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Erotici Racconti

Tu mi scavi l’anima

By 13 Agosto 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Io sono una ragazza disponibile, leale e radiosa. Mi piace ridere, mi va a genio scherzare, adoro giocare, dato che cerco di vivere sempre al massimo cercando di sfruttare e d’usufruire al meglio ogni attimo che mi &egrave stato regalato. Sono una sognatrice e continuo a fantasticare, nonostante di frequente il risveglio sia crudele, spietato e talvolta tremendo. L’ottimismo &egrave un tratto fondamentale del mio carattere, in quanto sono sempre alla ricerca di qualcosa, sempre presa da mille idee, da innumerevoli parole e da infinite emozioni.

Io cerco di non prendermi mai troppo sul serio, sono giunta qui affascinata dalla passione e mi sono sentita immediatamente attratta e intrigata. Il resto spero di scoprirlo strada facendo, visto che i sogni sono agevoli, semplici e pronti da desiderare, un po’ più ardui e complessi da raccontare e d’altronde il più delle volte rimangono intricati e tortuosi da realizzare. Alcuni poi lo sono più di altri, soprattutto quelli che devono coinvolgere, interessare e sensibilizzare per forza altre persone per essere attuati e quelli che non stanno nella cerchia dei desideri e delle aspettative normali.

A dire il vero io confido e rivelo quei tipi d’auspici e quelle bizzarre visioni che s’inchiodano conficcandosi sul fondo e sul sostegno della coscienza e della psiche, che attecchiscono per bene alle sue pareti e che faticosamente sormontano il limite dell’etica e dell’irreprensibilità. In quell’occasione rimangono là, aggrovigliando, confondendo e disorientando l’intelletto dato che s’accaparrano per bene il sonno, dal momento che quelle fantasticherie di frequente restano in anonimato e in penombra, senza mai esigere né reclamare il bagliore del sole. Subentrano dopo nel modo di vivere della persona quelle durevoli riflessioni nel conoscere sé stessi o dei fatti inattesi, inaspettati o semplici conversazioni, che in seguito fanno affiorare in superficie quelle tentazioni tanto da non riuscire a trovare pace finché non diventano un’effettiva realtà. Sono per l’appunto le fantasie inconfessabili e sconce all’amante innamorato o al marito annoiato, ma addirittura straripanti per la loro impetuosa e talvolta rovinosa intensità.

Io mi ritrovo a parlare dopo lunghissimo tempo, con chi un giorno lontano ha condiviso con me numerose camere d’albergo sia per gioco sia per divertimento, dove soltanto l’amore non aveva spazio, giacché non serviva. Dopo tutto questo tempo qualcosa ci spinge a cercare e a rintracciare un contatto, una mail, una telefonata e tutto torna indietro in modo reale e vivo proprio come in quel momento. L’esaltazione del tono &egrave identica, probabilmente &egrave più perseverante, edotti di tutto quello che &egrave avvenuto e rimasto fra noi due, e di tutto ciò che &egrave accaduto pure senza di noi. In quell’esatto istante noi bizzarri e pettegoli ci domandiamo che cosa ci sia capitato in tutto questo tempo, chi c’&egrave stato, quali esperienze e quali dettagli. Questi sono i racconti e i retroscena di noi due, quegl’incontri senza di noi dove tutto si fonde e si mescola, dove improvvisamente diventa eccitante esporre e raccontarci le circostanze e i dettagli d’altre vicende passate e presenti senza peraltro nessun filtro nel mezzo. Lui ha una donna che incontra spesso, giacché &egrave il suo pretesto, la sua storia d’amore, il suo cavillo, quella con la famosa ‘A maiuscola’, io, un uomo che incontro per attrazione. Il nostro appuntamento &egrave dopo esserci incontrati con i nostri amanti, visto che tramite mail ci chiediamo maniacalmente e smodatamente tutto quello che &egrave successo, a quel punto raccontare diventa un gioco malvagio, perverso, tanto affascinante e intrigante da essere presente nel cervello anche durante quegli incontri.

‘Che cosa gli hai combinato? Che cosa ti ha messo in atto? Esponimi, parlami di quanto questo ti piace. Io avrei voluto vederti, perché sarei stato a osservare. Ti avrei trombato unitamente a lui, sì, ti avrei fottuto per bene contemporaneamente con lei’.

Era comparsa e celermente si era nel frattempo liberata l’immaginazione, precisamente quella che alloggiava là da qualche parte, bramata peraltro da tantissimo tempo, ciononostante mai detta né indicata né rivelata. Con lui naturalmente si era amplificata questa voglia di complicità e di questa singolare calorosa partecipazione assoluta d’appoggiare anche quest’intimità, la stessa nell’identico momento, poiché tutto ciò lo capiamo insieme, tenuto conto che ci brucia perennemente in modo indiscusso, finché in un giorno d’inverno lui di getto e in modo insperato le fece presente sostenendo:

‘Domani incontrerò la mia donna, finalmente. Tu però mi stai eccitando da uscire di senno, io la scoperò con foga, perché ascoltandoti mi sento scoppiare’.

Io sennonché ribatto: ‘Il giorno dopo, dal momento che tu sarai da lei interpellami, perché io arriverò se non cadrà la neve ovviamente’.

Queste due frasi scambiate in tal modo ci inebriano, la mia provocazione accende stuzzicando i sensi, come giammai era successo fino a quel momento.

Lui: ‘Non so, lei non vorrà, non ne abbiamo mai parlato. Io però mi sto accendendo soltanto al pensiero d’avervi entrambi’.

Io: ‘Non importa, immagino che sia difficile, perché lo sarebbe anche per me, eppure anch’io mi sto eccitando’.

Lui: ‘Sì, non ci sarai, però io voglio pensare che tu sia lì con noi, a godere’.

Io: ‘Allora fa’ così: adesso immagina che mentre starete sul suo letto distesi su d’un fianco a guardarvi, io starò dietro di te ad accarezzarti le spalle e i fianchi. Tu sarai sfiorato davanti e dietro dalle nostre tette, dato che insieme allungheremo le mani su di te. Appena ella t’agguanterà il cazzo, tu vaga con la fantasia che io ti stia sfiorando le palle come piace a te, qualora lei ti comprimerà le palle, pensa alle mie dita che ti perlustrano con perizia il deretano facendoti uscire di senno’.

Lui: ‘Sì, va bene, lo farò senz’altro. Io so che tu non ci sarai, eppure sarà come se ci fossi, appresso te lo riferirò per bene’.

In conclusione ci salutiamo, perché lui corre in bagno a pulirsi i pantaloni dopo aver sborrato segretamente e silenziosamente sotto la scrivania, sprecando quel favoloso nettare di vita, viceversa, a me rimane un concetto astratto e un senso di cedevolezza, d’inconsistenza e di vuoto evidente, perché tutta questa vicenda in ultimo m’annulla invadendomi e graffiandomi l’anima, azzerandomi sennonché interamente tutta l’eccitazione che si era nel frattempo a ragion veduta accumulata e creata.

Questo desiderio riaffiorato e riapparso dall’ombra, sradicato dall’anima, rimane una creatività e una fantasia scritta soltanto su d’un monitor, poi se ne torna giù in fondo ad aspettare d’emergere e d’elevarsi, per poi fuoriuscire e sprigionarsi un’altra volta.

{Idraulico anno 1999}

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