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Erotici Racconti

Senza pressione alcuna

By 24 Giugno 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Lei si era ricordata accuratamente della storiella sugli svedesi e dei loro inesauribili e interminabili preliminari, che lui le aveva diligentemente raccontato la volta precedente galvanizzandola a dovere. Tutto sommato, loro due, avevano sempre riservato poco tempo alle fasi iniziali del rapporto sessuale, e per quell’incontro aveva deciso e in ultimo disposto che avrebbero inaugurato il rituale con l’esordio ‘alla svedese’, per poi concludere immancabilmente quell’atto ‘all’italiana’. Erano appena entrati in quella stanza e lui l’aveva già afferrata per la vita tentando di baciarla con quel suo modo brioso ed esuberante di chi ha fretta e premura di concludere:

‘No dai, aspetta, non avere fretta, il bello verrà in seguito’ – aveva espresso lei in modo accattivante e per di più paziente, sfiorandogli le labbra con la mano.

Lei voleva rendere tutto degnamente eccitante e giustamente stimolante, per il fatto che quell’atto doveva essere gremito di desiderio e di fantasia a cominciare proprio dai baci, pertanto lei gli aveva passato la lingua sulle labbra con un modo di fare erotico, inebriante e voluttuoso, poi gli era scivolata sul petto cominciando a svestirlo e ad accarezzarlo su tutto il corpo, infine gli aveva abbassato i pantaloni e continuando a baciarlo gli aveva toccato i genitali e poi il pene, trovandolo peraltro già consistente, intemperante e smanioso di desiderio. In seguito lei si era spogliata davanti a lui, scoprendo una biancheria intima quasi invisibile su quel corpo dal colore dell’ambra, successivamente gli aveva agguantato le mani invitandolo ad accarezzarla, a baciarle i capezzoli e a infilarle una mano tra le gambe, dove comprensibilmente lui sapeva già che cosa avrebbe trovato.

Al presente quell’eccitazione cominciava a crescere a dismisura e la voglia di farla sua quasi prendeva il sopravvento, però lei non voleva ancora concedersi dissuadendolo e trattenendolo oltremodo. Lo afferrò per la mano e lo trascinò davanti a quell’enorme specchio, s’adagiò pigramente sul tappeto appoggiando i gomiti e divaricando le gambe, intanto che lui rimase in piedi nudo dietro di lei. Dopo si sfilò le mutandine e con le gambe divaricate davanti a quello specchio cominciò a abilmente toccarsi, a infilarsi le dita dentro la fica e a leccarsele, mentre lui la guardava azzardando e tentando di resistere:

‘Afferra il vibratore, su coraggio, sì, proprio quello là sopra colorato che vedi’ – gli aveva manifestato a un certo punto lei elettrizzata ed esaltata, lui glielo passò infilandoselo dentro le gambe e cominciando ad agitarselo giocherellando e stimolandosi il clitoride, mentre continuava a toccarsi con consumata bravura ed estrema perizia, mostrandogli la sua preziosa gemma in attesa.

‘Adesso avvicinati e mettimelo in bocca, perché voglio gustarmelo tutto, così come piace a me’ – gli annunciò lei carica ed eccitata a dovere.

Lui ubbidì sottostando come un automa e si ritrovò il suo pene dentro la bocca della donna, dove la sua lingua esagitata e smaniosa lo leccava succhiandolo insaziabilmente e rapidamente, come se volesse mangiarselo. Lo sentiva il cazzo quasi come se volesse scoppiare, in quanto era uno spettacolo eccezionale e favoloso vederla su quel tappeto godere, rallegrandosi liberamente e oscenamente con quel gingillo tra le gambe e con il suo cazzo nel contempo infilato piacevolmente dentro quella bocca, lui però non poteva più durare né resistere oltremodo in quelle condizioni.

‘Dai, fai di me quello che vuoi amore, sì così, sbattimi più forte che puoi, fammelo sentire per bene’ – gli riferì lei come se stesse uscendo di senno, animata, briosa e infervorata più che mai.

Lui s’adagiò sennonché impaziente e smanioso sopra di lei penetrandola in ultimo con un’eccitazione e una veemenza mai provata prima d’allora. Lei avvinghiò le sue gambe intorno a lui baciandolo e stringendolo, poiché era un paradiso sentirlo internamente. Lei gli avrebbe voluto affermare, dichiarare e strepitare tante cose, eppure tempestivamente sopraggiunse impetuoso e silente al tempo stesso un orgasmo energico e travolgente, che lucidamente le spezzò il respiro e in ugual modo la parola, sconquassandola, sopraffacendola e svuotandola definitivamente.

Lui la guardò sommerso e snaturato dal piacere, sovraccarico di desiderio e appesantito di passione, finché non resistette più, erompendo in ultimo dentro di lei svuotandosi e colmandola, perché avvertiva lucidamente il fluido del suo intimo piacere scorrere depositandosi dentro di lei in maniera abbondante. Quel bianco e odoroso liquido seminale di vita, dall’aroma e dalla sapidità inequivocabile e unica, che scivolava inizialmente dentro di lei, in seguito fuoriusciva colando in conclusione all’esterno dalla sua splendida e lanosa cavità, il suo adorato fiore come lui l’appellava amorosamente. Lui non resistette nonostante ciò a quella visione, successivamente la leccò ripetutamente tra le gambe, mentre lei gemeva ancora godendo e contorcendosi in modo smodato di libidine, d’inappagabile cupidigia e d’incontestabile genuina venalità.

A dire il vero, onestamente, quell’atto così intrinseco, non forzato e spontaneo non lo avevano mai eseguito né completato così bene, almeno fino ad allora.

{Idraulico anno 1999} 

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