuttavia insisto sulle unghie laccate, dal momento che c’è dell’impazienza, dell’irritabilità e della scontrosità in quel gesto, per il fatto che quasi non m’accorgo che tu sei entrato mentre dietro di me bisbigli: 

‘Accidenti, ne hai adoperato del tempo per arrivare, non pensavo’.

Io alzo gli occhi e delle fiammate partono dal mio sguardo, s’amplificano e s’esaltano riflettendosi nello specchio e in conclusione ti sterminano, dal momento che la mia voce repentinamente in modo battagliero e polemico replica:

‘Ah sì, ma guarda. Io aspetto più di un’ora davanti al tuo ufficio, poi il pellegrinaggio in tutti quei corridoi alla ricerca della sala della riunione, poi, soltanto dopo mi è venuto in mente che mi stavi realmente prendendo in giro e che forse t’avrei trovato qui’. 

Nello stesso tempo che mi lamento e che protesto, tu mi hai già acutamente girato verso di te e pertanto mi sigilli la bocca con un bacio facendo tacere la mia contestazione, io ho le labbra ancora serrate, le tue mani tentano di slacciare il foulard che ho al collo ed eccomi già sciolta e snodata. Tu sennonché mi calmi con la tua lingua, lenisci abilmente la collera e plachi l’irritazione del tempo perso nel cercarti, non capendo che era soltanto un gioco per renderti più desiderabile. In questo momento mi ritrovo bloccata con la schiena contro le piastrelle di quel muro, dato che le tue mani avanzano sul mio corpo soffermandosi sul mio cuore per sentirne il battito veloce che avanza. Le mie mani si sono già infilate tra la tua camicia e la schiena, sì, la tua schiena, visto che è un piacere esplorarla, sentirne gli anelli della colonna. 

Le nostre lingue s’incrociano, s’inchinano, ballano e infine cedono il passo, io ho il brivido del desiderio che m’inarca il collo e tu ne approfitti per scivolare lì con le tue labbra, dove nel frattempo i tuoi denti di taglio mi solcano la gola e le vene: ecco, adesso io da cagna sdegnata e rabbiosa mi trasformo rapidamente in un fenicottero languido e tenero, visto che alzo una gamba e appoggio la coscia al piano del lavandino, tu sbottoni quel vestitino nero con delicatezza e il tuo viso affonda fra i miei seni, in un attimo è senza veli, a dire il vero sapevo che la fretta e l’impazienza ci avrebbe alla fine travolto. La tua lingua passa delicatamente il contorno dei capezzoli, la tua mano destra scende fino al mio ginocchio per risalire l’interno della coscia, tu m’osservi, mi vedi insolitamente smodata e spropositata, dato che mi hai fatto ben incavolare per quei corridoi e attualmente le tue mani si snodano verso quell’epicentro del piacere per placare la tensione.

Tu arrivi sollecitamente subito alla mia foltissima bionda fica, perché nessuna schermatura di pizzo si frappone tra quelle labbra incandescenti. In questo momento le mie mani armeggiano e si danno da fare con i tuoi pantaloni, io sono simultanea nei movimenti durante il tempo in cui scariche di piacere m’acchiappano la schiena mozzandomi irrimediabilmente il fiato. Ecco, il tuo cazzo è rigonfio sotto la mia mano, ecco la mia testa che oscilla, ecco la tua bocca che mi morde i capezzoli, ecco le tue dita che entrano in me. Un piacere indocile, selvaggio e per di più indisciplinato m’invade scombussolandomi, mentre osservo il tuo pollice che gioca con il mio sesso primordiale. L’indice che penetra quella bocca, dove quei setosi fluidi sono l’assestamento e in ultimo il consolidamento del mio desiderio, una fonte è anche il dito medio che adesso mi dona piacere e le altre dita sono pronte per stuzzicarmi oltre. Il mio ventre pulsa e si contrae, i miei muscoli pelvici ballano quel ritmo ingovernabile e vorticoso, io inizio ad avere il fiato rotto, gemo, sbatto la testa con i capelli che frattanto si sono scomposti sul viso. Ho gli occhi aperti, ma dove sono? Io sono al presente con un uomo che mi ha scardinato sconquassandomi radicalmente la mente e che in quest’istante mi scuote il corpo, attualmente apro meglio le gambe giacché mi prendo tutto quel piacere che mi stai donando, perché adesso fremo, in quanto sono tremolii dal profondo che partono dal ventre e come scariche si diramano lungo i muscoli delle gambe e del torace.

Tu mi senti confusamente gemere, mentre la tua mano sinistra mi blocca la gola al muro e con una dolce pressione fa innalzare ben presto il mio orgasmo, la tua mano destra è quasi rabbiosa, violenta e pure veloce, la mano sinistra viceversa è morbida ma ferma, io nel mezzo inizio a scompigliarmi e a sconvolgermi dal piacere, giacché vocalizzo le emozioni senza troppo ritegno né scrupolo alcuno, perché inaspettatamente al momento sorrido, tenuto conto che cerco il tuo sguardo e la tua bocca per darti un bacio di pace dei sensi.

In seguito ti sfili da me, dopo io agguanto la tua mano destra e me la porto alla bocca, con la lingua gioco con i tuoi anelli, lecco le dita con attaccamento e con dedizione, così come farebbe senz’impedimenti un fenicottero con le piume e con quelle sue ali che lo fanno dapprima innalzare, in seguito sfrecciare e infine volteggiare indipendente e libero in alto lassù.

{Idraulico anno 1999} 

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