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Sara una moglie timida – parte 14 a volte tornano

By 7 Agosto 2025No Comments

Se siete interessati alla puntata precedente la trovate

Sara una moglie timida – parte 13 home sweet home

Nelle settimane successive non ebbi più occasione di restare sola con Lapo, c’era sempre in giro servitù, inoltre le poche volte che c’era in casa John, c’era anche sua moglie quindi il suo saluto era un semplice “a domani” o poco diverso.
La situazione cambiò quando iniziarono i lavori per la ristrutturazione della piscina con copertura, creazione spogliatoi ed un collegamento alla casa senza uscire.
Arrivò prima una squadra per gli scavi poi, quando fu il momento di gettare le fondamenta della piscina e del tunnel di collegamento, arrivò un’impresa il cui nome mi diceva qualcosa.
Non incrociavo nessuno degli operai ma un giorno, guardando fuori dalla finestra, vidi il capocantiere della ditta che aveva rifatto la facciata della nostra casa e che mi aveva scopato con alcuni suoi uomini una sera di ritorno da una cena ( https://raccontimilu.com/orgia/sara-una-moglie-timida-parte-10-i-lavori-al-condominio/ ).
Rividi e ripensai a quella serata e mi bagnai. Ero contenta di essermi liberata di quei porci ma al tempo stesso essere scopata da così tanti e con cazzi di quelle dimensioni mi fecero tornare in mente la mia anima da maiala e mi bagnai.
Nicholas aveva alzato la sua media nelle materie con le quali lo aiutavo ed era stabilmente sopra il 7, anche farlo studiare era sempre meno faticoso, ormai aveva imparato il metodo che gli avevo insegnato e pure la costanza di applicazione. Praticamente durante le lezioni finiva i compiti in un lampo facendo pochissimi errori e mi ritrovavo con più di un’ora da far passare. A volte giocavo con lui altre volte guardavamo dei cartoni
Quel giorno Nicholas aveva acceso la tv e stava guardando uno dei suoi cartoni preferiti così mi staccai dicendo che dovevo andare in bagno e lì mi masturbai furiosamente ripensando a quando il capocantiere ed i suoi mi avevano riempita di sborra in tutti i buchi.
Probabilmente mugolai e quando, dopo essermi ricomposta, uscii dal bagno, trovai Lapo che sorrideva e mi disse ridendo “che lunapark c’è lì dentro, sembra che tu ti sia divertita parecchio in bagno”.
Diventai rossa come un peperone e replicai: “non sono affari tuoi” e tirai dritto o meglio, provai a tirare dritto ma il braccio di Lapo mi cinse la vita e mi fece girare verso di lui stringendomi e provando a mettermi la lingua in bocca. Sentivo il suo corpo aderire al mio ed il suo cazzo in piena erezione. Avevo però appena avuto due orgasmi quindi non reagii come lui avrebbe voluto.
“Lasciami andare altrimenti urlo” dissi al ragazzo.
“Fai la preziosa? Non mi sembra che al mare fossi così santarellina”.
Sempre tenendomi per un polso tirò fuori il telefonino e mi mostrò il video che mi era stato fatto in vacanza e che avevo fatto rimuovere dal sito porno.
“Come è possibile? Non è più in rete, solo qualcuno che lo aveva scaricato può avertelo dato!”.
“E’ proprio così, sono entrato in confidenza con il capo cantiere, la settimana scorsa ti ha visto uscire per avviarti al treno e mi ha detto che ti aveva conosciuto e che eri una fantastica maiala. Mi ha raccontato di come ti aveva scopato con i suoi ed alla mia incredulità ha tirato fuori il filmato che ti ho girato”
Sbiancai, per quanto tempo quel filmato mi avrebbe ancora perseguitata? Ero convinta di averlo tolto dalla rete ed invece un allupatissimo ragazzo lo aveva in mano e non sapevo come lo avrebbe usato. Potevo rischiare anche di perdere il posto di lavoro!
“Cosa vuoi da me? Mio marito lo ha già visto e si è vendicato, abbiamo chiuso lì la faccenda e se speri di potermi ricattare perché mi hai scopato una volta te lo puoi scordare, mio marito sa anche questo”.
Lapo ci restò male, si era già fatto i suoi piani ma fu lesto a rispondermi.
“Mio padre non sa però che una zoccola sta facendo da istitutrice al suo bambino e nemmeno la mia matrigna. Se lo dovessero scoprire puoi dire addio a questo lavoro. Pensaci bene, adesso c’è troppa gente in giro ma entro settimana prossima o mi fai divertire un po’ o vado da mio padre e dalla mia matrigna e gli mostro il filmato”.
“Sei uno stronzo, mi hai filmato di nascosto e non ancora contento hai anche fatto vedere il filmato ai tuoi amici”.
“E tu che me lo hai cancellato facendo la gattina che si strofina cosa sei? Una mignotta che usa il suo corpo per i suoi scopi. Qualche scopata in più non ti fa certo male visto che sembra che ti piaccia tanto prendere cazzi”.
Mi sentivo umiliata, andando avanti con quella discussione rischiavo di farmi scoprire così decisi di far finta di nulla e tornai da Nicholas spensi la tv e lo interrogai in modo un po’ brusco e fui severa.
Il bambino che era molto sensibile mi chiese se mi era successo qualcosa perché ero cattiva con lui. Mi resi conto di aver sbagliato lo abbracciai e rassicurai.
Era ora di andare, dovevo capire come uscire dalla situazione, con quel filmato sarei stata sempre ricattabile a meno che fossi andata io da John ad informarlo. Dovevo parlarne con mio marito prima, John era il suo capo, se anche la avesse presa bene avrebbe saputo che la moglie del suo dipendente ed amico era una porcona.
La sera dopo aver messo a letto i bambini raccontai tutto a mio marito, glissai ovviamente su tutti i particolari che avrebbero potuto legarmi al capocantiere e far emergere la serata in cui lui ed i suoi mi avevano sbattuta come un tappetino riempiendomi ovunque di crema.
Pietro ascoltò con attenzione tutto, e si propose di andare a dire lui tutto a John in questo modo mi avrebbe evitato l’imbarazzo. Disse che gli avrebbe detto che eravamo una coppia aperta e che di tanto in tanto ognuno dei due scopava chi gli faceva particolarmente sangue ma che raccontava tutto al coniuge. Mi chiese però di poter mostrare, come prova, il filmato in cui Lapo mi scopava. Mi sembrò una soluzione che poteva funzionare e girai il filmato a mio marito.
Il giorno dopo a mezzogiorno circa ricevetti una telefonata da Pietro: “tutto a posto, ho parlato con John, Lapo non ti darà più fastidio, non gli importa quanti cazzi prendi anzi, ad essere onesti mi ha fatto capire che avrebbe voluto aggiungersi alla tua collezione, l’importante è che tu non sconvolga Nicholas e che gli insegni bene e su questo secondo punto lui e sua moglie sono molto soddisfatti”.
Il giorno dopo quando arrivai a casa di John incrociai Lapo che mi guardò e disse soltanto: “peccato mi sarebbe tanto piaciuto fare qualche altro giro con te”.
John non era in casa per cui non dovetti nemmeno affrontare l’imbarazzo di guardarlo in faccia ora che mi poteva vedere sotto una luce diversa.
Entrando rischiai per un attimo di incrociare il capocantiere che invece si fece trovare al mio orario di uscita. Era solo e mi offrii un passaggio col suo pickup.
Rifiutai, dovevo stare alla larga il più possibile da certe persone anche perché rischiavo di incoraggiarle.
Il capo cantiere, quando ci incrociammo fece una battuta non particolarmente brillante: “come è piccolo il mondo, visto che fai l’insegnante adesso vuoi una bella ripassata come quella che ti abbiamo dato l’ultima volta?”.
Lo ignorai e tirai dritto. Quel posto stava diventando un incubo.
La situazione precipitò la settimana successiva, al contrario di come mi sarei aspettata. I lavori di muratura erano terminati per cui il capo cantiere non era più in giro, Lapo era stato messo a posto ma John ogni volta che lo incrociava mi guardava con libidine oppure ero io che mi ero suggestionata sapendo che era al corrente delle mie marachelle e del fatto che si era espresso sul fatto di volersi fare un giro pure lui.
John era sicuramente un bell’uomo, Lapo aveva preso molto da lui fisicamente eppure c’era qualcosa che mi frenava, forse la moglie che se avesse scoperto che mi ero fatta il suo uomo avrebbe sicuramente voluto la mia testa.
Nicholas era stato nuovo male, la mamma era via così come Lapo e John non si fidava della servitù per cui mi aveva telefonato per chiedermi se potevo replicare il mio ruolo di infermiera per quella notte in attesa o che Nicholas stesse bene o che trovassero una infermiera specializzata per la notte successiva.
Non potevo certo rifiutare di dare una mano così questa volta, essendo stata informata per tempo, feci una piccola valigia.
Nicholas aveva la febbre alta, John era preoccupato. Presi dei panni freddi per cercare di ridurre la temperatura oltre, ovviamente, agli antipiretici. Con tutto questo trattamento la febbre era ancora alta e la temperatura non scendeva sotto i 39°.
Andavo e venivo dalla stanza di Nicholas, John era in sala che lavorava con il portatile.
Fra una videocall e l’altra gli chiesi se voleva qualcosa da mangiare e mi disse che qualsiasi cosa andava bene. Preparai delle conchiglie allo zafferano e panna, semplice e veloce. John la mangiò davanti al monitor, erano le 23 e finalmente la temperatura di Nicholas iniziò a scendere. John aveva finito giornata e venne più volte ad assicurarsi delle condizioni del bambino.
Mi confessò che era stanchissimo e teso e mi chiese se per caso potevo fargli un massaggio. Non potevo rifiutare, avevo fatto dei corsi di massaggio e John lo aveva saputo da Pietro.
Si tolse la camicia e si sedette su uno sgabello, recuperò anche un olio da massaggio che usava sua moglie e così iniziai a massaggiargli la schiena ed il collo. Sentivo i suoi mugolii di approvazione e quando ebbi finito si alzò mi abbracciò forte premendomi contro il bacino fino a farmi sentire il suo poderoso tarello. Non contento con queste braccia grandi e forte, mise una mano sul sedere e cominciò a palparmi senza ritegno.
Il massaggio mi aveva fatto un certo effetto e non fui particolarmente veloce a sottrarmi, o almeno a provarci, alle sue grinfie. Lo prese come un invito, mi strinse più forte, mi sollevò di peso e mi posò delicatamente sul divano. La camicia da notte che indossavo, non particolarmente lunga, si era sollevata completamente. Lui si tuffò sulla mia patatina, scostò lo slip di cotone, nemmeno troppo sexy, e iniziò a leccarmi.
“Uhm che buon sapore, sei fradicia”
Aveva perfettamente ragione, John non mi dispiaceva, era un po’ che non mi facevo scopare in quanto la ragione aveva avuto la meglio sul mio corpo, ed il massaggio mi aveva dato il colpo di grazia. Non feci nulla per disincentivarlo, anzi cominciai a mugolare e gli presi la testa fra le mani dirigendolo verso le zone più sensibili.
Ebbi un orgasmo nel giro di pochi minuti e subito dopo lui si alzò, si calò i pantaloni mettendo in mostra un uccello gigantesco, un vero big bamboo.
Fu un attimo me lo mise a due dita dal viso e iniziai a lavorarmelo con mani e lingua, era enorme ma non perfettamente duro, il mio trattamento però lo fece diventare di pietra ed allora John si staccò e mi fece mettere a pecorina, strofinò la cappella lucida di umori e di saliva sulla mia fregna e dopo iniziò ad entrare. Mi sentii squassata, non pensavo sarebbe riuscito a metterlo dentro tutto ma ce la fece anche se sentii che toccava il collo dell’utero. Una volta dentro stette fermo per un paio di minuti poi uscì fino a quasi alla cappella e rientrò ed iniziò a pomparmi con lentezza con un ritmo sempre più incalzante. Mugolava e diceva parole in inglese captai perfettamente “little whore, bitch slut” le altre non le conoscevo ma le poche recepite mi scaldarono ancora di più. Mi sentivo di nuovo troia ed era una sensazione che, moralmente mi dispiaceva ma che nel mio inconscio dovevo provare ogni tanto per stare in pace con me stessa.
Dopo 10 minuti in cui mi aveva pompato ed insultato pesantemente ma anche provocato un intenso orgasmo, lo tirò fuori e mi disse che adesso, visto quanto ero brava e zoccola, voleva farmi il culo come aveva visto nel filmato. Un altro pensai, tutta la mia fatica per farlo scomparire non era servito.
“No gli dissi, lo hai troppo grosso se mi scopi in culo mi rovini”
Non ti preoccupare, provo e so che ti piacerà, se ti fa troppo male mi fermo” tirò fuori da sotto il cuscino del divano una bottiglietta di gel lubrificante. Era tutto premeditato allora ma ero in ballo e finirla lì sarebbe stato inutile.
Mi fece sdraiare sopra un asciugamano tirando su le gambe e mi fece colare sul buchetto posteriore un po’ di gel poi con un dito bene oliato mi penetrò, aggiunse altro liquido che ben presto raggiunse le mie viscere, intanto le dita erano diventate tre ed andavano avanti ed indietro. La sua tecnica era sublime, non mi faceva male, il culo si era aperto e mentre mi metteva le dita dentro riusciva anche a sgrillettarmi mantenendomi così molto eccitata.
Si versò anche una generosa porzione sul membro quindi tirò fuori le dita ed appoggiò la cappella spingendola dentro per un pezzo fino a che il diametro non raggiunse lo stesso delle tre dita. Restò li fermo per un paio di minuti poi iniziò ad entrare e tornare indietro di un paio di millimetri alla volta fino a che la cappella non fu dentro completamente e li si fermò. Mi bruciava ma pensavo peggio per cui non lo fermai. Mi afferrò allora per i fianchi ed iniziò ad entrare sempre di più.
“Sei una gran mignotta rotta in culo, dimmi che ti piace che ti sfondi l’ano, dimmelo troia”
Aveva virato all’italiano, era infoiatissimo, a me piaceva abbastanza anche se un piccolo fondo di dolore mi frenava. Il turpiloquio ed essere apostrofata così però tornò ad eccitarmi e feci una cosa che mai avrei pensato. Inizia ad assecondare il movimento risucchiando quel cazzone sempre più dentro. Di colpo sentii uno schiocco ed un bruciore, mi aveva dato uno schiaffone su una natica. “Senti la vacca da monta come si muove, come lo vuole tutto questo bell’uccellone”. Chiusi gli occhi per un attimo li riaprii gridando quando un secondo schiaffone mi arrivò sull’altra natica.
Mi piaceva anche quello, lui andò aventi a pomparmi stavolta senza delicatezza ed ogni tanto arrivava un’altra pacca, non mi capitava spesso ma ebbi anche un orgasmo anale.
Sentii la sua mazza che si gonfiava sempre di più, stava per sborrare, saltò fuori dal culo, mi fece inginocchiare e segandosi mi innaffiò faccia e tette quindi me lo porse davanti alla bocca e mi disse di ripulirlo per bene. Lo feci ma ormai stava scemando l’eccitazione.
“Pulisciti e rivestiti e vai a vedere come sta Nicholas”. Feci quanto richiesto, fortunatamente il bambino stava meglio, la febbre era scesa e il bambino stava dormendo.
Quando tornai in salotto trovai John che stava lavorando al pc come se nulla fosse successo. Tornai allora nella stanza di Nicholas e mi coricai nell’altro letto. Il piacere era stato grande ma aveva lasciato il segno. Mi sentivo il buco del culo spalancato ed in effetti era così, fortunatamente non erano uscite emorroidi ma il bruciore stava cominciando a salire. Per quella notte non sarei più uscita dalla stanza. Se ci avesse provato di nuovo mi avrebbe devastata.

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