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Erotici Racconti

Piacevole ebbrezza

By 27 Agosto 2018Febbraio 11th, 2023No Comments

Loro due, adesso che ci ripenso esaminandoli e scrutandoli per bene, si erano branditi per mano avventurandosi e in ultimo calandosi per mezzo d’una vecchia mulattiera attraverso quella bislunga e interminabile contrafforte pietrosa, arrivando ben presto nei pressi di quell’arenile magnifico dalla sabbia finissima che pareva quasi aurea, resa continuamente sfavillante dal torrido sole del mese d’agosto e impreziosita dal colore di quell’acqua blu e a tratti verde smeraldo, che gradevolmente lambiva la riva. A ridosso di quella costa s’innalzavano delle cavità sassose che lei aveva subito notato, sicché dopo una breve scarpinata ambedue si erano rifugiati al loro interno, con la medesima eccitazione che hanno indosso due fuggitivi che intendono nascondersi.

Lei indossava una maglietta stretta e una gonna di seta con i fiori sopra un paio di scarpe allacciate alla caviglia, là di sotto non portava nulla. Il suo corpo era già annerito dal sole, lui non vedeva l’ora di denudarla per farla sua. In quella circostanza le sollevò la gonna e si rese subito conto guardandola con stupore, ma anche con un accresciuto desiderio infilandole all’istante un dito dentro la sua focosa intimità, l’annusò, la leccò e ridispose ben presto quel dito dentro. In seguito cominciarono a baciarsi con passione, poi si spogliarono velocemente finché non furono interamente spogli, discinti e ignudi l’uno contro l’altro, privi di costumatezza e di pudicizia, apatici e incuranti di tutto. Là di sotto, in quella spiaggia, c’erano soltanto loro due, poiché nulla e nessuno poteva turbarli o distoglierli dalle loro coraggiose quanto lascive e spavalde intenzioni, tranne me che li braccavo spiandoli in sordina, osservandoli dalla mia postazione a distanza con il binocolo.

Lui la fece sprofondare sulla sabbia, perché seduto di fronte a lei iniziò a massaggiarla amabilmente con quella rena sui seni, sui fianchi, sul ventre, sui glutei e sulla schiena, mentre lei già cominciava ad ansimare gemendo di benessere e di desiderio. Lui le salì di sopra avvinghiando le gambe strette ritrovandosi il viso tra i suoi seni, glieli offrì con le mani e lui li massaggiò succhiandone i capezzoli, provocandole un godimento improvviso e un’eccitazione entusiasta e scatenata Era per lui il suo prediletto nutrimento d’amore, per il fatto che lei si sentiva alquanto gratificata nello sfamarlo e premiata nel saziarlo. All’istante si sentì come assalita e attaccata da una furia erotica incontrollabile, giacché spingendolo morbidamente al petto lo fece cadere sulla rena tiepida, gli saltò sopra come una gatta, cominciò a baciarlo come se volesse mangiarselo, in quella circostanza bramava farlo farneticare, desiderava sbigottirlo offuscando in tal modo i suoi sensi, tenuto conto che insperatamente lui si ritrovò davanti agli occhi la mirabolante intimità di lei, mentre sentì che con le labbra afferrava il suo cazzo cominciando a succhiarglielo ingordamente. 

La ragazza succhiava, suggeva avidamente e celermente, si notava che godeva a dismisura nel sentirlo crescere in bocca, diventare sempre più duro e pronto per lei, intanto che la lingua del maschio s’agitava dentro le sua appassionata intimità, il suo naso che affondava dentro di lei, le sue mani che le aprivano le natiche per intrufolarsi al meglio, infine la sua voce e i suoi gemiti di godimento la rendevano radicalmente ebbra, esaltata ed euforica di piacere. 

Era in effetti la gioia e la voluttà più interessante e soddisfacente della sua vita, adesso assimilava e capiva che finalmente anche lui aveva perso il controllo ed era suo, interamente ed unicamente per sempre.

Lui non si era reso conto che le aveva strepitato un ‘ti amo’ con la voce così sonora e tonante, che il rimbombo si era propagato nel segretezza e nella silenziosità di quella spelonca, lei si era voltata verso di lui e gli aveva sussurrato con un sorriso malizioso di tacere riferendogli di farla sua.

Il ragazzo nell’udire quel delizioso e invitante intimazione aveva ben presto ubbidito ottemperando alla sua focosa e istintiva impaziente richiesta, penetrandola con brama e con impeto facendola godere pienamente e ripetutamente, finché lei non gli aveva chiesto di venire insieme, e lui di vivere insieme.

L’imbrunire sommergeva pigramente il paesaggio tutt’intorno, il mare osservava quieto e padrone incontrastato la vicenda, la scena prendeva adesso una piega e una visuale inattesa che io non potevo più conoscere né padroneggiare, io mi ritiravo dalla mia libidinosa e licenziosa ispezione, mentre la sveglia sul comodino burberamente e sgarbatamente m’annunciava che dovevo alzarmi, segnalandomi l’inizio del nuovo giorno con tutte le numerose mansioni da svolgere e da dipanare.

Alla fine, esaminando e fissando bene lo sguardo nel mezzo del letto, mi sono accorto che avevo sborrato abbondantemente sulle lenzuola, immedesimandomi e uniformandomi in ultimo all’interno di quell’eccelso, incantevole e spettacolare sogno.

{Idraulico anno 1999} 

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