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Racconti Erotici Etero

14) Per il Cuore, che un tempo ho avuto ( il sabba della Strega)( Le cronache della Strega)

By 13 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Per il Cuore, che un tempo ho avuto ( il sabba della Strega)

Alcune volte mi sento come quei poveri topolini su cui si fanno orridi esperimenti.
Gli si mette un pezzo di formaggio dinanzi’e 100% sicuro che il topolino addenterà il formaggio anche se avvelenato’ a volte probabilmente il topolino lo sa che il formaggio gli sarà letale, ma’.del resto morirà comunque con la pancia piena ed un ottimo sapore in bocca, che a volte &egrave preferibile al morire di fame ma con la certezza di non essere prevedibili.
Forse.
Comunque quel formaggio avvelenato per me era Marco.
Un favoloso, delizioso, squisitissimo gran bel pezzo di formaggio, ce l’avevo lì, da addentare, gustare, sgranocchiare, ma sapevo che alla fine mi ci sarei ammazzata con quel boccone prelibato.
Così decisi di invocare su di me la protezione della Dea dei Single, e di tentare di Ri-ri-ri ( ho saltato qualche ri?) chiudere con lui prima che quella che era stata una F.S. ( Favolosa Scopata) si trasformasse magicamente in una R.I. ( Relazione Incasinata).
Ovviamente la mia cara Vì ( la mia vocina interiore) non appoggiava la mia decisione di separarmi da quella favolosa macchina da sesso che risponde al nome di Marco, ma la me stessa razionale sapeva che era probabilmente l’unica cosa da fare prima di trovarmi innamorata persa ad implorarlo di non lasciarmi a casa da sola alla sera per uscire per andare chissadovechissaconchi.
L’amore ha due facce’e sono entrambe due facce da culo!
Così dopo l’Incidente avvenuto in occasione alquanto funesta
(http://iomilu.com/viewstory.php?sid=10461)
gli comunicai elegantemente che non me la sentivo affatto di avere una storia, o almeno non con uomo impegnativo come lui, propinandogli la vecchia balla del ‘ ho bisogno di un po’ di tempo per fare chiarezza nei miei pensieri’.
A volte quando si dice una palla molto grande, occorre avere un’espressione convinta, molto convinta, così dannatamente convinta da convincere almeno un pochino anche noi stessi, e una volta convinta me stessa’.&egrave difficile dissuadermi!
Perciò decisi di mascherare la mia fottutissima paura d’amare con uno stramaledettissimo bisogno di stare soli.
Che poi il bisogno di stare soli per me si esplica in questo sconvolgente modo : se qualcuno vuole stare con me allora voglio stare sola, se nessuno vuole stare con me allora mi sento sola e necessito di qualcuno che voglia stare con me per alimentare il mio bisogno di restare sola.
E’ FOTTUTAMENTE CHIARO MI PARE!
Morale della storia: avevo nuovamente scaricato Marco.
Morale criptico della storia: me ne ero già pentita ma non volevo e non potevo ammetterlo, cosi non facevo che vivere la splendida vita dei single, in quella parte dell’universo che si chiama Sono Single e Sto Benissimo.
Era passato quasi un mese dall’ incidente dal funerale e non facevo altro che vivere la mia single adventure cercando di limitare i danni’
Ora voi penserete che mi stessi portando a casa un ragazzo per sera’.ebbene, ste robe le vedete solo nei film, non &egrave così semplice!
Innanzitutto per giocare a Single serve essere in tanti.
Tantissimi, e la cosa più impressionante &egrave che serve essere in tantissimi e SOLI.
Lo so &egrave inspiegabile come funzioni sta regola, eppure occorre prenderla come un dogma!
Il Single si sente Solo in una stanza piena di soggetti single come lui/lei.
Non c’&egrave cameratismo, solo rivalità fra individui dello stesso sesso e guerra aperta con quelli del sesso opposto.
La S.d.R. ( Serata di Rimorchio) del single viene decisa preventivamente a tavolino.
Serata a) : LA SERATA CON LA SCOPATA A BREVE TERMINE ovvero si esce in tiro perfetto con l’intenzione ferma di portarsi a casa un bel tipo per una sana scopata, che rimpinguerà il proprio amor proprio e calmerà i bollenti spiriti si spera fino alla successiva S.d.R. Il bel tipo in questione se non &egrave un novellino, avrà il buongusto di sparire al levarsi del sole, per gratificarvi con un saluto cortese quando lo rivedrete.
Serata b) : LA SERATA CON LA SCOPATA A MEDIO/LUNGO TERMINE si esce sempre in tiro perfetto ma meno provocante, con l’intenzione di trascorrere la serata trovando un tipo interessante, col quale trovare interessi in comune, magari da non consumarsi nell’immediato futuro, mal col quale almeno tentare un approccio più duraturo, qualche uscita, magari un weekend al mare e qualche serata anche al cinema e cosi via.

Francamente penso che la serata b sia di difficile gestione, perché in qualche modo malsano alla fine quando si prova un interesse tale da spingerci ad uscire con un individuo pescato a caso dal mucchio per più di tre volte, vuole dire che in fondo ci piaciucchia, e dal piaciucchiarci a pensare a come ci starebbe bene al fianco il passo &egrave breve e da lì a convincerci di essere innamorate il passo &egrave ancora più breve’e da lì in poi solitamente va tutto a scatafascio.

Armata di queste semplici regole e consuetudini, ero giunta alla conclusione che i miei amici vedessero oramai la scritta ‘R.I.C.’ ( Riposa in Castità) sulla mia fronte.

I Single non &egrave che pullulino ovunque, almeno non quelli socialmente accettabili per la mia età.
Non posso tuffarmi in mezzo a dei ventenni e falcidiarne uno a caso per poi portarmelo a letto, sarebbe deludente, deprimente e troppo facile.
O no?
Alcune volte commettiamo errori stupidi, ed alcune volte commettiamo errori inevitabili.

Era una bella serata, una di quelle serate in cui sembra che tutto sia perfetto e se qualcosa, per puro caso non lo &egrave, allora la ignoriamo.
L’importante &egrave credere nella perfezione delle cose, l’importante &egrave essere convinti.
Ero dannatamente convinta che quella fosse proprio la serata perfetta per pescare un partner adatto alla serata di tipo a).
Perciò mi ero messa in tiro: una camicetta nera sufficientemente scollata da lasciare intravedere soffici e calde promesse al suo interno, una minigonna nera, pieghettata sul davanti, un po’ svasata, calze francesi rigorosamente nere, sopra al ginocchio e stivali alti fin sotto al ginocchio, per non esagerare’
I capelli neri lunghi, lisci ricadevano morbidi sulle mie spalle, &egrave bello potercisi nascondere dietro quando non si sa bene che cosa dire, e anche quando lo si sa così bene da non volerlo proprio dire.
Insomma la serata si prospettava fantastica.
Andai a prendere le mie amiche, e anche un po’ d’amor proprio, e ci recammo verso il solito locale.
Simona mi guardava in tralice, lei sosteneva che avrei dovuto stare con Marco.
Simona non sa che le favole non esistono, almeno non per me.
La mia Fiaba l’avevo vissuta e l’avevo gettata al vento. Era andata, era cosa finita, materiale per ricordi e rimpianti e nulla di più.
Le fiabe non esistono e se esistono, non sono adatte a quelle come me, le fiabe credono solo in chi crede in loro.
La bella favola della donna e del desaparecidos era finita. Nel peggiore dei modi, lasciando l’amaro in bocca. Marco, il ‘mio’ vikingo, aveva fatto di tutto per sostituire l’amaro col dolce, ma quando conosci un amore cosi impossibile eppure cosi puro, da lasciarti stregata, non basta un po’ di dolcezza per riprenderti dallo shock.
Ed ora sono qua, sola, nonostante sia con le amiche. Sola : perché nelle distese misteriose dei palpiti del mio cuore, ero sempre stata sola e lo sarò sempre.
Arrivano i primi drink’arrivano dei ragazzi al nostro tavolo. Non so di quale servirmi per prima. Forse meglio il drink.
Beviamo tutti, molto.
Uno dei ragazzi &egrave molto carino : capelli medio-lunghi, occhi azzurri, e una deliziosa fossetta che gli si forma sul mento ogni volta che sorride. Vorrei che fossero altri occhi, vorrei che fosse un altro momento, ma ora ho soltanto questo attimo e mi ci debbo aggrappare per non impazzire. Sorrido, anzi gli sorrido.
Vì raggomitolata dietro al mio amor proprio scuote la testa e riprende a leggere ‘vogue’.
Lui di rimando mi prende la mano e mi chiede se possiamo uscire un attimo.
Non &egrave per nulla imbranato, anzi &egrave il perfetto candidato per la serata di tipo a), scommetto che domattina avrà il buon gusto di levarsi dalle palle prima del sorgere del sole.
Prendo la borsa e lo seguo. Mi tiene per mano.
Quel gesto mi avrebbe riempita di tenerezza, se fosse fatto con amore, ma invece mi sento un pesciolino preso all’amo, &egrave come se mi tenesse per non perdersi la cacciagione.
Ma non dovevo essere io la Cacciatrice?
Sono confusa’saranno i drink’sarà che s’&egrave fatto tarduccio, ma una parte di me non vuole seguirlo.
Una parte di me, per rispetto del Cuore Vero che un tempo ho avuto, vorrebbe scappare via, a casa, nascondersi sotto al piumone e risvegliarsi in un mondo dove amare sul serio &egrave possibile e non fa così male.
Ma un’altra parte di me sa che non posso vivere di illusioni e devo formattarmi il cuore! E questo &egrave un ottimo modo.
Ma mentre ci facciamo strada fra ragazzini vomitanti ed ubriachi so di avere comunque perso. E’ stupido e patetico e non mi sentivo cosi da molto tempo.
Usciamo nella fredda aria della sera.
Mi guarda, e qui, sotto alla luce della luna, non mi sembra più così carino, ha la faccia di un estraneo, con un paio di occhi estranei, con mani estranee che mi guidano giù dalla scalinata del ‘looze’, e poi fino dentro al sottoscala buio, senza lasciarmi andare.
Per terra ci sono dei preservativi usati’mi chiedo che storie avrebbero da raccontare e poi le mani estranee del ragazzo che mi mettono fra le dita uno spinello ‘ per rilassarmi’. Ma io lo sono fin troppo, ho bevuto troppo, mi ronza la testa, eppure prendo quella sigaretta geneticamente modificata e faccio dei tiri lenti’
‘ anestetizzami il cuore, anestetizzami il cuore, anestetizzami il cuore..’
Ripeto come un mantra dentro di me. Lo ripeto alla ragazzina spaventata che non vuole stare nel sottoscala del looze con un estraneo con occhi estranei. Lo ripeto al Cuore che una volta ho avuto e poi ho perso lungo la strada dell’amore sfigato. Lo ripeto alla me stessa che vuole essere donna ma che &egrave ancora una bambina che vorrebbe credere alle fiabe e una lacrima, leggera, sottile come capello ribelle scorre lungo la mia gota.
Il ragazzo mi bacia, infila la sua lingua estranea nella mia bocca impastata. Rovista e fruga nella mia bocca, mentre con una mano estranea mi tasta le tette come se fossi una tipo di merce sulla bancarella del mercato delle singles’
Lo lascio fare, &egrave come se non fossi lì’poi le sue mani estranee e prepotenti si insinuano sotto alla gonna, non toccano le cosce, vanno veloci verso la méta, tastano rapidamente le chiappe poi si infilano sotto agli slip.
Lo fermo
‘ sei matto? Non qui non cosi”
Non so cosa mi aspettassi, mi aspettavo una conversazione leggera, poi saremmo andati da me, nel mio ambiente, dove non sarei stata una preda, bensì sai stata la Cacciatrice, nel mio ambiente sì , non voglio questa cosa qui, nello squallidume, come se fosse un bisogno fisico da espletare, come una pisciata’
Lui senza fermarsi mi dice
‘E dai bella lo so che lo vuoi anche tu, mi hai fatto gli occhi dolci tutta la sera, adesso non fare la stronza e lasciami fare!’
Mi slaccia la camicetta, io istintivamente cerco di riallacciare i lembi
‘ SMETTILA!’
Lui mi guarda, &egrave incazzato ora:
‘ piantala di fare la stronza e fammi divertire, ti ho pagato da bere tutta la sera!’
Ecco ora sono una cosa da avere in cambio di qualche drink.
Gli do uno schiaffo. &egrave leggero, poco convinto, non &egrave per fargli male, &egrave solo per fargli capire che ho cambiato idea.
Lui ribatte con un manrovescio che mi fa finire contro il muro freddo del sottoscala, sento la bocca che si riempie di sangue, e peggio di tutto, gli occhi mi si stanno riempiendo di lacrime. Se piango &egrave come se mi arrendessi, gli do una spallata e cerco di scappare, fuori dal buio del sottoscala, vorrei urlare ma la musica copre tutto.
Sento il mio cellulare che suona, un suono che viene da un universo parallelo, un universo in cui, una volta, avrei potuto essere felice.
Ma subito la mia mente torna al presente.
Lui &egrave più rapido di me mi afferra e in un attimo mi blocca le mani dietro alla schiena, mi spinge con la faccia contro il muro. Sento il cemento freddo contro la mia faccia’
Il cuore che una volta ho avuto sta piangendo, nascosto dietro ad un sipario di delusioni.
‘ stronza adesso ci divertiamo vedrai che poi ti piace!’
Mi strappa gli slip con una mano, sento l’aria fredda sul mio fondoschiena, so che ora arriveranno in sequenza: il dolore, l’umiliazione, lo schifo e poi non lo so.
Con una mano mi tiene ferma bloccata e con l’altra armeggia con la zip dei suoi pantaloni
Non riesco a dire nulla ripeto solo fra me e me ‘ no no no no no no no no’ e poi diventa un urlo : ‘ NO NO NO NO NO NO ‘ vorrei dire ti prego no, ma non voglio pregarlo almeno questo no!
La Paura mi ha paralizzata. Il Terrore mi ha bloccata. Non per la cosa in se ma per l’idea di cosa rappresenta e di cosa rappresenterà per me.
Sento un rumore, come se qualcuno entrasse nel nostro campo d’azione. Penso che siano più di uno e la mia mente &egrave come un flipper impazzito. Ora so cosa sia l’orrore.
Ma sento solo un suono fortissimo, come un colpo attutito ma potente, e poi in contemporanea, le mie mani sono libere e il rumore di un corpo che cade a terra.
Nella frazione di secondo che impiego a girarmi sento suoni attutiti e mugugni come di qualcuno che sta incassando colpi. La mia mente non riesce ad elaborare un possibile scenario tanto &egrave terrorizzata.
Poi vedo un energumeno di quasi due metri, con lunghi capelli biondo rossicci, che sta prendendo a calci nella pancia il ragazzo a terra, fra i preservativi usati.
Una parte di me vorrebbe andare ad aiutare l’energumeno, e l’altra sa che se non fermo quell’energumeno, domani lo arresteranno perché lo ammazzerà. Quei capelli possono essere solo del ‘mio’ energumeno!!
‘ Marco lascialo, cosi lo ammazzi! Non mi aveva ancora fatto niente, lascialo!!’
Ma lui mi spinge via, prende il ragazzo per la camicia e lo appiccica letteralmente al muro, poi gli da una testata cosi forte, che credo gli spezzi la testa. Il ragazzo &egrave ancora in sé, non so come abbia potuto non svenire, Marco lo prende come un sacco di spazzatura e lo scaraventa lontano’diventa un fagotto scuro, che si rialza e quasi gattonando si rimette in piedi e scappa via.
Marco, il mio eroe vikingo!
Vorrei chiedergli mille cose, e soprattutto come ha fatto a sapere che ero lì sotto, nei guai, ma ci sono risposte per le quali &egrave meglio aspettare.
Sento le lacrime traboccare dai miei occhi, Marco ha un’espressione seria, si avvicina rapido e mi stringe forte. Ed &egrave come essere a casa. Una Casa che conosci bene.
‘ stupida ! sei una stupida!’
Mi dice fra i capelli, poi mi prende per le spalle, mi spinge contro il muro ed urla
‘ MA LO SAI COSA HAI RISCHIATO?? ‘
Sì che lo so, ma le parole mi sono tutte morte in gola.
Sento la sua mano che mi pulisce dal sangue che devo avere sputato dopo lo schiaffo ricevuto.
‘ Stupida’
Mi ripete prima di baciarmi.
Si appoggia a me. E un calore mi prende al ventre.
Vorrei che fosse lui a violentarmi: fammi male vikingo fammi male, puniscimi, straziami, fai scempio di questo corpo prigioniero di un cuore che gioca a nascondino.
Forse il mio bel vikingo può leggere i miei pensieri perché mi bacia ‘ forte’ con arroganza, e le sue mani sono rudi e si posano con violenza sul mio seno, traboccante dal reggiseno; ma non sono mani estranee, non stavolta.
‘ sei una strega e mi incanti coi tuoi sortilegi, ma devi stare attenta!’ mi dice scostandosi un poco e guardandomi.
Pianto i miei occhi, probabilmente contornati dal trucco sfatto nei suoi e senza dire una parola, mimo con le labbra la parola ‘ scopami ‘. Scandendo ogni lettera.
‘strega maledetta’.
Mi sussurra fra i capelli, mentre fa scivolare una mano fra le mie gambe, trovandomi già bagnata, ed insinua un dito, un dito vikingo, non estraneo, dentro di me. Nel mio fiore bagnato e nel mio cuore spaventato.
‘ così amore? ‘ mi ansima addosso’ed il suo tono di voce, fa vibrare le corde del mio piacere e del mio tormento.
‘ no voglio te dentro di me’ gli dico con voce ferma.
Si slaccia rapido i pantaloni ed in un attimo &egrave dentro di me.
Mi spinge e mi schiaccia contro il muro, mentre mi entra tutto dentro. I miei fianchi, per quanto immobilizzati dal suo peso, cercano ugualmente di andargli incontro. Balliamo una danza come due indemoniati in un sabba. Mi sostiene lui e sono sospesa nel vuoto, fra il suo corpo e il piacere e fra un cuore perduto e l’orgoglio.

Dentro più in fondo, con forza.

‘ fammi male, fammi male ‘
Gli dico nell’orecchio ed il suo ritmo aumenta, &egrave una animale, ma lo conosco questo animale, che se si lascia andare può fare male, ma &egrave un dolore piacevole. Sento la schiena contro il muro ruvido e freddo colpi sempre più forti e lui che ansima : ‘ così così, ti spacco strega! Dai godi !’
Veniamo insieme. Non ho altro ricordo se non quello di mani forti che mi mettono a letto e mi rimboccano le coperte’proteggendo il cuore, che una volta ho avuto.

( Commenti come sempre a ghostofwinter@hotmail.it )

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