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Erotici Racconti

Tutte le volte che vorrai

By 29 Dicembre 2016Gennaio 31st, 2023No Comments

In quella giornata autunnale ventosa e carica di pioggia Nadia si risvegliò notevolmente confusa ma apprensiva e trepidante al tempo stesso, per il lineare fatto che sarebbe stato il suo primo giorno di lavoro e per questo motivo voleva compiere una buona impressione, in quanto era propriamente esultante, perché appresso a mesi di sondaggi vani, di ricognizioni e d’incontri multiformi di lavoro peraltro infruttuosi, finalmente la fortuna si era comprensibilmente ed esplicitamente accorta di lei. Nadia alquanto euforica e giuliva iniziò a vestirsi, indossò un paio di calze nere insieme con una gonna scura che le arrivava sotto il ginocchio, una maglietta bianca e una giacca con le spalline di colore nero, diede una veloce spazzolata ai suoi cortissimi capelli, si truccò in modo leggero e uscì dirigendosi alla fermata dell’autobus.

Arrivò al lavoro con dieci minuti d’anticipo e si diresse verso l’ufficio del direttore, bussò e una voce appassionata le rispose d’entrare. Nadia aprì la porta, subito dopo la richiuse alle sue spalle e si guardò intorno per classificare il suo diretto superiore, in conclusione la squadrò: davanti a lei osservava l’aspetto d’una femmina amena, benfatta e gioiosa con delle ampie iridi scure con una chioma paglierina che teneva allacciata con un prolungamento rialzato, giacché era vestita con un vistoso indumento latteo che metteva in rilievo le sue pacchiane tette, alle estremità invece calzava dei gambaletti, non indossava collant, perciò sotto il vestito s’intravedevano degli incantevoli arti inferiori spogli, giacché ne valorizzavano la figura aumentandone i lineamenti e in ultimo magnificandone le parvenze dignitose e fiere. La caratteristica che maggiormente la sbalordì impressionandola, fu però il dettaglio della cavità orale con le sue marcate sfumature: era attraente con le labbra benfatte e polpose, invitanti, morbide e ben disegnate, visto che sembravano fatte apposta per essere accolte e infine baciate. Nadia si rese conto di distinguere quella donna: era in realtà una sua amica che aveva già perso di vista molto tempo addietro:

‘Entri pure, venga avanti. Ha per caso scelto di comporre un ritratto fissandomi con quella sbirciata? Non stia lì sull’uscio, s’accomodi’.

La voce acuta, perspicace e sonora di quel superiore la scosse irrevocabilmente dai suoi intimi pensieri, Nadia s’avvicinò alla scrivania del suo superiore e balbettò una timida espressione:

‘Sono desolata direttore, però lei mi rievoca spiccatamente un’amica che non rivedo più da tanto tempo, in quanto mi manca parecchio’. Il superiore vistosamente attratto e lusingato spostandosi brevemente si parò accanto manifestandole brillantemente:

‘Non s’angusti né si tormenti oltremodo, mi fa ben sperare e mi lusinga essere apprezzata e considerata’. Nadia abbozzò sennonché un sorriso e intelligentemente ribatté:

‘Lei è affascinante ed è altrettanto molto provocante’. La direttrice andò verso la porta dell’ufficio, applicò due vigorose mandate di chiave e poi ritornando da lei l’agguantò sottobraccio e le rivelò:

‘Prima di tutto, da questo preciso istante mi darai del tu, io mi chiamo Sonia’.

Quel nome fece sobbalzare sottilmente Nadia: era vero allora, era proprio lei, la sua amica. Nadia avrebbe voluto abbracciarla e caldeggiarla, eppure per cautela, per una sorta di precauzione si contenne, ricordandosi che in questo momento non era la sua migliore amica che aveva davanti, ma il suo futuro direttore e responsabile della struttura moderandosi. Sonia non presunse né reputò minimamente quell’inquietudine e quel cruccio momentaneo che aveva raggiunto irreparabilmente Nadia e proseguì a conversare:

‘Sono veramente entusiasta e ben lieta d’andarti a genio, spero addirittura che possiamo diventare in ugual modo brillanti alleate e che tra noi due ci sarà deferenza e affidamento totale. Io non esigerò né pretenderò molto, però solamente due cose metterò in risalto in questo lavoro, tenuto conto che per me saranno fondamentali: la puntualità e la disciplina. Pensi di poter compiere e di soddisfare opportunamente queste due mie richieste?’. Nadia sorrise e annuì, Sonia le accarezzò il viso e le disse:

‘Molto bene, puoi andare’.

Quella che Nadia trascorse fu una giornata di lavoro intensa, ma anche assai leggiadra. Nadia si era accorta però d’una cosa: ogni volta che passava davanti all’ufficio del suo superiore Sonia coglieva l’occasione per chiamarla, anche se non c’era un motivo valido, come se le facesse star bene averla vicina per rinfrancarla, come se l’avesse riconosciuta ma avesse nel frattempo avuto ansia e timore di scoprirsi smodatamente rivelandosi, sennonché un pomeriggio Sonia s’avvicinò mentre lei era in pausa e inaspettatamente le confessò:

‘Anch’io sono in pausa, adesso vado a prendere un caffè. Ti andrebbe di fare un intermezzo con me?’. Nadia sorrise e immediatamente esclamò: 

‘Sì, molto volentieri, grazie dell’invito’.

Sonia sorrise e uscirono insieme, arrivarono dopo dieci minuti al bar, si sedettero e ordinarono da bere, consumarono le loro bevande in silenzio, poi Sonia dopo aver guardato intensamente Nadia negli occhi, prese le mani della ragazza tra le sue e argutamente le rivelò:

‘Non ti sarà di certo sfuggito, che da quando ti ho assunto io ti chiamo nel mio ufficio per qualsiasi cosa, anche per le cose più frivole’. Nadia annuì e si chiese dove Sonia volesse arrivare, la donna a quel punto astutamente e sottilmente continuò:

‘Tu mi piaci Nadia, sei molto disciplinata, puntuale e soprattutto molto bella’. Nadia in quell’occasione arrossì.

‘Voglio raccontarti una cosa’ – disse Sonia.

‘Due anni fa conoscevo una ragazza che si chiamava come te. Era molto bella e un giorno mi propose d’avere un rapporto con lei, io le risposi di no, perché francamente non me la sentivo, successivamente l’ho persa di vista e non l’ho più sentita. A volte ci ripenso e mi pento d’averle detto di no, eppure se tornassi indietro le direi di sì a occhi chiusi, perché mi manca molto’. Nadia sorrise, Sonia s’accorse del sorriso di Nadia e le espose:

‘Perché sorridi?’. Nadia s’avvicinò con la sedia a quella di Sonia e affabilmente le confessò:

‘Davvero non ti ricordi di me, Sonia?’. Sonia la fissò un attimo poi un lampo di luce e di felicità brillò immediatamente nei suoi bellissimi occhi.

‘Nadia, ma sei proprio tu? Che graditissima e insperata improvvisata, che cosa ci fai qui? Come mai?’ – echeggiò attonita e piuttosto meravigliata riconoscendo in quell’istante generosamente la sua amica. Nadia sorrise e le riferì:

‘Io sono stata in Australia per tre mesi, poi ho iniziato a cercare lavoro, così dopo svariati tentativi ed esperimenti diversi sono stata assunta da te. Io t’avevo riconosciuto subito, però temevo di sbagliarmi, perciò per non azzardare niente non ti ho rivelato nulla’.

Sonia racchiuse Nadia a sé e occultò la sua faccia tra la capigliatura dell’amica annusandone la fragranza, Sonia le accarezzò il dorso e in seguito le annunciò:

‘Dai Nadia, vieni con me’.

Nadia la seguì rimanendo distante da lei di qualche passo e mentre Sonia camminava Nadia ammirava il sedere dell’amica. Sonia aveva sempre avuto un bel sedere che terminava in un sedere a mandolino davvero niente male, e adesso vederlo ondeggiare sensualmente sotto l’abito mentre l’amica avanzava, faceva nascere in Nadia una forte voglia, che anche se non voleva ammetterlo si scioglieva in un forte calore tra le gambe, in breve tempo arrivarono a casa di Sonia, entrarono nel salone e lei accennò:

‘Vieni Nadia, siediti sul divano, nel frattempo mi cambio poi riprendiamo a parlare’.

Sonia entrò nella stanza da letto e si spogliò per cambiarsi, Nadia si sedette sul divano, poi s’alzò e accostandosi alla porta della camera rimase impietrita di fronte al corpo armonioso e inerme della sua amica.

‘Sei davvero incantevole Sonia, una vera delizia’ – le disse arrossendo. Sonia s’avvicinò e accarezzandole il viso le disse:

‘Grazie tesoro, anche tu lo sei’.

Le mani di Sonia s’intrecciarono con quelle di Nadia, a tal punto Sonia avvicinando le sue labbra all’orecchio dell’amica le sussurrò:

‘Ti ricordi piccola, quella proposta che mi facesti allora?’ – Nadia annuì e Sonia continuò:

‘Ti va di ripropormela?’. Nadia sorrise e abbracciando l’amica bonariamente le confidò:

‘Riprendiamo la faccenda da dove l’abbiamo interrotta?’. Sonia agguantò il viso della sua giovane amica tra le mani e prontamente le manifestò:

‘Sì Nadia, mi va eccome, con molto piacere. Non avrei dovuto dirti di no allora e non voglio in nessun caso annunciarti di no adesso’.

Nadia sorrise, Sonia si lasciò irrevocabilmente andare e brandendo totalmente Nadia le lambì il bavero con amabilità. Avvertire e cogliere in modo esplicito e netto in quel momento quelle labbra morbide di Sonia sulla collottola fece fremere radicalmente Nadia d’eccitazione, Sonia le baciò il lobo destro e sagacemente le sussurrò:

‘Non mi rammaricherò né mi pentirò mai di quello che stiamo facendo Nadia’.

‘Sei soddisfatta Sonia?’. Sonia fermò le mani di Nadia sul proprio seno e amabilmente rispose:

‘Sì, Nadia, sono molto felice, per davvero’.

Sentirsi chiamare come due anni prima fece sorridere Nadia, lei s’abbassò e baciò il seno della sua amica, mentre un lieve gemito di piacere fuoriuscì dalle labbra di Sonia che le disse:

‘Sì, così, continua Nadia, ti prego’. 

Nadia si dedicò al seno di Sonia con tutta l’attenzione e la dolcezza di cui era capace: lo baciò accarezzandolo con devozione, poi acciuffò un capezzolo tra le labbra e lo succhiò stando attenta a non farle del male. Lei non aveva mai avuto un seno così bello tra le mani, giacché mentre glielo succhiava gemeva di piacere, in quanto la faceva eccitare tantissimo. 

‘Ti piace tesoro?’ – chiese Nadia, staccandosi per un attimo da quelle due piccole e morbide colline che aveva sotto le mani. Sonia gemette e ponendo le sue mani sopra la testa di Nadia la spinse verso il suo punto più caldo.

‘Lo vuoi davvero Sonia’ – chiese Nadia, dando una leccatina veloce alla fica della sua amica.

‘E’ bellissimo, sì’ – gemette Sonia, accarezzandole i capelli. Nadia sorrise, così iniziò a leccare con voglia la fica della sua amica, finché non sentì il clitoride di Sonia che come un fiore sbocciava sotto le sue amorevoli attenzioni.

‘Sei davvero brava piccola, non fermarti’ – le manifestò Sonia.

Nadia non interruppe la manovra e prese in bocca il clitoride dell’amica succhiandolo, poi prese i capezzoli di Sonia tra le mani e iniziò a giocarci:

‘Ah, sì così’ – il gemito uscì strozzato dalla gola di Sonia, visto che s’aggrappò alle spalle di Nadia graffiandole la pelle.

Nadia non si fermò, perché percepire i fluidi della sua amica inondare la fica della donna, le metteva una voglia di divorarla a suon di baci. Sonia a quel punto venne gridando, Nadia si stese sul cuscino e attirò a sé la sua amica abbracciandola e baciandola, Sonia le baciò le labbra in modo affamato.

‘Ti voglio Nadia’ – le disse teneramente.

Nadia percorse tutto il corpo di Sonia baciandolo e leccandolo, poi inserì due dita nella fica bollente e bagnata della sua amica. Le dita di Nadia affondarono nella fica di Sonia come un grissino s’immerge dentro il formaggio morbido.

‘Sei un lago Sonia, mi piace affondare le mie dita dentro di te. E’ davvero bellissimo, sei una troietta’. Sonia sorrise e le manifestò:

‘Spingi Nadia, così, dai spingi le tue dita in me tesoro, ti prego. Fammi venire ancora, sì così’.

Nadia non se lo fece ripetere e affondò le sue dita dentro la fica appassionata e fremente di Sonia più volte, fino a sentirla gridare, finché Nadia si stese e ripeté:

‘Adesso spetta a te Sonia, in tal modo mi farai venire’.

Sonia rise e strinse Nadia a sé, appoggiò le sue labbra su quelle di Nadia e la baciò. Le loro lingue s’unirono e giocarono in una danza frenetica, sensuale e tempestosa, perché le mani di Sonia accarezzarono il corpo di Nadia esplorandone ogni lato senza lasciare nulla d’intentato. Nadia spinse Sonia verso il proprio seno, Sonia s’avvicinò al capezzolo di Nadia e glielo lisciò appena, Nadia traballò nel tempo in cui un piagnucolio ristretto le sgorgò dalla sua bocca:

‘Me lo immaginavo, avevo il preciso sentore che tu eri una sgualdrina, la mia puttana’. Nadia avvolse le sue gambe intorno alla schiena di Sonia e le disse:

‘Basta parlare Sonia, ti prego, non ce la farò a resistere ancora’.

Sonia annuì, mentre stuzzicava i capezzoli di Nadia, in ultimo inserì il dito medio nella pelosissima e nera fica della ragazza succhiandole il clitoride. Nadia si lasciò andare all’orgasmo che repentinamente la travolgeva e urlò appieno tutto il godimento e il piacere che aveva dentro di sé, in conclusione si stesero vicine baciandosi, finché a un tratto Sonia rimpiangendo esclamò:

‘Se penso che due anni fa avrei potuto benissimo ricevere tutta questa meraviglia, che stupida che sono stata, quanti errori si commettono’ – sbottò quasi affranta e pentita. Nadia sennonché sorrise:

‘Ci sarà tempo e modo per recuperare tutto piccola, non dubitare’ – disse, stringendo Sonia tra le sue braccia rincuorandola benevolmente.

‘Io ci sarò, anzi, ti dirò di più, sarò presente ogni volta che tu mi vorrai’.

‘Sempre, Nadia?’ – chiese Sonia baciandole le labbra.

‘Di continuo Sonia, senza fine, stanne più che certa. Ogni volta ti darò tutta me stessa, perché tu meriti e sei degna di godere al massimo e d’essere festosa e raggiante’.

Sonia la baciò: adesso aveva afferrato, capito e in ultimo realmente scoperto e trovato quanto fosse armonioso, bello e leggiadro l’amore al femminile se consumato e vissuto senza divieti né restrizioni né tabù, poiché non se lo sarebbe lasciato più scappare.

{Idraulico anno 1999}  

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