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Erotici Racconti

Voluttà smodata

By 10 Luglio 2018Febbraio 10th, 2023No Comments

Oggi in special modo, sei come un puntello fisso nella mia testa, però che gigantesca notizia, dal momento che è la nozione che stabilmente ribadisco ripetutamente dentro di me, perché ti penso appassionatamente ogni dì al sorgere del sole, oggi invero l’ho compiuto con un atteggiamento inconsueto, carico di slancio e di un’inedita partecipazione. 

In conclusione nella mattinata d’oggi ho usufruito di due giorni di vacanze, nonostante avessi puntato la sveglia giornaliera alle sei del mattino per il mio lottatore, come lo appello bonariamente io, che s’alza per recarsi a sfacchinare, io sono rimasta dentro il letto da sola nel tepore della trapunta invernale che m’avvolgeva proteggendomi. Dopo, allorché ho serrato gli occhi, ancorché non dormissi, con l’immaginazione sono atterrata segretamente da te come ogni volta, immaginandoti là allungato di fianco a me, non in questa stanza, bensì nella camera d’un minuscolo ostello alla periferia di Praga, diventata ormai la nostra fidata e leale connivente.

Là dentro, invero, io e te abbiamo trascorso una nottata di lussuriosa e di viziosa sregolata passione, mentre attualmente sei ancora appisolato semi nudo tra le fodere che t’avvolgono in realtà per la metà, consentendo di vedere di sfuggita il solo capo che porti: un paio d’attaccatissime mutande di colore grigio chiaro. In verità sei piacevolmente seducente e addirittura accalorato, naturalmente come ogni maschio prima di destarsi al mattino. 
Io me ne accorgo visibilmente per l’ingrossamento nella zona dell’inguine, per questa ragione ironizzo a fondo dentro me stessa, nel tempo in cui m’affiora nella mente la lasciva convinzione di mettere in pratica un gradevole passatempo. Stando attenta ed evitando di fare eccessivo baccano, m’inginocchio cavalcioni sopra di te senza toccarti, perché sono mezza svestita e disadorna pure io, perché so che potrei scrollarti e reclamare di fare l’amore, eppure non è precisamente questo quello che voglio.

Io ti squadro per qualche istante, in seguito a rilento esploro interamente il contorno di quel turgore circolando sopra le tue mutande, giacché il brivido che ti procuro naturalmente ti scuote intanto che apri gli occhi. I tuoi occhi sono palesemente insonnoliti, poiché mi esaminano nello stupore, tu però afferri tutto in un baleno richiudendoli con un gradito sospiro, malgrado ciò non dormi più.

Con il mio tocco io inizio a sfiorarti con più insistenza, avverto che il tuo cazzo s’indurisce rassodandosi a ogni mio sfregamento. Il tuo respiro aumenta, perché al momento s’altera convertendosi in un soave lamento, allorquando ti svesto del tutto e accosto alla mia mano il tuo cazzo già eretto. Altresì per me diventa arduo reggere alla voglia di sentirmelo dentro, ma in questo modo finirebbe lo svago, perciò proseguo nell’alzare e nell’abbassare la mano dapprima più energica, in seguito flemmatica, quando m’accorgo che godi troppo intensamente, dopo ti faccio pressappoco strillare, quando lascio che sia la mia lingua a occupare la posizione della mia mano.

Tu riprendi fiato concitatamente, sei infagottato da un piacere fortissimo che ti scardina irrimediabilmente le membra, perché la mia lingua lavorando con dedizione, eccellenza e ferrata maestria ti provoca dei sussulti insuperabili, mentre lecco quel glande nella sua globalità senza darti tregua e facendoti sragionare dal piacere.

Io capto in modo distinto che non può mancare molto al tuo orgasmo, perché me lo fanno intendere i tuoi lascivi e peccaminosi gemiti che emetti, nel tempo in cui i tuoi denti morsicano il labbro inferiore. Si nota che non resisti, che non ce la fai più, tenuto conto che con una mano m’afferri in maniera decisa la chioma e schiacci la mia testa per lasciare scivolare il cazzo dentro la mia bocca, giacché prevedevo che tu avresti risposto a questo stimolo così, sì, perché auspicavo che tu reagissi in questo modo.

‘Comprendimi Claudia’ – sei in grado di precisarmi leggermente fiaccato, durante il tempo in cui io proseguo in modo instancabile a succhiartelo, distaccandomi un istante prima che il tuo corpo s’irrigidisca spandendo la tua lussuriosa sborrata per mezzo d’un impetuoso orgasmo, rovesciando sopra di me tutta la tua appassionata e densa lattiginosa essenza, che gronda in parte sul mio seno e sui miei capelli.

Il gioco finisce, ma tu non sei di fianco a me, perché io t’ho avuto solamente una volta nella realtà. Sì, lo ammetto, lo confesso, quell’incendio dentro di me avvampa presentemente e brucerà sempre. Finché non ritornerai, perché io t’aspetterò.

{Idraulico anno 1999} 

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