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Racconti Erotici Etero

A casa sua…con un po’ di giocattoli

By 5 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo tre giorni dall’incontro in discoteca non potevo fare altro che pensare a lei, a quel corpo perfetto e ai movimenti del culo che mi avevan fatto arrapare come non mai. Era stata la prima volta che facevo cose cosi audaci, come masturbare una bella fighetta, in pubblico.
Decido di chiamare il centro massaggi, compongo il numero, mi risponde una voce femminile che riconosco subito. &egrave lei. Le faccio ricordare chi sono, e subito cambia tono della voce, molto più sensuale e meno professionale. Ci accordiamo per un incontro a casa sua e alla fine della conversazione mi sussurra che sarà mia per un’intera giornata.
Non so bene cosa fare, potrei arrivare a casa sua con la classica bottiglia di vino scoparmela e andarmene, ma l’ultima frase mi ha lasciato perplesso, magari ho finalmente trovato qualcuno con cui soddisfare le mie fantasie più nascoste.

&egrave arrivato il fatidico giorno una domenica di primavera. Il tempo non &egrave dei migliori, ma non me ne frega molto, io starò in casa tutto il giorno. Con me ho la cartella di scuola e un bel pò di cose che ho comperato e preparato il giorno prima .
Arrivo alla casa, una come molte altre, qui i quartieri sono tutti uguali e le case pure, palizzata che delimita il confine, giardino e casa in mattoni.
Entro dal cancello e busso alla porta. Mi apre, la osservo un attimo prima di salutarla. Indossa un paio di sandali bianchi che rachiudono il piede con delle strisce di cuoio, pantaloncini jeans sfilacciati che gli arrivano all’attaccatura delle chiappe, una camicetta bianca semitrasparente che lascia intravedere un reggiseno bianco con il pizzo.
Mi fa entrare e guarda la mia cartella e mi chiede
‘cosa ti sei portato di bello?’
La fisso negli occhi
‘una sorpresina per te”
Non &egrave proprio convinta della risposta ma non fa altre domande. Andiamo in cucina, mi offre un cocktail e poi andiamo a sederci sul divano. Sorseggio il mio drink, lo appoggio sul tavolino. Mentre sta ancora bevendo le appoggio la mano sulla coscia e dopo un attimo gli dico
‘mi hai detto che oggi avrei potuto averti per tutto il giorno. Ti faccio una proposta, possiamo starcene qui fare sesso e poi andare ognuno per la sua strada’oppure potresti abbandonarti a me nel modo più assoluto, proverai nuove sensazioni, probabilmente molto più forti di quello che sei abituata.’
Appoggia il bicchiere sul tavolino, mi fissa negli occhi per un po’ come per capire le mie intenzioni e poi mi dice
‘va bene, però a una condizione: se mi obbligherai a fare qualsiasi cosa ti sbatto fuori di casa e non sognare più nemmeno di rivolgermi la parola’
La cosa mi sembrava un tantino esagerata però accetto, e lei sotto sotto mi sembrava già un po’ stuzzicata dalla proposta.
Ci spostiamo nella camera da letto, prendo con me la cartella. Si ferma davanti al letto e si gira per dirmi qualcosa ma prima che possa dire qualsiasi cosa la bacio e la stendo sul letto.
Gli dico
‘ora non devi più parlare a meno che non te lo chiedo io oppure se mi vuoi fare smettere. Se parli il giochino finisce.’
Fa un cenno affermativo con la testa.
Comincio a spogliarla, prima le sfilo i sandali accarezzandogli i piedi, poi salgo fino ai calzoncini, glie li sbottono e per sfilarglieli inserisco le mani davanti fino a sentire la stoffa del tanghino. Con uno strattone glie li tiro giù fino alle ginocchia. Non sembrava apprezzare il gesto ma non dice nulla perché altrimenti sa che il gioco sarebbe finito. Gli sbottono la camicetta e la lascio in reggiseno e tanga.
Mi allontano un pochino per osservarla meglio, lei piega un gamba da una parte e si appoggia sul gomito opposto fissandomi negli occhi. Aveva un corpo stupendo gambe affusolate, fianchi perfetti, un’ombra di addominali e un seno sodo. Doveva fare per forza un qualche sport, sembrava una statua greca.
Gli spiego cosa voglio fargli
‘adesso ti metto una bendo che ti farà aumentare la percezione degli altri sensi e poi ti legherò le mani con questo pezzo di stoffa. Questo ti servirà a trattenerti dalle reazioni improvvise, ma se vorrai con uno stratone deciso di potrai liberare.’
La faccio ragionare due secondi e poi le dico
‘fai un cenno con la testa per acconsentire’
Mi sta scrutando ancora più intensamente di prima e non sembra per niente convinta. Dopo un trenta secondi muove la testa dall’alto al basso, un’unica volta. Ha accettato.
Devo fare con calma per non rovinare tutto con la mia eccitazione. Apro la cartella e prendo i due foulard rossi. Sono in stoffa molto fine e profumano ancora di bucato. Lei &egrave seduta a gambe incrociate sul letto, salgo anch’io sul letto e mi metto dietro di lei. Arrotolo il foulard più piccolo e la bendo, faccio un nodo un po’ stretto ma almeno sono sicuro che non lo perde.
Mi avvicino a lei e la bacio sul collo, nello stesso istante le faccio scorrere le mani sui fianchi. Sento che si sta lasciando andare un po, piano piano si convince dell’idea di essere in balia del mio volere. Con un gesto veloce le slaccio il reggi e glie lo tolgo. Continuo a baciarla sul collo, gli faccio passare davanti i capelli e gli sfioro i capezzoli. Un po’ per il freddo un po’ i capelli si ingrossano e spuntano fuori belli duri. Anche quelli sono perfetti, l’aureola marroncina non &egrave enorme, il seno sta su praticamente da solo e il capezzolo &egrave un bellissimo cilindro arrotondato che emerge dalla tetta soda. Mi viene voglia di leccargliele. Ma mi devo trattenere, le scosto i capelli da una parte e la bacio. Dopo qualche secondo mi stacco senza preavviso, le prendo delicatamente le braccia e glie le annodo. L’ho legata in modo da non avere le braccia sotto la schiena, ma giusto hai lati dei fianchi; questo mi permette di stargli sopra senza fargli male.
La stendo sul letto con le braccia che corrono lungo i fianchi.
&egrave una gran bella scena, il corpo inerme sdraiato sul letto con le gambe leggermente aperte, il tanghino nero che &egrave troppo piccolo per contenere il ciuffetto di peli. Il respiro le muove tutto il busto, la pancia si solleva lentamente assieme ai seni per poi ridiscendere, le tette non sono spiattellate, son più due bocce alla cui sommità si ergono due capezzoli oramai durissimi.
Non so come faccio a non saltargli addosso, mi svesto e rimango solo in mutande, oramai sento che qualcuno nelle mie mutande si sta gia svegliando. Sono un po’ indeciso sul da farsi, ci sarebbero tante belle cose da fare con questa dea che emette sesso da tutti i pori. Dalla cartella tolgo una piuma e una matita appuntita.
Mi metto da parte a lei e comincio a farle passare la piuma sul braccio, la faccio scendere sui fianchi passando vicino la seno. Quando arrivo vicino all’ombelico la faccio risalire serpeggiando, questa volta passando in mezzo ai seni. Comincia a soffrire il solletico ed ad agitarsi troppo, le pungo un po’ di volte le tette con la matita. Ha uno scatto quando sente il primo pizzicotto della punta acuminata. Poi si abitua a quegli strani pizzicotti e al solletico della piuma.
Mi diverto a punzecchiarla e a fargli il solletico un po’ ovunque, ma soprattutto sui seni e sui capezzoli. Ad un certo punto mi soffermo con la piuma su di un capezzolo e con la punta della matita mi poso sulla sommità del capezzolo. Inizio a ruotare la matita e a spingerla un po’ in profondità. Vedo che inizia a soffrire, sposto la piuma sotto la parte bassa dell’ascella, questo le provoca uno scatto verso l’alto, la mina le entra ancora più in profondità nel capezzolo. Quando sente il dolore provocato dalla matita ha un altro scatto verso il basso. Vedo una gocciolina si sangue uscire dal capezzolo. Smetto il gioco.
Comincio ad alitargli sul capezzolo, questo le provoca subito solievo. Arrivo molto vicino alle sue tette, bacio i due capezzoli, poi apro più che posso la bocca e mi appoggio sul seno con le labbra. Inizio a succhiargli il seno ma senza fargli sentire i denti, poi chiudo la bocca sul capezzolo addentandolo dolcemente. Comincio a succhiarglielo avidamente e lei inizia a contorcersi. Con le mani le afferro le tette e inizio a stringergliele, prima adagio adagio e poi sempre di più. Ne afferro solo una e gli morsico il capezzolo, quando inizio a fargli male mi stacco e gli faccio passare sopra la mano aperta. Sento il capezzolo piegarsi e rimbalzare fra un dito e l’altro, gli diventa sempre più duro assomiglia un pezzetto di legno.
Riserbo lo stesso trattamento anche all’altro finche non glie li sento scoppiare. Sotto questo trattamento la vedo soffrire e gemere allo stesso momento, e le tette sono diventate ancora più dure.
&egrave ora di cominciare sul serio. Gli lascio i seni un po’ martoriati e mi dedico un alla splendida fighetta. Comincio ad alitargli sulle gambe avvicinandomi sempre di più alla sua micetta. Gli do due bacetti proprio in mezzo, sulle grandi labbra. Ha un fremito. Sento che una scossa le percorre tutto il corpo. Apro la bocca e glie l’appoggio su quelle labbra infuocate, tiro fuori la lingua e la faccio aderire alla stoffa del tanga. Comincio a premere più che posso e adagio adagio risalgo finch&egrave con uno schiocco della lingua gli colpisco in pieno il suo punto più sensibile. Un gemito. Ridiscendo con la lingua sempre sfregandogliela per bene per poi iniziare a spingergli la stoffa all’interno di quella spettacolare figa. Sento che si sta inumidendo e non poco. Mi concentro sul suo clitoride, passo la lingua dal di sotto al di sopra di esso, poi di nuovo dentro la sua cavità grondante, fuori e dentro più volte, aumentando la velocità. Adesso &egrave un lago, sento i suoi umori e la mia saliva impregnarsi nella stoffa, il gusto &egrave paradisiaco, comincio a leccarla più velocemente. Tutte le volte scendo un po’ di più fino ad arrivare alla fine della stoffa del tanga, sento sotto la mia lingua i due bordi del tanga che si uniscono in unico filo che gli risale le natiche. Mi fermo in quel punto e cerco con la lingua di inserirmi sotto il filo, la lingua comincia a farmi male per lo sforzo, ma sono troppo eccitato per smettere. Finalmente riesco a spostare il filo, trovo il suo buchetto posteriore, inizio a leccarglielo e cerco di infilaci la lingua. Sento il muscolo del suo anello anale aprirsi e chiudersi sotto la mia lingua, lei spinge e la mia lingua riesce ad entrare un pochino. Salgo. Usando la lingua a mo di uncino scosto il tanga passando sulle grandi labbra fino ad arrivare al suo bottoncino. Non ce la faccio più, sento il mio cazzo pulsare nelle mutande, reclama la sua parte.
Le strappo letteralmente di dosso l’ultimo pezzettino di stoffa che copriva la sua intimità, mi tolgo le mutande e salgo sul letto. Gli appoggio il cazzo su una gamba, scendo fino alle labbra ormai fradice e glie lo appoggio. Lei inizia a gemere. Lo scappello e inizio a strusciarlo in avanti e in dietro, in un attimo ho il suo liquido sul cazzo e sulla mano. Me lo prendo bene in mano e comincio a strusciarlo con più pressione ma più lentamente. Parto dal clito, scendo schiacciandogli le piccole labbra, con un guizzo la cappella entra appena appena nella vagina. Mi fermo e poi inizio a scendere ancora, faccio pressione sulla parte bassa collo vaginale e con un altro guizzo la cappella schiaccia il perineo. Mi sistemo un po’ più in avanti e questa volta inizio a strusciarglielo dal basso verso l’alto, prima su suo forellino, poi sul perineo, dentro un po’ e poi clito. La parte più eccitante &egrave quando gli passo sul suo buchetto posteriore, ogni volta lo sento bagnarsi un po’ di più per umori che colano e tutte le volte aumento la spinta sentendo bene la cappella che entra per qualche millimetro nel muscolo anale. Vorrei entrargli con una spinta nel culo.
Afferro un goldone e me lo infilo, non si sa mai. Ricomincio a strofinarglielo, lei geme sempre di più. Poi appoggio la cappella sulla sua bella fighetta e mi fermo. Inizia a contorcersi e a muovere il bacino per impalarsi. &egrave una sensazione unica, il suo ondeggiare e il cazzo che entra piano piano nello stretto canale, come un coltello rovente nel burro. Quando se l’&egrave infilato circa per metà glie lo metto dentro di colpo, scivola dentro senza nessun tipo di attrito, ma la pressione &egrave tanta perché &egrave stretta. Inizio a farglielo entrare e uscire per tutta la sua lunghezza, e non &egrave poca. Esco lentamente per poi entrargli deciso la sento bagnarsi sempre di più, io sono all’orlo dell’eccitazione. Dopo un paio di minuti la sento bella aperta; entrando e uscendo fino in fondo si formano dei risucchi con l’aria e i suoi umori che ci eccitano all’inverosimile. Ci slinguiamo intensamente.
Inizia ad alzare il bacino per aumentare la penetrazione, le prendo una gamba e la metto sulla mia spalla poi do una spinta decisa e sento che gli entro un qualche centimetro in più. La mia cappella va a sbattere sul collo dell’utero. Sensazione straordinaria, adesso mi massaggio la cappella su quella specie di dito interno. A tutte le spinte lei risponde alzando vigorosamente il bacino. Tolgo il mio cazzo. Prendo un cuscino e glie lo infilo sotto la schiena. Prendo l’altra gamba e la metto sulla spalla. Sono pronto a sfondarla più che si può. Spingo. Le scivolo dentro, quando sento il contatto con il collo dell’utero lei da un potente colpo di reni che mi fa penetrare in lei fino in fondo. Urliamo tutti e due. Siamo vicini alla fine. Con le mani le afferro le spalle, esco qualche centimetro e poi glie lo risbatto dentro facendo forza sulle sue spalle,tirandola verso il basso e lei mi spinge contro il bacino. Il mio cazzo scappellato sta sbattendo sul suo utero e sul fondo della vagina, tutto &egrave impregnato dei suoi umori, perfino i miei e i suoi peli sento che si appiccicano l’uno all’altro con i miei ad ogni colpo. La sento gemere. Con un colpo stacca le mani dal foulard e mi conficca le unghie nella schiena. Alza di scatto il bacino, sento tutta la vagina che si contrae e si rilascia più volte e nello stesso istante. Sta venendo. Conficca ancora di più le sue unghie nella mia carne e le tira verso il basso cominciando a graffiarmi. Non resisto, esco ed entro velocemente due volte poi le afferro le spalle violentemente e la spingo verso il basso, sento i suoi seni duri comprimersi sotto i miei avambracci. Mi schiaccia contro il bacino e le entro dentro fino in fondo sento che tutta la pelle del fondo della vagina aderisce al mio cazzo e nello stesso istante sento la sborra calda che risale fino ad uscire in cinque intensissimi fiotti.
Glie lo spingo ancora dentro qualche millimetro, sto fermo li ad assaporare il momento e poi ci rilassiamo.
Lei mi accarezza la schiena, sento i miei e i suoi battiti che lentamente tornano a una frequenza normale. Mi alzo sui gomiti e la bacio. Non c’&egrave niente da chiedere, &egrave tutto scritto nel suo volto.

Piaciuto? Non so se continuare o cambiare storia voi cosa dite? Scrivetemi!
scr_1985@hotmail.com

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