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Racconti Erotici Etero

5. Dopo mezzanotte – Simona

By 21 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Fuori.
Capita a volte che qualche associazione culturale mi chiami per lavori outdoor, più che altro concertini e sfilate serali, che vado a fare per i fatti miei con la benedizione infastidita del capo.

Tra Natale e Capodanno in un sacco di piazzette della città mettono palchi e palchetti, per organizzare robe patrocinate dal Comune che, ovviamente, devono essere molto belle e costare molto poco.

La CMM, e chiamiamola così perch&egrave Che Musica Maestro &egrave il nome peggiore che abbia mai avuto una associazione culturale, mi ha mandato in Piazza ZZZ, per dare assistenza a un gruppo gospel di sette elementi specializzato in canti natalizi.
Niente commenti, cortesemente, e poi &egrave lavoro, mi pagano…
Comunque roba facile, piscio lungo e metto il doppio della potenza necessaria e qualche optional di poca fatica e grande effetto, cosa che apprezzano artisti e committenti.

18.00
Essere abituato a lavorare al chiuso, con situazioni al limite della fantascienza, fa diventare tutto il resto una passeggiata di salute.

Arrivano i cantanti, salgono, ci metto meno di tre minuti a livellarli, apro fuori, ci butto un paio di correzioni perch&egrave uno c’ha la voce da renna e un’altra sembra proprio una pecora, palate di riverbero che fa tanto Natale, per i ritorni altri cinque minuti stando attento a evitare rientri.
Per me ho fatto, faccio uscire la capo coro a ascoltare il risultato, mi fa “perfetto” facendo la faccia di chi non crede alle proprie orecchie, e ho finito. Mi chiedono se possono fare due prove su alcune robe nuove, no problema, spengo fuori, lascio i ritorni. It’s birra time.

Mi siedo al tavolo fuori da un bar della piazza abbastanza scazzato, il live non durerà molto, ma inizierà tardi e ho dovuto montare presto per non dare fastidio ai ristoranti attorno. Sarà una serata lunga.

20.00
Sto per ordinare il terzo giro quando:
-XXX?-
Riconosco la voce
-Ciao Simona-
E’ vestita easy come sempre di giorno, occhiali pantaloni e maglioncino, ma li porta stilosa come pochi. Simo ha sui trenta anni, ovviamente non le ho mai chiesto la conferma, per deformazione lo chiedo solo sul dubbio della maggiore età, e lei decisamente non &egrave più adolescente. Resta una gran bella ragazza, 1,75 con fisico da pallavolista. Ha un atteggiamento morbido che a me piace, ma che se ti sta sulle palle (una delle tante alla mia ex) sa di gatta morta.

-Tutto a posto? Come mai sei qui? Il gruppo?-
-Ho finito in quindici minuti e mi hanno chiesto di provare qualcosa per i fatti loro, poi sono andati dentro il bar a farsi qualcosa di caldo.-
Si siede di fianco a me
-Perfetto, bravo, come sempre-
-Già, meraviglioso- commento sarcastico. Mi accendo due sighe e ne passo una a Simona.
-Ma come, non senti lo spirito natalizio tutto attorno a te?-
-Parliamo di cose serie, quand’&egrave che il CMM mi paga gli arretrati?-
Vagheggia
-Eh non so, lo sai com’&egrave, devono entrare dei soldi, poi non me ne occupo io…, lo sai che io faccio solo da PR e segretaria-
-Ok, come non chiesto-
Prende aria come chi deve cominciare un discorso spinoso
-Ascolta…-
-Possiamo non parlarne, per favore?-
-Come stai?-
-Come d’autunno sugli alberi le foglie- Simona &egrave una delle poche persone con cui posso buttarmi nelle citazioni senza essere considerato un nerd
-Il soldatino di piombo- rilancia basso al mio Ungaretti con un Andersen.
-Mi sento più soldatino di sterco, ma va bene uguale, niente che qualche litro di disinfettante non possa anestetizzare- indico la birra, atteggiandomi a Bukowski dei poveri.
Sorride alla battuta, non sono realmente credibile in quel ruolo.

Passiamo qualche secondo in silenzio
-L’hai più chiamata?-
-Ehi, ma ci godi?-
-Ma no, &egrave per sapere, mi spiace vederti giù…-
-Me la sono voluta. E no, non l’ho più chiamata, quando mi viene voglia basta che guardo il “Figlio di troia” cacciavitato sul cofano della mia macchina per sapere cosa pensa di me.-
-Perch&egrave non lo fai togliere?-
-E’ il mio memento mori: “Ricorda che sei un figlio di troia”- Lo dico con voce solenne, e la faccio ridere di nuovo – quando sarà il momento lo toglierò, o magari no. Magari divento una maschera della commedia dell’arte: Arlecchino, Pantalone e Figlioditroia. O un eroe dei fumetti: Super Figlioditroia sulla sua macchina graffito.-
-Chiedo a Paolo se ti possono scritturare in qualche teatro- mi dice sogghinando
-Simpatica…-
-B&egrave dai, mettila così, sei tornato sul mercato-
-Si, quello dell’ortofrutta, come zucca vuota-
-In fondo a me Chiara mica &egrave mai piaciuta-
-Non ti facevo lesbica di gusti difficili-
-Scemo, non dicevo quello. Mi &egrave sempre sembrata una buona sola da portare a letto-
-Chiamami stupido…-
-Vabb&egrave, ma una relazione non può basarsi solo su quello-
-Come base di partenza &egrave ottima-
-Sei limitato-
-Ascolta, io adoro Rita Levi Montalcini, stimo come ragiona Marguerite Hack, ho grande rispetto per la vita di Madre Teresa di Calcutta…-
-E allora?
-…ma per scopare scelgo delle ragazze fighe, mica dei Nobel.-
-Ma ci stavi insieme, mica te la scopavi e basta-
-Senti, faccio due lavori se non tre al giorno, questo per avere qualche soldo in più da sputtanarmi, e perch&egrave ora &egrave quello che mi piace fare. Il tempo che resta dormo mangio cago. Se mi avanza un minuto tendo a riprodurmi. Ora come ora il mio concetto di fidanzata &egrave “da questo momento scopi solo con me, il resto fai cosa vuoi”. Solo che non mi sono ricordato che la regola valesse anche per me-
Credo che Simona si stia divertendo un mondo a stimolare i miei ragionamenti assurdi, e mi sto alleggerendo anche io, a sparare cazzate.
-Come sei intrattabile-
-Vabb&egrave, sarò mica il primo nella mia situazione che ascolti… lo sai come funziona: o si piange, o ci si ubriaca, o si va a mignotte, o fai tutte le tre cose insieme. Per ora sono alla seconda-
-Lo so-
– E comunque – mi alzo perch&egrave a parlare si sono fatte le 21 e devo andare a mangiare qualcosa- grazie Simo. Mangi con me?
Le prendo una mano e gliela bacio con leggerezza. Lei si alza, mi sorride, mi bacia sulla guancia standoci forse mezzo secondo di troppo e mi sussurra
-Prego. No, vado a farmi una doccia. A dopo-

22.00
Il concerto inizia, fa un freddo porco e sono alticcio tendente allo sbronzo. La situazione &egrave di estremo riposo, il gruppo gospel &egrave carino, in fondo un pò di Natale si insinua nei mie casini, o forse &egrave la birra.

La gente nonostante la temperatura si ferma, ascolta volentieri, &egrave un periodo così di merda che cerchiamo un pò di speranza tax free dove possiamo. Forse si sta tornando allo stare peggio del “si stava meglio quando si stava peggio”, e ci accontentiamo di quello che si trova per strada.

Fila tutto liscio, grandi appalusi, mi ringraziano due volte per l’aiuto tecnico, un pò di musica registrata dopo il live,stacco e comincio a smontare e caricare il furgone.

0.00
-Ciao XXX-una voce alle mie spalle mentre chiudo il portellone.
-Ciao Simo. Ho finito, tutto a posto, e andata ben…-

Girandomi non riesco a terminare la frase. Mi braso guardando un paio di chilometriche gambe su tacco 12, gonna cappotto chissà cosa c’&egrave sotto, trucco preciso con labbra rosse da mangiare, un paio di occhi azzurri che ti trapassano, capelli legati elegantemente alti per mettere in risalto il collo da cigno, pochette coordinata alle scarpe.
-Cosa c’&egrave? Non stai bene?-
-No guarda, &egrave che quando mi succede da in piedi barcollo, ma poi fumo la sigaretta del dopo e mi passa. Sei bellissima, chi &egrave che si merita questa meraviglia?-
Mi guarda civettuola.
-Ogni tanto mi metto qualcosa di un pò più bellino-
-Si, ma non lo dire come chi si &egrave messa uno straccetto e un filo di trucco. Fai venire cattivi pensieri solo a guardarti-
-Lo avevo capito. Mi fa piacere-
-Vai a caccia stasera?-
-Può darsi. Andiamo a bere qualcosa.-
-Ma sono vestito uno schifo, dai, ti faccio fare una figura di merda-
-Vai bene così, andiamo-
-Vabb&egrave, come vuoi.-

Andiamo da WWW, &egrave un posto decisamente troppo figo per come sono messo, ma con Simona vestita in quella maniera mi farebbero entrare alla prima della Scala anche con una tuta da imbianchino sporca.

-Com’&egrave che sei messa su così?-
-Ma ti da così fastidio?-
-No, &egrave che non riesco a toglierti gli occhi di dosso-
Altro sorriso, malizioso
-Diciamo che &egrave un esperimento sociale-
-Cio&egrave?-
-Quando sarà il momento, capirai-
Il discorso scivola su argomenti più leggeri, ci diamo giù di birra e Jack io, vino rosso lei.

1.30
Inevitabilmente l’alcol fa andare i discorsi su temi un pò più caldi
-No, comunque sei davvero stupenda-
-Ok, ora basta, diventa poco credibile se ripetuto in continuazione-
-Sono sbronzo, ormai ho la fissa-
-D’accordo, te la passo-
Siamo uno di fronte all’altro, io su una sedia bassa lei su un divanetto a due posti
Faccio che scivolare sul divanetto di fianco a lei.
-Così se collasso per la ciucca mi prendi al volo…-
-Giusto- e mi sorride

E’ un pò scomodo per parlare, ma ottimo per godermi di taglio le gambe di Simona. Se ne accorge.
-Se vuoi una foto te la whatsuppo-
-No, &egrave che mi chiedevo una cosa-
Mi guarda interrogativa
-Secondo me tu sei una donna da collant, però sei vestita da superfiga, quindi ci starebbe un’autoreggente. Mi viene da supporre che ti potresti spingere anche alla guepi&egravere, ma il vestito &egrave un pò sottile e si vedrebbero i gancetti.-
Sorride
-Oh, my god, Mr. Holmes, hai altre deduzioni da sottopormi?-
-Ci starebbe un intimo di pizzo coordinato, probabilmente culotte o brasiliana. Ma mi &egrave sfuggito l’occhio sul tuo fondoschiena…-
-Casualmente sfuggito, vero?-
-L’ho fatto solo per il bene delle indagini, Watson-
-Aaah, scusi, Holmes, non la interromperò più…continui-
-Grazie. Dicevo, sul tuo fondoschiena che ho casualmente osservato…- ok, mi trattengo dal dire analizzato perch&egrave porterebbe a un’orgia di doppi sensi che non credo sia il caso di iniziare – non ci sono segni di suddetti capi intimi. Ne deduco che tu abbia uno string…-
-Purtroppo, caro investigatore, non sempre si vince…-
-Raramente mi sbaglio-
-Stasera si-
-E in cosa mi sarei sbagliato?-
-Non ti &egrave dato scoprirlo-
-A no?-

Le appoggio una mano sopra il ginocchio, e lentamente comincio a salire.
-A questo punto direi di passare dal metodo empirico allo sperimentale-
Coperto dal tavolino comincio a scivolare la mano sotto la gonna, ruotandola verso l’interno coscia. Simona mi guarda senza opporsi e socchiude leggermente gli occhi. Chissà quando scatterà il semaforo rosso.
A metà coscia sento il bordo di pizzo di un’autoreggente
-B&egrave, qui c’ho preso-
-Già-
Ricomincio la scalata, arrivo all’attaccatura, e ancora il semaforo non &egrave scattato. Sollevo un dito per accarezzare il monte di Venere, e sentire il tessuto del suo intimo… che non c’&egrave. Sento solo pelle liscia e l’inizio delle grandi labbra.
-Sentito? Ti sei sbagliato-

Incrocio gli occhi di Simona che brillano nella penombra del locale come lampi di un temporale estivo. Un brivido mi parte dalla base della schiena arrivando al cervello e ridiscende fino ai testicoli. Mi sento come un ragazzino quando gioca al dottore per la prima volta ma non &egrave che capisca molto a cosa serva tutto l’armamentario…
Lei mi viene in soccorso, da brava infermiera premurosa
-Lei ha perso, Mr. Holmes… però potrebbe essere a disposizione un premio di consolazione. Mi raggiunga fra un minuto.-

Simona si alza e si incammina verso le toilette. E capisco perch&egrave siamo venuti a bere al WWW. Dopo 58 secondi mi alzo e raggiungo i servizi.

Il WWW ha quattro bagni indipendenti, due per uomini e due per donne, sono come un piccolo monolocale. All’interno &egrave arredato con gusto barocco, come il resto del locale e estremamente puliti. Il gestore ti da la chiave dorata se hai bisogno di usarli, e se non gli stai a genio &egrave capace di dirti di tenerteli, i bisogni.

Dei quattro, solo uno &egrave aperto. Entro
-Puntualissimo-
-E’ tipico di noi inglesi-
Simona mi stava aspettando seduta su una poltroncina a schienale alto in autoreggenti e tacchi. E niente altro. Si alza, chiude la porta a chiave.
-E’ questo il tuo “esperimento sociale”?-
Si ferma davanti a me, comincia a spogliarmi slacciando i pantaloni.

-Mi ritieni una stupida?-
-Cazzo, no, perch&egrave…-
-Sono brutta?-
-No, Simo, sei una figa da paura-

I pantaloni mi scendono, Simo mi strappa la maglietta, mi spinge sulla poltroncina. Volano scarpe, pantaloni, mutande. Rimango seduto a cazzo teso con lei davanti che mi guarda con occhi che emettono bagliori.
-Simo, io non ho il…-
-Non serve-
Mi si avvicina, allarga le gambe mettendomi la sua figa liscia all’altezza della faccia. La guardo dal basso verso l’alto, con le mani le risalgo i fianchi finendo sulla sue tette piccole e sode che mi pungono con i capezzoli duri come noccioli d’oliva. Lei appoggia l’attaccatura delle labbra della sua figa al mio petto, e scende lentamente, lasciandomi una piccola riga di liquidi umorali. La sua discesa non si ferma finch&egrave il mio pene non entra in profondità dentro il suo nido rovente.

La sbronza mi &egrave completamente passata, assaporo ogni millimetro di contatto epidermico e interno fra i nostri corpi. Simona &egrave lenta nei suoi movimenti, credo che abbia deciso di gustarsi e farmi gustare il momento senza fretta. Ringrazio mentalmente perch&egrave abituato ai profilattici, con un ritmo più veloce avrei potuto finire prima di iniziare… Sento la mia cappella massaggiata dalle pareti della figa, liscia e ben lubrificata: &egrave inaspettatamente abile, mi sta facendo letteralmente impazzire, ma in maniera tale da lasciarmi sull’orlo dell’orgasmo. Alterna i movimenti in tutte le direzioni, a volte accellerando a volte rallentando, anticipa i miei pensieri: rimango inattivo a subire il meraviglioso trattamento, stranamente senza sentire il bisogno di comandare le danze.

Sempre con il suo ritmo lento, Simona si rialza, mi ripresenta la figa ad altezza viso, guardandomi in posizione dominante. Comincio a berla, poi introduco la lingua il più in profondità possibile. Mi mette le mani tra i capelli e mi accarezza il collo, senza bisogno di guidarmi, so già dove posso e non posso andare, come se lo avessi fatto centinaia di volte con lei. Sento il suo respiro affannarsi leggermente, con le mani mi prende per i capelli e sento le pulsazioni del suo orgasmo sulle mie labbra, pulsazioni lunghe e lente.

Dopo un minuto di estasi, si siede a cavalcioni su di me appoggiando il mio pene sul suo ventre, mi bacia il collo e mi sussurra a un orecchio:
-Ora basta giocare. Scopami.-

Mi si spegne il cervello. Buio. Completamente svuotato da ogni cazzata. L’unico pensiero: fotterla e farla godere.
Mi alzo dalla sedia e la sollevo penetrandola, lei tira un sospiro ma sorride, la appoggio sul bordo del lavandino, comincio a scavare duro dentro di lei, che mi accoglie umida gemendo leggermente

-Scopami più forte-

Faccio scivolare una mano a tormentarle lo sfintere, mentre lei pianta le unghie sulla mia schiena lasciandomi segni brucianti. Non riconosco neanche la mia faccia nel riflesso dello specchio del lavandino, vedo solo la sua schiena che vibra sotto i miei colpi. Voglio massacrarla di cazzo, riempirla di sborra. Non parlo, grugnisco, come un porco. A parlare &egrave lei, e mi fa uscire di testa.

-Fammi godere-

Prendendola di peso le appoggio la schiena alla seduta della poltrona, &egrave inchiodata, le gambe sulle mie spalle. Sento il mio cazzo raggiungere il fondo della sua vagina.
Mi sussurra nell’orecchio a denti stretti.

-Godo, godo, godoooooo-

Sono un animale, non le do il tempo di gustarselo. Sfilo il cazzo con forza, lei prova a protestare per lo svuotamento ma in un secondo l’ho inginocchiata sulla seduta della poltrona. Glielo ricaccio in figa con forza.

-Siiiiii-

La tengo per le cosce, cerco di farle sentire il mio cazzo fino in gola spingendo più che posso

-Godo ancora, spingi dai, spingi-

Aumento il ritmo, ruotando i fianchi cerco di raggiungere tutti i punti più sensibili

-Godooooooo-

Le do meno di dieci secondi per terminare l’orgasmo, esco dalla figa grondante umori, lei ansimando si gira e mi sorride, facendomi capire con uno sguardo da vera maiala che ne vuole ancora. Nessun problema. Metto le mie braccia in maniera da tenerla dalla piega dietro le ginocchia, lei mi mette le braccia attorno al collo, la sollevo. Siamo fatti su misura, il mio cazzo si trova dove dovrebbe trovarsi, entro senza difficoltà. Tenendola di peso l’appoggio al muro. Trasale a sentire le piastrelle gelate. E ricomincio come un indemoniato.

-Sfondami, fammi male-

Spingo forte con le gambe e il bacino, il mio cazzo esce quasi completamente sulla salita prima di essere risucchiato nella discesa. Senza tanti complimenti le stringo il sedere forte con le mani e le infilo un dito nel culo a secco.

-Siiiii, fammi godere, dai, dai…. DAIIIIII-

Ho la schiena in fiamme per i graffi, e il mio corpo comincia a farmi capire che non &egrave mai stato allenato per prestazioni olimpioniche. In un barlume di coscienza mi rendo conto di quello che sto facendo, dello splendore del corpo che sta accogliendo il mio cazzo, della profondità dei suoi occhi, del calore della sua figa, della morbidezza della sua pelle. Lei se ne accorge.
-Bentornato-
-Vengo-
-Anch’io. Riempimi-
-Ma…-
-Fallo-
Per quanto possibile, aumento ulteriormente il ritmo. Vengo. Non so se &egrave il più bello, il più potente, il più lungo. E’… diverso.

Ritorniamo insieme sul mondo degli umani. Mi accarezza i capelli tenendomi abbracciato e sorride.
-Hai la schiena che sembra la mappa dell’isola del tesoro-
-Ridi, ridi, che domani avrai dei bei lividi anche tu. Ti vedo a stare seduta al CMM-
-Sono le medaglie al valore… continuiamo?-
-Chiedo il cambio, sono evidentemente fuori forma-
-Ma la prestazione fino ad ora &egrave stata comunque maiuscola-
-L’allenatore sarà contento-
-Io lo sono, e molto- mi dice sorridendo – Mi aiuti a rivestirmi?
Prendo il vestito e il reggiseno appoggiati sul porta salviette, mentre lei prende la pochette, e tira fuori un tanga, o meglio, uno string.
-Ma hai barato-
-Elementare, Watson- mi ruba il personaggio, ma ridiamo ugualmente. La aiuto con la cerniera dell’abito.
-Grazie-
-Figurati-

Mi risistemo anche io, torniamo al tavolo e il gestore ci guarda malissimo. Probabile che abbiamo perso il diritto della chiave del bagno…
-Simo, io…-
-Tu sei stato meraviglioso come ho sempre pensato. Sai essere tante cose, puoi, se vuoi, essere tante cose. Lo so a cosa stai pensando ora-
-Ah si? A cosa-
-Che &egrave stato diverso…-
-Cortesemente potresti uscire dalla mia testa, sexy Freud?-
-Faresti l’amore solo con me?-
-Cio&egrave vuoi che ci fidanziamo? Veramente io…-
-No, ti ho chiesto se dopo stasera faresti l’amore solo con me. Ti ho chiesto questo.-
-Mah, guarda, non so, sono single da neanche tre giorni, vorrei…-
-Scopare con altre donne?-
-Beh, si, cio&egrave, anche ma…-

I bellissimi occhi si curvano in un’espressione arrabbiata
-Apri il cervello, testone! Vuoi sapere perch&egrave &egrave stato diverso? Lo vuoi sapere davvero? Perch&egrave non ti sei solo svuotato i testicoli, ma abbiamo FATTO L’AMORE. E’ stato animalesco, aggressivo, violento, quel che diavolo vuoi. Ma ABBIAMO FATTO L’AMORE. E quello lo si fa con la testa, non con il basso ventre. Quando capirai questo, capirai che stare con una donna non &egrave “scopa solo con me e per il resto fai cosa vuoi”. E forse avrai voglia di farlo solo con quella donna perch&egrave non hai bisogno di altro, non perch&egrave ti obblighi a farlo. E’ per questo che si tradisce. Perch&egrave puoi stare anni con una persona, ma se ti svuoti i testicoli e non FAI L’AMORE, vuol dire che non &egrave quella giusta. Vuol dire che devi cercare ancora. Che hai bisogno d’altro. Scopare sarà sempre bellissimo, anche io adoro scopare, ma fare l’amore &egrave… diverso. E’ una affinità mentale, non fisica.-
-…-
Lo sguardo arrabbiato si raddolcisce
-Rimane il fatto che sei una persona speciale. Ti meriti di meglio di una scopata. Prima o poi lo capirai e comincerai a cercare non quello che vuoi, ma quello di cui hai bisogno.-
-Penso di essermi innamorato di te…-
-Io no, chissà, magari non ancora. E poi mi vedessi la notte con la maschera d’alghe, dubito che lo penseresti ancora-
-B&egrave, io di notte faccio le puzze sotto le coperte…-
-Le potrei combattere con la fiatella di topo morto delle sette di mattina…-
-Ok, mi hai convinto. Anche io non sono ancora innamorato di te. C’&egrave da lavorarci-
-Non ti immagini quanto-

I saw her today at the reception
A glass of wine in her hand
I knew she was gonna meet her connection
At her feet was a footloose man

You can’t always get what you want
You can’t always get what you want
You can’t always get what you want
But if you try sometimes well you might find
You get what you need

Rolling Stones

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