Dal paesino al centro della valle parte una strada che si inerpica verso la montagna. Una strada sterrata in estate, fangosa in autunno e impraticabile in inverno, che si inerpica fino ai duemila metri per raggiungere una località chiamata “bersaglio”. Al bersaglio non abita nessuno ad eccezione dei proprietari e del personale di un albergo, con annesso campo di calcio, e di una birreria/pizzeria con forno a legna. Il bersaglio è raggiungibile a piedi, con la funivia e con l’auto quando la strada lo permette. E’ una stazione di arrivo per gli sciatori invernali che affollano quella come tante altri valli alpine. Quando non c’è neve, l’aria buona, il cibo genuino, il silenzio ed il riposo sono garantiti. Il posto ideale per chi soffre il caldo estivo della pianura e per chi ha bisogno di silenzio e tranquillità.
A settembre, invece, quando l’aria comincia a diventare davvero fresca e il sole non riesce più a scaldarla, solitamente vi soggiornano, in ritiro per due o tre settimane, atleti che devono ritrovare la forma fisica. Eva è la figlia del proprietario della birreria, una bella ventenne, prosperosa e con un appetito sessuale esuberante, forzatamente soffocato dall’ambiente semideserto nel quale vive. Riccardo, suo coetaneo, figlio del proprietario dell’albergo, è un ragazzo bonaccione, minuto e rosso di capelli, timido e segretamente innamorato di Eva. Un segreto che tutti conoscono, ma che non è corrisposto dalla ragazza che sogna di fuggire da quell’isolamento. I due hanno giocato insieme sin da piccoli, hanno corso nei prati in estate e ridisceso la montagna con gli sci in inverno.
Da quando ha compiuto sedici anni, Eva è entrata a pieno titolo nello staff che gestisce la birreria di suo padre, riempiendo bicchieri di birra e servendoli ai tavoli, raccogliendo i complimenti degli avventori (pochi e ultra sessantenni), le loro battute scontate e, talora, le loro sonore pacche sul sedere, elargite sotto gli occhi divertiti delle mogli. Raccoglie anche i soldi delle consumazioni e le laute mance che gli ultrasessantenni le lasciano come premio per la sua avvenenza, il suo sorriso ed il buon carattere.
Questa sera Eva non crede ai suoi occhi quando vede la squadra di football americano arrivata in albergo quella mattina entrare in gran completo in birreria. “Finalmente un po’ di bei fusti in questo posto sperduto!!!!” dice a se stessa. Di solito, infatti, gli atleti vanno a letto presto e senza bere alcol, ma questa è la loro prima sera e l’allenatore ha promesso loro una serata in birreria per ben cominciare ed una serata alla settimana per chi si impegna.
Eva porta loro da bere, poi, poiché non c’è nessun’altro avventore, rimane dietro il bancone ad osservarli mentre scherzano e ridono. Partecipa da lontano e si diverte con le battute del gruppo, i ragazzi ovviamente non sono insensibili al suo fascino e cercano continuamente di coinvolgerla, ma con scarso successo. Eva infatti vorrebbe sedersi lì con loro, ma teme la reazione del padre, che le ha fatto esplicito divieto. Tuttavia Eva nota un ragazzone del gruppo, così sicuro di sé, così sfacciato, che l’ha mangiata con gli occhi tutta la sera… che le sembra particolarmente affascinante, per non dire che le piace. Tant’è vero che, dopo tre o quattro occhiate esplicite e un paio di sorrisi a 36 denti, quando questi si reca alla toilette, lei lo segue e, nell’antibagno, senza nemmeno profferire una parola, si guardano negli occhi, si abbracciano e si baciano con passione. Al termine del bacio, il ragazzo, di nome Marc, le dice: “l’allenatore non vuole che ci lasciamo distrarre dalle ragazze durante il ritiro. Se mi scoprono sono nei guai, ma se vuoi puoi raggiungermi stasera nella mia stanza, potremmo conoscerci meglio. Sono nella stanza 23, al piano terra.“
Eva annuisce e gli promette di raggiungerlo, così, quando la birreria chiude, smessi i panni della barista, indossa la camicetta più bella che ha, un golfino di lana d’angora ed una minigonna per mostrare le gambe senza calze e si dirige verso l’albergo. L’accesso alle camere degli atleti sarebbe vietato agli estranei, ma all’ingresso Eva trova Riccardo che le chiede dove stia andando. Eva gli rifila la prima scusa che le viene in mente, totalmente inverosimile, ma Riccardo è innamorato e pur immaginando la verità la fa entrare e le indica dove sia la camera 23. Eva bussa alla porta con discrezione e Marc apre. Marc divide la camera un altro atleta, Alex, che però dorme già. Eva vorrebbe uscire e magari fermarsi in un salottino dell’albergo, ma Marc la tranquillizza: “Non preoccuparti! Alex dorme, ha il sonno pesante, nemmeno ci sentirà. Qui potremo stare più tranquilli e poi non rischiamo che ci veda il mio allenatore.”
Eva entra allora nella camera semioscura. La finestra è aperta ed entra l’aria fresca e profumata di abete della notte. Eva si sente a suo agio, si tranquillizza e si siede sul letto di fianco a Marc, dimentica della presenza di Alex che continua a dormire della grossa. Eva pensa tra se: “Adesso che sono qui, in camera sua, non sono più così sicura di aver fatto la cosa giusta, ma in fondo chi se ne frega, quando mi ricapita di potermi divertire un po’ con un ragazzo simile?” E, come tutti i giovani, piano piano si lascia andare alle avances di Marc, sempre più insistenti, sempre più pericolose. Eva in poco tempo si ritrova le mani di lui che la frugano, indisturbate, sotto i vestiti. Sente le mani sicure di Marc, sotto il golfino, sotto la camicetta, sulle tette grandi e sode. Una sicurezza che suscita desiderio.
Eva pensa tra se: “Qui al bersaglio non c’è mai nessuno, solo quell’addormentato di Riccardo! Io invece ho voglia di sentirmi prendere da un vero uomo, mmmhh, guarda che spalle e che braccia muscolose che ha … e poi lui sì che sa come trattarmi, sono appena entrata e già si è tolto la t-shirt”
Marc armeggia per sfilarle il golfino. Eva lancia un’occhiata al suo compagno Alex e come parlando con se stessa pensa: “Ok! Continua a dormire ..…allora sì, spogliami, prendimi!!!”
Marc le infila di nuovo la lingua in bocca con voracità, le sbottona la camicetta, le strizza le tette sode e piene. Eva si sente desiderata: “Mi spoglia! Come potrei resistere alle sue mani così forti…sì, Marc mi piace un casino” Marc le sgancia il reggiseno di pizzo bianco e le morde i capezzoli, un brivido scorre in mezzo alle gambe di Eva. Tuffa il suo viso in mezzo a queste rotondità…morbide e profumate. Il desiderio di Eva si fa sempre più impetuoso.
“Cazzo che tette da urlo che c’hai…perché non le fai sentire anche al mio uccello, come sono belle piene e sode???” e così dicendo Marc si sfila i pantaloni della tuta, è senza boxer e ha già l’uccello bello duro che non sfugge a Eva. Marc si alza in piedi e le stringe il seno con le mani inizia a strofinarci in mezzo il suo arnese . Eva non ha mai fatto una cosa simile prima, ma non riesce a dirgli di no e poi Marc le piace un casino. Lui le afferra le tette e avvolge completamente l’uccello, continua a strusciarlo lì in mezzo, ma dopo un po’ la spinge giù sul letto, le sfila via la gonna e le mutandine e si stende sopra di lei.
“Come sei arrapante, Faresti resuscitare un cadavere putrefatto. Vieni, fatti scopare questa bella passerina” e prima che Eva se ne accorga sta già infilando la sua verga dentro di lei. Succede tutto così in fretta!
Eva è in preda ad un piacere stupendo ma ha ancora un filo di ragione e pensa “In teoria dovrei reclamare, non sono abituata a concedermi così velocemente, ma ho la figa già fradicia e devo ammettere che mi piace sentirmi schiacciare contro il letto da questa montagna di muscoli” poi con voce vellutata si lascia sfuggire: “Mi piace sentire la tua larga cappella premere contro le mie grandi labbra, lo voglio, sì, ho voglia del tuo cazzo, di essere scopata a fondo, voglio che mi penetri con tutta la tua forza…”
E così, Eva alza le gambe per facilitargli l’ingresso e lui affonda il cazzo dentro la sua passerina con un colpo possente. Lo fa scorrere lentamente dentro e fuori, con colpi lenti ma decisi, fino a spingerlo tutto in fondo. Eva gli sussurra: “Ohhh è stupendo, è magnifico sentirlo dentro. Mi stai facendo godere un casino, mi piace un casino, mi sento riempita dal tuo uccello grosso e duro che preme contro le mie pareti…! Scopami, scopami forte, scopami senza pietà”
Marc spinge sempre più forte, è un toro scatenato. Poi si rotola di fianco e senza molllare la presa di Eva, senza far uscire il suo cazzo dalla figa di Eva, si stende a pancia in su facendo trovare Eva a cavalcioni su di sé e le sussurra: “Dai bella puledrina, adesso cavalcami tu come si deve, voglio affondare il mio cazzo fino in fondo alla tua figa finché non ti faccio venire! Voglio che la mia cappella ti esca dalla gola!”.
Eva muove i fianchi avanti e indietro, poi li ondeggia come a disegnare dei cerchi sopra l’inguine di lui, per sentire la sua cappella premere contro ogni centimetro della sua fica. Eva sta godendo davvero e sente i suoi umori sucire dalla figa e inondare Marc. Lui le strizza il culo con le mani, poi risale lungo i fianchi e sulla vita, fino a premerle di nuovo le tette…
Poi Marc rallenta il ritmo ed Eva lo segue. Ora si muovono lentamente per prendere iato e non svegliare Alex, quando, improvvisamente, Eva si sente toccare il culo. Dapprima non ci fa caso, ma l’insistenza di quelle palpate la costringono a voltarsi e vede che c’è Alex che le accarezza il culo.
Marc, con voce suadente e tranquillizzante, le dice: “Lascialo stare! Non ti farà del male! Vedi? Vuole solo accarezzarti. Io, invece, voglio scoparti fino al mattino e regalarti l’orgasmo più profondo che tu abbia mai provato”. E così dicendo l’attira a se per baciarla con ancora maggior passione.
Eva si chiede: “Ma come? Lo lascia fare mentre stiamo facendo sesso??? “
Alex continua ad accarezzarle il culo, poi con le mani scende lungo le gambe, lentamente fino alle caviglie. Alex ha sentito Marc tranquillizzare Eva ed Eva, ora, comincia ad apprezzare le carezze di Alex. Lei non ha paura, ma non vorrebbe che andasse oltre le carezze. Eva, tra se, pensa: “Ho quattro mani che mi stringono, mi accarezzano, mi frugano. Quattro mani di due bei ragazzi così! Non è certo un fastidio. Non dovrei permetterglielo, ma mi piace, anzi mi fa così eccitare la cosa che mi viene una voglia irrefrenabile di trasgredire ancora di più. Voglio succhiare il cazzo che sto cavalcando”.
La ragazza sente il cazzo possente di Marc squarciarle la figa ricolma di umori, non vorrebbe che finisse mai. Sente la sua eccitazione crescere insieme con quella di Marc e teme che egli possa concludere troppo presto. Solleva il bacino e sfila il cazzo dalla figa, gli si inginocchia davanti per prendergli il cazzo pieno dei suoi propri umori, con la bocca. Lecca le palle di Marc e tutta l’asta fino ad ingoiare tutto il suo cazzone…lo succhia con voglia ed immenso piacere e, in questo modo, lascia ad Alex libero accesso al suo buchino, alla sua figa. Eva sente le mani di Alex frugarla dappertutto, si sente desiderata come non le era mai successo, continua a succhiare il cazzo bellissimo di Marc mentre le mani di Alex la fanno fremere di piacere.
Le mani di Alex si fanno sempre più audaci, si intrufolano tra le gambe di Eva, mentre lei continua a succhiare, mordicchiare e carezzare la cappella di Marc. Le mani di Alex salgono su lungo i fianchi fino alle tette. Eva ormai riconosce le mani di Alex che non sanno come toccarla ma ci provano, la voce dell’uno che esclama all’altro: “È fantastica!” mentre lo guarda farla godere. Eva lo ha lasciato avvicinare sempre di più, si è lasciata accarezzare, farsi stringere tra le dita i capezzoli ancora imploranti i morsi di Marc.
Eva riversa la sua eccitazione sul membro duro e pulsante di Marc, che le riempie la bocca……che spinge per entrare sempre più in profondità. Alex la fa fremere e godere leccandole attorno allo sfintere anale: vuole entrare. Eva torna a leccare la cappella di Marc, con la lingua ci sa fare meglio che con le mani, vuole sentire l’uccello di Marc pulsare sotto la sua lingua. Invece, come spinta da una furia di desiderio, torna a sedersi ed impalarsi sul cazzo di Marc e ricomincia una lunga cavalcata su quel bel fusto mentre sente le dita bagnate di Alex insinuarsi in mezzo alle sue chiappe sode, poi un dito avvicinarsi al buchetto e penetrarla…
“Sìììì!!! Com’è bello, non pensavo fosse così piacevole avere entrambi i buchi pieni.” Ora Eva, oltre al cazzo di Marc che le scopa la fica, sente anche Alex nel suo culetto e gode ancora di più. “Non smettere, non fermarti, continua, sìì, continua così, ti prego…”
Alex non si ferma ed Eva si eccita sempre di più….. le dita di Alex, due o forse tre, le violano e si immergono nel suo culo, entrano ed escono come se fossero a casa propria. Eva si lascia sfuggire forti gemiti di piacere. Alex sfila le dita e tenta ad entrare con il suo uccello.
Ad Eva le piace la sensazione fisica ma soprattutto l’emozione di essere l’oggetto del desiderio di due fusti come questi. Alex sale sul letto e appoggia anche il suo enorme cazzo sul culo della ragazza. Sputa sul buco di Eva e poi sul suo cazo mastodontico. Lo insaliva con cura, poi appoggia la cappella sul buco e inizia a spingere …..
Eva sta godendo da impazzire, sente l’uccello di Alex premere contro il suo culetto, si spaventa un po’ e tra se pensa: “Che cavolo vuole fare? Io non l’ho mai preso in culo, ho paura che mi faccia male…”
Ma Alex smette di spingere e comincia a strusciare il suo cazzone su e giù lungo il solco dei glutei, la fa eccitare, la fa desiderare di essere presa e quando finalmente Eva è pronta l’implora perché entri. Quando Alex prova ancora a spingere la sua grossa cappella sul buco, Eva non reclama, è pronta a riceverlo. Alex spinge con più forza fino a vincere la resistenza dello sfintere e infila tutto il cazzo in culo.
“Aaahh, mi fai male, piano, piano!!!”
“Sta buona, troietta. Adesso inizierà a piacerti, lasciaci fare e vedrai che ti faremo godere come una cagna in calore!!!” le dice Alex continuando a spingere il suo uccello lentamente, facendolo scorrere fino in fondo per poi farlo quasi uscire fuori. Il dolore, piano piano, si trasforma davvero in piacere. Eva sta godendo di nuovo, più di prima, si sente completamente farcita da questi due cazzoni che si muovono dentro di se. Sente il suo corpo schiacciato tra due veri maschi, gode per sensazioni fisiche mai provate, ma anche perché si accorge di quanto stia facendo godere i due giganti. Eva sente i loro gemiti e le loro mani affamate, bramose che toccano il suo corpo e per la prima volta in vita sua, Eva si lascia andare completamente, inizia a gemere come loro, sente montare un orgasmo incredibile e urla: “Sììì, sììì, quanto mi fate godere, sto venendo, sìììììììììììì!!!!!”.
Con quei due affari smisurati dentro di se, Eva sente uno tsunami gigantesco prenderla e sollevarla verso multipli orgasmi ravvicinati che la scuotono come il vento scuote le cime degli alberi durante le tempeste. Si tiene agganciata alle spalle di Marc, mentre Alex la tira a se per il mento, facendole inarcare la schiena, con il viso rivolto verso l’alto che guarda il soffitto. I movimenti sono impediti, ma Eva sente i suoi muscoli tesi come corde di violino. Si sente prigioniera e, nello stesso tempo, le sembra di volare, libera e leggera..
E’ una fresca notte di fine estate, il balcone aperto lascia entrare il profumo degli abeti e folate di vento fresco. Dal giardino entra la luce dei lampioni che proiettano le loro ombre sul soffitto in una danza spettrale. Ma non sfuggono, ad Eva, ombre nuove che si sovrappongono a quelle dei tre amanti. Tra sospiri interrotti da aritmie cardiache che portano il tempo degli orgasmi, senza smettere di roteare il bacino, perché le pareti anali e vaginali sfreghino i membri dei due giganti, riconosce distintamente l’ombra di altri tre giganti entrare nella stanza dal balcone. E in quel momento, con quella visione inquietante e minacciosa, sente Marc svuotare il suo carico si sperma nella sua vagina dilatata, mente pochi secondi dopo, anche Alex urlando come un lupo, le sfila il cazzo dal culo per innaffiarle di sperma caldo e profumato la schiena ancora inarcata. Eva, ancora in preda alle scosse di un immenso orgasmo, o forse sono due, tre, o chissà quanti di fila, si lascia cadere su Marc stravolta e consumata dal piacere, con la sola forza di dire: ”Siete fantastici, non ho mai goduto così tanto in vita mia”
Senza dire una sola parola, i nuovi arrivati iniziano a spogliarsi. Eva, nel vedere i loro fisici possenti, si convince che siano altri compagni di squadra e uno di loro, senza tanti problemi, si avvicina a lei e le poggia il suo cazzo già ritto alla bocca. Eva tentenna un attimo, ma ormai non ha senso, le piace quello che sta succedendo e vuole vivere questa esperienza fino in fondo: apre la bocca e lascia entrare il cazzo.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…