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Racconti Erotici Etero

15 anni fa…Anna! (2 parte)

By 7 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Come promesso, eccomi di nuovo a raccontare quanto mi accadde 15 anni fa con Anna, sorella di uno dei miei amici piu stretti. Dopo quella sera in cui, causa la presenza di un altra mezza dozzina di persone che nulla dovevano sapere e immaginare del nostro rapporto furtivo, non eravamo potuti andare oltre una eccitante masturbazione, ci promettemmo di rividerci in tranquillità, e così fu. il Tutto capitò un pomeriggio feriale, quando Anna si prese un giorno di permesso dal lavoro per sbrigare delle partiche burocratiche e visto che era priva di mezzo, mi chiese se avevo voglia di accompagnarla con lo scooter, secondo voi cosa risposi?
Alle 9 ero sotto casa sua, con il mio scarabeo che scaldava i “motori”,lei scese e come sempre era in tiro.Camicina un po stretta, jeans stretti, scarpe con un po di tacchetto e una leggera linea di eyes-liner sui suoi occhi da orientale. Arrivammo alla circoscrizione dove ovviamente aspettammo in fila il nostro turno, ma mai attesa fu più lusinghiera. Baci trasgressivi come piacciono a me, ora con labbra e lingua, ora con le sole lingue fuori dalla bocca. La gente di tanto in tanto ci guardava, qualcuno invidiandoci qualcun’altro commentando con fare bigotto, in chiaro stile italico.Arrivò il nostro turno, le mie mani fremevano e pregavo che l’impiegato comunale si sbrigasse con quei documenti, avevo voglia di fermarmi in qualche parco della nostra zona per dedicarmi completamente ad Anna. Uscimmo poco prima di pranzo dagli uffici del Municipio, vista l’ora tarda pensai di avere poco tempo da passare ancora con la mia amante
(anzi io ero il suo amante, la sua giovane trasgressione). salimmo sul motorino e partii a razzo (60 km/h) verso il nostro quartiere, avevo voglia e fame di Anna e volevo sfruttare tutto il tempo a mia disposizione. Mentre guidavo tenendo l’acceleratore tirato con l’altra mano accarezzavo le gambe di Anna. La accarezzavo partendo dal gnocchio e arrivando con una torsione della spalla fino all’inguine. Lei rispose alle mie intime attenzioni poggiando il mento sulla mia spalla(al tempo il casco non era obbligatorio) e leccando con la punta della lingua il lobo del mio orecchio destro, stavo letteralmente impazzendo ed il clou lo raggiunsi quando ad un semaforo con le macchine ferme in sosta la mia “compagna” strinse forte i mio sesso costipato nei jeans.Mi girai per baciarla e le chiesi se le andava di fermarsi in una villa comunale che si trovava da quelle parti, ma lei mi rispose di no, e di andare verso casa perch&egrave era ormai ora di pranzo. In quel momento sprofondai nella più nera disperazione, avevo Anna a portata di mano, ero eccitato ma il tempo aveva giocato contro a mio sfavore… Era possibile che finisse cosi quella nostra mattinata goliardica?
Stavo sbagliando io? dovevo insistere e rischiare di essere invadente oppure lasciare che gli eventi seguissero il loro corso? optai per il naturale sviluppo delle cose e andai verso casa. Lasciai Anna davanti al suo portone,lei scese e guardandomi mi disse
– preferisci la pasta lunga o la pasta corta?- Un sorriso a 64 denti si stagliò sul mio volto, mi stava invitando a pranzo. Dissi pasta corta e lei aggiunse -sbrigati a posare quel motorino che la pasta scuoce- ammiccò e salì. Ci misi pochi minuti a parcheggiare il motorino in garage, salire a passi lunghi la rampa dei posteggi e recarmi al portone del palazzo della mia dea dell’amore.Mentre salivo in ascensore mi immaginai cosa sarebbe potuto accadere da li a poco, immaginai Anna accogliermi sulla porta in baby doll o cose del genere, ma nulla di questo accadde, semplicemente apri la porta mi baciò e mi disse che a breve sarebbe stato pronto il pranzo. Mentre la pasta cuoceva io baciavo con tanta passione la mia amica-amante, stando ritti in piedi sulla porta della cucina(quella cucina che più avanti sarà galeotta, ma questa &egrave un altra storia), le nostre lingue si cercavano, si intrecciavano, le mani andavano curiose sui nostri corpi, le toccavo il culo sodo infilando la mano nei jeans che senza cintura rimanevano un po’ larghi ai fianchi, e feci la grande scoperta: Anna indossava il perizoma(che grande invenzione pensai in quel momento… oggi &egrave ormai un must delle mise femminili). le baciai il collo senza staccare la mie mani dalle sue chiappette dure mentre lei con il palmo della mano ben aperto mi massaggiava l’erezione: – Ti faccio questo effetto? – mi domandò fissandomi negli occhi con quello sguardo da accattivante troietta. Non risposi, la afferrai per i fianchi e la tirai verso di me struciando la mia durezza sulla sua fighetta tenuta al segreto da pantaloni e mutandine.Il cibo era pronto, per un attimo lasciammo da parte “Venere” e ci dedicammo a “Bacco” (vino e pasta). Le chiesi fino a che ora fosse rimasta da sola e mi rispose che avevamo molto tempo, sorrisi e mangiai con calma. Sparecchiammo la tavola, lavammo i piatti e finalmete ci sedemmo sul divano complice del nostro primo piccolo amplesso. Avevamo voglia, era indubbio, ci desideravamo ed Anna me lo disse chiaramente
– Ti desidero da tempo Ste, mi sei sempre piaciuto anche quando eri più piccolo e l’età era un ostacolo -. La spinsi supina sul divano e mi sdraiai su di lei. Le nostre bocche si unirono, le lingue ripresero a cercarsi come qualche minuto prima e le mie mani si misero all’opera per denudarla. le sbottonai la camicia lasciandola aperta, il suo seno era coperto da un reggiseno push-up bianco, le leccai il collo e scesi lungo la pancia per poi risalire lungo l’incavo dei seni e ancora su, spingendole la lingua in gola. anche lei inizio a spogliarmi, mi tolse la maglia e con le dita stuzzicò i miei capezzoli (allora non avevo ancora il piercing…), io feci altrettanto, abbassando leggermente le coppe dell’indummento intimo e iniziando a far vorticare la punta della mia lingua umida attorno ai due durissimi bottoncini.Anna inizio ad ansimare, la mia opera orale le dava piacere, e non pot&egrave far altro che aprirmi i jeans per passare la sua mano lungo la mia erezione ora trattenuta solo dai boxer. La osservai per qualche istante, la fissai negli occhi e lei fece lo stesso, guardai la sua mano muoversi lungo la mia asta e anche lei lo fece, la desideravo, la volevo. Aprii i suoi jeans e afferrandoli li calai lungo le gambe,lei per tutta risposta le mosse così da farli scendere fino ai piedi per poi sfilarli, ora eravamo tutti e due semi nudi. Io con i miei boxer stretti e lei coi il suo reggiseno calato fin sotto le tette ed il suo perizoma bianco.Non persi tempo e stando attaccato a quella splendida terza iniziai a massaggiarle la fonte di piacere da sopra le mutandine che scoprii essere terribilmente umide, mi sorrise dicendomi che non era solo lei a volermi, ma anche la sua testa e la sua micina (la chiamò cosi). Accarezzo la mia mano che scorreva sul suo pube e senza che me ne accorgessi, scostò le mutandine lasciando la spacchina scoperta, me ne resi conto quando tra le dita sentii una sottile striscia di peli duri. Abbassai lo sguardo verso sud e vidi una stupenda fighetta curata, abbronzata (Anna faceva molte lampade, amava essere glamour già allora), con una striscia di peli cortissimi che scendeva verso il clitoride, le labbra erano liscissime e toccandole constatai che a renderle ancora più lisce giocava il fattore eccitazione. Cercai la punta della sua lingua e dopo aver passato il mio dito medio verticalmente lungo le grandi labbra, dischiusi quello spettacolo della natura e con voglia le infilai un dito fino in fondo.Di istinto spalanco quelle spledide cosce ed io insirei un secondo dito, prima di sentire il mio cazzo che furbetto se ne usciva dalle mutande, era Anna che lo aveva afferrato e guardandolo stando sui gomiti inizio a segarlo leggermente.
– Sei durissimo Ste – mi disse abbassando la pelle per scoprire il glande umido
– E tu bagnatissima – le dissi, continuando quell’opera di penetrazione digitale.
Anna aveva questa cratteristica di bagnarsi molto e vedere il suo liquido ungerle le cosce mi faceva uscire di testa. Fino ad allora ero stato abituto al massimo a qualche veloce ditalino, qualche sega altrettanto veloce e qualche pompinetto fatto più con i denti che con bocca e lingua. Le scopate si riducevano a qualche “ficcatina” in macchina o a casa di qualcuno quando ce ne era la possibilità, ma nulla era paragonabile a quanto stava accadendo con Anna, questo era il primo approccio con del vero sesso, con una vera donna.
– Toccami più su – mi disse, facendomi intendere che voleva essere toccata sul clitoride; eseguii, cosi facendo imparavo cose che più avanti mi sarebbero tornate utili. Mentre le scappucciavo il clitoride scoprendolo con il tocco dei miei polpastrelli, Lei inizio a smanettarmi più velocemente, era fantastico, una pippa fatta con vera maestria. Partiva dalla punta impugnando a mano piena il mio cazzo largo, scendeva fin quasi allo scroto, senza disdegnare di massaggiarmi le palle con l’altra mano.
– Ti piace? – mi domandava di tanto in tanto con una flebile voce, mentre si godeva la mia “digitazione”.
– Fantastico – risucivo solo a rispondere per poi aggiungere ogni tanto la frase – Scappellami fino in fondo- Anna se ne venne nella mia mano, fu bellissimo sentire quel flusso di umori bagnarmi le dita e il palmo, io resistetti a lungo e poi glielo chiesi – Lo vuoi? – – Si – fu la risposta e sdraiandosi supina mi invitò a salirle sopra. -Hai i profilattici?- mi domando, ma ovviamente non li avevo, non avevo pensato a questa eventualità primaria, stupidamente avevo pensato che al più ci sarebbe scattata una sega, anche se quello che bramavo era proprio ciò che stava per accadere. – No – le risposi. – Cazzo! – fu la sua esclamazione ed inizammo a strusciarci con i sessi scoprti. La mia cappella mostruosamente gonfia andava ad aprire le sue grandi labbra ed il suo movimento di bacino portava il mio cazzo all’imbocco del piacere senza avere il privilegio di entrare. Questa stupenda tortura durò diversi minuti, poi Anna più stufa di me, impalmò il pisello e se lo mise dentro.
– Scopami Ste, ma stai attento –
Non risposi, entrai sentendomi l’uomo più felice della terra. Lei era a gambe aperte, io sopra che spingevo, stavamo godendo, stavo scopando il mio sogno e il mio sogno stava scopando il suo giovane amante, ma il piacere durò poco, il telefono squillò ed Anna dovette rispondere per non destare sospetti. Rimase al tel con il suo ragazzo per qualche minuto, io tanto mi masturbavo per non perdere l’erezione e qando attaccò la magia era sparita, la spensieratezza di voler rischiare e farlo senza protezione svanì, lasciando il passo alla razionalità.
– Ste mi fai impazzire, ma senza profilattico &egrave da matti -. Capii che aveva ragione e che se volevamo continuare ad essere due clandestini dovevamo fare le cose con testa. Mi baciò coccolandomi, capendo la mia delusione, mi disse che stavo dimostrando maturità e che lo avremmo rifatto molto presto, io mi sentivo maturo, ma coglione, ma non glielo dissi.
– Sdraiati – Mi spinse giu facendomi stare con la schiena poggiata sullo schienale del sofà, si in ginocchio tra le mie gambe e scappellandomi inizio a leccarmi la punta. La sua lingua girava attorno al glande, mi umettava con la saliva, leccava il frenulo fissandomi e ogni tanto infilava metà del mio sesso in bocca, stavo muorendo.- Voglio farti godere Anna- le dissi mentre mi fissava e mi segava. – Lo hai fatto, io sono venuta, e credimi vengo ogni volta che ci sfioriamo – dovevo crederci?
– Voglio farti godere io adesso! –
fu imperativo e mise il mio cazzo tra le sue tette dure. Inizio a segarmelo con il seno, una bella spagnoletta, accompagnata da qualche succhiata e leccata alla cappella.
– Sto per venire Anna – la mia voce era roca, stava montando il mio orgasmo, bello, impetuoso, irruente. Lei non fece una piega ,allontanò soltanto un pochino la bocca, mi segò ancora e mi sussurrò – DAI!-
Uno, due, tre, quattro e non so ancora quanti schizzi di calda e cremosa sborra uscirono dal mio pene. La colpii sul mento, tra i capelli neri, sul collo e sul seno, la imbrattai per bene e fu idilliaco. Rimase per un po sporca di me a guardarmi, mi avvicinai, lei si scanso pensando che potesse darmi fastidio vederla sporca, ma la afferrai e la baciai in bocca sentendo il sapore della saliva misto al mio ed al suo piacere. Ci ripulimmo, e restammo ancora un po nudi sul divano a coccolarci, iniziava ad esser tardi, da lì a breve suo fartello sarebbe rientrato dal lavoro, mi vestii, lei mise su una vestaglietta, ci baciammo sulla porta e mi sussurrò
– Sono la tua troietta!-

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