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Racconti Erotici Etero

Alice, una ragazza fidanzata.

By 2 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Frequentavo una chat molto grande qualche tempo fa, ed oltre a frequentarla la gestivo anche, aiutando la gente in difficoltà. Un pomeriggio mi contattò una ragazza che aveva bisogno di aiuto.

Man mano cominciammo a conoscerci e a parlare, andando al di là del rapporto di chat, lei era molto carina si chiama Alice, 165 cm, una terza prorompente di reggiseno, e davvero un bel fisico con un gran sedere. Subito mi colpì il suo modo di parlare. Era anche più grande di me di qualche mese, entrambi 18enni. L’unico problema &egrave che era fidanzata, ma ciò non mi ostacolò affatto nel cercare di insidiarla. Anche se tutto cominciò quasi per gioco.

Difatti dopo un po’ di “lavoro” riuscii ad ottenere il suo numero di cellulare, e cominciammo regolamente a sentirci al cellulare all’insaputa del suo fidanzato. I discorsi col tempo cominciarono anche col finire sul sesso, e ci affezionammo l’un l’altra. E stipulammo anche il nostro primo incontro. Dove però non ci fu null’altro che un bacio con la lingua, lei era pur sempre fidanzata.

Il tempo, essendo galantuomo, non ha fatto altro che accrescere questa liaison che intercorre tra noi, e passammo velocemente ai fatti. Le chiesi se le andava di venire a casa mia qualche volta. L’invito era palese e chiaro. Non avevamo tabù sul sesso. Ne parlavamo apertamente e lei non era per niente restia, anzi mi sembrava molto disponibile e per questo ritenni che i tempi erano sufficientemente maturi da poterla invitare da me.

La andai a prendere alla fermata del bus e lei era davvero un bel bocconcino che non vedevo l’ora di assaggiare. Essendo estate lei era anche abbastanza svestita. Aveva una camicetta aperta, e un pantaloncino molto attillato che ben risaltava il suo bel culetto, che bramavo di tastare. Per strada tutti ci guardavano, ma finalmente arrivò il momento che riuscimmo ad entrare a casa, e il rumore della porta sancì la pace dei sensi. Da quel momento non c’era più nulla. C’eravamo io, lei e la voluttà, il piacere, la voglia di possederci.

Sebbene lei fosse fidanzata, si muoveva a casa mia come se ci aveva sempre vissuto, come se quella era sempre stata casa sua. E le nostre anime sebbene non si conoscessero sembravano aver vissuto sempre insieme. E il suo corpo mi provocava un’eccitazione assurda… Chiusa la porta di casa la sbattei immediatamente contro la porta e la bacia intensamente, con grandi palpate di culo. La passione che entrambi profondemmo in quel bacio era davvero grande, ed io già mi sentivo eccitatissimo, come evidentemente anche lei. La presi in braccio e la scaraventai sul letto…

Cominciammo a limonare l’uno sull’altra, e le mie mani le pervadevano il corpo, violandole ogni angolo, anche il più remoto, mi stavo prendendo cura di lei, e la stavo possedendo come forse nessuno mai ha fatto o farà mai. E lei lo sentiva questo. Godeva di questo. Il suo mordicchiarsi le labbra era l’ineluttabile segno del piacere che le stavo provocando. Ed era chiaro, che l’idea che stesse tradendo il suo ragazzo aumentava ancora di più la libido. E la stanza da letto aveva un’atmosfera afrodisiaca, sembrava di stare in un’altra dimensione.

Senza molte remore si fece sfilare i vestiti, e cominciai dalla camicetta, togliendo la quale, potei scorgere il suo bellissimo reggiseno di pizzo rosso, il colore preferito della mia lingerie, la troia aveva messo questo particolare intimo per farmi eccitare, per fare eccitare il suo amante, e aveva colpito ed affondato.

Non smettemmo probabilmente mai di intrecciare le nostre lingue, e di scambiarci i nostri sapori, e mentre la baciavo le cingevo il seno con le mani, e potevo sentire la pienezza dei suoi seni, che sembravano fatti proprio per essere “accoppati” dai miei arti. Lei cominciava a fare dei piccoli movimenti di bacino, segno che l’eccitazione stava raggiungendo livelli stellari. Così decisi di farla stendere sopra di me e le cominciai a massaggiare la schiena, scoprendo un suo grande punto erogeno. E anche lo slacciare del reggiseno mi procurò piacere, non tanto per la visione dei suoi bellissimi seni, ma quanto per il poterle accarezzare la schiena libera. La sua pelle era vellutata e perfetta. Sembrava una Dea. Una Dea che non mi apparteneva formalmente, ma che in quel momento io stavo possedendo, e mi sentivo il padrone dell’Universo. Dalla schiena cominciai a palparle il culo, anche da sotto al pantaloncino e scoprì il suo perizoma abbinato al reggiseno: anch’esso rosso. Aveva un culo davvero perfetto anche al tatto.

Da dietro mi tolsi la maglietta, e tolsi a lei il pantaloncino, facendola rimanere solo in perizoma. La feci mettere a pecora, dovevo continuare a stimolarla, prima di poter cominciare i preliminari, volevo farle capire che io le volevo dare piacere ragionando come lei, con la sua mente. Con la lingua cominciai a leccarle il collo da dietro, mentre con le mani continuavo a cingerle il seno. Dal collo con la lingua, cominciai ad accentrarmi verso la schiena, leccandola proprio in mezzo, fino in basso, con dei movimenti discendenti ed ascendenti che le provocavano non pochi brividi. Poi scesi un po’ più giù leccandole le natiche e il sedere, lei era inebriata di piacere e di sensazioni positive. Quando misi le dita sulla vagina per tastarla, la trovai completamente bagnata, era logico.

Dopo tutto questa stimolazione, cominciò anche lei a mettermi le mani sul pacco da sopra il Jeans, pacco che era ovviamente ai suoi massimi. E slacciandomi il Jeans, insinuò le mani nel boxer cominciando ad afferrare il mio membro. Già la sua mano ed il suo polso a contatto con il mio pube mi provocarono diverse “scosse” di piacere, figurarsi quando cominciò a giocare con il mio pene, mentre io contemporaneamente le masturbavo il clitoride. Quest’attività ad incrocio senz’altro diminuiva l’efficienza di noi due, perch&egrave essendo pervasi ed offuscati dal piacere, con difficoltà eseguimmo scrupolosamente le nostre mansioni.

Dopo diversa reciproca stimolazione, decisi di passare a quella orale, così la girai dall’altro verso, e togliendole il perizoma ci mettemmo a 69. Ed entrambi cominciammo a stimolarci oralmente. La sua vagina aveva un sapore straordinario, non ne avevo mai sentito una così, sembrava che i suoi umori fossero nettare degli Dei. Lei d’altro canto continuava con maestria a leccarmi il pene per l’asta, ma il piacere dell’operazione era amplificato, perché non si soffermava solo sul glande e sull’asta, ma cercava di stimolare tutta la zona genitale, leccando con avidità sia lo scroto sia il perineo, provocandomi sensazioni indescrivibili.

A un certo punto ci stoppammo contemporaneamente e la feci mettere stesa su di me, dandomi le spalle, e cingendole il seno con entrambe le mani, cominciai con il pene a strusciarle il clitoride, ormai spugnato, e questo struscio fatto di su e giù, davvero sembrava debilitarci, tanto che il discrimine tra il piacere e il dolore era sottolissimo. Lei già cominciava ad ansimare, così pensai che era il caso di cominciare a penetrarla, non cambiammo la posizione, invece di strusciare posizionai più in basso il pene per poterla penetrare, e lo facevo regolarmente, provocandole altrettanti regolari sospiri…

Cambiammo diverse volte posizione finch&egrave riuscimmo ad arrivare insieme proprio mentre stavamo a pecora. Dopo il suo orgasmo, lei sembrava quasi affannare ed era distrutta. Ci staccammo e dopo esserci lavati ci stendemmo sul letto, stremati. Ma paghi, sazi, pieni di quella passione negli occhi che aveva contraddistinto questo incontro.

Sarà difficile dimenticare un tale rapporto sessuale.

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jeggy82@yahoo.it

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