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Erotici Racconti

Sfiniti dal desiderio

By 28 Settembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

‘Ascoltami attentamente: domenica prossima dovrai prepararti per una bella corsa rilassante, giacché andremo al mare, anzi, a dire il vero sulla spiaggia’ – mi comunicò lui talmente arzillo e in modo brioso un giorno prima, dopo una costante e duratura conversazione avuta al telefono. Per quell’inattesa occasione io mi recai nella stanza da bagno per detergermi e per pulirmi accuratamente, in maniera tale da essere già pronta per indossare la sottana da notte, sennonché m’attardavo dinnanzi alla specchiera, giacché osservandomi correttamente l’allenamento in palestra m’aveva effettivamente regalato delle forme scolpite e alquanto toniche, poiché mi piaceva sfiorare i muscoli cosparsi con dell’olio idratante, fantasticando e immaginando d’essere pedinata e spiata a insaputa dal mio lui.

Quella domenica mattina lui passò a prendermi sorridente come non mai, dal momento che con la sua tenuta sportiva poco pesante lasciava intravedere il suo fisico atletico. Lui m’accarezzò le gambe messe in rilievo da quelle braghe comode e duttili e ci avviammo in direzione della riva, appena arrivati parcheggiammo all’ombra dei pini marittimi e c’instradammo verso la spiaggia, dal momento che quella giornata s’annunciava torrida e una gradevole frescura di quella stagione dei fiori scombinava già le nostre capigliature.

‘Adesso è tutto predisposto. Da quest’istante non voglio ascoltare né udire malcontenti né proteste né reclami vari, hai capito?’. Io annuii sorridendo e iniziammo gradualmente a correre.

I nostri respiri inizialmente impercettibili si fecero più pesanti e più profondi, dato che era piacevole sentirlo sospirare. Io lo vidi spiare il mio fondo schiena e non potei fare a meno di scorgere uno spiccato rigonfiamento tra le sue gambe. I nostri gemiti diventarono più febbrili e irrequieti, altrettanto facevano le nostre occhiate, che colme e deformate per la concitazione e il desiderio non cessavano di diffondere e proiettare durevoli sbirciate in direzione dei nostri fisici aitanti e floridi bagnati di sudore. Senz’allontanare gli sguardi attenuammo l’andatura e inaugurammo a sfiorarci e a trastullarci con le rispettive lingue, nel frattempo avanzavamo boccheggiando per quell’esaltazione e per quell’euforia ormai raggiunta. Il sudore sulle mie cosce si fuse con i miei fluidi e il sudore sulle sue gambe mostrò perfettamente la forma del suo membro, perché sembrava dovesse esplodere, in quanto io avevo una voglia bizzarra e stravagante di succhiarglielo.

Tra noi due non ci fu niente d’aggiungere né da ribattere, in quanto ci scoprimmo seduti dentro l’automobile giungendo celermente verso casa sua. Il tempo necessario di sprangare la porta d’ingresso alle nostre spalle, giacché io gli sfilai rapidamente le braghe assieme agli slip e m’introdussi anelante e smaniosa il suo cazzo in bocca senza alcun indugio. Io glielo succhiai ghiottamente senza fermarmi, ansimante, intanto che le gocce del suo sudore mi colavano in bocca assaporandone il gusto, nel frattempo lo masturbavo velocemente con la mano, visto che in quell’istante lo sentii chiaramente mugolare. Poco prima che lui potesse sborrare io mi denudai in un attimo e i nostri corpi bagnati e desiderosi di nient’altro che di noi stessi si sfiorarono, lui m’afferrò con prepotenza per i fianchi e mi spinse sul divano penetrandomi con forza.

Io lo avvertivo deciso, imperioso e rigonfio all’interno della mia nera e pelosissima fica in un tripudio di netto fervore e di totale trasporto, giacché i nostri perenni lamenti di piacere si diffusero in quella camera da letto enfatizzandone e ingigantendone il nostro dissennato, incosciente e scriteriato desiderio dei sensi. Lui lambì accortamente e in modo scaltro il mio seno, quando con la cavità pelvica seguitava ad ardire introducendosi con prestanza sconvolgendomi ulteriormente. Io in quella circostanza, nel tempo in cui il suo cazzo s’introduceva ogni volta più rapido, avvertii convulsamente l’opportunità di manipolare la mia fica accarezzandomi con risolutezza il clitoride, fintanto che il suo sospiro si fece più intenso, lui con un filo di voce speditamente m’annunciò:

‘Sì, gioia mia, ecco, sto per sborrare, sì piccola, prendilo tutto’ – io acutamente assecondandolo e incoraggiandolo eccitata ribattei:

‘Sì, mio bello, dai così, spingi ancora, che vengo anch’io, non ti fermare, prosegui’.

In un baleno raggiungemmo insieme l’orgasmo in quel gemito benefico e liberatorio di sollievo, che in nessun caso dimenticherò. I nostri corpi rimasero appagati e stremati l’uno accanto all’altro, debilitati e sfiniti da quell’esuberante ed euforico desiderio inaspettatamente raggiunto.

{Idraulico anno 1999} 

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