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Racconti Erotici Etero

Albero di Natale

By 14 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiami, mi dici che hai bisogno di un mio aiuto, fondamentale per l’allestimento di un bell’albero di Natale a casa tua. A me sta cosa mi pare strana, ma ci vengo, per la serie il dovere mi chiama. Arrivo a destinazione, parcheggio, ti telefono per le ultime indicazioni, citofono, ascensore, campanello. Qualche istante e mi apri, io ti guardo incredulo, hai un vestitino natalizio veramente hot. Apnea, sbianco, sgrano gli occhi, sudore… Paralisi totale. Entro bacio con lo schiocco, ti guardo mentre ti seguo e vedo che sei bellissima, tosta e sinuosa e ti muovi ondeggiante, forse anche un pò troppo, nella tua mise oscena. Mi fai sedere sul divano nel soggiorno, mi chiedi se voglio un caffè, che accetto ben volentieri, lo prepari e me lo servi, per poi prendere anche tu la tua tazzina, e sederti sulla poltrona di fronte, con estrema naturalezza, agitando tutte le tue grazie e mettendole bene in mostra. Io sono annichilito, tu parli normalmente, sorridi con naturalezza, mi sembra che non noti di essere semi-nuda davanti ad in maschio che ti desidera e che ha tra le gambe un cazzo durissimo. Poi sto al tuo gioco, ti chiedo dell’albero e in cosa ti posso essere d’aiuto, Tu mi dici che volevi una consulenza sul dove metterlo e sul tipo di luci da usare, così ti alzi, ti chini qui e lì per mostrarmi i posti che avevi pensato e vedo un culo meraviglioso, che sporge, occhi malati labbra che si mordono e tu ” No che dici qui o lì”. Mi alzo mettendo in bella mostra l’erezione e mi avvicino, mi sporgo e struscio il cazzo sul tuo fianco. E’ partita la gara, la guerra, ti vedo sospirare e capisco che qui si fa sul serio e si gioca a fare male. Prendi l’albero, ovviamente chinandoti, io vengo a darti una mano e vengo dierto di te, facendotelo sentire e vedo che ti mordi le labbra, lo apriamo e casualmente nell’aprire i rami mi trovo una mano tra le gambe, lo alzi e stai per cadere con tutto l’albero e ti mantengo per i seni da dietro. Sento che hai delle belle tette sode dure e provocanti, poi ti chiedo scusa per il tocco ma stavi cadendo e tu a morderti le labbra. Base dell’albero io steso a terra di spalle a fissarle, tu mi cammini sul viso e noto che un primo passaggio hai le mutandine rosse, al secondo senza mutandine e ti fermi, sempre casualmente ad aggiustare altri rami. Sudore mi gronda dalla fronte vorrei attaccarmi con la bocca a quella figa e farti urlare di passione. Poi le palle, prima quelle in basso che metti chiaramente stando a pecorina, io te le passo tu sculettando le sistemi, fissi, cambi. Non ce la faccio più, ti salto addosso, ma tu mi scanzi dicendomi che si deve finire l’albero. Ok si soffrirà, poi continui a mettere le palle in basso allora io astutamente non ti porgo più le palle da dietro ma davanti, sbattendoti in viso il cazzo, sempre nei pantaloni. Poi le altre palle in alto, scaletto, chiaramente tu sali, io sono cianotico, non respiro più. Ho un cazzo enorme nelle gambe e ti vorrei assolutamente infilzare, stai al quarto scalino e hai il culo in perfetta altezza per la mia faccia, ti faccio notare che forse le mutandine si rovinano con tutto quel andirivieni e tu non perdi occasione per sfilarle. Ora vedo distintamente la tua figa, bella, carnosa, oscenamente bagnata e faccio in modo che nel passarti le palle mi ci ritrovo con la faccia sopra. E’ il mio momento senza dire nulla, punto la lingua al clitoride, sei bagnata fradicia e mi bagni il viso, fai un pò di resistenza, ma breve, stai godendo del mio tocco. Roteo veloce la lingua, non ti devo fare capire nulla devo rompere il tuo self control, poi mentre ti stai di nuovo per divincolare, salgo su alla figa e ti penetro con la lingua. E’ una sensazione bagnatissima, mugoli di piacere e ti fermi, roteando il culo per potere meglio godere della situazione. Intanto io ti sculaccio, richiamandoti al fatto che si deve fare l’albero, ti passo la palla, per poi continuare nell’opera, tu hai difficoltà a mantenerti ritta, stai appoggiata alla sommità dello scaletto e godi sonoramente, mentre io ti lecco con forza per metterti in difficoltà. Tu finalmente ce la fai e fissi la palla, ti giri sullo scaletto, mettendo la figa in bella mostra e mi tiri la testa perso di te. Io punti diritto al clitoride, apro le labbra e con il labbro inferiore comincio a stuzzicarlo, lo aspiro, tu ti ritiri, parto con la lingua, roteo con la punti dritto, titillo veloce su e giù, poi di piatto, poi di nuovo con le labbra, stai impazzendo. Poi mi stacchi e mi richiami all’ordine, si deve finire l’albero. Si devono mettere le lucine. è il mio turno, salgo sullo scaletto, ma diciamo che ho difficoltà nel muovermi, ho il cazzo durissimo e costipatissimo, al che ti dico che mi libero un pò per muovermi meglio. Lo caccio finalmente fuori, è diventato enorme, non ce la facevo più, durissimo, viola in punta, nervoso di vene, scolpito di ventre, portentoso…. Sto sullo scaletto, proteso in avanti col cazzo in bella mostra verso l’albero e tu non perdi tempo a toccarlo, sempre casualmente, nello stendere la luci, mi sento massaggiare, titillare in punta, accarezzare le palle. Poi mi giro un pò per completare l’opera di posizionamento e ti metto il cazzo a pochi centimetri dal volto; tu non perdi tempo e cominci a spompinarmi, io sullo scaletto a mettere le lucine tu vestita da gran troia natalizia, con il mio cazzo in bocca, che spettacolo. Sei brava, alterni il ruvido della lingua, alla morbidezza delle labbra, al calore della bocca, io sta in serio pericolo di caduta, ma tu non ti fermi, continui imperterrita. Poi ti stacchi, si deve completare l’albero, io finisco di mettere le lucine, poi scendo accosto lo scaletto, spengo le luci e ammiro compiaciuto l’opera. tu ti senti scalzata e ti avvicini all’albero con un grande cesto, che riponi a terra, poi ti allontani per ritornare dopo un pò con una caterva di regali, di metti sulle ginocchia a terra e cominci a sistemarli. Io guardo ancora più compiaciuto e vedo con piacere mostrarsi il culo con tutte le sue grazie, quando ti allunghi per riporre i regali, poi ti rialzi, ne prendi un altro, lo aggiusti per poi distenderti di nuovo e mostrare di nuovo le tue grazie. Sono eccitatissimo, non ce la faccio più e al regalo più grande, che ti porta ad un maggiore movimento, stando tutta protesa e aperta scatto e senza dire nulla ti penetro. sei bagnatissima, il cazzo entra senza alcuna difficoltà nella tua figa caldissima, all’inizio comincio a pomparti piano, ma poi accelero come un forsennato, il movimento è lungo quasi con una uscita completa, per poi rientrare, profondo sicuro, a sentire lo schiaffio per l’urto delle carni. Accelero e ti sento godere, stai con la testa fra i rami a pecorina, ti tengo per i fianchi per rafforzare il movimento e ti sento sempre più vicina all’orgasmo e mi fermo, stando tutto dentro di te mi fermo, tu tenti di muoverti ma ti tengo, così infilzata dal mio cazzo enorme. Poi mi stacco e mi metto sul divano, tu ti alzi da gran troia ti avvicini, mi spompini un pò, poi ti giri verso l’albero che sto guardando e ti siedi sul mio cazzo facendoti penetrare profondamente dicendomi se ti è piaciuta l’idea di fare l’albero con te. Godi, si sente nell’aria in tuo profumo, poi ho voglia di farti venire così, in contemplazione dell’opera con il mio cazzo in corpo e comincio a toccarti il clitoride. lo prendo fra 2 dita, è durissimo, lo giro, lo roteo, lo tiro, guido il movimento di penetrazione, forte potente, ritmato dall’urto violento delle carni, finchè non veniamo, così guardando l’albero di Natale.

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