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Racconti Erotici Etero

accidenti a te

By 10 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

“accidenti a te … a quanto bene mi conosci sessualmente … mi hai svezzata te! Con quel che mi hai detto mi son bagnata come un lago!” questo è il nostro rapporto. Ci siamo incontrati da ragazzi, mi hai regalato la tua verginità, ci siamo regalati una serie di nuove esperienze e di soddisfazioni, cose che negli anni successivi son stati termini di paragone con gli altri partner.

Ci siamo ritrovati dieci anni dopo, figli con altre persone e rapporti di coppia fallimentari. Un copione squallido se vogliamo, ripetitivo e già visto, però  è come se per noi il tempo si fosse fermato, come se ci fossimo sempre appartenuti, come se gli altri incontri fossero stati necessari per forgiare meglio la creta non ancora pronta. E ora? Così tanta voglia di fare del sano sesso, di far l’amore anche, nel senso che ci son cose che ti permetti solo con chi hai una confidenza e una fiducia quasi innate. Progetti per il futuro non se ne possono fare, ma stare nella stessa stanza, o in pubblico sapendo l’un dell’altra, o meno di un metro di distanza, per noi è irresistibile. Le pupille non recepiscono più tutti i contorni e gli occhi diventano braci, la salivazione aumenta, il respiro si fa affannoso, il cuore batte come fosse più in alto nella cassa toracica, le gambe vestite diventano ostacoli per la nostra pelle, un impedimento che superiamo sfiorandoci le mani, carezzandoci il viso e lasciandoci andare a baci carichi della passione che si vede solo in chi sta facendo quel che anela di più in quel momento, il resto sparisce semplicemente!

I nostri gusti non sono identici. Ho imparato che non esiste per me una donna in grado di darmi tutto ciò che voglio, e se esiste, forse la conosco, è la mia fatina, ma non sarà mai mia davvero. Tu però  sei la creatura più affine a me che abbia mai avuto il piacere di possedere. E il bello è che ancora vorrei sperimentare con te le fantasie che non abbiamo realizzato assieme. Sei fantasiosa nell’abbigliamento, ti piace condurre il gioco ma godi di più nell’essere costretta a subirlo, con decisione, forza e dolcezza assieme, e questo da me lo hai nelle dosi giuste. Io credo di essere un po’ troppo fantasioso per te: sesso di gruppo, cuckold, pioggia dorata, oggettistica,… cose che a te infastidiscono. Il sesso orale è un’arte che non solo conosci e pratichi con dedizione, che ti godi passivamente venendotene come una fontana, ma nel praticarla provi piacere fisico come avessi una vagina anche lì, e questo a me fa impazzire

Nonostante a te piaccia essere dominata, in realtà ancora non hai capito bene quanto devi annullarti per godere come una schiava: te lo farò capire presto, prestissimo. Voglio costringerti a chiedermi di farti delle cose che in un contesto diverso rifiuteresti di pensare. Voglio marchiarti, voglio essere il primo a toglierti anche la verginità anale, voglio restare indelebile nella tua pelle, nella tua mente, nel tuo intimo e svezzarti ancora, questa volta verso una te che non immaginavi nemmeno esistesse. Le sole parole che usciranno dalla tua bocca nonostante l’umiliazione e il dolore saranno dei ringraziamenti al tuo signore e padrone. Avrai degli orgasmi in situazioni che fino a due ore prima non facevano parte delle tue fantasie, e non solo non ne farai più a meno, ma verrai da me e da me solo a pregarmi di schiavizzarti così: il sesso non è pratica, il piacere non è fisico, l’orgasmo non è solo endorfine, toccheremo il piacere della mente. Dentro di te sentirai di appartenermi di più che fisicamente, e forse è già così.

Qualche giorno dopo questi pensieri … ti vengo a prendere e andiamo a pranzo assieme. Non mi va di portarti subito in motel, anche se in effetti l’idea di riempirti la bocca di sesso è una idea fissa. Come istruita è da un paio di giorni che non ti lavi lì col sapone, e questo è ancora più eccitante perché i tuoi orgasmi solitari sono diventati lunghi da raggiungere, vuoi il mio cazzo duro e caldo che ti penetri a fondo e non dita esterne, e l’attesa causa una produzione liquida devastante per le tue lenzuola e quegli umori ti imbrattano, ti profumano tutta.

Hai la gonna bianca in borsa perché sei dovuta uscire in jeans per non destar sospetti. Al ristorante ti chiedo di andare a cambiarti, ma non cortesemente, piuttosto come un ordine perentorio, abbiamo già iniziato il gioco di ruolo nel quale tu sei la schiava. Ti guardo da dietro ancheggiare e penso che tutti gli uomini della sala vorrebbero infilarti, che più d’uno ti seguirebbe in bagno subito, mi eccita l’idea di trovarti con la mano di un bell’uomo sul culo mentre tu gli palpi l’uccello, e vi date bacio che sprizza sesso ad ogni alito. Ti seguo io fino ad un bel bagno ampio, di quelli per disabili, e ti ci spingo dentro visto che non ti eri accorta di me a pochi passi. Chiudo la porta e ti premo contro il muro baciandoti con forza mentre ti slaccio i pantaloni, te li calo assieme agli slip e sento la tua fragranza arrivarmi alle narici, perfetta come un sorso di Merlot a cena. Quando ti senti presa così ti sciogli sempre, come burro fuso, ed è proprio quello che sento tra le tue piccole labbra! Ti viene un’espressione che è l’immagine stessa del desiderio carnale irrefrenabile. Ti lascio spogliare della parte bassa. Ti aspetti di essere scopata seduta stante, lo vorresti e speri che non usi protezione per poter sostituire la tua bocca alla fica, vuoi bermi tutto: sai che ho mantenuto la promessa e son ben sei giorni che non eiaculo, non mi masturbo e continuo a far pensieri erotici, il mio seme è carico, e il suo sapore per te è il migliore di quelli che hai assaggiato. Invece sul water alto resti a gambe aperte e su mia esplicita richiesta pisci in piedi. Mi avvicino col viso e vedo il getto piombare verso il basso. Ti annuso. Sei pervasa da una imbarazzante voglia di coprirti mista alla eccitazione di essere esposta in un momento privato, quel momento che sin da bambina è tuo ora è mio e diventato di proprietà del tuo padrone, urini quando e come te lo chiede e ti lasci guardare. Quando il getto scema un rivolo impreziosisce una tua coscia. Fai per asciugarti e ti mollo uno schiaffo leggero ma deciso sul viso “non ti ho chiesto di fare nulla!” “_ scusa padrone” ti appoggio col sedere sul lavandino, mi inginocchio davanti a te e ho i tuoi piedi sulle spalle, i tacchi mi fan quasi male ma è troppa la voglia di leccarti. Naturalmente parto delle gocce d’oro che ancora hai sulla gamba. Arrivo con calma alla tua seconda bocca. Il tuo odore è una droga in quel moneto, non capisco più nulla, vedo solo lei e la voglia di succhiarla, baciarla, leccarla, farti godere. Non so quanto tempo ci passo, ma abbastanza da non sentire più il sapore acre di quando avevo iniziato, e abbastanza anche perché tu avessi più orgasmi. Son pochi minuti, ma intensissimi, e il tuo sapore ora è fresco del tuo nuovo nettare … ti lascio rivestire con la gonna, ma ancora non capisci che per metterti gli slip devi chiedermelo. Un altro ceffone, sta volta fortissimo sul sedere, e ho immediatamente gli slip sull’altra mano che ti avevo messo davanti in attesa, li strappo e li butto. Torniamo al tavolo e come ordinatoti lo fai con passo da troia. Le altre donne ti guardano come lo fossi, ancora peggio quando ti sporgi con la sedia e accavalli le gambe nude lunghe e tornite che avevi mostrato poco prima. Sei senza intimo e questo ti fa sentire a disagio inizialmente, poi però accetti di essere una mia proprietà esibita e usata per provocare, e quasi ti spiace che non se ne accorgano tutti. Mi sorprendi e mi ecciti ancora di più quando fai cadere una forchetta per farmela raccogliere … sai che ti guardo sempre le cosce, sta volta non sono il solo, e scavalli le gambe per spalancarmele davanti per qualche istante.

Arrivati in auto la tua gonna è realmente solo un orpello valido come cintura. Sotto il sedere un foulard, sedile poco reclinato, e le nostre dita insieme impazzite sul tuo sesso. Nel frattempo guido verso il nostro angolo di mondo che è solo nostro. I tuoi orgasmi urlati in auto, i tuoi incitamenti a far più veloce, le tue richieste di farti succhiare la mia cappella, di farti bere il mio sperma subito, di essere scopata immediatamente, il tuo descriverti come al limite della sopportazione del desiderio mi fanno tentennare più di una volta. Ma non cedo, io sono il padrone e decido io che non mi tocchi e continui a masturbarti anche se vorresti essere posseduta. Il foulard ormai è inzuppato, come volevo che fosse, e resterà a me per darmi il tuo odore stanotte, credo mi ci segherò per unirci il mio seme.

Appena varcata la soglia della stanza non sai cosa fare, aspetti miei ordini. “Cosa vuoi, serva?”  “_ non voglio altro che il latte caldo del mio padrone nella bocca e nella gola. Ti prego inondami la lingua” Mi siedo, mi spogli e mi inizi a succhiare senza levarti di dosso nulla. Mi lecchi anche le cosce, poi l’inguine, i testicoli, li passi in bocca aspirandoli, lecchi la base del pene e poi l’asta fino in cima, lo baci, lo affondi nella tua bocca profonda, poi esce e con la lingua accarezzi la base del glande, il frenulo, poi inizi a pomparlo inghiottendolo fin quasi alla base. Con due dita mi solletichi il perineo, poi con la bocca inizi una suzione particolare, lenta ma incessante sullo spacco della cappella. Con l’altra mano mi masturbi e facendo questo gioco mi solleciti il nostro punto L . All’improvviso un dito mi penetra l’ano e curioso spinge verso i testicoli da dentro. Trovi come un bottoncino e ci dedichi l’attenzione che sembra volere. Voglio ancora averti in bocca e ti giro a 69, ma in quella posizione nessuno dei due riesce ad avere un orgasmo oggi, sento che mi vuoi dentro, sento di volerti possedere. Ti giro con calma, fissandoti negli occhi e senza protezione ti penetro con forza e subito a fondo, molto a fondo “apri la bocca e preparati, pregustami, voglio darti quel che vuoi…” sei allibita, non te lo aspettavi anche se era la sola cosa che desideravi. Ti stordisce il fatto di essere esaudita senza proferir parola… faccio una venuta straordinaria, cremosa, densa e corposa come piace a te, il suo sapore inconfondibile ti inebria e la mia sborrata liberatoria quasi ti fa provare piacere. In effetti tu letteralmente godi del mio piacere. Sei bagnatissima sempre mentre succhi un cazzo, soprattutto quando vuoi berlo, più ancora col mio verso il quale provi un’attrazione speciale “grazie per avermi dissetato e per aver aspettato a godere nella mia bocca, ne avevo una voglia! Ne vorrei ancora”

Siamo in bagno. Sei nuda e ti metto un collare rosso, attaccato ad una catena nera che arriva alla base del mio pene aiutato da un nastro rosso, una sorta di tanga sadomaso home made. L’ho realizzato io, era una tua fantasia realizzata solo a metà. Ti faccio entrare in vasca. Sei a quattro zampe girata verso di me che sono in piedi sul bordo corto dove c’è un gradino piuttosto comodo. “ mettiti in ginocchio” esegui senza capire perché, visto che la fellatio è appena andata bene e il membro barzotto  non sembra volere altre attenzioni. Sei bendata e indifesa, mani dietro la schiena legate alle caviglie. “ora sai cosa faccio? Ora ti marchio, come fanno i lupi nei boschi, ti piscio addosso” e mentre lo faccio mi aspetto una reazione forte da parte tua, invece non usi la nostra parola che ferma il gioco. Tolgo la benda per farti vedere e per guardarti negli occhi mentre lo faccio. Semplicemente alzi il collo per non riceverla in viso e ti esponi col petto al mio getto caldo e abbondante. Sei la mia serva, la mia schiava, la mia cagna da montare a perderci il fiato, ti senti così, la mia padrona ora che ti ho marchiata, perché ci apparteniamo in questo battesimo così intimo, , sei la mia dea e la mia puttana assieme “ la tua puttana è felice di aver ricevuto la pioggia dorata per la prima volta da te. Ora sono tua anche se mi avessero altri mille uomini” ci facciamo la doccia e mentre ci laviamo, insaponiamo, sciacquiamo, baciamo appassionatamente, mi rieccito.

Asciugatici in fretta e furia, allaccio la catena al mio bacino. Proprio come volevi tu, è  attaccata alla base del mio pene. È una bella immagine che ti solletica l’appetito, anche perché stai camminando a gattoni seguendomi come una pantera. Restando in ginocchio appoggi il busto sul letto e mi mostri le natiche. Voglio che le apri e lo fai. Ti sorprendo di nuovo, perché credi che sto per possederti, lo vorresti, a pecora è la posizione che preferisci, poi soggiogata col collare!!!!!!! Invece ungo un dildo a forma di cuneo, adatto per dimensioni alla penetrazione anale, alla base del quale c’è una coda di crini finti ben saldi, neri come i tuoi meravigliosi capelli corvini. Ti entra con un minimo sforzo e sbarri gli occhi senza capire. Ora sei sul serio la mia puledra selvatica da domare. Ti vuoi ribellare ma ti afferro le mani, ti giro e ti bacio con dolcezza e forza assieme. Ti rassegni, son più  forte e ti faccio impazzire col mio modo di fare. Hai le cosce spalancate e sta volta ottieni quella che vuoi. Ti sbatto da subito senza riguardo. Ti penetro immediatamente fino in fondo, lo sogni da giorni, vieni quasi subito e poi ancora un orgasmo multiplo. Quasi scordi di avere un ospite nel sedere, è diventato gradito e per nulla fastidioso: l’effetto del piacere sul retto, che si rilassa e diventa recettivo. Non ci posso credere ma vieni a ripetizione, a volte lo dici, a volte lo urli, a volte riconosco lo spasmo e l’odore, oltre che il sapore che sboccia dal tuo fiore caldo e mai sazio. Mi devo fermare ogni tanto, ma solo per ricominciare e intrecciare le nostre gambe in posizioni sempre diverse. Sentirti urlare mi fa impazzire! Ti costringo a masturbarti mentre ti scopo forte, so che farlo ti infastidisce e allora minaccio di fermarmi se non lo fai. Urli e mi schiaffeggi sui fianchi a occhi chiusi, cacciando dalla testa l’idea di non toccarti, mi odi ma godi, sei su un altro mondo, mi odi e mi adori: gli orgasmi diventano intensissimi e finalmente arrivo anche io…spettacolare!

La catena ora va da dietro a davanti a te passandoti tra le gambe per attaccarsi a due capi del collare. Sei legata mani e piedi. Con toppings al cioccolato e alla fragola ti guarnisco il corpo e inizio a leccarti. I piedi, le caviglie in particolare mi portano via diverso tempo. Le gambe sono infinite e saporitissime, sul pube non mi fermo nemmeno un istante, vada all’inguine e poi all’addome, ai fianchi, al seno, al capezzolo un po’ delicato, ipersensibile e fastidioso per te, ma così intimo da darmi ebbrezza solo a sentirlo duro sotto i colpi della mia lingua. Con le dita intanto ti titillo il clitoride o sposto di poco la coda, che hai ancora in te, visto che sei una cavalla in questo momento. Ti lecco e bacio le mani, le braccia, le ascelle, il collo e poi finalmente il viso. Voglio mangiarti gli occhi, le guance, il naso, e la meravigliosa bocca. Metto un po’ di fragola sul glande e te lo infilo in bocca. Non ho mai smesso di trastullarti il sesso e appena ti entro in bocca godi e te ne vieni ancora. I tuoi mugugni a bocca piena mi fanno impazzire e … non in bocca sta volta, ora ti spruzzo in viso e sul collo … passo con la canna sul fiotto più denso e te lo porto in bocca con l’uccello. Gradisci e assapori tutto con golosità. Un orgasmo inaspettato il mio, ma toccarti l’ugola, vedere una tua lacrimuccia e nonostante questo il tuo desiderio di averlo tutto in te, di assaporare i nostri due odori assieme, un mix che vorresti avere in boccetta per profumartene ogni giorno (mi confesserai più tardi), tutto questo mi ha causato un getto copioso e pesante. Mi sdraio addosso a te e ti bacio, ti lecco il mio stesso seme dai punti ancora imbrattati del tuo corpo e ci baciamo intensamente.

Una volta slegata sei tu a sorprendermi ancora. Fai di tutto per farmi avere una erezione, la tua bocca sui miei testicoli, mi chiami padrone, la tua voce suadente, le labbra e la tua lingua sul glande che lo tirano come fosse una prelibatezza sopraffina e irresistibile. Mi tiri a te, ti metti carponi col viso sui cuscini e le gambe spalancate, ginocchia larghe. Con una mano giochi con la coda … “basta con sto coso, ora fottimi il culo, sfondalo tu e sverginami anche questo!” ti cospargo di olio e mi posiziono dietro, leggermente più alto il mio bacino del tuo. Dall’alto verso il basso spingo lungo la riga del sedere fono a scorgere il tuo ano. Mi fermo e spingo in avanti sta volta, piano. Più forte e secco. Entro con la cappella, più grossa del dildo. Un urletto e la sensazione di lieve lacerazione svanisce subito, ma l’abbiamo sentita entrambi. Il lubrificante aiuta, ma di più la tua respirazione e la tua postura. Ti calmi e io entro un centimetro alla vota, pio esco, entro un po’ di più e mi ritraggo, entro di più e mi fermo, poi son dentro un pezzetto e inizio a stantuffare con un ritmo delicato, che diventa sempre più intenso fino a essere deciso. A volte esco del tutto per vederti l’ano aperto, poi però devo rientrare poco la volta. Il tuo primo rapporto anale dura un bel po’ ma te lo godi solo dopo la metà, quando le pareti sono rilassate e il ritmo non ti causa dolore ad ogni affondo. Con le dita ti masturbi, e fai bene perché il piacere dilata le pareti rilassando i muscoli. Accelero e voglio versarti i fiotti nella pancia. Non sto usando precauzioni. La nostra pelle è a diretto contatto e il tuo desiderio del liquido caldo è fortissimo. Non te lo aspetti e vieni analmente. Improvviso sale fino alla testa e ti prende da dentro in un modo nuovo, inspiegabile e quasi spaventoso. Poi esplode e ti intontisce per qualche istante. Il tuo retto mi strizza il membro sensibilissimo e così vengo anche io. Straripiamo assieme in un orgasmo contemporaneo stupendo, spettacolare, osceno nella tua testa, avvolgente e … nuovo anche… ti ho rotto il culo e hai goduto! Quando esco, aspetto che il mio latte coli dall’ano per ripulirlo con le mani e la lingua anche, te lo porto sulle antiche e le rendo partecipi del nostro moto d’unione fisica e mentale. Siamo una cosa sola e ci abbracciamo fin quasi ad addormentarci.

Una volta fuori di lì, il mondo reale è una cosa diversa, è duro, crudele e spietato, privo d’amore e del senso del piacere, fatto di doveri e giudizi ai quali io non mi voglio sottoporre e tu preferiresti non dover sentire da dentro, ma tant’è, così è purtroppo.

Che bello sarebbe il mondo se invece di pensare alle angherie subite, se invece di pensare al giudizio, alla vendetta, al primato, alle gelosie e al possesso, tutti pensassimo di più a fare l’amore, e qualche volta anche a scopare a più non posso!

 

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