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Erotici Racconti

quadro

By 16 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Sei nel tuo letto, dormi, un sorriso sul tuo viso descrive la gioia dei giorni che tanto sognavi.
Ti guardo, un lenzuolo leggero copre il tuo corpo nudo, fra i tuoi capelli s’intravede il colore blu che ti lega a me.
Osservo immobile, il silenzio irreale della notte fa diventare tutto un quadro, un’immagine che terrò fissa per sempre, per me che arrivo
da una grande città.
Un uccellino cinguetta, distolgo lo sguardo con la mente, tu sei il mio quadro, l’ho creato io, e come ogni pittore giudico la mia opera
sempre incompleta, anche se agli occhi degli altri può apparire un capolavoro.
Devo correggere alcune cose, ora, subito.
M’inginocchio al fondo del letto, ti scosto i piedi
divaricandoti le gambe, faccio passare la mia lingua da un piede all’altro, salendo lentamente lungo i polpacci, le gambe, fino ad arrivare alla tua figa.
Mi fermo ed osservo, le tue labbra chiuse , le curve , il culo.
Il mio respiro caldo, ti fa aprire di più le gambe, ti agita, ma non ti sveglia.
Non va bene, devo correggere, questo quadro non mi convince ancora.
Tiro fuori la lingua e la infilo tra le tue labbra, le dischiudo, ed affondo con la lingua dentro di te, come le pennellate dell’abile pittore, toccandoti tutti i punti
dove posso arrivare.
Ti svegli lentamente mugolando, non ci faccio caso, sto lavorando alla mia opera, sono concentrato.
Devo far risaltare questa zona, deve spiccare dal quadro, quindi ti allargo le labbra con due dita e passo al tuo clitoride, passando con la lingua ai suoi lati, alternativamente
, spingendo verso l’alto, per farlo uscire.
Bastano poche pennellate, e la zona inizia a prender forma, un bel colore, un bell’effetto.
Tocco ancora con decisione il tuo clitoride con la punta della lingua, e poi torno ad affondare il viso dentro la tua figa, l’assaporo, me ne riempio la bocca.
Sei sveglia ormai.
Mi metto in ginocchio tra le tue gambe e guardo: il tuo viso eccitato, la tua bocca socchiusa, i tuoi capelli, il blu, i tuoi capezzoli ancora troppo rosa, i tuoi fianchi, e la tua figa aperta e bagnata.
Mi metto sopra di te e ti bacio.
Le nostre lingue s’incontrano e tu senti il tuo sapore sulle mie labbra, eccitandoti ancora di più.
Il mio cazzo pulsante entra dentro di te lentamente, e tu inarchi la schiena per accoglierlo meglio, un colpo secco dei miei reni
ti toglie il fiato, e apri la bocca. Ecco questa &egrave l’espressione perfetta che voglio nella mia opera.
Mi fermo ad osservare, ma cambi di nuovo espressione; “No, non va bene!” penso tra me e me “voglio l’espressione di prima”.
Quindi continuo ad entrare ed uscire dalla tua figa con colpi sempre più forti e ritmati, inizi ad ansimare,ma hai l’espressione che voglio nella mia opera.
Perfetta!
Devo continuare così per avere ciò che voglio, lo sguardo si distoglie dal tuo viso e passa ai capezzoli, “Rossi, li voglio rossi!”.
Li morsico con cattiveria mentre tu accogli il mio cazzo con movimenti sempre più ampi ed io lo sento sempre più pulsante.
“Ora son rossi”.
Ti guardo ancora il viso, ma il mio pensiero ora &egrave concentrato su un’altra sensazione, spalanchi gli occhi e rallenti i movimenti, trattieni il respiro.
La sensazione del mio cazzo dentro di te cambia, stai venendo, ed i muscoli che lo circondano stanno mi provocano la tua stessa reazione.
Un getto , due, tre a seguire gli altri.
Il caldo ti inonda la figa.
Ti guardo.
“Si” penso “&egrave un bel quadro ora”.
Mi alzo e vado a bere lasciandoti nel letto, immobile, con quel sorriso disegnato sulle labbra.
L’acqua che bevo ha ancora il tuo sapore, sembra non lavarlo via.
Torno ai piedi del letto e ti guardo.
“No, non va ancora bene, devo lavorarci ancora a lungo, questo dev’essere il mio capolavoro”.

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