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Racconti Erotici Etero

22. PRECIOUS

By 25 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Me ne stavo mollemente adagiata sulla battigia,mentre il sole abbracciava l’ orizzonte e le onde lambivano i miei piedi. Tutto intorno a me mi trasmetteva un senso di pace,anche il verso stridulo ed insistente di un gabbiano che planava sull’ acqua leggermente increspata del mare,alla ricerca di qualche pesce distratto. Ero abbandonata ai miei pensieri,in quella solitudine quasi irreale,pensavo a lui ormai così lontano;era andato via un anno prima,con una valigia e poche spiegazioni. Il dolore aveva lasciato il posto alla rassegnazione ed ormai avevo fatto l’ abitudine alla sua assenza. Era stata dura digerire l’ idea di essere stata innamorata di un uomo che non mi aveva ricambiata,ma se ora c’era qualcosa che rimpiangevo di lui era solo il sesso. A letto era veramente un grande,ci sapeva fare,ricordo che passavamo ore a fare l’ amore. Mi faceva godere tre,anche quattro volte,prima di venire;la sua durata era invidiabile ed assolutamente eccezionale. Da quando mi aveva lasciata,non avevo più cercato nessun altro,la delusione mi aveva demoralizzata e preferivo procurarmi piacere da sola,piuttosto che tuffarmi nella mischia. Quando ne avevo voglia,sceglievo un film hard,mi spogliavo e mi stuzzicavo il clitoride con un dito umido,fino a quando non avvertivo il calore dell’ eccitazione. A quel punto accendevo il mio vibratore e lo strofinavo contro la mia fica bagnata,fino al raggiungimento del massimo piacere. Non mi pesava l’ amplesso solitario,raramente mi mancava il contatto con un altro corpo. Quella era la soluzione ideale per non rischiare una nuova batosta.
Ero una trentacinquenne dall’ aspetto gradevole,single,morigeratamente mondana,delusa dagli uomini,vivevo in un bilocale accogliente nel centro di Milano,avevo un buon lavoro ed un gatto bianco. Stavo bene con me stessa,ma non avevo ancora fatto i conti con ciò che mi sarebbe accaduto quella sera.
Mi trovavo a Grosseto per lavoro da una decina di giorni ed in quel tiepido sabato di fine marzo avevo optato per una capatina al mare. La spiaggia era tranquilla,lontana dal caotico traffico estivo ed io respiravo profondamente la pace che mi circondava. Ad un certo punto,confuso tra i rumori della natura,ho sentito il latrato di un cane che si avvicinava di corsa. Lì per lì ho avuto un sussulto,ma poi la mia passione per gli animali mi ha suggerito la giusta reazione. Ho allungato la mano in segno amichevole e l’ animale,che fino ad un attimo prima pareva diffidente ed ostile,si è avvicinato scodinzolando. Poco più in là,il suo padrone correva con un guinzaglio ciondolante fra le mani.
“Scusa,scusa,perdonami! ” ha esclamato ansimando,appena mi si è avvicinato.
“Vengo qui praticamente tutti i giorni con il mio cane a correre sulla spiaggia e non ho mai incontrato nessuno.”
“C’ è sempre una prima volta!” ho risposto io con tono seccato.
“Hai ragione.”
L’ uomo era visibilmente mortificato.
“Però vedo che il mio cane ti ha presa in simpatia. Di solito è diffidente con chi non conosce.”
“Allora mi assomiglia!” la mia risposta secca e brusca lo aveva spiazzato.
“Mi piacciono molto gli animali,soprattutto i cani,sanno essere migliori di molte persone.”
Ho aggiunto,cercando di ammorbidire i toni. Lui mi ha dato ragione e,senza che lo invitassi a farlo,si è seduto accanto a me. Probabilmente voleva avviare una conversazione alla quale però io non ero particolarmente propensa.
“Bello qui,vero?” ha domandato.
“Molto! Ero venuta per starmene in pace!”
Altra frecciatina.
“Scusa,non volevo essere invadente.”
“Un po’ lo sei stato,ma non posso cacciarti via,la spiaggia non è di mia proprietà!”
“Inizio di conversazione davvero incoraggiante!” ha commentato lui.
“Ok,non sono molto gentile,ma ho i miei motivi per non esserlo!”
“Ah sì? Quali sarebbero?”
“In tre parole?”
“Sì,dai.”
“Gli uomini sono stronzi!”
“Sono quattro!”
“Che cosa?”
“Le parole. Sono quattro,non tre.”
Mi ha risposto con un sorriso che gli ha illuminato il viso.
“Uff. Ma dai!”
“Beh.” ha esclamato lui “Anche parecchie donne sono stronze,ma non per questo motivo tolgo la parola all’ intero genere femminile.”
Touchè.
“Ok,scusami!”
“Così va meglio!” ha commentato lui con soddisfazione e con un nuovo sorriso accattivante.
Il suo cane stava giocherellando con un legno,addentandolo e buttandolo per aria,mentre la conversazione prendeva una piega piuttosto personale. Lui era molto loquace,quasi troppo per i miei gusti,abituata com’ ero alla mia solitudine. Aveva una quarantina di anni,atletico,moro,alto. Un bell’ uomo nel complesso. Conviveva da cinque anni con una coetanea in una villetta in campagna nei pressi di Albinia,a due passi dal mare. Il suo modo di raccontare era molto dettagliato,la simpatia e l’ affabilità erano quelle tipiche dei toscani. Le mie risposte invece erano piuttosto secche ed ermetiche,la diffidenza nordica aveva il sopravvento.
Non so per quanto tempo siamo rimasti lì seduti,immersi in un dialogo che a tratti assomigliava ad un monologo.
Il sole era tramontato,l’ aria frizzante di una primavera neonata si faceva sentire sulla pelle. La luna incredibilmente limpida illuminava il cielo ed il mare era calmo,nella pacatezza delle sue onde.
“Hai freddo?” mi ha chiesto lui,notando un mio brivido.
“Un poco,ma quest’ aria mi
piace.”
“Ho un’ idea!” ha esclamato.
Si è alzato e si è avviato verso la pineta,tornando poco dopo con un carico di legnetti.
“Accendo un fuoco!” mi ha detto,strizzandomi l’ occhio. Doveva essere esperto,perché la fiamma è partita in fretta. Il cane dormiva pacificamente,mentre noi continuavamo a parlare. Sarà stata l’ atmosfera,ma mi sono sorpresa ad ascoltarlo e guardarlo con piacere crescente,mentre gesticolava e sorrideva,raccontandomi qualche aneddoto divertente.
Poi il silenzio.
Il suono melodico ed ipnotico del mare.
I suoi occhi luminosi.
Il suo sguardo fisso nel mio.
Che cosa sia successo,non saprei spiegarlo. Ci siamo trovati sempre più vicini ed abbiamo cominciato a baciarci con passione,mangiandoci a vicenda sotto la luna che pareva farci l’ occhietto. Avevo voglia di lui,avevo voglia di un uomo,dopo tanto tempo. Inutile porsi troppe domande. Quella sera non avrei trovato alcuna risposta.
“Lasciati andare. Ti ho desiderata fin dal primo momento.” mi ha sussurrato lui fra i baci.
“Credi ai colpi di fulmine?”
“Non ci ho mai creduto.” ho bisbigliato.
“Nemmeno io.” ha incalzato lui,baciandomi e mettendomi una mano dietro la nuca.
Era fantastico,ero eccitata,nemmeno il disagio di concedermi ad uno sconosciuto mi bloccava,anzi,era un dettaglio che mi intrigava.
Così ci siamo trovati distesi uno sopra l’ altra,accanto al fuoco scoppiettante. Mi ha sbottonato la camicetta,sentivo la pelle fremere sotto il suo tocco,mi ha sollevato il reggiseno e si è tuffato col viso fra le mie tette. Ansimavo,eccitata e lo pregavo di continuare. Con la mano lui ha violato l’ apertura dei miei jeans ed io ho sollevato il bacino per permettergli di togliermeli.
In quel momento non mi importava nulla delle mie considerazioni sugli uomini,non mi importava nulla della donna che divideva con lui la propria vita,non mi importava di altro che non fosse quel piacere ritrovato.
“Sì,fallo,ne ho voglia,fammi tutto quello che vuoi…” gli ho sussurrato.
L’ invito lo allettava,sentivo la sua eccitazione che premeva contro il mio bacino. Si è alzato,per sbarazzarsi della maglia,dei pantaloni e dei boxer,rimanendo nudo sotto il fascio di luce della luna,al cospetto del bagliore del fuoco. Era bellissimo,il suo membro era ben fatto e turgido nella sua erezione. Lo bramavo,lo rivolevo addosso a me. Lui si è adagiato sul mio corpo caldo e fremente e con la mano ha cercato la mia intimità,tastandone l’ eccitazione.
“Come sei calda…sembravi così imperturbabile ed indifferente,con quel fare spocchioso.”
“è vero. Ma tu hai qualcosa di diverso,o forse ero semplicemente pronta a questo,o,al contrario,non ero preparata a te…Non lo so,baciami e leccami,ti prego,sento il fuoco in mezzo alle gambe. Ho bisogno della tua lingua…”
Lui non si è fatto pregare. Baciandomi dappertutto,è sceso lì e schiudendo le labbra,ha cominciato a mangiarmela,succhiandomi il clitoride. Divino. Sentivo quanto adorava leccarmi la fica e questo accresceva la mia eccitazione.
“Non ce la faccio più,devo averti!”
mi ha detto lui con voce roca.
Risalendo lungo il mio corpo,ha ripreso a baciarmi,mentre il suo pene si faceva strada dentro di me.
Non ero preparata.
Non mi ricordavo più quanto fosse esaltante quel contatto intimo. Non esisteva vibratore che reggesse il confronto.
Il suo ritmo era trascinante e le sue spinte mi riempivano nel profondo.
“Sei bagnatissima,tesoro…”
“Tu sei grosso..,sì, dai,continua!!!”
Ero grata alla tranquillità di quella spiaggia isolata. Non c ‘ era alcun rischio che qualcuno potesse sentirmi,dato che non riuscivo a trattenere le grida di piacere che riecheggiavano nel silenzio della notte.
“Ci sai fare,sei fantastica!”
Avevamo invertito la posizione ed io mi trovavo sopra di lui,dondolando il bacino avanti ed indietro,mentre le sue mani mi cingevano la vita e risalivano a stringermi i seni.
“è perché ho fame di te!” ho esclamato io,muovendomi ancora più velocemente. Dopo poco ho accolto con un grido l’ orgasmo ed il mio turgore lo ha avvolto nelle contrazioni sempre più intense. Mi sono abbandonata su di lui,il cuore mi batteva all’ impazzata ed accanto al fuoco sentivo fin troppo caldo. Ricordo di aver pensato che quell’ orgasmo esplosivo valeva i tre o quattro orgasmi che raggiungevo regolarmente col mio ex.
“è stato meraviglioso,non mi sentivo così bene da una vita.”
gli ho confidato con un sorriso.
“Sei bellissima,ti brillano gli
occhi.” ha detto lui,ricambiandomi il sorriso.
Mi ero ripresa dal mio sconvolgente orgasmo ed avevo deciso di ricambiare il favore. Il suo pene era piuttosto duro dentro di me,così ho ricominciato a muovermi sopra di lui,ansimando per un piacere che si stava rinnovando. Aumentavo il ritmo,l’ eccitazione mi dava alla testa,tanto che fra le urla ho raggiunto un nuovo intensissimo orgasmo,una manciata di secondi prima di sentire i suoi schizzi riempirmi in un amplesso incontrollato.
L’ ho sentito urlare e dimenare il bacino.
Ho sentito il suo seme caldo e copioso risalire dentro di me.
Ho visto i suoi occhi luminosi.
Ho baciato la sua bocca.
L’ ho sentito completamente mio,anche se non lo sarebbe mai stato veramente.
Mi sono sentita completamente sua,anche se non sarebbe più accaduto.
Siamo stati due corpi che si sono uniti,siamo stati due anime che si sono appartenute per un istante.
Una notte d’amore.
Un’ esperienza preziosa.
Una fiducia ritrovata.

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