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Racconti Erotici Etero

Alessandra

By 25 Luglio 2023No Comments

Ero al mare al Lido di Spina nell’estate dell’84 ospite della mia compagna di classe e vicina di casa Ilaria.
Ilaria stava con un ragazzo del milanese Renato, e trascorrevano tutta l’estate assieme. Scopavano come ricci tutta l’estate per rifarsi dei mesi che stavano lontani e uscivano con una compagnia estemporanea di amici.
Avevo 15 anni mi ero lasciata con il ragazzo alla fine dell’anno scolastico, Io invece avevo trombato durante l’inverno e ora mi piaceva sentirmi libera.
In quei giorni uscii anche io con loro e conobbi un ragazzo, Giorgio, un ragazzo per bene che avrebbe dato la maturità quell’estate, verso la fine di Luglio.
Lo conobbi una sera in piscina da Renato, sembrava fare coppia con una ragazza, Giulia una dalla fama di essere una vera puttanella e che la dava con leggerezza.
Da quello che vidi lui stava al gioco, ma non gli dava corda, evidentemente non gli interessava una singola scopata, ma la sua mano sulle sue tette ogni tanto ci finiva. Giulia era una ragazza mora magra, con due belle gambe e due tette invidiabili che puntavano verso l’alto.
Al contrario io pur non essendo grassa avevo le gambe grosse e il seno piccolo, però fulminavo i ragazzi con i miei stupendi e grandi occhi chiari e la mia massa di ricci naturali che ricadevano sulle spalle.
Ma non fulminai Giorgio, addirittura in quella piscina pareva non ricordarsi mai il mio nome, e ogni volta che mi incontrava: “Scusami ma non mi entra in testa il tuo nome.”
“Il mio è un nome difficilissimo, mi chiamo Alessandra.”
Ma non servì.
Per quando organizzammo una braciolata sulla spiaggia selvaggia lo aveva imparato, eravamo anche diventati amici, e spesso ci incontravamo in spiaggia anche al di fuori della compagnia.
Non stava più tanto con Giulia, anzi Giulia aveva smesso di frequentare la compagnia.
Una volta gli chiesi “Tu e Giulia non stavate insieme?”
“Non ha funzionato” mi disse, ma non si sbottonò.
Aveva già fatto gli scritti, per cui ebbi solo l’occasione di assistere a Ferrara al suo orale dove letteralmente seppellì un professore della commissione sotto la sua stessa ignoranza. Giorgio non aveva l’aria del classico secchione, era piuttosto una persona sicura di sé ma le cose le sapeva e anche bene.
Una ragazza, una sua amica che aveva dato la maturità l’anno prima era venuta ad assistere, e quando l’esame terminò corse ad abbracciarlo.
Le sue enormi tette risaltavano sotto il leggero abbigliamento estivo, e gliele stampò sul petto con mia grande invidia. Lui ricambiò con una pubblica palpata di culo che mi fece ribollire il sangue.
Lo presi sottobraccio facendogli sentire le mie tette e gli dissi: “Questa sera esci con me.”
Lui apprezzò la consistenza del mio piccolo seno, e li disse: “Solo se questa sera ti presenti senza reggiseno come ora”. “Cazzo! Se n’era accorto che sotto il top non c’era atro.
Ormai era fatta così quella sera uscimmo assieme a festeggiare, lui si era maturato e me toccavano ancora tre anni.
Dato il caldo misi un top simile a quello della mattina e una minigonna a coprire il mio culo, e far spuntare le gambe grosse ma muscolose, Facevo basket all’epoca, una molletta con un fiore ornamentale teneva a bada la mia massa di capelli.
Quando mi riaccompagnò a casa ero un po’ brilla e dato che abitavo al quarto piano di un palazzo storico mi aiutò a fare le scale.
Arrivati davanti al portoncino, l’ingresso gli stampai sulle labbra un bacio di ringraziamento.
Mi abbracciò e il mio seno se pur piccolo sul suo petto fece effetto, ricambiò il bacio che da innocente divenne voluttuoso.
Quel bacio piacque anche a me, e a mia volta lo abbracciai tenendolo stretto a me.
Mi ritrovai le sue mani dappertutto, direi piacevolmente, dopo mesi che un ragazzo non mi toccava apprezzavo molto le sue mani sulla mia pelle, infilate sotto il top.
Gli sollevai la maglia, volevo toccarlo a mia volta e in breve ci ritrovammo solo in jeans e minigonna.
Prese a baciarmi il seno mentre mi accarezzava le gambe, dolcemente non in modo irruento come faceva il mio ragazzo.
Le sue dita arrivarono sugli slip e cominciarono a premere sulla figa attraverso la stoffa, mi ritrovai bagnata, aprii le gambe perché mi toccasse meglio.
Scese baciandomi il ventre, poi mi tolse gli slip infilando la lingua nelle labbra della passera facendomi provare un nuovo tipo di bacio.
Mi fece venire quasi subito, e continuò impetuoso ad assaggiarmi facendomi venire di nuovo.
Il mio ragazzo mi aveva solamente scopato, invece Giorgio mi faceva venire, mentre lui non aveva ancora goduto.
Mi concesse un attimo di pausa, e in quel mentre gli abbassai i pantaloni e le mutande.
Era eccitato, eccome lo era. Stava in ginocchio sulle scale, io di fronte a lui a cosce divaricate seduta sul gradino più in alto. Io abitavo all’ultimo piano e a quel piano c’era solo casa mia, a quell’ora di notte non c’era pericolo che qualcuno passasse, forse mio fratello, ma a quel punto volevo rischiare.
Vidi Giorgio infilarsi un preservativo prima che infilasse in suo organo in me.
Scivolò fino in fondo, sapeva che non ero vergine, parlando gli avevo raccontato del mio ex, e una volta entrato tutto prese con un movimento lento a stimolarmi da dentro.
Giorgio era proprio un ragazzo responsabile, mi faceva godere, non mi scopava, faceva l’amore con me, mi proteggeva, non mi faceva correre rischi. Col mio ex invece avevo rischiato di brutto ed era andata bene.
Andammo avanti a lungo finché non fummo esausti.
Quando rientrai mi misi a letto ma nonostante l’ebrezza e la stanchezza non dormii.
Era stata una cosa fantastica ma non volevo legarmi a lui.
Giorgio dopo qualche giorno mi dichiarò il suo amore, e si vedeva che era follemente innamorato; lo delusi, lo delusi profondamente, era rimasto così male che per essere chiara gli dissi che non avrei più fatto l’amore con lui, che se avesse voluto avremmo potuto vederci ma nulla di più.
Un uomo innamorato reagisce nei modi più disparati, lui fu estremamente razionale. Sperando che cambiassi idea continuò a vedermi di tanto in tanto, fino a quando non si mise con un’altra.
Io, intanto, mi innamorai di un giocatore di pallavolo, un ragazzo viziato, il cui unico interesse erano le prestazioni, proprie e della sua auto, per quello che un giorno andammo a schiantarci sul casello dell’autostrada. Io ebbi bisogno di un buon chirurgo plastico per farmi togliere le cicatrici.
Durò alcuni anni fino a quando, lo sentii scherzare con i suoi amici: “Perché la dovrei sposare? Me la dà lo stesso.”
Non ero più così follemente innamorata di lui, quel tanto da vedere finalmente la realtà e riprendermi la mia vita.

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