Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Alina

By 31 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Alina l’aveva conosciuto da pochi giorni, durante una breve vacanza solitaria al mare, e avevano cominciato a frequentarsi. Parlavano volentieri di tutto e, nelle lunghe passeggiate sulla spiaggia, lei aveva avuto l’impressione che qualche volta lui, camminando, la sfiorasse intenzionalmente con la mano.
Era solo un’impressione, ma doveva ammettere che se fosse stata vera le avrebbe fatto piacere. Luca la intrigava, e cominciava a pensare che sarebbe stato bello esplorare il sesso con lui.
Lei non lo immaginava, ma Luca pensava le stesse cose su di lei. Non era per caso che la sfiorava di tanto in tanto: voleva trasmetterle il suo desiderio.
Finalmente, un giorno decisero di noleggiare un gommone e andare al largo, per esplorare la costa e magari trovare qualche spiaggia isolata e meno affollata. La giornata era soleggiata e molto calda, nonostante la brezza marina.
“Caspita, che caldo” disse Alina “Quasi quasi ne approfitto per farmi una bella abbronzatura come si deve… Ti spiace se mi tolgo il reggiseno… del bikini?” “Ehm… no no, fai pure” balbettò Luca. Lei non se lo fece ripetere e slacciò i gancetti, rimanendo a seno nudo e sdraiandosi contro il bordo del gommone.
Quella posizione metteva ancora più in risalto il suo seno, sotto gli occhi di Luca che, ipnotizzato, non riusciva a guardare altrove. Lei chiuse gli occhi, godendosi il sole… e gli sguardi del suo amico, ne era consapevole. E ne era felice.
Luca era un po’ in imbarazzo, ma era uno spettacolo. Ma doveva sforzarsi di guardare altrove, perch&egrave temeva che la sua leggera erezione, che sentiva nascere dentro il costume, diventasse evidente agli occhi di Alina.
La quale, nel frattempo, continuava a parlare del più e del meno, ad occhi chiusi, incurante del seno che sobbalzava ad ogni onda e dell’effetto che faceva sul ragazzo di fronte a lei.
Luca si era ormai arreso, non riusciva più a controllarsi. Quella vista aveva risvegliato tutti i pensieri più peccaminosi che aveva fatto su Alina, e la conseguenza era l’erezione che deformava ormai vistosamente il suo costume. Cercò di nasconderla appoggiando il braccio sul ginocchio in modo che fosse davanti al costume, ma sapeva che sarebbe servito a poco.
Continuava ad ammirare Alina e il suo corpo nudo e sudato, sensualmente appoggiato al gommone. Era come paralizzato, ma la desiderava.
Lei aprì gli occhi e scrutò l’orizzonte. “Uhm, niente spiagge alternative, vedo… Ti va se facciamo un bagno qui al largo?” disse voltandosi verso di lui. In un primo momento lo guardò negli occhi, ma le sembrò che avesse una strana espressione, come di sorpresa.
Si avvicinò a lui, che sembrò irrigidirsi. “Allora, che ne dici? E’ così limpida l’acqua… e muoio di caldo…” insistette la ragazza. Si avvicinò ancora, sedendosi sul fondo di legno del gommone accanto a lui, che invece era seduto più in alto sul bordo di plastica e reggeva il timone. Lei appoggiò la testa piegando un braccio, sul ginocchio del ragazzo, e lo guardò sorridendo.
“Ecco, adesso se ne accorge” pensò lui ” “Be’, perch&egrave no? Tuffati, ti seguo!” Rispose, tentando così di farla allontanare. “Eh no caro, ci tuffiamo insieme!” rispose lei, che aveva notato il motivo dell’imbarazzo… e voleva giocare un po’.
Del resto anche lei si sentiva bagnata sempre più, e non solo per il caldo e il sudore… esporsi a seno nudo davanti a lui l’aveva eccitata, e la scoperta che ciò aveva causato un effetto su di lui la eccitava ancor di più.
“Su, adesso butto l’ancora, visto che tu non ti alzi” disse Alina, e dicendolo si alzò sulle ginocchia, piegandosi sulle gambe di Luca per raggiungere l’ancora, che era dall’altro lato. Così facendo sfiorò con il seno nudo il braccio di Luca, sopra il costume. Ma, nel movimento, si abbassò ancora di più (forse più del necessario…) e toccò con il capezzolo sinistro il rigido pene del ragazzo, ormai incapace di impedire che ciò accadesse.
Alina si sentiva bruciare dall’eccitazione, ma fece finta di niente e continuò a rovistare dall’altro lato del gommone, restando piegata su di lui e godendosi quel contatto. Luca era immobile, provocato ora anche dal sedere di lei, sotto i suoi occhi. Quanto avrebbe voluto prenderla e strapparle quel che restava del costume…
Ecco, Alina trovò finalmente l’ancora, la gettò in mare e, lentamente, si rialzò. Era rossa in viso e guardò negli occhi il ragazzo, sorridendo. “Ora vieni con me, mi sembri anche tu molto accaldato…” gli disse, baciandolo sulla guancia e prendendogli la mano che copriva il costume. La spostò e guardò l’evidente erezione, sussurrando: “Vieni in acqua, nessuno ci vedrà”.
Si tuffarono insieme, tenendosi per mano. Quando riemersero, si guardarono sorridendo e si abbracciarono. Alina si strinse contro il corpo del ragazzo, sentendone l’eccitazione in tutta la sua lunghezza. Lui assaporava il contatto dei seni della ragazza contro di lui.
Muovevano le gambe il poco necessario per restare a galla, mentre si baciavano con passione. Le loro lingue si accarezzavano, mentre ansimavano sempre più eccitati. Alina toccava il suo pene attraverso il costume e lo percorreva per tutta la sua lunghezza, finché non si trattenne più e insinuò le dita dentro il costume, prendendo l’asta pulsante e iniziando a muovere la mano su e giù, con frenesia, quasi violentemente… lo desiderava troppo, non poteva frenarsi.
Luca sentiva la stessa urgenza e le sue dita erano già dentro il costume di Alina, che ansimava mentre lui introduceva un dito nel suo sesso bollente e lo muoveva dentro e fuori, sempre più veloce. I loro corpi danzavano nell’acqua, in preda a movimenti frenetici. Lei gli abbassò il costume, liberando il pene durissimo e dirigendolo in mezzo alle sue cosce. Luca le spostò il costume, mentre sentiva il glande sfiorare i suoi peli pubici… l’ingresso verso il piacere era vicino.
Luca afferrò con una mano la corda intorno al gommone, mentre Alina si strinse a lui cingendolo con le gambe. “Entra dentro di me, ti prego… non resisto più” gli sussurrò ansimando, mentre guidava il pene con la mano verso la sua vulva aperta e accogliente. Quando il glande nudo di lui sfiorò il suo clitoride gonfio di piacere, un gemito le sfuggì dalla gola… era stata come una scossa. Voleva sentirlo dentro di s&egrave, riempirla con la sua virilità.
Alina si strinse a lui ancora di più e finalmente lo sentì entrare, farsi largo nel suo corpo, che lo accolse in un rovente abbraccio. “Aahhh….. ” gemette lei, inarcando la schiena. Luca sentì un caldo e liquido guanto circondare la sua asta rigida, mentre un caldo massaggio la stimolava per tutta la lunghezza. Iniziò a muoversi in modo da non uscire, penetrandola lentamente e in profondità. La stringeva a s&egrave cingendola con un braccio, e lei amplificava i movimenti cavalcando con le gambe avvinghiate ai suoi fianchi.
Era troppo, non potevano durare a lungo… il rischio di essere visti, l’emozione del primo incontro dopo tanta voglia… entrambi sentivano il piacere aumentare a dismisura, e non volevano fermarlo. Luca ansimava forte, mentre le sue spinte dentro di lei si facevano sempre più potenti. Chiuse gli occhi e si concentrò sul corpo di Alina, che sentiva fremere di piacere: voleva aspettarla per arrivare insieme al piacere, ma non avrebbe potuto resistere a lungo.
Alina gemeva ad ogni spinta, sentiva il sesso del ragazzo dentro di lei portarla inesorabilmente verso l’orgasmo. Il piacere cresceva a ondate, finché si arrese. “Oh Luca…. sì…. sto per venire…. sto per…..aaahhhhh” gemette spalancando gli occhi. In quel momento anche Luca, sentendo il piacere di lei, gemette ed esplose in un orgasmo violento e incontrollabile, schizzando dentro di lei fiotti di liquido caldo, mentre Alina lo stringeva gemendo.
Rimasero alcuni istanti così, avvinghiati e ansimanti, finché Alina lo guardò sorridendo, e staccandosi da lui si immerse. Luca si chiese cosa volesse fare, ma capì subito: Alina gli baciò la punta del pene, ancora duro, e prese in bocca il glande ancora gonfio di piacere, leccandolo e succhiando le ultime gocce. Poi riemerse, sorridendo maliziosa: “Hai un buon sapore…” e si riabbracciarono, a lungo. Le vacanze erano già finite. Tempo di tornare a casa, a malincuore, dopo i pochi giorni in cui Alina e Luca avevano potuto godere dei propri corpi. Per restare insieme fino all’ultimo, avevano organizzato il ritorno con lo stesso volo: Luca aveva dovuto cambire il biglietto aereo, ma l’aveva fatto con molto piacere, pur di avere Alina a fianco in quelle ultime ore.
Si presentarono al check-in alle 9 di sera: la partenza dell’aereo era prevista alle 23. “Avete preferenze per i posti?” chiese la hostess al banco. I due ragazzi si guardarono e Alina disse: “Vorremmo l’ultima fila in fondo, per dormire più tranquilli, grazie”. La hostess la guardò intensamente, per un breve attimo, per poi tornare a chinarsi sul computer. Stampò i biglietti e li salutò, con un sorriso stranamente prolungato.
Finalmente arrivò l’ora di salire sull’aereo. Luca e Alina si sistemarono nei posti assegnati, ultima fila a destra. L’aereo accoglieva solo due posti per lato, quindi non avevano nessuno seduto a fianco. Nella fila vicina si sedette una coppia sulla settantina, che li salutò educatamente; i due anziani presero posto e sistemarono subito i cuscini portatili, prevedendo un bel sonno fino a destinazione.
L’aereo decollò e ben presto si portò a velocità di crociera, mentre le hostess distribuivano le coperte a tutti i passeggeri per la notte di viaggio. Alina la aprì e vide che era abbastanza grande per coprire entrambi. “Vuoi dividere la coperta con me?” chiese a Luca, che accettò e si mise comodo, slacciando la cintura di sicurezza. “Ti spiace se chiudo gli occhi una mezz’ora? Non so perch&egrave ma mi sento un po’stanco” disse Luca ad Alina. “Come vuoi… e poi ci penserò io a svegliarti tra un po'” disse lei sorridendo.
Luca si coprì con la coperta, insieme ad Alina, si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi, senza però addormentarsi: non voleva dormire, per poter godere della presenza di Alina il più possibile. Le luci nella cabina si spensero e i passeggeri rimasero in penombra, squarciata solo da qualche lucina di accaniti lettori.
Alina avrebbe voluto imitare il suo compagno, ma proprio non riusciva. In aereo non riusciva a rilassarsi, e poi aveva troppi ricordi ancora freschi dei momenti di lussuria passati con Luca, soprattutto del loro primo “incontro” in mare. Al solo pensiero le tornò una voglia prepotente di lui, era l’ultima occasione, poi chissà quando si sarebbero rivisti.
Lo guardò. Le piaceva proprio, e in quel momento aveva un’aria così indifesa… Tirò su un po’ di più la coperta, fino alle spalle. D’istinto, per pura attrazione, fece scivolare una mano sotto la coperta fino a posarla sulla coscia di Luca, vestito con una comoda tuta sportiva per il viaggio. Lui avvertì il contatto e mosse leggermente la gamba, senza aprire gli occhi.
Lentamente, Alina portò la mano sopra l’inguine del ragazzo, appoggiandola delicatamente sul leggero rigonfiamento del suo sesso, di cui percepì la morbidezza e le forme ben definite. Sentì il corpo di Luca fremere leggermente. Si girò: uno strano sorriso era dipinto sul viso del ragazzo, sempre con gli occhi chiusi.
Iniziò a muovere lentamente un dito sulla stoffa, lungo la forma del pene a riposo. Luca si irrigidì: non pensava che Alina avrebbe osato tanto, in quella situazione sull’aereo, ma in effetti quella ragazza non finiva di stupirlo. Si sentiva però lievemente in imbarazzo… molti passeggeri dormivano ed era quasi buio in cabina, ma la situazione era rischiosa. Socchiuse gli occhi: Alina era normalmente seduta, appoggiata allo schienale, con gli occhi chiusi. Sembrava dormisse, e invece la sua mano, nascosta dalla coperta, stava massaggiando il suo uccello, che iniziava a dare segni di risveglio…
“Scusate… gradite qualcosa da bere?” chiese una hostess mentre passava con il carrello delle bevande. “No grazie, andiamo bene così”, rispose Alina con naturalezza, fermando per un momento il lento movimento delle sue dita ma senza interrompere la pressione della sua mano sul pene. Luca avrebbe voluto scomparire, anche perch&egrave sentiva che la sua erezione non smetteva di crescere. “Magari più tardi berrò volentieri qualcosa” proseguì Alina come se niente fosse. “E smettila” pensava Luca “Non senti cosa sta succedendo? Potrebbe accorgersi…”
“Va bene, torno più tardi” disse la hostess sorridendo, e si allontanò, non senza aver prima gettato uno sguardo fugace alla coperta distesa sul ragazzo. Le sembrava che ci fosse del movimento lì sotto… ma no, doveva aver visto male, pensò.
Appena la hostess oltrepassò la loro fila, Alina insinuò la mano sotto i pantaloni di Luca, trovandosi a giocare con l’elastico delle mutande. Lo sollevò appena, e l’uccello, ormai quasi duro, si infilò nella fessura, sbucando fuori dalle mutande. Alina lo sentì, lo cinse con due dita e iniziò a muoverle su e giù, lentamente, sentendolo ingrossarsi nella sua mano. Era troppo… sentiva che anche lei si stava eccitando, percepiva il suo sesso ormai umido.
Luca la guardava sbalordito, ma incapace di opporre qualsiasi resistenza: gli stava regalando sensazioni troppo intense per poter smettere. Provò anche lui un intenso desiderio di ricambiare le sensazioni che stava provando. Come Alina, mosse un braccio sotto la coperta finché la sua mano non arrivò alle sue cosce, che accarezzò lentamente. Alina ansimò piano, e al suo tocco strinse leggermente il pene nella sua mano. Si fermarono un istante, travolti dalle sensazioni… poi ripresero a toccarsi.
Lui risalì con la mano lungo la coscia di Alina, fino ad entrarle sotto la gonna… sfiorò le mutandine e sentì la calda eccitazione della ragazza. Le accarezzò il sesso attraverso le mutandine, sentendolo umido. Non pot&egrave resistere… le spostò la stoffa delle mutandine e sfiorò le grandi labbra, bagnate di umori, con le dita. Alina allargò leggermente le gambe, per facilitarlo.
Nel frattempo, Alina continuava a toccarlo, ormai le sue dita sfioravano il glande scoperto e sensibile, lo massaggiavano delicatamente. Sentiva il pene ormai duro e al massimo dell’erezione, e lo accarezzò lungo tutta la lunghezza dell’asta, abbassando del tutto le mutande. Iniziò una lenta masturbazione. La sua mano lo teneva saldamente, in un movimento continuo verso il basso e verso l’alto. Ben presto si accorse che la cappella si stava bagnando delle gocce di piacere che sgorgavano lentamente dalal punta, segnale del piacere crescente che pervadeva Luca.
Del resto, anche lei si sentiva un lago, e il fatto che Luca avesse inserito un dito nella sua vagina non faceva che portarla sempre più verso il piacere. Sentiva il dito muoversi dentro di lei, con lenti movimenti circolari che toccavano tutti i punti più sensibili del suo sesso. Ed entrava, usciva, entrava… e dentro di lei esplorava la sua intimità bollente. Sentiva che i suoi fianchi si muovevano lentamente al ritmo dei movimenti di quel dito dentro di lei… era come se lo stesse scopando.
Questo pensiero le fece perdere ogni timore. Si coprì la testa con la coperta, si abbassò sul sedile ed arrivò col viso all’altezza dell’uccello di Luca, che sentì sfiorarle le labbra. Com’era caldo… e duro… Lo sfiorò con la lingua, passandola sul glande bagnato e bevendone le gocce di piacere.
Luca cercava di coprire Alina, mettendo una mano sulla coperta… mente con l’altra continuava a masturbarla nel suo sesso accogliente. Cercava di trattenersi e non venire… voleva assaporare le sensazioni che gli regalava. Sentì la bocca di lei aprirsi ed accogliere la sua cappella, e immediatamente la sua lingua iniziare ad accarezzarla in un caldo massaggio. Credette di esplodere all’istante, ma con uno sforzo enorme si trattenne. Lei muoveva la testa su e giù, prendendo in bocca buona parte dell’asta rigida… e succhiando e leccando, senza più toccarlo con la mano.
Era una sensazione sconvolgente. “Alina” sussurrò “fai piano, non resisterò per molto”. Per tutta risposta lei rallentò i movimenti e si limitò a tenere in bocca il glande, continuando però a massaggiarlo con la lingua, senza muovere la bocca. Era una strana sensazione, il piacere cresceva lentamente ma inesorabilmente… Ma Luca sentiva che anche Alina stava per esplodere. Le contrazioni della sua vagina sul suo dito erano evidenti, e i suoi umori ormai colavano dal suo sesso in abbondanza. Come avrebbe voluto penetrarla in ben altro modo… ma non poteva.
All’improvviso sentì il suo corpo fremere, poi tendersi… Alina stava venendo, e quando iniziò a venire, presa dall’orgasmo, sfiorò con i denti la sua cappella ancora prigioniera della sua bocca e della sua lingua. Luca si irrigidì a quel tocco, ma fu proprio quella scossa che lo fece esplodere. Sentì all’improvviso lo sperma salire lungo l’uccello durissimo e poi fluire, caldo e denso, nella bocca di Alina, che lo bevve tenendo le labbra strette alla cappella per non perderne neanche una goccia.
Restarono così qualche secondo, lui con la mano sul sesso di lei, Alina leccando le ultime gocce di sperma. Poi si ricomposero, senza dare nell’occhio.
Dopo qualche minuto tornò la hostess, con uno strano sorriso malizioso. “Eccomi… Se ha ancora sete, le servo qualcosa…”

Leave a Reply