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Racconti Erotici Etero

A come ancora…

By 28 Febbraio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

… – Alzati, voglio romperti il culo -…
Afrodite mi guardò, rimase in silenzio per qualche secondo e poi e mi sussurrò all’orecchio – please, rip me,aprimi… Voglio godere come ieri, I’m so wet, ho un lago in mezzo alle gambe, voglio godere ancora – …

Ho incontrato Afrodite durante un viaggio di lavoro, a Pescara.
Sono un giornalista ed ero nel capoluogo abruzzese per un seminario sulle politiche di genere nella regione. Lei faceva parte della delegazione turca, anch’essa ospite dei lavori. Si occupava dell’ufficio stampa del sindaco della città di Izmir.
La incontrai la prima sera del convegno, dopo cena. Io, lei e qualche altro tiratardi ci eravamo fermati ai tavoli del bar davanti alla piscina. Fernando, un ragazzo di Almeira, da vero marpione si stava occupando di lei e Afrodite, turca, musulmana, ma non osservante, l’alcool lo beveva, eccome, in questo caso sotto forma di Cosmopolitan. Era già al terzo, e più lei ne beveva più lui ne ordinava. Dopo mezz’ora era vistosamente ubriaca, così iniziammo giri di brindisi in tutte le lingue. Era talmente ubriaca che durante un brindisi con me, spaccò il bicchiere’ Ok, ammetto di esser stato un po’ alticcio pure io e forse mi sono fatto prendere dall’entusiasmo. La cosa che mi colpi di lei durante quella serata fu che, nei fumi dell’alcool, pronunciò la parola SEX, sesso, almeno 10, 15 volte, sostenendo che il sesso fosse la chiave di una vita felice e portando ad esempio suo nonno, che a suo dire, aveva tenuto alta la (maschia) bandiera fino alla fine dei suoi giorni. Ad un certo punto, per l’ubriachezza, iniziò a vacillare, e volle tornare in stanza. Siccome non era in grado di stare in piedi da sola, Fernando si offri di accompagnarla. Già si era occupato di lei tutta la sera, tanto valeva farlo fino in fondo’ Lui scese dopo poco, ma nessuno può sapere come proseguì la serata, più tardi, quando lui tornò in camera… Di sicuro il giorno dopo lei disse che lui si era comportato da vero gentleman…
Afrodite non era particolarmente bella o brutta, più che altro era abbastanza vistosa. Bionda platino, molto truccata con un neo palesemente finto disegnato vicino alla bocca, sfoggiava spesso generose scollature che mettevano in mostra un bel seno prosperoso e indossava altrettanto spesso gonne corte, sempre qualche centimetro più corte di quanto sarebbe stato opportuno. Nei giorni seguenti ci conoscemmo. Aveva 38 anni, sposata con due figli. Simpatica e vitale, le piaceva scrivere, era intelligente e colta, anche se il suo look suggeriva di lei l’immagine di un’ochetta più dedita alla cura delle sue unghie che della sua cultura. Conosceva l’italiano, aveva vissuto a Milano per un anno durante gli studi, per cui talvolta parlavamo nella mia lingua. Le nostre chiaccherate confermarono da sobria il suo punto di vista sul sesso: era una sostenitrice dello spesso e volentieri. Sostenne che, dopo 15 anni di matrimonio, lei &egrave il marito facevano sesso tutti i giorni, se potevano. Io, che ero sposato dalla metà degli anni e che facevo sesso un decimo delle volte quando andava bene, pensai stesse esagerando un tantino, e glielo dissi, e lei mi guardò come se fossi strano. Un pomeriggio, durante una pausa dei lavori, ci scappo anche un massaggio reciproco davanti alla piscina dell’hotel. Niente di particolarmente malizioso, mi vide che massaggiavo una ragazza ungherese e me lo chiese anche lei.
– I have… come dite voi’ mal di schiena – Poi, su mia richiesta, ricambiò il piacere.
L’ultima sera c’era il party d’addio nel bar della piscina. Io e lei, entrambi al terzo Negroni, eravamo tra i pochi a ballare e ridevamo allegri e un po’ ebbri. Ad un certo punto, ridendo, lei mi disse – you’re so funny, I love you-.
-e tu questa sera sei così bella che se non ci fosse nessuno in giro cercherei di baciarti-
Smise di ballare, mi fisso e mi chiese se stessi scherzando. -No, assolutamente, sei una bellissima donna e mi piacerebbe baciarti -.
– Ma io sono sposata, e anche tu. Tu l’hai mai fatto? hai già avuto altre…cose? –
‘No, tu sei… cio&egrave saresti, la prima. Mi hai detto I love you e il desiderio di baciarti mi &egrave venuto naturale. –
– Mi sono sposata giovane e mio marito &egrave stato il mio primo e unico uomo’ mi piacerebbe provare altro’ ma ho paura’-
-Fai quello che ti senti, non sei obbligata a nulla, possiamo anche solo pomiciare un po’ se vuoi’-
– aspettami qua, tra poco torno – disse, e si allontanò verso l’hotel.
Passo circa un’ora e mi rassegnai al fatto che avesse deciso di non scendere. Mentre l’aspettavo avevo fatto una passeggiata nei dintorni dell’albergo per smaltire l’alcool e mi stavo dirigendo verso la mia stanza, anche perch&egrave era notte fonda. Il suo messaggio mi raggiunse mentre ero nel parcheggio – where are you’ I’m at the swimming pool bar’-
– Arrivo’-
Quando arrivai al bar c’era solo lei. Stava parlando con il barista, ed erano le uniche due persone rimaste li alle 4 di notte. Ordinai due Cosmopolitan e andammo al fondo della piscina, nell’angolo meno visibile. Ci sedemmo uno di fianco all’altra, le chiesi cosa aveva deciso di fare, non rispose e la baciai. Lei rispose al bacio ma subito dopo si scostò.
Mi guardò e mi chiese di salire in hotel. – Ho le chiavi della stanza di Fernando -.
Fernando aveva preso il taxi per lasciare l’hotel quella notte stessa, mezz’ora prima che lei tornasse giù. Non ho mai capito come e perch&egrave lei avesse le chiavi della sua stanza, ma in quel momento era la cosa che mi interessava meno scoprire…
Nella stanza di Fernando c’era un letto matrimoniale, e pensai che quella fosse la mia serata fortunata. Ci sedemmo, mi avvicinai per baciarla e lei si irrigidi.
– Non so che fare. Ti voglio, ma ho paura -.
Cercai di rassicurarla – Afrodite, possiamo fare cosa vuoi, puoi cambiare idea quando vuoi, se preferisci me ne vado -.
– Fanculo – Si butt’ sul letto e iniziò a spogliarsi. Nonostante i 38 anni e due gravidanze aveva un corpo perfetto. Ventre piatto, seni grandi e sodi. Inizia a baciarla in bocca, poi passai a succhiarle i capezzoli mentre con la mano sinistra le toccavo la vagina e iniziavo penetrarla con le dita. Mi chinai per leccarle la figa. Aveva il pube completamente rasato, prima di iniziare le chiesi di lavarsi – Ho già fatto -o mi rispose. In quel momento capii cosa aveva fatto nell’ora in cui era scomparsa. Si era lavata, rasata, depilata, truccata. Si era preparata…
Iniziai a leccarle le labbra esterne mentre la penetravo con le dita. Non avevo preservativi e poi non volevo scoparmela, mi sembrava troppo intimo per il primo incontro carnale. Inoltre, mi ha sempre divertito giocare, quindi per me andava benissimo così.
Iniziò a godere quasi subito, per eccitarla di più le dissi che era una troia e che doveva venirmi in bocca. Lei ad un certo punto mi diede uno schiaffetto sul volto, forse offesa perch&egrave continuavo a chiamarla troia, bitch… allora io iniziai a schiaffeggiarla sul sedere. Di tanto in tanto toglievo le dita dalla sua vagina e le arrossavo le natiche con 3 o, 4 schiaffi,e ogni volta che lo facevo lei squittiva come un topino eccitato. Passai almeno mezz’ora a cercare il suo punto G mentre esploravo il suo buco con le dita e le succhiavo il clitoride. – E’ qui? oppure qui? You fell more here or there? -. Lei non rispondeva, era completamente eccitata e non mi sentiva. Ansimava, godeva e veniva in continuazione, bagnandosi come un lago e infradiciandomi baffi e barba con i sui liquidi. Ad un certo punto le infilai un dito nel culo. Entrò come se fosse burro, aveva l’ano morbido, pulito e aperto. Ricordo che pensai -qui dentro ci sono già passati parecchie volte’-.
Dopo il suo ennesimo orgasmo smisi di masturbarla e ci abbracciammo per qualche minuto. Lei allora si abbassò all’altezza dell’inguine, prese il mio pene tra le labbra e iniziò a spompinarmi. Dopo qualche minuto mi alzai dal letto, la feci mettere in ginocchio e glielo misi in bocca. Me lo succhio per qualche minuto. Aveva una lingua piccola, agile e veloce con il quale mi leccava il glande e il frenulo, ma quando me lo succhiava sentivo il suo canino sinistro che mi sfregava la cappella, per cui le tolsi il cazzo dalla bocca e iniziai a masturbarmi davanti alla sua faccia, mentre lei si toccava tra le cosce. Quando stavo per venire la afferrai per i capelli, le infilai il cazzo in gola e le scaricai tutto dentro. Eravamo in penombra, quindi non riuscivo a vedere la sua faccia, inoltre in quel momento mi stavo godendo il piacere di riempirle la bocca e non feci caso se sputò o se ingoio il mio sperma, l’unica cosa di cui sono certo &egrave che lei non disse nulla ne si lamentò della cosa.
Andai in bagno per pulirmi, come faccio di solito dopo essere venuto, ma ero completamente pulito, mi aveva nettato lei con la sua piccola lingua guizzante e le sue labbra sottili.
Tornai a letto e la abbraccia -Ti prego non smettere-, mi sussurrò . -I’m addicted. I don’t know how many time I’ve came… I’m so aroused-.
Dal momento che ero appena venuto e il mio uccello era moscio, di ficcarglielo dentro non se ne parlava. La girai sulla pancia e inizia schiaffeggiarle il sedere. Questa volta avevo voglia di sfogarmi e la mano si fece pesante.
SCIAFF
-Zoccola, ti piace?-
SCIAFF
-razza di Troia, ti piace o no?-
SCIAFFF
-zoccola, zoccola, bitch, zoccola-
SCIAFF SCIAFF SCIAFF SCIAFF
-Dì qualcosa, tell something. Bitch, tell something-.
Lei invece non diceva nulla, gemeva ad ogni schiaffo, ma non parlava. Era completamente arrapata, la rigirai sulla schiena, ripresi a spompinarle il clitoride e iniziai a masturbarle direttamente l’ano. La sua vagina si allagò ancora 3 o 4 volte, poi lei si girò, si mise a pecorina, sollevata sulle ginocchia, con la pancia appoggiata ai cuscini e la testa appoggiata su letto. Smisi di leccarla e le misi due dita nel retto, continuando a fare fine giù. Mentre giocano con il suo sedere sentivo sotto le dita una piccola escrescenza, e ogni volta che la sfioravo godeva. Mi dedicai a quel punto, e lei iniziò ad ansimare sempre di più. Le sue mani strinsero il lenzuolo e iniziarono a tirarlo a se, iniziò a rantolare, a tremare e infine cominciò a spruzzare liquido dalla vagina, come se stesse urinando. Aveva eiculato, squirtato, e io forse avevo capito dov’era il suo punto G: non nella vagina, ma nell’ano.
Smettemmo di toccarci e inziai a baciarla e ad accarezzarle la testa
-Grazie, &egrave stato bellissimo, ora dimenticati tutto, &egrave stato come un bellissimo sogno-
Mi chiese se volevo dormire con lei o tornare nella mia stanza, ma siccome dividevo la stanza con un collega e non volevo creare pettegolezzi, molto a malincuore me ne tornai nel mio letto. Il giorno dopo ci incontrammo a colazione. Anche lei era con una collega, la quale sembrava alquanto lesbica ed era parecchio invadente e possessiva nei suoi confronti, quindi non potemmo parlare liberamente. A gesti le chiesi solo come si sentiva e mi fece capire che tutto era ok.
Loro due avevano l’aereo di ritorno quel pomeriggio. Il seminario era finito, se ne erano andati tutti, e io mi stavo riposando dalla nottata a bordo piscina. Ad un certo punto ricevetti un messaggio dalla sua collega, quella invadente. -Dove sei? Noi Stiamo tornando in hotel, abbiamo perso l’aereo’-
Le accolsi in piscina e le aiutati a scaricare i bagagli. Afrodite stava piangendo, voleva tornare a casa e rivedere i suoi bambini ed era scossa per questo piccolo intoppo. Fortunatamenete il loro ufficio aveva già risolto la faccenda e avevano già i biglietti aerei per il giorno dopo.
Il seminario era finito e in hotel eravamo rimasti solo io con i miei due colleghi e loro. Noi per mancanza di coincidenze aeree, loro due per mancanza di tempismo aeroportuale. Quella sera decidemmo di uscire e di cenare in città invece che passare l’ennesima sera in hotel. Dopo un po’ di tempo passato a gironzolare ci fermammo in un ristorantino carino in centro città. Io e Afrodite avevamo passato la serata a passeggiare e chiaccherare e, naturalmente, ci trovammo a tavola seduti vicini.
Lei indossava una delle sue gonne, quelle sempre un po’ troppo corte. Verso metà cena le nostre gambe si sfiorarono, io cercai la sua e lei non si ritrasse, e iniziammo a farci piedino. Quando la cena finì la mia mano pian piano scese sotto la tovaglia. Agli occhi degli altri commensali la mia mano era appoggiata sulla mia gamba, ma in realtà era scivolata tra le cosce di Afrodite, dentro il suo tanga. Le accarezzavo le labbra esterne della vagina e il clitororide, e lei era completamente bagnata. Di tanto in tanto tiravo fuori il dito, fingevo di toccarmi le labbra e leccavo il suo sapore dal mio dito. Lei nel frattempo aveva appoggiato la sua mano destra sulla patta dei miei calzoni e mi accarezzava.
Arrivati in hotel io, lei e il mio compagno di stanza decidemmo di restare ancora un po’ seduti sulle sdraio della piscina. Io e lei seduti da una parte, lui da solo da un’altra. Siccome non eravamo soli non potevamo dare sfogo alle voglie che tormentavano la nostra carne, così parlammo della sera prima. Le chiesi come era stata questa esperienza esotica, la prima volta con un uomo diverso da suo marito. -Diversa, different from usual, and from my imagination too-.
-ti capita spesso si venire’ in quel modo? –
-E’ la prima volta’ non so cosa mi sia successo, &egrave stato così forte, strong-
-eiaculazione femminile, squirting’ mai sentito? –
-Squirting? Che significa?-
-non importa, cercalo su internet domani. Ti &egrave piaciuto molto da dietro’ tuo sedere &egrave molto morbido’ hai spesso rapporti anali?-
-anal? No never, mai –
-Mai? Quanto mi spiace. Avrei voluto essere io il primo, allora-
-it hurt’ fa male-
-con un ano così morbido non ti avrebbe fatto male. Ti avrei fatto provare l’orgasmo più incredibile della tua vita –
Il mio collega probabilmente capii che ci sarebbe piaciuto rimanere da soli, infatti dopo un po’ portò la sua faccia imbarazzata in camera. Lei si spostò sul mio lettino e mi infilò le mani sotto la camicia e nei pantaloni.
-Vorrei passare tutta la notte a toccarci-.
Nonostante non fossimo vicini al bar era impossibile andare oltre, eravamo perfettamente visibili da ogni angolo della piscina e da tutti i balconi dell’hotel. Inoltre quella sera si festeggiava un matrimonio, quindi c’era un certo via vai.
Mentre cercavo di capire dove avremmo potuto andare per trovare un po’ di privacy, mi accorsi che il basamento su cui era ospitata la piscina era rialzato di un paio di metri rispetto al terreno intorno. Si poteva scendere con un scala. L’idea le piacque e un minuto dopo eravamo seduti a terra, con la schiena appoggiata al muro. Davanti a noi c’era un filare di alberi che ci divideva dal parcheggio e dietro a noi il muro. Complice il buio, eravamo quasi invisibili, anche se sentivamo la gente che passava oltre gli alberi, il che rendeva la situazione ancora più eccitante.
Appena ci sedemmo Afrodite mi aprì la patta dei pantaloni e mi prese l’uccello in bocca. Non potevo fare molto per ricambiare il piacere, in quella posizione arrivavo appena a toccarle il seno, per cui le misi entrambe le mani sulla testa, le afferrai i capelli e inizia a pomparla sul mio pene. Fortunatamente stavolta riusciva a non farmi male con i denti, e riusciva a prenderlo fino in gola. Fu molto divertente per un po’, ma dopo una decina di minuti di mi stavo stufando, ero in una posizione molto difficile per riuscire a venire e decisi che quella sera doveva essere indimenticabile per entrambi.
-Alzati, voglio romperti il culo stasera-…
Afrodite mi guardò, rimase in silenzio per qualche secondo e poi e mi sussurrò all’orecchio -please, rip me, aprimi. Voglio godere come ieri, I’m so wet, ho un lago in mezzo alle gambe, voglio godere ancora -.
Ci alzammo, lei si appoggio al muro con entrambe le mani e si mise a pecora. Le abbassai le mutande fino alle caviglie e le alzai la gonna.. Cosparsi di saliva le mie dita e inizia a mastrurbarla nell’ano. Era morbida come la sera prima e anche un po’ lubrificata.
Il mio pene era pieno della sua saliva, quindi un po’ lubrificato lo era, ma per bagnarlo meglio lo infilai nella sua figa rasata. Era completamente bagnata e lei inizio ad ansimare. Diedi solo pochi colpi, poi lo sfilai e appoggia la cappella al suo buchino stretto, e spinsi piano piano. Entrai fino in fondo senza problemi e senza che lei si lamentasse per il dolore. Le presi la mano destra, che era appoggiata al muro, e gliela misi sulla vagina -Touch yourself, toccati, stasera ti faccio godere come non hai mai goduto in vita tua-.
Iniziai a muovermi nel suo sedere dopo 2 minuti stava già gridando, tanto che dovetti metterle una mano davanti alla bocca per soffocarla. Eravamo a pochi metri dal parcheggio e passava gente, la situazione era eccitante, ma se qualcuno si fosse accorto di noi poteva essere pericoloso. Continuai a muovermi, dopo circa cinque minuti le sue gambe iniziarono a tremare, si aggrappò con entrambe le mani al mio polso, e mi conficco i denti nella mano che tenevo davanti alla sua bocca, fece una specie di squittio fortissimo e iniziò a spruzzare liquido a terra. Stava di nuovo eiaculando, ma questa volta molto più intensamente della sera prima. Sentii i muscoli del suo ano contrarsi intorno al mio pene durante l’orgasmo, io ero completamente fuori di testa per l’eccitazione e le sparai tutto quello che avevo nel retto. Sfilai il mio uccello dal suo sedere, lei si volto, si chinò, me lo prese in bocca e mi spompinò un pò.
Ci rivestimmo, tornammo al bar, e le offersi l’ultimo Cosmopolitan. Finito il drink decidemmo di tornare nelle nostre stanze separatamente, per non dare nell’occhio. Si alzò e, mentre mi dava l’ultimo bacio, mi infilò il suo tanga nel taschino della camicia…

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