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Racconti Erotici Etero

1. Le misure non contano?

By 27 Novembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Il cobra non &egrave un serpente
ma un pensiero frequente
che diventa indecente
quando vedo te

il cobra si snoda
si gira mi inchioda
mi chiude la bocca
mi stringe mi tocca
quando vedo te’

Era il 1980. E avevo solo 14 anni.
La canzone della Rettore era su tutte le radio ed era una specie di tormentone.
Ero un ragazzino che conosceva il sesso solo dalle riviste porno rubate all’edicolante sotto casa o passate dagli amici più grandi.
Tante chiacchere con gli amici e tante seghe e nulla più.
In testa prima di tutto il calcio e proprio dal calcio nacque il soprannome che mi venne affidato.
Le docce con i compagni di squadra nello spogliatoio dopo gli allenamenti o dopo le partite diventavano l’occasione per guardarsi e accorgersi delle differenze tra noi.
Il mio cazzo non aveva confronti con quello degli altri e anche a riposo faceva la sua notevole impressione tanto che divenni per tutti ‘il cobra’.
Il soprannome mi accompagnò per tutti gli anni successivi e durò più a lungo delle fortune della canzone della Rettore anche se rimase sempre e solo un gioco tra amici e compagni di calcio visto che in quegli anni il sesso era una cosa solo vista su giornali e film porno e non ancora praticato.
Ma anche così era una cosa che ‘contava eccome’. Mi dava sicurezza, mi faceva sentire superiore ai miei amici, mi metteva in una situazione in cui ero oggetto di invidia da parte degli altri. Cose da ragazzini ma importanti.
Le cose cambiarono nell’estate dei miei 17 anni.
A quell’epoca stavo praticamente sempre con Andrea, compagno di liceo e di squadra e soprattutto inseparabile amico. Studiavamo e ci allenavamo insieme e io frequentavo assiduamente casa sua.
La mamma di Andrea era molto giovanile e estremamente simpatica. Preparava merende super e si sedeva sul divano a chiaccherare con noi ridendo e scherzando quasi fosse un’amica più grande. Andrea la chiamava per nome e non mamma e io stesso comiciai a chiamarla Carla e a darle del tu.
Era una bella donna poco sotto i 40 anni. Alta e magra e con i capelli neri corti. Oltre al suo sorriso solare mi affascinavano le sue gambe lunghe e il suo culo sempre esaltati da gonne corte o shirt.
Ad Andrea non ho mai confessato le seghe che mi tiravo guardando una rivista porno e immaginando di scoparmi sua madre. Ma capitava spesso.
Così come capitava spesso che i discorsi su questa o quella che ci facevano tra noi mi provocavano potenti erezioni che rendevano il mio pacco particolarmente visibile sotto i pantaloni.
Per me le cose cominciarono a cambiare quando mi accorsi che lo sguardo della mamma di Andrea si posava proprio li. Le seghe aumentavano di intensità e di desiderio.
I genitori di Andrea avevano affittato una casa al mare in Liguria e Andrea ci sarebbe andato con sua mamma poco dopo la fine delle scuole mentre il padre rimaneva a Milano raggiungendoli solo per il weekend. Ovviamente Andrea mi invitò a raggiungerli e passare almeno un paio di settimane con loro nel mese di luglio.
Eravamo ragazzi di 17 anni sempre in spiaggia da mattina a sera persi e presi da sport e attività varie che si divertivano un mondo e che scoprivano insieme il piacere di guardare le donne e le ragazze. Gli ormoni sempre a mille ma timidi e imbranati.
Il cazzo sempre più spesso duro dentro i pantaloncini.
Il mio imbarazzo a mille ogni volta che questo succedeva in presenza della mamma di Andrea, anche perché adesso avevo la certezza che lo guardava eccome.
Ne ebbi la certezza una sera in cui guardavamo tutti insieme la tv e i pantaloncini da calcio che indossavo contenevano davvero a fatica l’erezione che la visione del film mi aveva procurato. Vidi il suo sguardo completamente preso dal mio pacco e per un attimo i nostri occhi si incrociaromo, poi la vidi alzarsi stizzita e annunciare che sarebbe andata a dormire.
La mattina successiva con Andrea avevamo in programma di andare a giocare a tennis a casa di un amico che ci aveva invitato. Lo raggiungemmo insieme salvo accorgerci appena arrivati che avevamo scordato a casa le mie scarpe da tennis e quindi dovetti tornare a casa a riprenderle.
Eravamo con le biciclette quindi ero a dorso nudo con solo dei calzoncini aderenti.
Entrai e la trovai nel salone su una scala a sistemare dei libri su una libreria con addosso solo un miniabito bianco.
‘Ciao ‘che ci fai qui”
‘Ho scordato le scarpe da tennis’
‘Il solito disordinato’
Nel frattempo mi sono avvicinato a lei e alla pila di libri da sistemare
‘Se vuoi te li passo così eviti di scendere’
‘Grazie Giorgio ‘ passami prima quelli li a destra”
Non c’era nessuna malizia nel mio comportamento e davvero volevo solo aiutarla e sono sicuro che anche per lei era così, ma la sua posizione sulla scala era tale per cui potevo distintamente vederle non solo le gambe e le cosce ma anche il culo coperto solo da delle mutandine bianche.
Potete immaginare come reagì il mio cazzo dopo un quarto d’ora di quella vista e potete immaginare come un arnese di 24cm largo almeno 4cm poteva modellare perfettamente i miei calzoncini aderenti da ciclista.
Lei scese dalla scala ed era in piedi davanti a me con i suoi occhi completamente persi a quella visione. Balbettai qualcosa.
‘Dio Giorgio ‘ma cos’hai li sotto ‘ &egrave ‘enorme’ ‘
Fu un attimo lei si avvicino e allungò la mano a tastarmelo da sopra i calzoncini.
Passava la mano per tutta la sua lunghezza stringendolo e accarezzandolo e balbettando frasi come quella con cui tutto era iniziato.
Era la prima volta che una donna mi toccava il cazzo e mai avrei osato sperare che quella donna fosse proprio Carla, la protagonista assoluta delle mie seghe da adolescente.
Ero in piedi paralizzato dalla sorpresa quando lei con la faccia a mezzo centimetro dalla mia mi disse ‘scusami Giorgio ‘perdonami davvero ‘ma a un cazzo così grosso non riesco proprio a resistere’sto sbagliando lo so ‘non dovrei ‘ ma &egrave bellissimo’.’
Fu il primo bacio della mia vita e la prima volta che una donna mi abbassava i calzoncini iniziando a segarmi il cazzo con passione.
Poi si inginocchiò prendendolo in bocca all’istante mentre con le mani non smetteva di segarmi e di prendere le mie palle gonfie di sborra.
Fu un pompino avido e frenetico che si concluse dopo pochissimi minuti con una sborrata copiosa che Carla bevve interamente.
‘Dio hai un cazzo bellissimo’un cazzo che farà la felicità di tante donne”
‘Sono contento che ti piaccia ‘ che piaccia proprio a te’.’
Andò a prendere qualcosa da bere e io la seguii completamente nudo e affascinato.
A quell’età e in quella situazione non ci volle molto a farmelo tornare duro.
Ci baciammo di nuovo in cucina e dopo pochissimo eravamo entrambi a terra io sotto e lei a cavalcioni sopra di me.
Me lo prese in mano e scostando le sue mutandine lo portò alla sua fica bagnatissima e vogliosa e inizio a cavalcarmi.
Per la prima volta provavo davvero quelle cose che vedevo solo sui giornaletti con cui mi segavo e capivo che il mio cazzo sarebbe stato molto desiderato.
Gemeva di piacere e godeva il mio palo che la apriva ad ogni suo affondo mentre io un po’ maldestramente passavo dai suoi baci alle sue tette e con le mani le stringevo il culo.
‘Ah siii’ancora ‘ &egrave enorme ‘ godooooo ”
‘&egrave bellissimo ‘.vengoooo’
Le scaricai tutto in figa e si accasciò su di me esausta.
Era iniziata per me una nuova vita, Cobra era diventato adulto.
Lei mi fece solo promettere che Andrea non lo avrebbe mai saputo.

Mantenni la promessa e Andrea non seppe mai quello che era successo tra me e sua mamma, ma il rapporto tra noi due non fu più lo stessso.
Intanto perché periodicamente dovevo rifilargli qualche balla per riuscire a stare di nuovo solo con sua madre ma soprattutto perché, inevitabilmente, quella esperienza mi aveva cambiato. Il Cobra era diventato un uomo e non era più un ragazzino.
Non solo avevo scoperto il sesso vero ma avevo capito che quell’arnese che avevo tra le gambe mi avrebbe regalato molto potere sulle donne e molto piacere nella vita.
Ora i giornaletti porno non mi servivano più per le seghe da ragazzino timido ma per imparare a trattare una donna, per imparare a godere e far godere.
Anche con Carla le cose non furono più le stesse, ovviamente.
Lei faceva di tutto per non dare alcun seguito a quanto era successo, voleva che rimanesse l’errore di un mattino in cui una donna di 39 anni aveva scopato l’amico del figlio sopraffatta dalla voglia che la vista del suo cazzo enorme le aveva procurato.
Ma non avevo nessuna intenzione di assecondarla e sapevo benissimo che sarei riuscito a farmela ogni volta che avrei voluto.
Bastò aspettare la ripresa della scuola e bastò presentarsi a casa sua una mattina e vedere la sorpresa e il timore nei suoi occhi quando aprì la porta di casa.
‘Non avevo voglia di andare a scuola oggi”
‘Sei matto? Non va bene Giorgio ‘ vai a scuola”
‘Fammi entrare dai ”
‘No ‘non voglio”
Cercò di chiudere la porta ma glielo impedii con un piede ” fammi entrare ”
La paura di essere visti da qualche vicino la convinse che era meglio fare come dicevo.
Andammo in soggiorno e mi accomodai in poltrona.
Aveva addosso solo una lunga maglietta di cotone che le arrivava a mezza coscia ed era scalza e struccata e sicuramente aveva capito subito perché ero li e cosa volevo fare.
Cercò di gestire al meglio la situazione facendo ‘la mamma’ che convince un ragazzino testardo che vuole fare di testa sua ma non era certo quello che poteva fermare un uomo che vuole scopare una donna a cui sa che piace molto.
‘ti faccio un caff&egrave poi però vai ‘così entri almeno alla seconda ora’.’
Finsi di assecondarla ma mi sfilai i jeans e la maglietta e la raggiunsi in cucina solo con gli slip e il cazzo già duro.
Era girata di schiena a fare il caff&egrave e si accorse della cosa solo quando mi senti addosso a lei. Con il cazzo contro al suo culo e le mani a stringerle le tette.
‘Ho voglia di scoparti Carla ‘ ho voglia di darti il mio cazzo che ti piace da impazzire”
‘Nooo ..Giorgio no ‘ ti prego”
Avevo immaginato che avrebbe cercato di resistere ma allungai una mano e la infilai tra le sue cosce sotto la maglietta a cercarle la fica, mentre con il cazzo mi strusciavo prepotentemente contro il suo culo.
‘Ti piace Carla ‘lo so che ti piace ‘ lo so che ora sei tu a masturbarti pensando al mio cazzone”
‘Fermati Giorgio ”
‘Non &egrave così forse? ‘lo senti come &egrave grosso e duro ‘ senti quanto sei bagnata ‘.’
Bastò far scivolare due dita nella sua fica vogliosa e muoverle un po’ su e giù per vincere le sue resistenze sempre piu deboli.
Forse avrebbe voluto fare altro ma nella mia testa c’era l’urgenza di scoparla subito ‘ in piedi ‘ contro la cucina’ Abbassai i miei slip e scostai i suoi e glielo infilaì così con forza e prepotenza’
‘Ahhhhh ‘ cazzo ‘ si’ si’ dio quanto &egrave grosso ‘che bello ‘.’
Tenevo le mani sui suoi fianchi e me la sbattevo per bene anche se era la prima volta che lo facevo in quel modo sapevo molto bene cosa fare, come muovermi, come affondare dentro di lei e farle sentire il cazzo in tutta la sua lunghezza e larghezza.
Questa volta fu lei a venire per prima e dopo pochi minuti, allagandomi il cazzo con i suoi umori avevo imparato anche a trattenermi e a prolungare il mio piacere.
Continuai a scoparla ancora e ancora ‘
‘Mi fai impazzire così Giorgio ‘ &egrave bellissimo ‘continua ‘continua’ siii’ dammelo ‘scopami così bravo ‘bravo così ‘ siiii ‘godooooo’..’
Al suo secondo orgasmo sfilai il cazzo e la feci girare.
‘Inginocchiati ‘voglio sborrarti in bocca ‘ voglio che sebti quanto hai goduto sul mio cazzo ‘ prendilo ‘ fammi godere ora ‘.’
Non se lo fece ripetere e si divorò il mio cazzo fino a farmi sborrare nella sua bocca.
‘Dio ‘ sei matto Giorgio ‘ non puoi farmi questo’ non va bene ‘potrei essere tua madre”
‘E invece sei una femmina a cui piace il mio cazzo ‘ ‘
‘Non va bene’ non voglio Giorgio ”
‘Non vuoi? Non mi sembra proprio ‘ ‘
Mi avvicinai a lei e le infilai la lingua in bocca per il primo bacio della giornata.
Era il bacio che avrebbe messo fine a tutte le discussioni a tutte le paure e le preoccupazioni.
Era il bacio che sanciva che quella mattina avremmo fatto tutto quello che avrei voluto e non solo quella mattina.
Le sfilai la maglietta e la guidai verso la camera da letto senza smettere di baciarla.
Ora era mia. Ora era solo una femmina dominata dalle dimensioni del mio cazzo, dalla voglia di essere scopata e di godere.
Scopammo per tutta la mattina e la feci venire più volte.
Tra un round e l’altro non riemergevano più le sue paure ma le sue confidenze di donna trascurata sessualmente dal marito e costretta a masturbarsi per godere davvero. Di femmina insoddisfatta scopata poco e male da un marito, così disse, ‘con un cazzettino che sarà la metà del tuo’.
Da quella mattina ogni volta che la volevo scopare sapevo di poterla prendere e di potermela godere in tutti i modi.
La salutai dicendo che la volta successiva avrei voluto il suo culo.
Da quella mattina gli unici problemi divennero quello di organizzarsi per vedersi e scopare con tranquillità e tempo.
Non c’erano i cellulari, le mail, gli sms in quel periodo ma ci siamo sempre riusciti ad organizzare nonostante la fatica di tagliare fuori Andrea dalla mia vita. Diciamo che lei pensava a come non farsi scoprire dal marito e io al figlio.
Andavo da lei generalmente, ma non sono mancate le sveltine nella sua auto o, più avanti, gli incontri in un motel.
Sempre più consapevole di essere io a dominare il rapporto nonostante l’età ad ogni incontro diventava sempre più soggiogata dal mio cazzo, da come la scopavo, da come la trattavo.
‘Lo vuoi ancora il mio cazzo vero puttana?’
‘Non ti basta mai troia”
‘Forza dimmelo che vuoi essere scopata ancora”
‘Guardalo quanto &egrave grosso ‘ ‘
Questi erano i modi in cui mi rivolgevo a Carla divertendomi a trasformare la mamma del mio migliore amico in una puttana desiderosa solo di cazzo e di sborra, in una femmina incapace di rinunciare al grosso bastone che ho tra le gambe.
Ho cominciato a trattarla così dopo che le ho preso il culo, praticamente vergine visto che lo aveva fatto solo qualche volta prima di sposarsi con un fidanzato e che il marito non glielo aveva mai preso.
Ha resistito qualche volta prima di cedermelo.
‘Sei troppo grosso ‘ mi fai male ‘. No”
Ma la mattina che ci eravamo organizzati per festeggiare il mio 18mo compleanno fu lei a ‘regalarmelo’.
La stavo scopando a smorzacandela e i suoi orgasmi avevano gia bagnato per bene il mio cazzo duro guidavo il suo su e giù tenendole le mani sulle natiche e, come spesso facevo, stuzzicandogli il buchino con le dita.
Non so se lo avesse deciso prima o se fu una specie di raptus come quello della prima volta ma si sfilò il cazzo e lo prese lei in mano guidandolo verso il suo culo.
‘Lo voglio ‘.Giorgio ‘. Voglio darti anche il mio culo oggi”
‘Girati puttana che te lo apro io”
‘No ‘ti prego ‘così ‘ faccio io ‘..’
La cappella grossa e gonfia era ormai puntata sulla rosellina e io mi limitai a leggerissime spinte assecondando i suoi movimenti e sgrillettandola per non farle perdere l’eccitazione del momento.
‘Dio &egrave grosso ‘mi fa male ‘.’
‘Piano ‘così ‘ ti stai inculando da sola ‘. ‘
‘Ahhhhhhhhh’. Mi spacchi’.’
‘Brava così ‘senti la cappella che sta entrando ‘.’
Una spinta più forte delle precedenti e sentii il suo culo aprirsi mentre il viso si trasformava in una maschera di dolore e piacere insieme.
Era la prima volta che inculavo una donna e sicuramente sono stato un po’ maldestro e un po’ troppo preso dalla foga del momento.
‘Ecco così ‘ brava ‘ prendilo tutto ‘ fallo entrare sino alle palle ‘ti scopoo il culo puttana”
‘Mi stai spaccando ‘ dio che bello ‘.godoo’godooo Giorgio ‘..’
Le scaricai tutto il mio sperma nel culo per la prima volta e capii che da li non saremmo piu tornati indietro.
L’ho scopata con regolarità per anni, divertendomi sempre più a mischiare il grande affetto che provavo per lei con il trattamento da troia che le riservavo.
Mi divertivo a raccontarle le mie storie con le ragazze più giovani o a umiliarla dicendole ‘Carla non ho voglia di te oggi ‘ ho voglia di carne fresca”
Qualche volta le ho dato buca ad un incontro programmato ma solo perché mi divertiva la situazione di avere tra le mani una come lei: una donna sposata con un figlio, perbene e fedele nella vita dio tutti i giorni che perdeva la testa per un ragazzino solo perché aveva il cazzo duro e grosso e la faceva godere come non mai.
Che lo supplicava di sbatterla e sbavava per essere la sua puttana.
L’ho scopata così per più di 10 anni e ogni volta era sempre più forte la sua sottomissione.
So che a molte donne &egrave capitato questo.
So che faticano ad ammetterlo. Ma un grosso cazzo fa provare piaceri a cui poi &egrave difficile rinunciare
Molte di queste donne le ho incontrate nei 30 anni che sono passati, da quando appena 17enne Cobra ha scoperto il sesso ed &egrave diventato uomo.
Qualche storia la racconterò io.
Dalle lettrici che si sono trovate in questa situazione mi piacerebbe leggere le loro confidenze.

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