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Racconti Erotici Etero

AL LAVORO

By 6 Giugno 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi è proprio uno di quei lunedì che non riesci ad ingranare, dopo un week end intenso e con poco sonno.
Mi trovo qui in ufficio a fissare lo schermo con decine di mail da leggere, li apro svogliatamente, lavoro pensando che potevo restare al mare a non fare un bel niente a guardare le gnocche in costume sulla spiaggia rovente.
Lavoro piano e con la testa tra le nuvole fino a quando una telefonata con un collega mi fa proprio cadere le braccia a terra, a momenti ci mandiamo a quel paese. Metto giù la cornetta e lancio un’imprecazione nel vuoto dell’ufficio.
Mi metto a navigare su internet fino a quando non arrivo in un sito porno dove posso scaricare video gratis.
Scarico video lesbo o anal, oggi mi gira così’, e me li guardo con calma, ovviamente questo mi provoca una erezione che rimane nascosta sotto la scrivania.
Mentre sono assorto a guardare belle donne che si leccano dappertutto mi accorgo che è l’ora della pausa pranzo; chiudo tutto e mi do una stiracchiata sulla poltrona, da dietro la porta a vetri dell’ufficio passa Pina, una ragazza che lavora in un altro ufficio, alta circa 1,70, capelli rossi ricci, tette di una terza misura, culo dritto e sodo, la faccia da furba e un cervello che fa acqua. Di solito ha sempre un codazzo di maschi che cercano in qualsiasi modo di farsela, ma le voci di corridoio dicono che non sia una tipa facile.
Con lei non ho molti contatti lavorativi, però abbiamo avuto occasione di incontrarci qualche volta nei vari happy hour che mensilmente organizziamo tra colleghi.
Dalla mia porta vedo parte del corridoio e quando lei arriva davanti le faccio un grosso sorriso e un gesto con la mano, si vede che lei lo scambia per un invito perché insolitamente entra in ufficio, che ho la fortuna di non dividere più con nessuno.
‘buongiorno, Lele, disturbo?’ mi fai lei con la sua voce suadente
‘Ciao, Pina, entra pure, vai a mangiare qualcosa?’
‘si raggiungo le ragazze del mio ufficio al bar di fronte. E tu?’
‘Credo che resterò in ufficio, non ho fame, devo finire sto cavolo di lavoro’ indico lo schermo, che lei non vede, e mi spingo indietro con la sedia, inconsapevole che il pantalone non nasconde per niente l’erezione ancora in corso.
Inaspettatamente mi fa ‘dev’essere un lavoro molto interessante”, guardandomi per qualche istante in mezzo alle gambe.
‘non proprio, oggi sono due palle così’; solo quando il suo sguardo rimane fisso lì, mi accorgo che il pantalone leggero del mio abito mostra un evidente rigonfiamento, comincio a provocarla.
‘vuoi vedere di che si tratta?’, ‘perché no’
La situazione comincia prendere una piega inaspettata, apro un file dove due ragazze in un taxi cominciano a baciarsi e a lesbicare selvaggiamente, guardarlo con una donna di fianco mi fa eccitare ancora di più.
Spero in una sua reazione positiva e non che si incazzi o che faccia delle scenate.
‘molto interessante, ma qui vedo solo donne, ci vorrebbe qualcosa di diverso” mi lascia un po’ allibito, ‘guarda questo allora’ faccio con aria sbarazzina ma il mio cazzo è sempre più duro, un altro video con un tipo che sta scopando una mora mozzafiato messa a novanta gradi.
‘ecco questo mi piace di più, anche se posso capire che a te piacesse quello di prima” ‘ ‘veramente a me piacciono tutti e due; guarda in che condizioni sono’ indicando con lo sguardo il mio pacco gonfio.
‘bhè avevo notato qualcosa, ora come farai?’ ‘ ”andrò in bagno ad arrangiarmi da solo’a meno che tu non abbia qualche idea diversa”
A questo punto mi mette una mano sul cazzo quasi a sentirne la consistenza: ‘peccato per quella porta a vetri’, ‘perché non vieni a vedere la nuova sala riunioni, ho le chiavi’, ‘vabene’.
Mi alzo, prendo la chiave dal cassetto e la precedo, in fondo al corridoio c’è questa sala, apro la porta, lei entra, le luci sono spente e le serrande a metà, mi chiudo dietro la porta a chiave e la spingo contro il muro.
Non ci diciamo niente, le nostre lingue si incrociano nella sua bocca, spingo il mio cazzo sui suoi jeans stretti e infilo una mano sotto la sua polo nera.
Quando comincio a toccarle le tette lei ansima e il respiro si fa più profondo.
‘spogliati completamente’ le chiedo, arretro di un passo, lei si spoglia rapidamente, io mi tolgo pantaloni e cravatta, rimango in camicia che lei si è già seduta sul grande tavolo ovale, mi avvicino, la faccio sdraiare e comincio a leccarle la figa, ha un buon sapore ed è già bagnata, ha una peluria curata e folta, mi afferra la testa tra le mani ritmando la leccata, le infilo le dita dappertutto, non le dispiace, anzi.
‘vai più veloce ti prego, più veloce’ io la masturbo con due dita nella sua figa grondante e le lecco le labbra e il clito fino a quando non la sento venire sulla mia faccia.
Mi sollevo e la guardo sembra esausta: ‘scopami, dai, non perdere tempo’, la tiro per le gambe verso di me, l’altezza del tavolo è proprio giusta, infilo il cazzo dentro la sua figa bagnata e calda, la scopo con foga e di tanto in tanto mi abbasso a leccarle i capezzoli dritti, si strofina le tette e si solleva le gambe. IO aumento il ritmo fino a quando non sto per venire; ‘voglio incularti’ le chiedo così a bruciapelo mentre lo tiro fuori allontanando l’orgasmo.
‘fai quello che vuoi, basta che tu mi faccia godere’ la giro e la metto a pancia in giù, metto la punta del mio cazzo davanti al suo buchino bagnato, non devo essere il primo passato di qua, spingo piano fino a quando non ho tutto il mio cazzo nelle sue carni, lei si mette il reggiseno in bocca per non urlare, i mugolii sono già forti, ‘inculami, dai sbattimi quel cazzo dentro, fammi sentire puttana’.
Io spingo forte, passo una mano sotto e le ficco tre dita nella figa, urla, si rimette qualcosa in bocca, poi mi rimetto dritto e spingo forte, spingo forte e le mollo qualche ceffone sulle chiappe; ‘sto per riempirti di sborra’, vado avanti fino a quando non mi esce l’ultima goccia.
Poi mi butto sopra di lei, che è sudata e ansimante.
Mi siedo su una poltrona e la guardo ancora immobile sul tavolo, piega la testa e mi guarda, poi mi sorride; ‘dobbiamo rivestirci’ le faccio a bassa voce. Lei si gira, si mette davanti a me e se lo prende in bocca: ‘bisogna pulire bene’, l’effetto però è che mi torna duro, ‘ma che succede qui, il signorino non è stanco?’, ‘continua’ faccio io. Comincia a farmi un pompino lentissimo, a gambe spalancate e nuda davanti a me, alza gli occhi e mi guarda con uno sguardo da vera puttana in calore. Si strofina il cazzo bagnato sulle guance ‘mi piace l’odore del tuo cazzo’; ‘perché non ti ci siedi sopra?’ esegue subito e ripartiamo in un’altra cavalcata, mi sbatte le tette in faccia: ‘mordile’ comincio a stuzzicarle i capezzoli e a morderli sempre più forte’ fammi venire, mordili forte, di più, siiiiiiii’, le metto un dito nel culo e le mordo un capezzolo sento che mi sta sbrodolando sopra, viene forte ma non la smette di muoversi; ‘sto per sborrare ancora’, si solleva e si mette davanti al mio cazzo comincia a succhiarlo e segarlo fino a quando non mi fa venire nella sua bocca e poi in mano.
Sono sfinito, lei si lecca tutto il succo dalla mano e dall’asta del mio cazzo.
Con molta lentezza ci rivestiamo, l’accompagno in bagno a lavarsi. ‘Terrò il tuo odore sulla faccia’ mi dice lavandosi solo le mani.
Apro la porta, non c’è nessuno, ritorniamo nel mio ufficio.
‘non mi sarei aspettato che andasse a finire così’, faccio inebetito.
‘neanch’io, ma vedere te che sei sempre distaccato con il cazzo duro che guardi filmo porno in ufficio mi ha fatto venire voglia di farmi scopare’quindi”
‘quindi’sappi che la cosa potrebbe ripetersi’ dico sorridendo.
‘torno in ufficio’ e mi saluta con una slinguata che mi lascia il suo sapore e il mio in bocca’
Anche il pomeriggio ho lavorato poco’ho solo riportato questa storia per ricordarmi di questa scopata.
Alla prossima.

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