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Racconti Erotici Etero

39. UN ANGOLO DI PARADISO

By 6 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Giornata intensa quella trascorsa insieme a te, fra le tue braccia, fuori dal mondo, ancora una volta immersa nel mio angolo di paradiso.

Ciò che intriga degli incontri come i nostri è che non sono mai scontati e mai dovuti; non esiste nulla di veramente stabilito, se non luogo, data e ora. Basta un imprevisto o una sciocchezza, per far saltare tutto. Può essere frustrante non sapere mai, fino alla fine, se si riuscirà a incontrarsi. Ma è estremamente eccitante crogiolarsi nei preparativi, prendere gli ultimi accordi per telefono e precipitarmi da te.

Abbiamo deciso di incontrarci a metà strada; euforica esco qualche ora prima dal lavoro e salgo in auto per raggiungere l’uscita del casello stabilita in precedenza come punto di incontro. Hai prenotato una stanza in un agriturismo scelto insieme su internet; finalmente avremmo avuto a disposizione un letto, dopo alcuni incontri consumati a bordo della tua macchina.

Parcheggio fuori dal casello. Ansiosa, cerco con lo sguardo il tuo fuoristrada, ma non sei ancora arrivato. La cosa mi spiazza, perché ero fermamente convinta di trovarti già lì. Prendo il cellulare dalla borsa per chiamarti, scendo dalla mia vettura e in quell’attimo ti vedo arrivare. Sono emozionata. Ci salutiamo con un bacio e un ciao molto confidenziali.

‘Andiamo con la mia auto o con la tua?’, ti domando.

‘Qui ho il satellitare, per trovare l’agriturismo.’, mi rispondi.

‘Allora prendo la borsa.’, dico, scendendo in fretta, mentre tu armeggi col navigatore.

Sulla strada, passiamo davanti a un supermercato. Ci fermiamo a comprare qualcosa da mangiare e da bere. Mentre decidiamo che cosa prendere, ci sfioriamo le labbra con un bacio e la tua mano mi palpa il culo; sorrido e indietreggio leggermente, per strusciarmi contro di te. Avverto già l’eccitazione crescere e credo di non aver mai fatto prima di allora una spesa tanto erotica. Passiamo davanti allo scaffale dei dolciumi e lo sguardo mi cade sulla Nutella; non posso non prenderla e ti faccio un sorriso malizioso.

Ci fiondiamo in auto e raggiungiamo la nostra alcova. La stanza è confortevole e il soffitto spiovente con i travi a vista le dona un piacevole tocco di intimità. Appena chiusa la porta, mi abbracci e ci baciamo con passione. Accendi la televisione e la sintonizzi su un canale di musica. Poi mi sei ancora addosso. Ti voglio, ci vogliamo, non lo nascondiamo, ma abbiamo tante ore davanti e desidero prendermi il tempo per gustare ogni sensazione con la dovuta calma.

‘Devo andare in bagno a cambiarmi e a darmi una rinfrescata…’, ti dico fra un bacio e l’altro. Ma la verità è che non riesco a staccarmi da te e dalle tue labbra. Così arriviamo sul bordo del letto e ti invito a sdraiarti. In un attimo ti sono a cavallo e ti bacio eccitata.

Mi guardi e con tono ammiccante mi domandi: ‘Ma non dovevi andare in bagno?’

‘E’ vero. Ora vado.’, ti dico, scendendo da te e dal letto, tastando con una mano il rigonfiamento dei tuoi calzoni.

‘Sei già così in tiro?’, ti chiedo, compiaciuta.

‘Eh sì…’, mi rispondi.

‘Aspettami, faccio presto. Voglio vestirmi per te.’, ti dico, chiudendomi in bagno.

Dopo qualche minuto esco dalla toilette; indosso una sottoveste nera leggera e un paio di autoreggenti trattenute dai gancetti del reggicalze. So che apprezzi la mia mise, me lo dice il tuo sguardo carico di desiderio. Riprendiamo da dove abbiamo interrotto. Ti salgo a cavalcioni e ricominciamo a baciarci, con la medesima intensità di pochi minuti prima.

‘Ma tu sei ancora vestito…’, ti dico, cominciando a slacciarti i jeans.

Ti spogli e finalmente sento il contatto della tua pelle sotto di me. Con la mano ti accarezzo l’erezione, mentre sono a cavallo della tua gamba e con un movimento lento mi struscio contro di te. Ho una voglia pazzesca di sentirti e non riesco a indugiare a lungo. Ti abbasso i boxer e scendo a baciarti. Finalmente di nuovo mio, finalmente ancora fra le mie labbra. Te lo lecco con passione, mi piace sentirti gemere sotto i guizzi della mia lingua, adoro sentirlo crescere nella mia bocca. Smetto di colpo e con malizia ti dico di alzarti, perché so esattamente come vuoi che te lo faccia. Mi inginocchio ai tuoi piedi e ricomincio a leccarti e masturbarti, guardandoti negli occhi; tu affondi le mani nei miei capelli e guidi i miei movimenti. Poi mi fermo. Ora sei tu a muoverti.

‘Sì’, ti incito, ‘scopami la bocca.’

Raramente mi capita, ma in quel momento mi intriga moltissimo il fatto che tu mi stia usando per il tuo piacere; mi faccio penetrare dalle tue spinte, che mi riempiono la bocca di te, mentre mi preghi eccitato di succhiartelo quanto più posso. Ci spostiamo sul letto e languidamente ti abbandoni alle mie attenzioni. La sensazione di essere padrona del tuo piacere è talmente inebriante, che vorrei farti venire immediatamente nella mia bocca. Ma sono eccitatissima e la voglia di sentirti dentro sta diventando esasperante. Mi sistemo sopra di te e quando mi penetri, ti scopo velocemente per placare la mia fame di te. Poi comincio a ondeggiare lenta su di te, per gustarti fino in fondo.

‘Vedrai che non urlerò…’, ti avevo promesso qualche attimo prima. Ma sei talmente duro e ti sento talmente tanto, che mi fai uscire letteralmente di testa e non posso farne a meno. In realtà, poco ci importa se grido di piacere; si tratta di un eccitante gioco fra di noi, per scoprire chi per primo perderà il controllo. Tu sorridi soddisfatto, ti fa sentire potente il fatto che sia stata io a cedere e a perdere la scommessa.

Ti cavalco. Non mi stuferei mai di stare sopra di te e tu non ti stancheresti mai di vedermi muovere su di te. Mi palpi e mi stringi il seno e poi intrecciamo le mani, mentre la passione aumenta. Mi abbasso su di te e ti sussurro: ‘Guarda, c’è anche una sedia.’

Capisci al volo e ci alziamo. Ti siedi su quella seggiola di legno e io ti sono ancora sopra; il contatto col tuo corpo diventa ancora più intimo che sul letto. Ti abbraccio e mi stringo a te, mentre i nostri sessi si appartengono completamente. Ma tu mi vuoi anche girata all’incontrario e così ti cavalco voltandoti la schiena, godendo insieme a te di quella nuova posizione.

Mi stupisco di quali sensazioni straordinarie possa regalarmi ogni minimo movimento. Non smetto di volerti e di saziarmi di te. Il letto però ha un richiamo irresistibile e questa volta sei tu a dedicarti a me; ti tuffi fra le mie cosce e cominci a leccarmi e a masturbarmi con le dita. Ci sai veramente fare, me lo dico ogni volta che indugi con la lingua sul mio clitoride, ma non sempre mi piace essere così passiva, senza sentire il contatto diretto col tuo corpo. Mi scosto e ti faccio capire quanto io ti voglia ancora dentro di me. Ricominciamo a farlo, ora mi sei dietro, mi afferri e mi scopi come un forsennato; è quasi una tortura questo crescendo di piacere, che non arriva all’apice. E non mi basta. Tu non mi basti.

‘Ti voglio nel culo!’, ti dico, senza mezzi termini. Lo estrai lucido e bagnato della mia eccitazione e lo appoggi al mio ano, spingendolo dentro piano. Quando provi ad affondare di più, avverto un leggero dolore, ma voglio andare oltre, perché è da troppo tempo che desidero sentirti lì e perché so che, superato quell’attimo, le sensazioni che si diramano in tutto il corpo sono stupende. Ma l’attrito è notevole.

‘Usiamo il lubrificante.’, suggerisco, ‘l’ho portato apposta, sarebbe sciocco non utilizzarlo.’

Me ne verso un po’ sul palmo della mano e ti massaggio con cura l’asta; mi dico che ne verrebbe fuori una sega pazzesca, mi piace sentirlo scivolare completamente viscido fra le mie mani e indugio un po’ sulla parte più sensibile. Ti sento mugolare e la cosa mi eccita.

‘Ti voglio…’, sussurro.

‘Sono tuo…’, bisbigli.

Ti alzi in piedi, io mi metto a carponi sul letto, mi ungi il buchetto e finalmente mi penetri, con spinte profonde e controllate che si fanno via via più veloci e animalesche. Ti incito parecchio, quel contatto è favoloso e l’eccitazione mi porta a urlare cose di cui normalmente mi imbarazzerei. Sto letteralmente impazzendo. Mi sbatti a lungo, dietro, senza cedimenti e mi domando sorpresa come fai a durare tanto e a farmi uscire di testa a quel modo. Sei perfetto anche per il mio culo. Ti sdrai sul letto e ti sono sopra. Mi accuccio sopra di te e con un’acrobazia riusciamo a infilare il tuo cazzo nel mio culo. Ricominciamo a scoparci divinamente: tu durissimo dentro di me e io fuori di testa per il godimento. Ti voglio sentire proprio lì e te lo dico.

‘Sborrami nel culo, Francesco, vieni, vieni!’, ti incito con la voce e i movimenti.

Ci guardiamo negli occhi, il tuo sguardo è animalesco e voglioso e io capisco che stai per godere. Sono eccitatissima e in quell’attimo non c’è altro che vorrei, che sentirti esplodere dentro di me. Mi muovo ancora sopra di te, fino a quando con uno scatto incredibile scarichi il tuo piacere dentro e fuori di me, in un orgasmo che mi pare intensissimo. Ci baciamo e ci coccoliamo; siamo totalmente impiastricciati di noi e del lubrificante e ti sorrido, perché la tua espressione appagata è contagiosa.

Dopo esserci lavati, ci sdraiamo sul letto e io mi accoccolo fra le tue braccia. Parliamo e ridiamo, in un’atmosfera che adoro.

‘Ho fame’, ti dico, ‘mangiamo?’.

‘Sì, ci vuole!’, concordi.

Preparo i segalini con lo speck e il formaggio e torno sul letto a mangiare con te. Mentre ti ascolto e mi riempio le orecchie del tuo piacevolissimo accento, mi dico che adoro la nostra intimità.

Ti alzi e vai in bagno; approfitto per prendere dalla borsa il mio vibratore e lo appoggio sul comodino. Ci eravamo promessi che lo avremmo usato insieme ed io avevo voglia di mostrarti come ci gioco quando tu non ci sei. Ti sdrai di fronte a me, lo noti subito e sorridi.

‘Eh sì, l’ho portato…’, ti dico con tono malizioso.

Tu lo prendi e ti avvicini a me. Mi baci sulla bocca, sul collo e mi sfiori la coscia. Fremo.

‘Che cosa mi fai, tu?’, ti domando, ‘Mi prendi così tanto…’

Mi sorridi; adoro la tua espressione dolce, quella che hai prima di farti prendere dall’eccitazione.
Ci guardiamo negli occhi e non serve altro per farci rapire dai sensi e dalla voglia.

‘Toccati per me.’, ti chiedo.

Tu ti sdrai e cominci a masturbarti, mentre io mi sistemo davanti a te, aziono il vibratore e lo strofino sul clitoride, guardandoti negli occhi e osservando la tua mano che si muove sul tuo cazzo. Potrei impazzire, continuando col nostro giochino. Non resisto, sei una calamita per me. Ti salgo ancora sopra e ti cavalco, come ci piace di più, quando ti abbandoni e assecondi totalmente i miei movimenti. Questa volta usiamo il vibratore, strofinandolo sul mio sesso, mentre mi muovo su di te. Non posso fare a meno di tornare a urlare.

‘Ora voglio scoparti io.’, sussurri.

Mi rovesci sulla schiena e mi sei sopra, dentro, addosso. Voglio riempirmi di te, voglio che mi possiedi nel profondo e mi avvinghio a te. Ti muovi lentamente dentro di me, in profondità, io ti assecondo e ci baciamo.

‘Guardami, voglio che mi guardi negli occhi.’, mi dici, ‘Sei mia’.

‘Sì, sono tua…’, non posso fare a meno di dirti, ‘ora sono tua…’.

Mi scopi divinamente e sono totalmente presa da te e dalle mie sensazioni. Darei non so che per sentirti venire dentro di me in quel modo, perché avverto un piacere particolare.

Però ci piace cambiare continuamente e così mi ritrovo col tuo cazzo fra le mani, mentre strofini il vibratore su di me. Te lo prendo in bocca, languidamente, leccandoti dove so che ti piace di più e i tuoi sospiri di piacere mi inebriano. Voglio portarti all’apice e insisto a fartelo, mentre mi masturbo voluttuosa. Tante volte mi hai detto che adori i miei pompini e a me piace il tuo sapore. Ti lecco l’asta su e giù, soffermandomi sulla punta, poi lo stringo fra le labbra, facendolo sparire nella mia bocca. Mi faccio guidare dalla mano che mi appoggi sulla testa e che mi detta il ritmo che più ti piace, poi sento che ti abbandoni al mio movimento e sospiri eccitato. Quando mi dici che stai per venire, il mio ritmo diventa più costante, te lo avvolgo e te lo succhio, fino a sentire soddisfatta i tuoi schizzi di piacere che mi riempiono la bocca. Adoro anche io sentirti venire così e adoro la tua espressione appagata subito dopo.

Ci baciamo e ci coccoliamo. Manca ancora poco tempo, ma vogliamo concederci una fantasia che intriga entrambi, per avere un ricordo di quella splendida avventura. Ti do il mio telefonino e cerchiamo una posa in cui potermi fotografare. Facciamo alcuni scatti, col mio vibratore infilato sotto la balza della calza.

‘Queste voglio metterle nel mio blog.’, ti confesso.

Con aria complice, mi dici:

‘Voglio fotografare il tuo splendido culo, con questa.’

Prendi la tua sigaretta elettronica e la infili fra le mie chiappe.

‘Qualcosa di tuo in mezzo a qualcosa di mio…’, ti dico, ridendo, mentre tu scatti la fotografia.

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