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Erotici Racconti

Vasca con le bolle

By 22 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Vasca con le bolle

Giochi erotici tra due cognati

Quel giorno era stato particolare era un sabato, e nel pomeriggio ci eravamo goduti una splendida giornata estiva. Cosa insolita avevamo deciso di andare alle terme, la splendida piscina all’aperto con acqua calda e complice il sole ci aveva dato dei momenti magnifici. Il bello di stare in piscina &egrave anche il rivedere i corpi ricoperti dai costumi. La quarta di seno di mia moglie mi stuzzica sempre, se bene ultimamente sia un po’ guastata da un po’ di ciccia che non rende più le forme di un tempo. I suoi capelli lunghi neri mi avvolgono a volte nella piscina tra giochi e divertimenti. Ad accompagnarci in quella giornata vi &egrave mia cognata con il suo fidanzato ella ha due anni in meno di mia moglie cio&egrave ventotto, molto magra, con poco seno forse una prima ma un sedere spettacolare, ovviamente faccio attenzione a non farmi beccare quando mi perdo nelle sue forme. Oltre a lei straordinariamente all’ultimo momento si era aggregata la sorella maggiore una donna di trentacinque anni, un anno in meno di me, il suo fisico era decisamente burroso con una sesta di seno e dei fianchi altrettanto generosi, che non lasciavano trasparire quello che si dice un bel sedere eppure le sue tondità mi piacevano. Ella era venuta con il marito che non &egrave un amante della piscina e per quasi tutto il tempo rimase sul bordo mentre noi ci gustavamo le varie vasche, fra idro massaggi e chiacchiere varie.
In una vasca tonda ove vi era sul bordo al centro un pulsante che azionava l’idromassaggio io e Beatrice , la sorella maggiore, rimanemmo a goderci tranquilli le nostre bolle mentre mia moglie e la sua sorella insieme al fidanzato si fiondarono a fare una specie di percorso del benessere. Questo percorso era una specie di camminata in tre vasche differenti ripetuto per diverse volte l’acqua contenuta nelle tre era differente sia per temperatura che per Sali o altro, il risultato era che dava un certo benessere alla pelle e alla cellulite, la più grande non era interessata in quel momento si sentiva in pace e si voleva godere la tranquillità. Suo marito era sotto l’ombrellone a leggere un libro con vista lago. Non parlavamo di nulla, guardavamo in giro e ci rilassavamo.
Lei ad un certo punto si spostò e mettendosi vicinissima a me disse:
‘Non &egrave che il mio cognatino preferito mi fa un massaggio?’
‘wee non ti bastano le bolle e i getti dell’acqua vuoi anche a mano?’
Lei facendo una vocina da topolina che ricorda una bambina incalza:
‘Bhe dai un massaggino con le mani ‘ fa’ sempre piacere”
‘mmm dove lo vuoi sentiamo?’
‘Alle spalle ti và?’
‘ OK!’
E così si mosse mettendosi in mezzo alle mie gambe tirò la testa in avanti mentre io con le mie due mani inizia a massaggiarle le spalle. Sentii che alcune volte forse perché le sembrava di scivolare in avanti con due botte indietreggiava e sentivo il mio cazzo racchiuso nel costume a pantaloncini come premere in mezzo alle sue chiappe. Ad un certo punto esordi dicendo:
‘Mia sorella &egrave fortunata, hai un bel cazzo!’
‘Grazie, comunque Bea &egrave colpa tua continui a venirmi addosso e poverino lui reagisce.’
‘La mia era una constatazione, dai lo so &egrave che scivolo senò’
‘Ok! Grazie tu comunque hai delle stupende tette ‘ così per contraccambiare ‘ nulla di più”
‘E’ pensa che ultimamente ho dovuto comperare un po’ di reggiseno nuovi li devo far fare su misura mi si sono ingrossate ‘ anche il costume ‘ &egrave una fortuna che mi vada bene ‘ infatti devo stare attenta che mi esce un po’ sotto.’
‘Umm mi piacerebbe assistere allo spettacolo”
‘Bhe dai non saranno diverse da quelle di mia sorella solo un po’ più grosse”
‘Va bh&egrave ma io sono un uomo e come tale ‘ penso ‘ ‘
‘Quindi la parte che più ti piace in una donna &egrave il seno.’
‘No! Valuto tutto ma ogni donna ha un particolare interessante.’
‘Seee mo mi dici che gli occhi ‘ le mani ‘ ‘
‘Ho detto che dipende ”
‘Allora dimmi di me a parte le tette cosa ti piace”
‘Che discorsi fai ‘ su ”
‘Siamo soli e rimane fra noi’ mi sembra che confidenza ne abbiamo non ti fidi? Facciamo entrambi una figuraccia a parlarne in giro sono curiosa e basta”
‘Mi piacciono anche le tue gambe, intendiamoci non sono belle gambe nel senso che hai i polpacci pieni e anche le cosce però mi piacciono hai una bella pelle liscia.’ Mentre le dico questa frase sotto l’acqua le passo una mano sulla coscia, lei percepisce il tocco che arriva fino alla sua pancia, e ripeto il gesto con l’altra mano mentre lei rimane immobile e poi indietreggia come per schiacciarmi con il suo corpo, allarga le gambe come per attendere altro.
Lei si guarda in giro poi mi dice voltandosi di scatto e scendendo così dal gradino sedile :
‘Facciamo una scommessa? ‘
‘Che?’
‘Chi perde’ paga la penitenza. ‘
‘E cosa vorresti fare?’
‘Non so ci devo pensare ‘ ‘ Mentre diceva quell’ultima frase con la mano sinistra palpa il cazzo e ne segue i lineamenti racchiusi dal tessuto. Poi si avvicina e infila la mano dal pantaloncino e sento che tasta meglio il mio glande. A questo punto mi sento autorizzato ad avvicinarmi passare il suo costume e con la mano sento il suo ano la penetro e poi con facilità prosegue fino a sentire i suoi peli e le sue dolci labbra . A questo punto ci guardiamo entrambi negli occhi e come all’unisono entrambi diciamo:
‘Basta!’
Lentamente ci stacchiamo sapendo entrambi che abbiamo osato un po’ troppo, quando c’&egrave una certa distanza e dopo esserci guardati in giro lei dice:
‘Faccio una nuotatina .’
‘Io stò qui .’ Volevo far scemare la mia erezione, non era certo visibile ma qualche minuto in pace poteva servirmi.
Nella calma mi sposto pure io ed esco per un po’ dall’acqua vado verso la sdraio e mi rilasso al sole per asciugarmi un attimo.
La giornata continua fino alla sera dove negli spogliatoi divisi mi faccio una doccia, sono tentato di lasciarmi andare chiuso nella mia stanzettina mentre l’acqua scorre ci penso un attimo e lascio perdere se bene ancora abbia il cazzo che non riesce ad essere rilassato, gli stimoli della giornata passano nella mia mente. Chiudo l’acqua mi asciugo mi metto le mutande ed esco per andare a finire di vestirmi. Fatto esco e vado a fuori a restituire il braccialetto e a riavere i soldi che erano stati inserite per le spese al bar attendo quindi l’uscita insieme ai miei cognati.
Le donne ora sono rivestite e il loro aspetto &egrave rilassato, all’uscita ci incamminiamo verso il parcheggio passando per le vie colorite del paese ed intanto pensiamo dove andare a cenare. Io e Bea ci comportiamo come al solito come se fra noi non fosse accaduta nulla di anormale eppure siamo i soli a sapere che avremmo potuto eccedere. Siamo complici nessuno ne gioverebbe e forse &egrave quello che ci rende sicuri l’uno dell’altro non dobbiamo ne parlare ne dire nulla per sapere che rimarrà un nostro piccolo segreto. Lei si era vestita bene con un vestitino estivo fino alle ginocchia simile a quello di mia moglie, mentre la piccola si era messa dei pantaloncini che arrivano al ginocchio una camicetta blu e dei sandali che riprendevano il colore della camicia.
Dopo la passeggiata decidemmo di recarci presso un ristorante un po’ fuori conosciuto da uno dei miei cognati che spesso passava da quelle parti.
Il posto &egrave molto bello un casolare di campagna con una stalla ove si sente il muggire delle mucche, un forte odore di campagna, al suo interno una simpatico ristorante dall’aria poco casalinga ma più di classe, un misto che rende ancora più invitante il posto. Una cameriera ci fa sedere su un tavolo ed in poco tempo ci portano degli antipasti : salumi e formaggio e poi ci chiedono cosa vorremmo bere. Mentre guardo la lista dei vini ad uno ad uno gli altri si allontanano per andare in bagno. Dopo aver scelto rimango al tavolo in attesa uno dei miei cognati torna, il marito di Bea e valuto con lui se può piacergli la mia scelta. Quando poi mia moglie torna mi congedo e chiedendo indicazioni mi appropinquo a raggiungere il bagno.
Passo dal piazzale e giungo al bagno una piccola casetta con i lavandini in comune fra donne e uomini poi vi sono quattro porte due con un simpatico omino con il capello a bombetta disegnato e due con due Signore con l’ombrellino in abito anni primi del 1900.
Mia cognata, la piccola e mio cognato escono e si dirigono verso la sala del locale scomparendo dietro la porta.
Entro ed inizio a far pipi. Sento che dal bagno di fianco viene tirata l’acqua e anche io raggiungo l’attimo. Esco e vedo Bea intenta a lavarsi le mani, termina e si sposta verso il contenitore degli asciugamani di carta, sfila un fazzoletto e inizia ad asciugarsi, io le sorrido e poi mi avvicino e ne prendo un paio lei indietreggia e sento il suo sedere, si strofina mentre il mio fallo risponde e attraverso i sottili pantaloni estivi fa sentire il suo vigore. Butto il fazzoletto e la prendo per i fianchi lei muove le chiappe come per farmi sentire meglio, la alzo e la bacio sento per sino una specie di mancamento dato dalla situazione e dal coinvolgimento emotivo. Mi stacco da lei non dico nulla la prendo per la mano e lei si lascia tirare verso uno dei bagni, entra io la spingo contro il muro chiudo la porta dolcemente le tiro giù una spallina e libero una tetta vedo le sue immense mammelle una leccata e succhiata, lei respira forte, poi la faccio appoggiare al muro, le mie mani scorrono e finalmente il suo sedere ricoperto dalle mutandine, passo il dito sento sotto il pelo ed il suo calore, scavo e sento il suo bagnato, mi tiro di poco giù i pantaloni. Sposto le mutandine e le faccio sentire il glande che per via dell’ecitazione ha un po’ di sborra che esce. Punto l’ano spingo e sento il suo calore, non parliamo siamo entrambi in silenzio, scivolo poco più giù e sento il suo umido se dessi un colpo la possiederei, mi appoggio alla sua schiena in un orecchio le dico:
‘Mi piacerebbe, ma non mi piacciono le sveltine.’
Mi allontano da lei, mi tiro su i pantaloni apro la porta, mi guardo in giro e mi lavo di nuovo le mani, mi guardo allo specchio e poi esco dal bagno. Stò un attimo in cortile e poi metto la testa dentro e le chiedo:
‘vieni oooo?’
‘arrivo!’
Si cammina piano e quasi sotto voce lei dice:
‘Chissà ‘ magari in futuro”
Torniamo quindi in sala e ci godiamo una bella conclusione di serata senza aver destato in nessuno sospetti ma ancora più legati da quello che può essere definito un ‘e se”

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