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Racconti Erotici Etero

Alessia oggi 2

By 3 Gennaio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Appena uscita dalla tana del pasticcere indiano mi intrufolai di corsa sopra l’autobus che mi avrebbe ricondotta a casa. Adesso puzzavo anch’io degli stessi olii che le mie narici avevano sopportato a fatica nel quartiere indiano oltre che di intenso sudore di maschio addosso; urgeva una bella doccia rigenerante ed un cambio di vestiti. Il bus era mezzo pieno di ragazzi che stavano tornando da scuola e qualcuno lo conoscevo pure di vista così mi misi a scambiare qualche parola poco importante per fare quattro chiacchiere e lasciar passare il tempo. ‘Sei stata alla pasticceria indiana ?’ azzardò con sospetto una delle ragazze che mi stava squadrando da testa a piedi, con l’aria di chi conosceva le voci in giro riguardo diverse scolarette passate per di là a prendersi una ricca dose di cazzo straniero. ‘Domani &egrave il mio compleanno …’ tagliai corto alla stronzetta senza darle la soddisfazione di una risposta diretta. Immediatamente si levò intorno un eco di auguri da parte dei tre ragazzi in piedi vicino a me che ne approfittarono per schioccarmi una serie di bacetti. Così che la domanda sibillina dell’impicciona seduta finì per essere dimenticata. Ma non il suo sguardo accusatorio di chi pensa di saperla lunga. La mia fermata arrivò dopo pochi minuti. ‘Per fortuna .. Ancora un po’ e la strozzavo quella stronza !’ pensai tra me e me raccogliendo gli ultimi auguri nella discesa. Avevo persino l’impressione che avesse arricciato il naso per captare gli odori appiccicatimi addosso. A casa non trovai nessuno. Con calma mi tolsi tutto di dosso e per ultimi gli slip umidicci di sudore e assolutamente fradici all’altezza della fica. Un istante prima di infilarmi sotto la doccia suonò il campanello della porta. ‘Uffaaaa … No !’ imprecai mentalmente sperando che il visitatore se ne andasse al primo tentativo a vuoto. Prima che decidessi ancora il da farsi lo strimpellatore aveva già riprovato insistentemente due volte. Messo di fretta il mio corto accappatorio ed allacciatolo alla meglio, decisi allora rassegnata di vedere chi fosse. ‘Fiori per lei ….’ disse il tipo sull’uscio. Era uno straniero vestito da fattorino, forse anche lui indiano, con uno stupendo mazzo di fiori tra le mani. Rimasi immediatamente folgorata per l’omaggio floreale dove capeggiava a chiare lettere il mio nome ed anche dall’ avere davanti un altro extra-comunitario simile a quello che mi ero scopata meno di un’ora prima. Ma non potevo afferrare i fiori; nella fretta il mio accappatoio, che terminava poco sotto le cosce quasi a minigonna, era senza laccetti costringendomi a tenerlo chiuso con almeno una mano. Chiedetti allora al ragazzo di seguirmi in sala per depositarli, sperando che attribuisse il mio sguardo pieno di eccitato interesse rivolto solo all’ omaggio floreale. Ma il furbo fattorino voleva approfittarsi dell’occasione e si dimostrò sin troppo loquace cominciando a farmi parlare del compleanno nella giusta intuizione di non essermi indifferente. Ero però piuttosto stanca e non afferravo neppure buona parte dei suoi discorsi trafelati ed improvvisati. So solo che ad un certo punto, il nastrino che avevo messo sui capelli si sciolse rovinando a terra. Nel più naturale e stupido dei gesti mi chinai d’istinto per raccoglierlo. Senza pensare subito al mio abbigliamento di fortuna. E, difatti, una tetta sobbalzò fuori libera spinta dalla forza di gravità del mio chinamento a gambe ritte offrendo uno spettacolo inatteso ed insperato al fattorino che ci stava già provando da un po’. Zittito per la visione ci incollò gli occhi sopra mentre, ormai conscia della frittata fatta, rialzavo il seno davanti a lui cercando di recuperare un’inutile decoro. In un’atmosfera di palpabile imbarazzo, con lo sguardo basso cercai di ricoprirmela con l’accappatoio. Dandogli poi la schiena per rimettermi il nastro raccolto a caro prezzo. Combinandone perciò un’altra; adesso sollevando le braccia sulla testa si era conseguentemente alzata la parte bassa dell’accappatoio lasciandomi scoperta sotto ! Il lembo del tessuto mi sfiorava la parte alta del fondoschiena confermandomi di colpo che le natiche e la peluria della fichetta erano generosamente offerte all’ospite. In pochi istanti gli avevo mostrato dolente o nolente le mie nudità ! Forse un gesto poteva apparirgli casuale, ma due ne dubitavo fortemente ! In breve mi ritrovai il suo alito caldo soffiarmi sul collo ed una mano poggiarsi sul pelo della spacca da dietro. Il contatto caldo con una pelle simile a quella appena conosciuta intimamente mi fece perdere la testa. ‘Mmmmmmhhhhh ….’ gemetti a lungo e di piacere persa nel suo tocco mentre mi rigirava verso la sua bocca per premermi le labbra contro. Mi aveva trovata già zuppa e pronta all’uso. Così, senza perdere tempo con l’accappatoio che si apriva completamente e mi offriva a lui, mi fece adagiare sul tavolo circolare del salottino di casa che accettai di buon grado poggiandovi totalmente la schiena. Restavano fuori le natiche e le gambe. Situazione perfetta per quanto aveva evidentemente in testa lo straniero. ‘Bella ….’ mormorò allungando entrambe le mani sopra le mie tette prendendo a strizzarle e massaggiarle con vigore. Dopo avermi strappato un paio di gemiti poco piacevoli subiti per le pesanti attenzioni in alto, riportò una mano a massaggiarmi la spacca. Forse incredulo di trovarla già tanto fradicia e schiusa, magari sospettando anche il recentissimo rapporto appena avuto. ‘Bella, fresca e in calore …’ ripeteva quasi parlando a se stesso il fattorino scuro che poteva essere a occhio sulla trentina o più. Abituata ai miei coetanei rappresentava per me una delle poche eccezioni sinora provate con un’età di molto maggiore alla mia. Lo vidi armeggiare con la patta dei pantaloni e la zip. Per veder emergere presto un cazzo duro e ritto dalla tonalità ambrata. Si caricò le mie gambe sulle spalle avvicinandomelo alla peluria. Lo avvertì spingere contro la spacca e scivolarmi dentro di getto con una sola decisa spinta. Una spinta lunga che terminò solo con le sue palle contro le mie parti basse. Se non fossi appena stata usata dal suo conterraneo e lubrificata di mio avrei provato una fitta dolorosa allo sfacciato e rude ingresso. Ma, zuppa e dilatata come mi ritrovavo, ne trassi solo piacere. ‘Uhmmmm … Piccola ma già con fica di troia !’ sottolineò ridacchiando il fattorino per aver notato quanto fossi accogliente. Per me era molto raro scopare senza preservativo. Ma la situazione era precipitata tanto velocemente e inaspettatamente da lasciarmi spiazzata. Non rimaneva che godermi fino in fondo l’uccello scuro che sguazzava nel mio pancino. Presi a gemere piacevolmente mentre il fattorino iniziava a muoversi in contrazione e disinvoltura. Era la prima volta che mi capitava di scopare a così breve distanza tra un maschio e l’altro. Ed era una sensazione veramente strana. La fichetta non riusciva ad avvolgere perfettamente l’intruso cazzuto. Avvertivo i tessuti sfilacciati per le pompate subite nello stesso pomeriggio. Così lui premeva in lungo ed in largo a rotazione. Gustandosi il canale uterino ben aperto oltremisura e regalandomi vibrazioni di piacere sconosciute. ‘Aaahhhhh …. nhmmmm …. Siiii … Ooooohhhh … Daiiii …..’ mugugnavo sotto i suoi movimenti contraendo i muscoli del bacino per stringerglielo come potevo. Annaspavo le narici per raccogliere gli odori di pelle indiana che mi stava spalmando nell’utero per la prima volta. Al solo pensiero venni travolta dal mio sconquassante orgasmo che giunse per primo. Mentre pativo le mie stesse contrazioni rilassavo anche inevitabilmente i muscoli lasciandomi andare in un unico sommesso latrato di piacere. Totalmente libero dalla leggera stretta che il mio canale uterino era faticosamente riuscito a creare, l’uccello scuro prese a saettarmi dentro con rinnovato vigore indietreggiando alla base della cappella e reimmergendosi fino alle palle con decisione e facilità. Mi sentivo piena, i rumorini dello sciacquio della fichetta zuppa tutto intorno a noi che mi fecero raggiungere un secondo orgasmo incitati dalle sue pompate deliziose. Persa ed abbandonata al maschio scuro sopra il mio corpo. Adesso restavo cosciente a fatica e solo per la consapevolezza del corpo estraneo che ancora si dimenava dentro la mia pancia. Immaginavo però che il rapporto così clandestino e imprevisto non sarebbe potuto durare a lungo. ‘Tiramelo fuori quando stai per venire !’ dissi lui con tono deciso che non ammetteva repliche. Sorpreso per il mio cambio di atteggiamento dopo tanta disponibilità concessagli mi rivolse un’occhiata un po’ perplessa. Molto probabilmente non sarebbe stato così attento se non mi fossi fatta sentire. Anzi da quanto pareva arrapato per la ficcata inattesa me l’avrebbe riempita di sperma senza riguardi. Mi pistonò ancora per poco. Lo cavò fuori piazzandosi poco sopra il pelo riccio e parallelo al mio ventre. Una serie di fiotti di sborra calda presero ad imbrattarmi tutta; il primo come un colpo di frusta si schiantò tra il mio nasino e l’occhio sinistro, il secondo contro le mie labbra, il terzo ed il quarto tra le tette e lo stomaco. Ero decisamente ricoperta. Si ripulì la punta imbrattata di liquido sul buco del mio culetto facendomi sgranare gli occhi per la preoccupazione ci provasse anche lì, poi si ricompose rifilandomi un bacetto sulla parte delle labbra senza lo sperma e mi salutò contento. Rimasi supina sul tavolo con il bacino ciondolante per non so quanto tempo. Probabilmente addormentandomi qualche minuto. Finch&egrave facendomi forza e di malavoglia non mi costrinsi ad alzarmi scivolando barcollante verso la doccia ………………….

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