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Racconti Erotici Etero

1) Mattino

By 3 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi siedo in questo tavolino almeno una volta al giorno da molti anni, sono un dipendente statale e la mattina presto prima di entrare in ufficio, vengo qui a prendermi la mia dose di caffeina e a leggere il giornale.

Sì lo so, molti penseranno che sono atipico come dipendente statale, ed è vero, io prendo il caffè prima di andare al lavoro. Ma oggi è diverso.

Oggi il panorama è cambiato, sarà per via dell’inizio d’estate o non so perché ma vedo e sento un’aria nuova in giro per la mia cittadina; le facce che vedo sono più sbarazzine meno torve e in generale la gente è più allegra; sono questi i segnali che ti dicono che l’estate sta arrivando di corsa e l’inverno è trascorso, non il tempo e le sue strambe previsioni.

Mi guardo in giro sorbendo il caffè e finalmente ti vedo, siedi proprio di fronte a me un po’ di lato, anche tu a far colazione qui; è tutto l’inverno che passi di qui ma non ti ho mai fermata, mi piace guardarti e osservare tutto ciò che fai e anche tu oggi sei contagiata dall’atmosfera di allegria.

Come al solito indossi la minigonna, oggi gialla, hai un intero magazzino di minigonne oramai lo so, ma oggi non indossi calze è proprio estate o forse vuoi che sia così.

Siedi sulla sedia un po’ di traverso ed una tua coscia quasi deborda dalla seduta accentuando la curva della gamba, poi ti muovi per raccogliere qualcosa caduto in terra, le chiavi le vedo, e tu non curante di chi ti osserva o forse senza neppure accorgertene offri a me e a chiunque altro stia guardando ora la delizia delle curve del tuo sedere.

Chinandoti dalla sedia dalla parte opposta a me hai messo in mostra tutte le tue gambe, non indossi intimo e le tue gambe esposte danno fanno immaginare un sedere di una rotondità pressochè perfetta.

Purtroppo la posizione non permette di vedere altro ma ciò che sto guardando è migliore di qualsiasi dose di caffè.

Ti rialzi quasi subito con le chiavi in mano, prendi di nuovo la tazzina in mano e sorseggi altro caffè, poi posi la tazzina e inizi a rovistare nella borsa; un telefono, un sms forse, sorridi e poi ti passi una mano fra i capelli, rivolgi il telefono verso te stessa e ti scatti una foto.

Un maledetto selfie che invii a qualcuno, sorridi sempre ora capisco che deve essere una persona a te cara se ti induce a sorridere felice e a fare qualche cosa che non ti ho visto mai fare qui al bar, forse un nuovo amore o un gioco chissà, ma mi piacerebbe scoprirlo, sono ancora più curioso ora.

Sogno di vederti fare cose che io provo solo a immaginare, mi piacerebbe vedere una tua camicetta bene aperta sul tuo seno, oppure vederti indossare una maglietta aderente, magari uno di quei top a spalline fini che modellano bene la figura e provare a osservare i tuoi capezzoli per capire se ti eccita o meno ciò che hai appena fatto.

Ti vedo alzarti, girarti verso di me e sorridere è la prima volta che lo fai, io ti guardo impassibile così come si guarda la piogia da dietro un vetro, e ti vedo andare via con la tua camminata ancheggiante, a domani penso, e domani è un altro giorno. Ti chiamerò Rossella.

M.

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