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Erotici Racconti

Prometti bene

By 7 Settembre 2018Febbraio 11th, 2023No Comments

La costruzione che s’intravede è un’immensa abitazione signorile in mezzo ai campi, in realtà oltre l’estrema periferia con tutte le finestre illuminate sulla fosca tinta della notte. In concreto è una faccenda da agiati abbienti, perché nel cortile sono parcheggiate una mezza dozzina di sfarzose autovetture, una più bella dell’altra, ed è ancora presto, giacché altri ospiti dovranno sopraggiungere. La proprietaria della dimora ci accoglie ammodo in fondo al vialetto di ghiaia d’altra parte curatissimo, ciò nondimeno dannoso e insopportabile per i miei tacchi. Lei è una ragazza giovane, avrà molto probabilmente soltanto qualche anno più di me, per il fatto che ci riceve molto simpaticamente facendoci entrare. In salotto ci presenta il marito e gli ospiti già arrivati, là dentro ci sono persone giovani e cordiali, dal momento che quest’aspetto mi fa sentire meglio: in fin dei conti, non dev’essere gente poi così strana, all’opposto, pare una tranquillissima riunione tra amici, anche se io so che non sarà proprio così, specialmente per me. 

Sono stata io invero a insistere con Giampietro perché mi portasse, dal momento che ho dovuto faticare non poco per convincerlo. Giampietro l’ho conosciuto un paio di mesi fa, da allora la mia vita sta cambiando alla svelta, forse anche troppo. Lui è un giovane notaio di nota fama, trentanovenne alquanto attraente e irresistibile, giacché non ha faticato molto a far colpo su di me. Io avevo francamente appena terminato una lunga storia a due peraltro inconcludente, all’epoca ero sola e mi stavo addirittura annoiando, Giampietro è piombato nella mia vita come un vento impetuoso, portando aria del tutto nuova: persone inedite, locali eleganti, ristoranti raffinati, bei vestiti, e soprattutto sesso, tanto scopare travolgente e praticato con animo leggero, come nei miei trentacinque anni precedenti non avevo mai neppure immaginato né supposto, in aggiunta a ciò, un patto iniziale in modo insperato che mi rendeva la vita lieve:

‘Bada bene Monica, non chiedermi però di sposarti né d’esserti fedele. Io sto con te perché mi piaci, tuttavia le fiche mi piacciono tutte e, se posso, cerco di farmele. Non ti sarò devoto né fedele né ti chiederò d’esserlo, sarò talvolta incostante e sleale, ci divertiremo fin che dura, poi quel che deve accadere accadrà’.

Dopo una storia d’anni che doveva portarmi alla tavola liturgica, che si era peraltro rivelata solamente una trappola di noia mortale, era proprio quello che avevo bisogno di sentirmi dire. Onestamente ci siamo divertiti, eccome, perché oltre ai bei locali e alle chiavate appassionate fino all’alba, Giampietro ci ha messo davvero poco ad aprirmi gli occhi, su tutto un mondo molto piacevole di cui ignoravo persino l’esistenza. Tre settimane fa, ad esempio, siamo stati un fine settimana da una coppia di suoi amici a Praga. La cena in un ristorantino perfetto, al lume di candela, ma poi anche l’allegra complicità nel loro accogliente appartamento, svariati giochi di carte e di vestiti da togliersi come pegno, infine, tutti discinti a scopare tutti e quattro nello stesso enorme giaciglio scambiandoci di coppia fino all’esaurimento delle forze, per poi svegliarmi il mattino dopo abbracciata a Veronica nella stanza degli ospiti, sperimentando per la prima volta e con grande soddisfazione quanto sia piacevole fare l’amore con un’altra donna. Considerato inoltre che, la faccenda m’aveva entusiasmato, Giampietro m’aveva divulgato d’un certo gruppo di suoi amici italiani, che d’orge del genere ne organizzavano parecchie al sabato sera, anche molto più in grande stile. Io ho insistito, al presente eccomi qua, nella tana diretta del lupo, nel covo lascivo di quei pervertiti, per la prima volta, a giocare a questo nuovo impudico e lussurioso svago, avvinta ed emozionata come una scolaretta nel suo primo giorno di scuola, anzi, così come al suo primo esame dovrei riferire, perché se voglio entrare nel gruppo devo dimostrarmi all’altezza e farmi in ultimo accettare, devo infatti, come sostiene Giampietro ‘farmi collaudare’.

‘Non è per nulla agevole né elementare accedere in quella compagine, perché non accettano estranei che mettono il naso nelle nostre festicciole, poi subito dopo si sdegnano disgustandosi. Non basta che ti presenti io né che tu sia giovane e figa, in quanto ti faranno un esame, una specie di verifica complessiva. Se la supererai, sarai invitata ancora, altrimenti addio festeggiamenti’ – m’enuncia lui in maniera concreta e lineare.

‘Che tipo d’esame sarà? Spiegami?’.

‘Precisamente non saprei indicartelo, però vorranno senz’altro conoscerti, accertarsi per bene, dopo qualcuno della squadra sarà incaricato di scoparti, se rimarrà appagato di te è fatta, perché sarai ammessa all’istante nella cerchia’. 

‘Fammi capire, se si riterrà soddisfatto di come chiavo?’.

‘Sì, certamente, hai afferrato compiutamente il concetto’.

‘Svelami una cosa, secondo il tuo punto di vista potrei riuscirci?’.

Questi discorsi li commentavamo nel letto, fra spilucchi e ghiottonerie ansimando senza fiato, nel bel mezzo d’una sradicante e travolgente seduta di sesso. Io stesa con la pancia in giù, su due cuscini collocati di traverso, mentre Giampietro che mi scopava da dietro sudato come un ossesso e tutto contento di sperimentarmi appieno il didietro:

‘Monica, sei un incanto, scopi magnificamente, sono convinto che le prime sere faranno tutti la coda per chiavare assieme a te’.

Nel frattempo poco per volta arrivano gli altri invitati, poiché il salotto si riempie. Molte ragazze sono sedute sui braccioli dei divani, qualcheduna di esse perfino sulle ginocchia dei mariti o fidanzati o forse, visto l’ambiente, finanche di mariti e fidanzati di altre. Qualcuno è anche piuttosto elegante, ma prevale l’aspetto sportivo, le donne sono tutte molto belle, ma sono persone normali e onestamente non mi pare di sfigurare. Anche gli uomini sono molto attraenti, nessuno deve avere più di quarant’anni d’età, là si beve, si fuma e tutti sono benevoli e ossequiosi con me, cercando di mettermi a mio agio. Riescono addirittura a farmi passare un poco la tremarella, anche se in testa ho quest’idea fissa che non mi lascia per nessuna ragione: sono qui perché devo essere indiscutibilmente ‘testata e vagliata’. Quando anche gli ultimi che sono attesi arrivano, la proprietaria della dimora ottiene la parola e spiega appunto che io sono nuova, sono l’amica di Giampietro e voglio essere accolta nel loro gruppo. Mi sento addosso gli occhi dei dodici uomini e delle quattordici donne che sono riuscita a contare. L’ansia e il timore sotto forma di palpitazioni mi riappare, in modo peggiore di quando ero appena entrata. Giampietro m’infonde il giusto coraggio prendendomi sulle sue ginocchia, con la scusa di far posto sul divano a una ragazza che era rimasta là accanto in piedi. 

Il signor Girolamo, il possidente della villa, che nel gruppo dev’essere un’autorità, mi chiede di nuovo a beneficio di tutti chi sono, che cosa faccio e vicende del genere. Io ripeto nuovamente gli episodi che avevo già riferito prima alle varie persone con le quali avevo dialogato. In verità le prime parole mi escono a fatica, in seguito noto che tutti sono amichevoli e sorridenti, cosicché riesco a conversare con maggiore scioltezza. Di conseguenza entra nell’argomento, mi chiede se so esattamente per quale ragione si riuniscono, io obietto che lo so, che Giampietro me ne ha parlato a sufficienza. Girolamo mi domanda se sono proprio decisa nell’entrare a far parte della loro compagine e se per caso non sono stata forzata contro la mia volontà. Io controbatto che sono decisissima e indignata, tenuto conto che Giampietro non c’entra per niente in questa mia libera decisione, che non m’ha forzato per nulla, anzi, ha cercato di dissuadermi:

Sei consapevole, che per essere accettata, dovrai superare delle prove e che potresti anche non rivelarti adatta alla nostra squadra? Te la senti d’affrontarle?’. 

‘Certo, sono pronta, desidero sfidarle, sono disposta a qualunque prova. Ho voglia d’essere messa alla prova, perché sento di farcela’. 

In quella circostanza mi sbalordisco stupefacendomi totalmente di me stessa, durante il tempo in cui dichiaro queste nozioni. Credevo d’essere una femmina innocua, mansueta e remissiva, malgrado ciò, a quanto pare, ho più grinta di quanto io stessa abbia mai sospettato di possedere. Il ricco signore della villa accoglie le mie parole con un fermo e perentorio:

‘D’accordo, mi lusingo per il tuo entusiasmo, apprezzo la tua ferrea risolutezza’ – perché dopo una flemmatica sospensione, mi chiede se sono intenzionata di mostrarmi senza vestiti.

Io accenno di sì con la testa, mi sollevo dalle ginocchia di Giampietro chiedendomi come potrò spogliarmi in tal modo, di fronte a tutti i presenti, eppure Girolamo m’offre un inatteso arpione di salvezza, chiedendo se c’è qualche ragazza che voglia offrirsi per darmi una mano:

‘Io, come no, ma certo’ – enfatizza una morettina che se ne stava in piedi in disparte e subito si precipita tutta entusiasta verso di me. 

M’afferra per mano conducendomi alcuni passi più avanti, al centro del morbido tappeto che fa da punto di mezzo alla compagine di tutti gli spettatori seduti:

Fidati, non temere, sei avvenente e deliziosa, sono certa che farai un grande figurone’ – mi bisbiglia all’orecchio, dispensandomi un bacio sulla guancia, dopo s’ingegna istantaneamente con la cerniera del vestito. Ho fatto bene a mettermi il vestito intero, perché in un baleno cade ai miei piedi lasciandomi unicamente con il perizoma, il filo di perle al collo e con le scarpe. Sento un mormorio di gradita sorpresa, ma anche d’accesa e di brillante approvazione. La ragazza mi brandisce per mano conducendomi in giro, mostrandomi a tutti gli astanti, mi fa persino piroettare, perché tutti i partecipanti possono vedere anche il sedere. Con tanti occhi puntati su di me dovrei morire di vergogna, invece sento che l’eccitazione m’invade, qualcuno commenta che sono splendida e seducente, qualcun altro commenta ad alta voce riferendo i complimenti a Giampietro. Una ragazza bionda esordisce accennando che sono una bella fica, io m’accorgo con sorpresa che tutto questo non m’urta né m’indispone per nulla, al contrario, non fa altro che aumentare il mio stato di grazia.

Le guance al presente sono arrossate, malgrado ciò non mi sento per nulla in crisi, la brunetta mi riporta al centro del cerchio, mi toglie la collana e la consegna a Giampietro, successivamente si china, mi toglie le scarpe, dopo infilando un dito nell’elastico del perizoma, chiede a tutti se mi deve togliere anche quello. La maggioranza dei presenti acclama di sì a gran voce, lei me lo sfila giù con una sensualissima carezza fino alle caviglie, là attorno capto altre esclamazioni e anche un accenno d’applauso. Girolamo mi ripete che sono avvenente e meravigliosa, guardandomi proprio lì, al centro del mio essere, subito dopo approfitta della sua posizione per darmi un bacio tenerissimo sull’ombelico. S’alza e mi porta di nuovo per mano, io liberata di quell’ultimo straccetto mi sento ancora meglio di prima, avrei voglia di dimenarmi, d’esultare e di saltare, perché in effetti qualche saltello non riesco a trattenerlo:

‘Mi hai stregato, tu sei veramente deliziosa e speciale. Hai brillantemente superato con disinvoltura la prima prova, ma non ci basta. A noi interessa anche che tu ci sappia fare dentro il letto’ – mi ribadisce il ricco signor Girolamo alla fine del giro, zittendo i vari mormorii che ancora si protraggono.

In seguito si rivolge a Giampietro domandandogli di rivelare come me la cavo, lui conferma che sono brava, aggiunge che non sono esperta di festicciole con tanta gente, ma garantisce che garantisco compostamente per la riuscita. Girolamo, rivolgendosi di nuovo a me, mi sollecita esigendo se ultimamente ho scopato anche con altri, oltre che con Giampietro. Io narro l’episodio di Praga tutta fiera di me. Anche il quella congiuntura non sospendo di sorprendermi per come il rivelare dettagli così intimi, non solo non m’imbarazzi, all’opposto, mi faccia enormemente piacere. Racconto di Miroslav, che m’ha chiavato sotto gli occhi di Giampietro e di Veronica, io avverto che tutti hanno gli occhi puntati su di me e le orecchie attente a quello che dico. Adesso li ho in pugno, è invero una sensazione fantastica, indefinibile. Il possidente della villa chiede altri dettagli a Giampietro, su come me la cavi con la bocca, se m’ha abituata bene riguardo i rapporti anali:

‘Perché non le domandi se le piacciono pure le donne’ – propone una ragazza appollaiata sul bracciolo d’un divano.

‘Ammetto e confesso che l’ho compiuto solamente una sola volta, con Veronica, ma che mi piace’ – replico io in modo deciso a quell’estrosa avance.

La brunetta che m’ha aiutato a svestirmi e che ancora mi tiene per mano esordisce con espressioni di gioia alle quali s’uniscono anche altre ragazze. Non pare loro vero, di potersi scopare una quasi vergine e tutta da scoprire:

‘Molto bene, affare fatto, prova superata. Ci piaci e sarai dei nostri, ma prima c’è ancora una piccola piacevole formalità a cui devi sottoporti. E’ necessario che ti esamini uno di noi, per vedere come te la cavi in pratica. Ti va di farti scopare?’ – conclude il signor Girolamo. 

Io non rispondo con le sole parole, ma i miei strilli di giubilo e il mio saltellare sulle punte dei piedi sono più che eloquenti segni. Girolamo fa un cenno accanto a uno dei ragazzi seduto su d’un divano annunciando:

‘Matteo, intendi collaudarla come si deve?’.

Matteo non perde tempo e sembra anche piuttosto contento dell’incarico, perché senz’alzarsi si sfila le scarpe, le calze e la maglietta e tutto il resto. Perfettamente nudo e del tutto a suo agio s’alza, s’avvicina a me, mi dà un casto bacio sulle labbra, mi piglia per mano e s’incammina con me, guidandomi verso quella che poi scoprirò che è lo stanzone prediletto delle orge, con il corteo degli altri, che a loro volta s’alzano, ci seguono e vengono a presenziare al collaudo carnale.

Non riesco a camminare normalmente, mi viene istintivamente da ballare e irrazionalmente da saltellare, perché non vedo l’ora che il collaudo inizi.

{Idraulico anno 1999} 

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