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Erotici Racconti

Una sorpresa niente male

By 11 Dicembre 2016Gennaio 31st, 2023No Comments

E’ finalmente sabato per molti, non di certo per me che devo darmi da fare e lavorare. Fuori c’è un sole meraviglioso, malgrado ciò entro lunedì il mio progetto di comunicazione deve avere minuziosamente una forma completa e rifinita. A questo punto è da parecchio tempo che ci fatico al riguardo, dal momento che non posso approfittare né permettermi l’autonomia né d’avere la libertà d’una giornata al sole, come molti staranno facendo probabilmente in quest’istante.

Alle ore quindici l’orologio batte le ore a basso volume, lo schermo del computer s’illumina per una frazione di secondo, in ufficio non c’è più nessuno, nemmeno i filippini che abitualmente vengono a fare le pulizie, quasi certamente hanno fatto tutto in fretta e sono già andati via. Io sto per concludere delle correzioni attinenti lo stile del mio archivio elettronico, dal momento che una persona rintocca inaspettatamente all’entrata principale. In quelle circostanze essendo da sola m’innervosisco, in tal caso apro in fretta il cassetto della mia scrivania, afferro un tagliacarte e m’incanalo verso la porta dell’ingresso. M’avvicino lentamente, ho paura, ma non dovrebbe arrivare nessuno, di questo andare apro soltanto d’un pezzetto la porta e guardo lo sconosciuto rivolto verso di me:

‘Buon pomeriggio signorina, io sono il bracciante che avevate cercato, sono qui per sistemare i tendaggi nella sala del convegno’ – mi dice sorridendo, io con un sospiro di distensione gli apro la porta e lo faccio entrare.

‘M’avevano riferito che ci sarebbe stato qualcuno in ufficio, perciò sono venuto a fare il lavoro soltanto oggi’ – mi ripete lui, dirigendosi verso il balcone per prendere una scala.

Io annuisco sorridendo e mentre apre la finestra non posso fare a meno di notare il piacente sedere che possiede, lui afferra la scala, si volta verso di me mentre io lo guardo ammirata. Ha gli occhi chiari, le mani affusolate, i capelli lunghi, è giovane, direi sui trent’anni d’età, davvero un bel ragazzo non c’è che dire, dato che mi passa accanto guardandomi con la coda dell’occhio: 

‘Hai necessità di qualcosa?’ – gli domando io premurosamente per l’occasione.

‘Attualmente nulla’ – replica lui.

‘Io mi trovo nell’ultimo locale, quello con la luce blu al di fuori, qualora avessi bisogno mi trovi là in fondo nel corridoio’.

‘Va bene, la ringrazio’. 

Io m’accomodo alla scrivania e ricomincio a lavorare dimenticandomi e disinteressandomi in fretta del ragazzo che lavora tre stanze più in là. Non lo vedo entrare, perché sono troppo concentrata sul lavoro che sto facendo, siccome non ho tempo di pensare ad altro se non alle condivisioni e all’invio degli archivi di tutti quei numerosi dati. In quell’istante però, avverto due mani forti e dolci al tempo stesso sulla mia schiena, dato che iniziano a massaggiarmi piacevolmente d’improvviso. Lui mi tocca delicatamente la parte alta della schiena, i suoi tocchi mi estirpano mugolii inaspettati di godimento, in seguito confortevolmente una mano birichina s’introduce sotto la blusa, lui sbottona accortamente il reggipetto e si precipita ad acciuffare il mio seno. Io mi sento già umida oltremisura, acquosa più del normale, sono ammaliata e incantata a dire il vero da quel maneggiamento così impercettibile, talmente erotico, voluttuoso e inedito del suo sfioramento. Distinguo e provo brevi rigagnoli della mia crescente eccitazione fluire da parte a parte del tanga per dirigersi verso il mio didietro, mescolarsi e perdersi con il bollore crescente e irrefrenabile del mio organismo. Lui mi gira facendo roteare la sedia, s’inginocchia davanti a me guardandomi negli occhi. Io so che cosa vuole fare, pure lui sa che cosa voglio io. In quell’istante s’accosta con il volto sfiorando il mio senza però lambirmi, si svaga con il fiato sulla mia faccia, appresso colloca amorosamente le sue labbra sopra le mie.

La sua lingua scivola fuori in un istante, la sento irruente e morbida, siccome m’invade la bocca esplorando ogni centimetro della mia lingua. Io chiudo gli occhi mentre lui si stacca da me, digrada comodamente verso la collottola, l’attraversa tutta, intanto che s’arrampica sulle mie gambe, infine le disarciona trovando a tal punto un’agevole strada d’imbocco al mio evidente desiderio. Lui mi sfiora sopra l’orlo delle calze autoreggenti, studia l’orlatura con le dita andando a finire con meditata lentezza verso il perizoma qui e là, io spalanco gli occhi e lo desidero, lui come se m’avesse letto nei pensieri lascia sfuggire le dita collocandole sull’orlatura del perizoma:

‘Che graziosa abitudine che hai, che meraviglia, davvero un perfetto abbinamento quest’intimo’ – mi maligna lui in maniera astuta.

In seguito si sofferma lungo tutta l’orlatura, segue da parte a parte il tessuto, dopo rapidamente introduce le dita nella fessura che tanto anela e che mira, precisamente tra quelle labbra accoglienti, profumate e succose. Io avverto le sue dita invadermi con agilità, energia e prontezza, dato che le spinge sentendo le mie pareti accalorate diventate a questo punto grondanti. In quella precisa circostanza io desisto capitolando per intero, m’appoggio allo sgabello e rantolo abbandonandomi serrando infine le pupille, lui mi toglie gl’indumenti con disinvoltura lasciandomi indosso solamente le calze autoreggenti e gli stivali, alla fine mi guarda ammirando e apprezzando il mio corpo, giacché continua la sua appassionata e vibrante opera. In seguito passando una mano sul seno mi trastulla per un istante i capezzoli, che intanto si sono manifestamente induriti per l’eccitazione provocata, infine segue le dita con la bocca esplorando con la lingua il mio corpo bendisposto, pulsante e voglioso.

Lui conficca le dita, m’osserva che me la spasso nel momento in cui incalzo da un lato in direzione delle sue mani, visto che seguitano a darmi piacere con un gioco avveduto ed esperto delle dita: sì, quella cadenza di dentro e fuori, un ritmo quasi palpabile, una velocità sopportabile e sostenibile, che mi provoca soavi contrazioni muscolari d’estremo godimento giammai sperimentate prima d’allora, dei tremiti lungo la spina dorsale, successivamente scende con la lingua sul mio corpo, poi senza perdere tempo toglie le dita e le lecca ingordamente per scoprire il sapore intimo che ho. Lui scosta la lanugine che avvolge il clitoride, siccome io adoro avere la fica pelosissima, lui lo sfiora delicatamente con un dito, dopo lo piglia in bocca e lo succhia amorosamente e gradevolmente. Io grido piano, gemendo e sragionando per quello che provo mentre assecondo la manovra della sua lingua su quell’amabile gemma sporgente ormai ingigantita. La sua lingua non mi concede nessun’intervallo, le sue dita fanno pressione, perché mette un dito anche tra le labbra. Lui mi penetra completamente, davanti e dietro, mentre continua abilmente con la lingua a stuzzicare il clitoride, giacché sembra un balletto ben orchestrato con delle belle percosse con la lingua, giustappunto appropriate, nette e svelte.

Io disperdo dissipando il sapere di quel momento, impugno tra le mani la sua maglietta abbandonandomi e cedendo a dei lamenti di soave piacere sempre più intensi e travolgenti. Le sue dita riempiono qualsiasi porzione, la sua lingua scava, perlustra e sonda eccellentemente veramente lì in quel luogo, sì così, perché attualmente io sono avvolta da un totale visibilio, a quel punto mi lascio andare a un orgasmo che mi sradica uno strillo di inenarrabile piacere scompigliandomi, lui s’alza, mi guarda e mi sorride. Ora spetta a me, e questo lui lo sa, poiché io lo denudo snodandogli le mani dappertutto per eseguire l’esplorazione e la ricognizione del suo intimo e prediletto godimento. Lui chiude gli occhi mentre io m’abbasso sopra il suo corpo. Il suo corpo &egrave incantevole come la sua espressione, allora io vengo giù con la mano in direzione del suo cazzo bello sodo e svettante, lo comprimo fra le mani, poi m’inginocchio davanti a lui e lo piglio tutto in bocca.

Lui è bagnato d’appetito e di voglia, lo lecco prestando attenzione ai suoi piagnucolii di godimento e cogliendo la sua respirazione che diventa man mano più lesta. Dopo lo toglie dalla mia bocca, mi fa rialzare, però io so che cosa vuole, perché lo voglio anch’io, cosicché m’appoggio alla scrivania, lui passa le sue dita attraverso il solco del mio didietro, impregna la mia cavità con le dita e con la lingua massaggiandosi nel frattempo il cazzo diventato granitico appoggia la punta all’entrata del mio sedere, lui aspetta senza fare nulla, perché vuole che sia io a farlo. Lentamente mi spingo contro di lui, sento il suo cazzo entrare di poco, accompagnato da una piccola fitta di dolore mista a uno strano piacere, giacché mi strappa un gemito. Lui caccia e insegue nuovamente il mio clitoride cominciando a massaggiarlo, io per l’occasione m’eccito di più, dato che lo voglio tutto dentro di me, allora lo spingo con decisione e questa volta lui s’introduce totalmente frignando dal fervore dietro di me.

Adesso i movimenti si fanno più ritmici, risolutamente più rapidi, nel tempo in cui con le dita lui insiste accortamente manipolandomi rapidamente. Io grido forte spalancando maggiormente le gambe, da ultimo avverto l’orgasmo affacciarsi, farsi più prossimo e poderoso, giacché è irrefrenabile, davvero travolgente. Con le dita lui continua a strofinarmi speditamente il clitoride, finché non lo sente schiudersi, io sto venendo, sto godendo esageratamente, mentre il suo cazzo internamente mi demolisce sfondandomi sempre in modo più fulmineo.

Dopo, all’unisono, sfociamo terminando con un animoso e gagliardo grido di piacere, visto che le sue dita completano l’opera, per il fatto che il suo cazzo s’affranca riscattandosi della sua poderosa euforia accumulata, liberando in conclusione tutto lo sperma nel mio didietro e sulla mia pelosissima fica imbrattandomela per bene.

Lui mi dà qualche leggera spinta, io capto ancora qualche lieve lamento e poi esce da me interamente appagato, grandemente confortato, rasserenato e su di morale, stringendomi alla fine con tanta dedizione e con un’inedita passione, carezzandomi e baciandomi la schiena.

{Idraulico anno 1999} 

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