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Racconti Erotici Etero

Amici

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Squilla il telefono

-pronto?

-ciao sono annina, so che tua moglie &egrave andata al paese per i morti, sto aspettando gente per una pizza, perché non vieni così non stai solo?

Annina &egrave una amica di mia moglie, per la verità &egrave molto strana e con idee totalmente diverse dalle nostre e dalle mie in particolare ma ha il potere di attirare a sé come il miele fa con le mosche e non riesco a dirle di no!

-allora aspetta che ti passiamo a prendere

la puntualità &egrave uno dei suoi pezzi forti, se poi non c’&egrave orario si raggiungono vette insospettabili di nervoso per l’attesa, abituato come sono a mangiare alle otto di sera alle nove comincio a frugare nel frigo ed alle nove e mezza la chiamo

-stai tranquillo, alcuni stanno facendo tardi, anzi sai che faccio? Adesso ti mando a prendere da una persona che &egrave già arrivata così vieni su e non stai solo!

Evidentemente la persona era già in arrivo perché faccio appena in tempo a lasciarla che sento suonare il citofono

-ciao sono maura. Mi ha detto annina che mi aspettavi, aprimi

entra tutta trafelata

– scusa se ti assalgo ma avrei un problema urgente

non faccio domande e le indico il bagno, pochi minuti dopo esce e mi mostra un pacchetto da buttare

-adesso che saliamo mi dici dove buttarlo? Ho rotto le calze e per cercare di evitare il peggio ho provato a fermare la smagliatura con dello smalto ma ho spaccato la boccetta e non contenta mi sono macchiata anche la canotta, insomma un disastro!

Deve essere una buona amica di annina visto che parla, anzi mitraglia, parole proprio come lei

-adesso che andiamo, ci fermiamo ad un secchione e buttiamo il tutto, per la canotta non so cosa fare ma se vuoi puoi cercare e provare le calze di mia moglie anche se credo che porti qualche taglia più di te

– ehi! Guarda che porto una 44!

Inutile reagire, preferisco passare all’azione, trovo un paio di calze usate ma le sono proprio ridicole addosso, così si rassegna a sentire freddo e andiamo

-fai la cortesia guida tu, io mi perdo in questo buio ed in questi posti, abito all’eur e persino a via del corso mi sembra difficile orientarmi!

Decisamente &egrave come annina; arrivati a casa, abbraccio la padrona di casa e ci scambiamo un paio di baci affettuosi che però mi aiutano a cingerle i fianchi e, magari, anche darle una controllata alla pressione di glutei e respingenti vari, &egrave proprio gustoso fare certe cose con annina, da quando si &egrave separata sembra più disposta verso il mondo, o forse lo &egrave solo verso me, so solo che ogni volta che ci incontriamo una rivista dei pezzi di contorno non manco di fargliela e lei non si sottrae

Data la rinuncia all’ultimo minuto di alcuni, viene accettata la mia proposta di mangiare la pizza a casa.

-solo che io adesso come torno a casa? Giulia mi aveva promesso di tornare insieme ed ora come posso fare?

-se vuoi ti accompagno solo che poi non so come fare per il ritorno, oppure dormi qui e torni domattina

annina non può ospitare ma io ho la camera dei bambini vuota e, se non si formalizza, ha ben tre letti a disposizione; la paura di viaggiare col buio la costringe ad accettare la mia offerta, parte lei con altre tre amiche a comprare la pizza, le donne sono strane quando devono scegliere cose da migliaia di euro fanno da sole ma se le metti di fronte alla difficoltà del mangiare decidono in branco, mentre che escono mi ritrovo a chiedermi perché mai le donne vanno al bagno sempre in due ma poi sento rumori di piatti e mi accordo che annina &egrave bisognosa di aiuto

-dimmi come ti posso aiutare

mi accosto a lei e mi allungo per prendere i piatti, avverto come uno strusciare, no devo essere malato, non lo farebbe mai, non &egrave il tipo, si scosta e va verso le altre camere

-mario? Mi aiuti a tirare fuori questa tovaglia?

Arrivo in camera, osservo dove devo spingermi e torno ad allungarmi, i pantaloni della tuta tendono a scendere e sento distintamente le sue mani afferrarli e tirarli su, in questa frazione di tempo tutto di me si erge, e la tuta non &egrave il massimo per nasconderlo

-stai male ragazzo se ti basta una strusciata per eccitarti

-stai male ragazza se guardi le eccitazioni dei tuoi amici!

-ma se non ti fidi degli amici!

-b&egrave fidati bene o per niente

Il discorso mio voleva essere più ironico che altro ma lei non era dello stesso parere

-tu prima inviti le mie amiche a casa tua e poi mi dovrei fidare? Adesso come la mettiamo?

-domattina se ne va ed io ti raggiungo, certo che un anticipo”..

sembra una furia

-dobbiamo sbrigarci!

Slaccia il bottone dei suoi jeans e sfila i miei pantaloni

-guarda che l’anticipo deve essere per entrambi!

Lei ordina ed io eseguo, così, sdraiati a terra per non disfare il letto, mi avvicino alla sua patta con già il mio membro nelle sue avide mani, il tempo di sfilare i pantaloni &egrave senz’altro maggiore per i jeans che non per la tuta così quando arrivo a sentire l’odore della micia lei ha una traversina che le occupa la bocca, non la pensavo così affamata, veramente non la pensavo proprio! Il mio tastare era molto più amichevole che altro, ma che bocca! La sua passera viene ripassata dalla mia lingua che qualcosa deve pur provocare se la sento gemere come un cane alla luna, lo squillo del citofono ci coglie proprio nel sublime momento con lei in preda ad un orgasmo a fiotti ed io che le scarico un bel po’ di crema in faccia

-svelto, vai nell’altro bagno a lavarti, cazzo m’hai sporcata la maglietta! Domani te la faccio pagare! Porca trota non faccio in tempo, aprigli e fai finta di niente che intanto mi cambio, guarda m’hai sporcata tutta, mmmmh me puzza tutta la faccia, io ricomincerei, cazzo! Proprio oggi te dovevi decide!

Ormai non la sento più sono già sulla strada del bagno, apro il cancello ma non la porta spero do guadagnare qualche secondo, sono pronto e le altre stanno chiamando

-ehi state facendo cose o avete già mangiato?

-tranquille non stiamo facendo niente, &egrave che lei &egrave in bagno e non so dove si apre la porta, ora scendo

L’hanno bevuta, e quando saliamo &egrave già uscita

-mi sono riuscita a sporcare con l’acqua della lavastoviglie per giunta puzzava di detersivo ed ho dovuto cambiarmi, che ne so che questo &egrave imbranato? Dopo 5 anni che viene a casa mia ancora non sa come si apre il portone!

Alla comitiva s’&egrave aggiunta un’altra donna ma io ho altro in testa, come la scarico sta rompicoglioni? Stasera era fatta, domani chissà che gli gira in quella pappetta di cervello! A tavola si siedono entrambe davanti a me ed ad ogni battuta nei miei vengo appellato in maniera vezzeggiativa, ogni tanto sento un piedino che sfiora il mio cavallo ma non noto alcun segno particolare sulla faccia della padrona di casa e così non faccio altro che facilitarle l’accesso allargando le gambe fino a toccare le mie vicine;

-lasciate stare l’amore mio

ed amenità del genere diventano alla fine una prassi; la cena si snocciola fino a tardi e nonostante i miei impegni l’offerta di ospitabilità rimane accettata, riesco unicamente a trovare una scusa per tornare da annina e rubarle una tastata sotto panni; maura durante l’avvicinamento a casa non pronuncia parola

-cos’hai, sei stanca?

-un po’, scusa ma non avevo capito che stavi insieme ad annina

-veramente non ci stò insieme, solo solo un po’ invadente nei suoi confronti ed a volte mi lascio andare a confidenze che non dovrei

-del tipo?

– ma non so come dirti, le chiameremo verifica della pressione dei vari respingenti

-anche se, soprattutto quelli aerei non sono granch&egrave!

-vero! Ma, insomma, io esagero e non dovrei

-già, ma intanto ti dà dell’amore mio come se ‘..

-senti, bellezza, posso capire che me le dica mia moglie certe cose ma da te, hai forse qualche intenzione nei suoi confronti?

-scemo, chiudi ed entriamo che sento freddo

dentro casa si sta decisamente meglio

-una grappa?

-no grazie, l’alcool mi fa brutti scherzi e poi domattina non mi alzerei presto e tu non potresti raggiungere i tuoi amici ed amiche

-ancora con questa storia? Non ho amicizie da nascondere, senti io mi trattengo a vedere se c’&egrave un film carino almeno fino a che non arriva il sonno

-meno male speravo proprio che lo dicessi, io non ho sonno e ho bisogno di qualche minuto, intanto mi cambio

quando torna &egrave come prima ma emana una nuvola di profumo che riempie la stanza, la scruto per bene, sta proprio bene, per essere una quarantenne si mantiene in una ottima forma direi e tra le due non avrei dubbi a sceglierla; se proprio devo trovarle un difetto non gradisco come porta i capelli ma per il resto &egrave senz’altro BONA!

-quando hai finito di farmi le lastre mi dai un tuo pigiama?

-te ne do uno dei suoi, visto che io non ne uso

-e se dovessi ricoverarti?

-non ne uso e poi speo di aver messo una big stone over sui ricoveri ed ospedali tutti, per quest’anno, ed anche per i prossimi venti, abbiamo dato, vieni tanto hai la gonna, non hai le calze, quando decidi vai a letto e, se vuoi, ti metto un’altra coperta

spegne la luce e si siede sulla parte opposta del divano, le sue gambe rannicchiate mostrano un triangolino di stoffa degli slip bianchi ma siccome non vorrei fare altre brutte figure cerco di evitare di guardare, i miei pensieri sono ancora lì sulla bocca di annina, cazzo! Se domani mi dice buca divento una furia;

-ehi sei qui? O già dormi? A chi pensi?

-a te!

La bugia deve essere creduta perché si rigira verso di me e si accoccola

-non ti montare la testa adesso!

Nel girarsi i suoi piedi mi hanno sfiorato, sembrerebbero proprio i piedi che mi toccavano con insistenza a cena, ma io guardavo da un’altra parte, che scemo! Dopo anni di sogni qualcuno mi fa piedino e io penso ad un’altra, b&egrave d’altronde non sono mai stato un conquistatore e quindi non ho esperienza in materia; la sua testa si accomoda sul mio petto e mi inebria di profumo, le sciolgo i capelli e mi lascia fare, la cingo con il braccio e si accomoda meglio, poi scende fin sulle gambe continuando a vedere la tele, si toglie gli occhiali e noto che si il reggiseno &egrave una pura formalità, &egrave un evidente lavoro di chirurgia ma una quinta &egrave sempre una quinta, distrattamente appoggio una mano sulla sua pancia e lei reagisce accomodandosi meglio intrecciando le sue dita con le mie, non so se sia la mia a guidare o la sua ma sto scivolando lentamente sotto il pull e sono a contatto con la pelle, lo sguardo si incrocia e non abbiamo bisogno di parole, le bocche si uniscono in un bacio liberatore, la tele continua ma ormai i nostri impegni sono altri, spengo la tele e rimaniamo al buio le bocche continuano a cercarsi

-aspetta mario devo dirti una cosa!

-non importa

-aspetta non &egrave come pensi

-sei fidanzata sposata o similari?

-no, ma

-adesso non importa altro a meno che tu abbia cambiato idea

-da come ti ho visto non ho voluto altro ma tu devi sapere

-dopo

torno sulla sua bocca, il suo sapore &egrave caldo, avvolgente, direi rassicurante, si proprio meglio di annina

-vieni di là

ci spostiamo senza staccare l nostre bocche, riusciamo persino a spogliarci al buio e senza ulteriore attesa ci infiliamo nelle coperte, le slaccio l’idea di reggiseno stringendola a me e poi la vedo sgusciare sotto, sento sfilale i boxer e lavorare di labbra, di lingua, di seni, poi un caldo abbraccio accoglie la mia mazza ormai pronta a dare sfogo alla sua ira, che bocca! Mia moglie non ama farmene in tanti anni saranno stati 2 o 3, le zoccole li fanno ma con il guanto, rimarrebbero i froci ma a me la carne di maiale non piace! Gira con quelle labbra che &egrave un piacere, scopro solo adesso che sono abbandonato a me stesso e non sto partecipando, allungo una mano verso di le e le torturo i capezzoli, sento che ha ancora le mutande e provo a tirarla a me, lei si allunga senza mollare la presa ed io comincio a massaggiarle le natiche, belle sode deve fare un bel po’ di palestra e senti che cosce, chiaramente non sono i muscoli che mi interessano e vado a rovistare oltre, sto ricevendo un servizio che nessuno mi poteva prevedere, le sue labbra continuano a fare un sali scendi sull’asta da lasciare senza fiato, sento i peli sono arrivato alla base

-cazzo ma sei un uomo!!!!

-ti avevo detto che ti dovevo parlare, ma tu sei cocciuto, ora lasciami finire ti prego

incredibilmente la lascio fare, le sue labbra sobo effettivamente uno schianto e così imparo che lui la differenza tra labbra femminee e pseudofemminee non la riconosce, sto arrivando a velocità stratosferica; la mia sparata &egrave pari se non maggiore a quella di poche ore prima, lei si ritrae, pulisce il volto e mi guarda timorosa

-volevo dirti che non potevo, avrei voluto inventare una scusa ma non ce l’ho fatta, credimi sono almeno due anni che vado avanti a giornalini e speravo tu potessi capire

si mette a piangere e non resisto dall’accarezzarle la testa, dopo qualche minuto siamo accoccolati l’uno all’altra e mi racconta la sua vita, dell’essere un diverso sin dalla nascita, dell’avere i seni naturali ed averli solo ingranditi, del non avere un pelo infaccia

-insomma sono un fenomeno naturale, sono una vera e propria donna ma con palle e pisello, persino il dna dice che sono donna, cosa devo fare adesso? Come pensi di fare? Nessuno sa di me, meno che mai annina

già annina, come faccio domattina? Come come faccio, la faccio andare e alle 8 sono da lei per una due giorni di sesso violento

-scusami ora mi vesto e vado via

-dove vai a quest’ora aspetta qui fino a domattina e poi torni a casa, mi piacciono le donne ma mica sono un animale!

Si riaccoccola a me ed io sento l’impulso di darle un bacio sulla nuca, lei si stende e mi bacia di nuovo, b&egrave una bella ripassata a questo culetto sodo non gliela leva nessuno, le mie mani controllano centimetro per centimetro il suo corpo stando attente a saltare il pacco, questo la fa impazzire si contorce e arriva a leccarmi i capezzoli, cazzo se mi piace

-prendimi

la giro

-fai piano, libero di non crederci ma sono vergine, non sono mica una tipa da strada!

Mi avvicino e sento il suo buco quasi ansimante, mi appoggio e spingo

-ahi, non fermarti, ahi

si accascia sul le lenzuola con me dentro, il mio peso le impedisce di muoversi e così le mi mani non trovano di meglio di raschiarle la schiena con le unghie

-si, continua, ti prego, ahi, spostati che mi fa male, no non levarti, dammi modo di spostarlo, si come ti sento

ormai le sue sono implorazioni, in me la tensione &egrave alle stelle e resisto ancora poco, ormai appena dopo venuto si spegne anche la mia fiaccola e così mi accascio accanto a lei, questa volta &egrave lei a baciarmi sulla guancia

-grazie, sto qui con te stanotte e domani sparisco dalla tua vita

poco male domattina però chi glielo dice a annina che ci vuole un po’ per alzarsi? Mi alzo e mi sparo un uovo crudo tanto se lo fa rocky perché non dovrei io? La sento girarsi rientro ancora nudo e uno spiraglio di luna le illumina il volto, &egrave bellissima, veramente non saprei perché ancora la penso come ad una lei ma come definirla? Nel calduccio delle coperte non tardo ad addormentarmi

-mario, mario sei sveglio?

-che succede?

-fammi alzare che me ne vado prima sia tardi

-per cosa?

Non risponde e scosta il mio braccio lungo le sue gambe

-dammi il tuo telefono

-ti prego non pensare a male

ci scambiamo il numero di cellulare e gli indirizzi di posta elettronica, l’attimo in cui esce la vorrei richiamare ma poi tutto ridiventa nulla rispetto a cosa mi aspetto che succeda tra poco; raggiungo casa di annina

-sono io

arrivo con lei ancora a letto con un bel raffreddore ed anche se alla fine proviamo a fare qualcosa arriviamo solo ad una mezza penetrazione e nemmeno tanto soddisfacente, per farla breve devo ritirarmi in bagno con una scusa e finire a mano; accudire una malata, dopo che per giunta m’aveva dato buca, non era il massimo tanto che per completare quanto iniziato nel letto mi ritrovo a pensare a maura, in effetti forse era il caso di non trattarla così magari potevo provare a trattenerla, magari potevo fare qualcosa, già ma che ne sapevo che stà stronza mi dava sta sola? Così un po’ per noia ed un po’ per rimorso sono sulla via di roma e le telefono

-Ciao, mi chiamo mario e mi ha dato il tuo numero un caro amico che ti ha incontrato ieri sera a casa di amici, stavo penando se non vorresti prendere un caff&egrave insieme, ti passo a prendere dove vuoi e ce ne andiamo al centro a fare un po’ di struscio

-ciao sono maura e sono contento che il nostro amico ti abbia dato il telefono, puoi passare direttamente a casa mia, abito all’eur fermi e ti aspetto alla fermata della metropolitana, tra quanto arrivi?

-pensavo di stare lì tra una mezz’ora

-porca miseria sono tutta distrutta che sto facendo le pulizie ma non farò tardi

sento una strana eccitazione in me, cerco di calmarmi ripetendo a me stesso che c’ha le palle e che poi devo anche sfangare il pranzo visto che sono le 11 ma arrivo e quando la vedo di lontano passa ogni pensiero, cammina, gesticola, veste, pensa, tutto come una donna e devo riconoscere ancora una bella donna, non certo come certi trans che a volte si vedono in tv

-ciao, hai visto sono stata puntuale, ma che faticaccia, sono arrivata a casa alle 9 e stavo ammazzando il tempo facendo le pulizie, visto che la donna non viene da una settimana, poi però mi hai chiamato e così non ho né finito ne mi sono restaurata

-nel senso di parrucca, trucco ed altre cose

devo averla offesa a morte

-lasciami immediatamente qui, ti ho già detto che l’unica cosa che ho cambiato sono i seni perché erano una prima abbondante, il resto &egrave tutto naturale e se dici certe cose sei diverso da come ti avevo capito

-scusa ma non ho pratica di certe cose, capiscimi scusa

la convinco e ripartiamo, piano piano riappare il sorriso sulle sue labbra ed &egrave bello sentirsi vicini, dimentichiamo di mangiare fino a che non sono le 4

-senti adesso ti riporto a casa mangiamo dal Mac e poi ci salutiamo

-ho un’idea migliore, sali a casa e ti preparo due fili di spaghetti, sono brava sai?!

Accetto, preferisco rischiare la sua pasta piuttosto che l’hamburgher e poi sono curioso di vedere la sua casa; una bella casa ricca e ricercata, degna di una donna in carriera

-che lavoro fai?

-sono manager di una società che gestisce cliniche private in tutta europa ed io sono la dirigente in italia, sono nelle condizioni di non sapere quanto &egrave il mio stipendio ma siccome non amo fare sfoggio evito di dire le mie cose, annina la conosco perché &egrave andata a lavorare nello studio che mi fornisce alcune contabilità fiscali e lei crede che io sia una, magari importante, segretaria; come poi sia arrivata qui &egrave lunga e te la dirò magari dopo pranzo se lo vorrai sapere

-perché a me si e a lei no?

-perché se non o avessi capito mi stai simpatico e lei no, ma siccome insiste nel volermi vedere allora, quando insiste, l’accontento ed ogni tanto vado a casa sua, pensa che qualche volta si &egrave pure confidata e mi ha parlato di un fantomatico amico sposato che non capiva i suoi approcci, lo conosciamo? A me non importa e se sei qui non importa neanche a te, ora vatti a lavare le mani e aiutami ad apparecchiare

un bagno piccolo che &egrave grande come la mia camera da letto mi accoglie per una semplice sciacquata di mani

-hai un bagno enorme

-ed hai visto il piccolo nel grande mi ci hanno installato la vasca iacuzzi, se vuoi dopo pranzo ti presto un costume e ci rilassiamo

l’idea mi alletta ma la fame incombe, più di una volta mi accorgo di scorgerle sia le gambe che il pacco, e poi a me certi vestitini attillati mi hasso sempre fatto un certo effetto, seduto sulla sedia aspetto che scoli la pasta

-ohhhh finalmente

-si anch’io ho fame, prendi il formaggio su tavolo

nel girarmi facciamo un frontale da mille ed una stella, lo scontro provoca a me un mal di testa ed a lei la rottura della gonna

-&egrave destino che quando vedo te mi si debba rompere qualcosa

ho l’impressione che sia una battuta a doppio senso ma lascio correre e mi metto a tavola, torna dalla camera con una maglietta lunga ma le sue gambe sono quasi tutte in vista

-allora adesso mangiamo, cos’hai?

-la botta mi fa male, hai la capoccia dura!

Si alza e mi massaggia la parte,dopo poco allunga il suo raggio d’azione anche sulle tempie la sua posizione mi mette nelle condizioni di sentire la sua pelle sul dorso della mano, sento altro ma evito quando se ne accorge

-maiale, sempre a quello pensi

ma continua senza fermarsi, solo si mette alle mie spalle e stavolta sento i suoi seni sulla mia nuca, dopo qualche minuto la scia e ci rimettiamo a mangiare

-cos’hai da guardare?

-niente

-no, adesso mi dici cosa guardavi

-va b&egrave! To lo dico ma non ti arrabbiare! Notavo i tuoi cosi belli gonfi e apprezzavo che la chirurgia non aveva fatto danni in quel senso

ormai siamo in amicizia e mi racconta delle prime esperienze di vent’anni prima e di come anche lei aveva sofferto per amore, di come aveva sempre apprezzato far godere un uomo e di come il suo piacere era limitato a quello

-a volte mi sveglio tutta bagnata ma non mi sono mai vista con l’erezione e considera che sono almeno due anni che non ho rapporti con alcuno, in teoria dovrei pur notare qualcosa, almeno per come la stai pensando tu!

-leggi anche nel pensiero?

-no ma so che voi maschietti siete tutti dei maiali e tu non sembri tanto diverso, ti ho capito sai! Quando siamo rientrati ieri sera avevi uno strano odore addosso e anina aveva cambiato la camicia ed aveva le calze lente, almeno si sapesse vestire!

-insomma basta con le scenate di gelosia, siamo amici, credo, e tra noi ci deve essere comprensione e fiducia non gelosia, figurati che non la sopporto nemmeno da mia moglie, quando comincia io rincaro la dose inventando e, in genere, capisce e s’azzitta

-ora però, da buon amico, devi darmi una mano a spicciare

due piatti finiscono subito nella lavastoviglie e chiedo di fare un tour nella casa, fine, delicata ma calda ed accogliente, con una serie infinita di armadi pieni solo di roba sua

-praticamente hai un cambio al giorno per i prossimi dieci anni!

L’idea era proprio quella, mi fa vedere ogni angolo e questo girare mi scopre sempre più interessato a lei, adesso sento proprio che se non vado via la bacio, all’ennesimo armadio aperto si rigira per farmi notare qualcosa e le stampo un bacio in bocca

-aspetta, non fare l’irruento, lasciami chiudere vieni con me, hai ragione povero piccolo ma io sono fatta così e ora tu stai in queste condizioni

tasta il pacco, infila una mano nella cinta, la assesta così non mi fa male e mi tira con se, apre l’ultima stanza e mi abbraccia, la luce si spegne e ci ritroviamo sul letto mulinare le nostre lingue, il suo sapore &egrave sublime, le sfilo la maglietta e mi incollo ai capezzoli

-si mario insisti, ti prego

le sue mani stanno sulla cinta, non riescono a slacciarla e quando arrivano sono in difficoltà con lo sfilaggio, &egrave proprio un’imbranata! Continuo la tortura nei sei ma alla fine sono costretto ad abbandonarli per alzarmi sul letto e far cadere i pantaloni, sfilati i quali sento qualcosa sulle mutande &egrave la sua bocca che tenta di inghiottire il sacco testicolare, non sa spogliarmi ma con la bocca potrebbe fare un trattato! Tira giù le mutande con i denti e si impadronisce del membro, accomodati di nuovo sul letto mi scopro ancora a stare con le mani ferme, le allungo sui suoi fianchi, sulle spalle, sui seni, oltre &egrave impossibile andare, con un leggero movimento ruota verso di me quel tanto che serve per raggiungere le natiche, le dita sfilano lungo il solco, entrano tra le cosce, risalgono la pelle e tornano in basso, &egrave proprio una ventosa non si stacca, sta succhiandomi l’anima ed a me piace, un misto di vergogna, eccitazione, ribrezzo, voglia mi assalem mi allungo verso i suoi fianchi e arrivo deciso con le mani alle sue caviglie, le lecco ove posso evito punti critici ma alla fine lì arrivo, lo sento tra le mani

-oddio lo sento, dimmi che &egrave vero, lo sento!

Sta in delirio ma effettivamente sento che cresce tra le mani ed a dire la verità sembra anche discreto, direi delle mie stesse dimensioni solo con le palle più piccole, il tastare per scoprirne la consistenza &egrave deleterio io non mi riesco a staccare e lei sembra impazzita, all’improvviso si mette in ginocchio sul letto e mi avvicina a lei

-prendimi ora, meriti un premio

mi guida verso il paradiso e mi ci introduce, non &egrave che un culo ma che donna sotto le mie palle, la penetrazione non &egrave certo indolore ma le mie mani la aiutano andando ad afferrare il suo palo ormai in erezione, quando vendo lei &egrave in estasi e si fa riempire praticamente in trance

-scusami vado a darmi una sciacquata

la sento entrare in bagno e non tornare, l’acqua corre ma qualcosa non quadra, apro la porta e la intravedo dentro il box doccia che sotto l’acqua prova a menarselo, ieri non me lo sarei nemmeno sognato ma oggi ‘.. oggi chiudo le tende ed entro da lei

-che fai

-ti aiuto

-come

-ssssh, non chiedere, gli amici servono anche a questo

le prendo il moschetto e lo comincio a tirare, forse per l’acqua forse per le mie mani, esperte in automasturbazioni, torna in tiro ed alla fine spara, nemmeno mi sposto, l’acqua ci crola addosso come macigni e lei sorride felice

-scusami non ho saputo resistere

-vorrà dire che anch’io ho adesso un piccolo segreto con te

una risata finisce molti discorsi ma io sono ancora in tiro, alla luce, seppure fioca, si nota in maniera evidente e così appoggiatomi al muro torna a far suo la mazza maschia (maschia?)

-abbi pazienza non mi piace solo avere

-adesso zitto che sta tornando in piedi

appena lo intravedo ma sembra proprio che fare succhi orali la ecciti, in quella posizione scomoda, sta facendomi un bocchino tenendolo con la sinistra e si spara una sega con la sinistra, l’assurdo &egrave che mi piace oltre misura e l’erezione fa quasi male, appoggio le mani sulla sua testa e le impongo un ritmo ora lento ora feroce, quando vengo la scosto e sparo tutto addosso ai suoi seni

-nooooo! Perché l’hai fatto!?

-veramente .

-stavo per venire, aspetta, ora, ora, oraaaaaa

un urlo liberatorio esce dalla sua gola, la vedo tremare e portarsi le mani al volto, piangere e singhiozzare, istintivamente la porto a me e la faccio uscire dal box, sul divano della sala, ancora nudi, sto tentando di calmarla e più provo più insiste

-adesso basta! O la smetti o me ne vado via e ti lascio così

-no ti prego! Adesso smetto, ma non riesci proprio a capire? Sono almeno dieci anni che non lo usavo altro che per fare pipì, l’altro giorno avevo deciso di farmi l’operazione ed ora tu, tu me lo fai sentire, ti prego dormi qui, non ti darò fastidio ma resta con me non te ne andare

i suoi singhiozzi mi convincono, non si &egrave poi impegnata granch&egrave nel farlo non riesco proprio a staccare gli occhi dalla sua faccia anzi da tutta lei; tutta aggomitolata sta guardando la tele quando decidiamo di andare a mangiare pesce sul mare con la sua macchina, il viaggio si snoda tra una risata ed una battuta, lo spirito sui froci si spreca tanto che &egrave lei stessa a cominciare e a spingersi sempre più in là, all’arrivo al ristorante &egrave buio e sono con la mano malandrina sulla sua gamba, una curva presa male e mi ritrovo sulle sue gambe e il suo odore mi ipnotizza

-fermati

-ma dai siamo arrivati

la mano arriva là dove non dovrebbe, accostare e baciarci &egrave un tutt’uno, lo scambio dei sessi e dei sensi &egrave troppo importante per noi per pensare ad altro, fortuna che siamo ottimamente forniti di fazzoletti altrimenti come facevamo ad andare al ristorante?

-fortuna che non l’avevi mai fatto

-la verità &egrave che mi stai drogando

-si la droga del cazzo

altra risata, riusciamo a ridere di tutto e questo per me &egrave un sollievo, una passeggiata sulla riva del mare &egrave la degna conclusione di una serata ottima, decidiamo che sia io a guidare al ritorno, dorme come un angioletto, altro che sesso il solo guardarla &egrave un piacere, chi &egrave annina? Chi se la ricorda più! Per stanotte non posso chiedere altro dalla vita ho avuto abbastanza; svegliarla non &egrave stato facile sull’ascensore barcolla ma riesce ad entrare a casa senza sbattere, una lavata rapida e siamo sotto le lenzuola, mi stringo a lei non mi importa di altro che di sentirla addosso a me, il suo profumo &egrave entrato nelle mie narici non so come potrò fare domani quando la dovrò pur lasciare; questi sono i miei pensieri e le mie ansie fino al mattino, un timido raggio di sole filtra tra le tapparelle e sbatte con le mie palpebre, la sento muoversi e avvicinarsi a me, fare l’amore la mattina presto &egrave uno dei miei sogni erotici ricorrenti ma con mia moglie &egrave un no in condizioni normali figuriamoci la mattina, chissà se lei se la sente, la realtà e che mentre io penso lei agisce e si attacca ai miei di capezzoli, li morde, li succhia, li ripassa con la lingua, la sua mano passa nell’interno delle mie cosce, le esplora, le massaggia

-svegliati amore, svegliati

la parola d’ordine &egrave stata pronunciata e le ricambio il piacere con l’aggiunta che le afferro il pivellino tra le mani e esploro tutto il circondario, mi piace toccarla siamo entrambi con le dita intorno al buchino, abbiamo entrambi una certa riluttanza, o forse soggezione, a violarlo

-insieme, uno, due, tre

entriamo, non fa male il sacro buco violato ma l’erezione che &egrave decisamente autoritaria, fa proprio male, mai un dito aveva violato il mio buchino ma cazzo se mi piace! Allarghiamo entrambi le gambe per facilitare le operazioni, i nostri corpi si scontrano violentemente per facilitare la penetrazione, siamo ormai a contatto di palle e questo fare ci provoca una sborrata sulle pance, non ci basta, il bacio con cui abbiamo accompagnato tutto non si smorza passiamo a torturare altr, lo sperma si spalma sui nostri corpi e poco a poco arriviamo a tastare quanto rimane ancora asciutto

-adesso prendimi, prendimi così come stai stamattina, sembra addirittura cresciuto, prendimi

la infilo e sento io del dolore nel farlo, mi appoggio a lei e glielo prendo in mano, i residui del suo seme facilitano la masturbazione al punto che sembra sfuggirmi, la bacio sul collo e sento un brivido addosso che mi lascia senza fiato ma non mi stacco voglio farla venire e ci riesco praticamente subito dopo, nonostante le dimensioni si riducano subito rimango ancora dentro di lei e solo lo squillo del telefono ci distoglie da quella posizione; non vorrebbe rispondere ma &egrave roba di lavoro e se continuerò a frequentarla dovrò abituarmi, già ma continuerò a frequentarla? Che ne sarà di me se continuo così, non sarà forse il caso di tornare a casa e coltivare ‘l’amicizia’ di annina? Un filo di liquido le scende dalle natiche, mi avvicino da dietro e comincio a stuzzicarla, le apro leggermente le cosce e con le dita passo a pulire dove scola, sta scendendo quanto le ho regalato poco prima misto a quanto trovava sulla sua strada, lo stuzzicare le piace ed avverto un diverso tono di voce, mi faccio più audace e passo tutta la mano sul solco delle natiche, dentro il solco, ormai la mia mano passa senza ostacoli tra il sacco ed le sue chiappe senza freni anzi aumento la dose arrivando a baciarle le natiche ed il passggio della lingua le fa avere un cedimento delle ginocchia, ho come l’impressione che stia allungando il brodo per permettermi di continuare, la mia lingua esplora l’attaccatura tra le chiappe e le cosce, se questa &egrave roba mia deve essere buona! Ormai ho afferrato l’asta e la tengo saldamente in mano, il lavoro di lingua prosegue andando ad esplorare nuovi anfratti, nuovi odori, nuovi sapori, nuove sensazioni, altro che le scopatine con mia moglie, questa &egrave una vera donna, chi se ne frega se la mattina non profumi! La possibilità di scambiarsi anche i propri odori &egrave molto più piacevole di qualsiasi altra cosa; la telefonata &egrave finita ma non si sposta da lì

-ma sei matto, un altro minuto e svenivo

ma chi la sente, sto troppo bene per ascoltarla, le mie mani frugano come in una tasca e sono avide di nuove cose, lei lascia fare anzi agevola il tutto piegandosi simulando l’atto di sedersi e così tutti il suo mappamondo &egrave alla mia portata, la lingua arriva dove prima non poteva, devo aver fatto un litro di roba se ancora le scola, con le dita sono lì che frugo e intanto mi sono proprio seduto sotto di lei e continuo a lisciarla, una mano &egrave sempre sull’attrezzo ma io ormai sono nello spazio tra il sacco ed il buco, il buco, il buco, lo giro, lo lavo, lo penetro con le dita, lo rilavo, gli rigiro intorno, lo lascio per andare oltre e ci ritorno, ormai non c’&egrave più liquido ma solo la mia saliva, una linguata e arrivo al sacco, buono, proprio buono ma questo deve essere il suo, non resiste più e scarica nella mia mano, ma a me chi ci pensa? Continuo sul sacco ma lei deve sedersi, un attimo e i appropria della mia cappella, se la ficca in bocca senza tanti complimenti e con la mano arriva a frugare dalle parti delle mie chiappe, cazzo! Le sparo sulle labbra crema biancastra che le riflette una strana luce addosso

-amore mio temo di doverti dire una cosa, sono innamorata di te

-adesso stammi a sentire, temo quello che hai detto, lo temo e forse lo desidero, diamoci una calmata e sentiamoci nei prossimi giorni, ora sono troppo confuso per rispondere

più sincero di così non posso essere, lo capisce ma non si sposta da dove siamo, alla fine, vinti dal freddo, ci spostiamo nella doccia, grande che sia non &egrave esattamente il posto più comodo e poi, sarà anche libidinoso, ma due di seguito alla mattina pesano a chiunque; usciti stiamo parlando dei nostri lavori e proviamo a rivestirci, vederla rivestirsi &egrave un gusto unico, lei &egrave così bella ed io sono forse troppo fortunato, insomma lei &egrave vestita ed io ancora in mutande

-b&egrave che fai?

-ti guardo

-perché, qualcosa non va?

-no solo mi piace

un filo di rossore si affaccia sulle gote, dio che bella, si avvicina e non posso evitare di toccarle le gambe, si trattiene

-dai piccolo ingordo, adesso basta, devi tornare a casa e la cara mogliettina vorrà pure qualcosa dopo tre giorni

le mie mani sono di nuovo all’opera, mi alzo e la bacio, altro che pranzo, sento solo fame di lei, sarò pure un drogato che bello esserlo! Non ci stacchiamo e la sento eccitarsi al punto che i collant la stringono, le sollevo la gonna che si finisce di sfilare da sopra le braccia e le abbasso le calze insieme alle mutande

-fammelo almeno vedere

con le calze a mezz’asta le massaggio il palo che gradisce e si trasforma in una quercia sotto le mie mani, le sfinisco di togliere i collant e nel risalire sbatto con la faccia sulla sua protuberanza, l’odore &egrave orrido, di più &egrave accattivante, con la lingua lo contornio, lo sollevo e le lecco le palle, torno sulle cosce e gliele bacio, bacio più bacio meno arrivo alla cappella che punto con decisione, le mie mani afferrano le sue natiche e le stringono violentemente, due dita sono nel suo anfratto e questo le fa fare lo scatto finale, da un semplice bacio, quasi pudico, me lo ritrovo dentro, chissà che sapone usa visto che sembra avere un vago sapore di mela, forse il gusto &egrave altro ma il sapore non guasta

-attento

appena in tempo, spara sul mio collo ed anche questo mi piace

-scusa, non volevo

-adesso la bambina cattiva pulisce

la sua lingua sul collo mi riporta sulla luna

-e che c’hai al posto del pisello un radar?

-no un sonar e adesso ha colpito un branco di cefali

le tasto il paletto che per la verità tarda a reagire ma non il mio che invece si staglia dalla mia pancetta

-fammi sentire come stai

e mi posiziona in posa ginecologica la sua lingua svetta su di me e forma figure senza forma ma con tanta sostanza, ruota su se stessa e mi ritrovo con le sue palle in bocca

-cazzo, mario sembri nato per fare questo mestiere

le palle le si gonfiano, ed ora che l’ultimo diaframma &egrave rotto sono a gustare il suo sapore come un cono gelato, altro che slinguazzate di fica, questa c’ha un cazzo da favola ed &egrave tutto mio, lo storco, lo lecco, ci gioco, torno sulla punta e lo inghiotto con voracità, mi piace e non posso più fare a meno di lui, le sue dita stanno intanto distribuendo piacere in misura uguale al mio pisello ed al buchino, ma &egrave il suo cazzo al centro dei miei pensieri, che bello averlo in me come ho fatto finora? Adesso come faccio senza? Quando la rivedrò? Mmmmmmh che gusto!! La mia ligua rotea intorno al buco, fa la spola tra la punta e la base dell’asta, si sofferma sullo spacchetto e slappa fino al scco testicolare e più in la fino la buco, sento dentro di me più di un dito ma ho tra le fauci qualcosa di meglio

-aspetta

sono ad occhi chiusi e non la vedo arrivare, la risento sopra di me

-finalmente

-calma. Stai calmo

riprendo l’opera, l’atteso mi ha fatto arrapate ancora di più sento il bisogno di risucchiare il suo spirito, non importa cos’&egrave quel freddo che sento al culo, ho un cazzo tra i denti e questo basta, devo stare fuori giri perché le sparo l’ennesima scarica e quasi soffoco, quasi istintivamente mi giro sulla pancia lei mi prende e continua a rovistare tra le mie chiappe

-dammi un attimo

macch&egrave mi solleva i fianchi e infila la mazza tra le natiche, cerco di divincolarmi

-no, aspetta, non voglio

insiste e trova finalmente il buco, quel freddo era un qualche lubrificante perché entra con assoluta facilità, finalmente! Sono pieno subito perché appena dentro spara; non le basta mi lecca tutto e non riesco a non eccitarmi, preso dalla foga allargo le mie e le sue gambe ed iniziamo un 69 fa favola, non pensavo il cazzo appena uscito dal mio culo fosse ancora profumato, lavoriamo con entusiasmo sulle rispettive verghe, culi e cosce

-cerca di resistere mario, vorrei venire insieme

-provo ma adesso pompa con quelle labbra resusciti i morti

altro che entusiasmo mi sento sudato come un cavallo ma mi impegno nello sbocchinare quella gran figona, sto da favola, farei sempre un arte

-mario

-maura

arriviamo e quel poco che esce finisce sui nostri capelli; appena la forza di arrivare alla iacuzzi e dormiamo, solo alle 5 del pomeriggio riusciamo a riprendere coscienza di noi

-senti maura, ora vado domani ti telefono e ci sentiamo

-ti prego mario non ti scordare di me

rientro a casa appena in tempo, fa male il sedere ma la soddisfazione piena e totale, anzi se torno a pensare a lei mi torna pure in tiro; la settimana corre via e non ci sentiamo più, passa così un mese e poi un altro senza più sentirla, le poche volte che ho provato ho ottenuto solo segnali negativi, peraltro quelle poche volte che ha provato a sentirmi non sono stato raggiungibile, utto questo sino al giorno in cui per lavoro vengo chiamato alla clinica dove lavora mia moglie per un sopralluogo, in società mi spiegano che la proprietà deve cambiare e passare sotto una holding internazionale che deve verificare gli eventuali costi di ingresso, &egrave esattamente il mio lavoro, rintracciare i difetti di uno stabile &egrave quasi una dote naturale, riesco a trovare il difetto e dove non c’&egrave, se necessario, lo trovo, la cosa strana &egrave che in società mandino me e non il mio capo, ma mi avvertono che sono stato richiesto, sarà la attuale proprietà che sapendo di mia moglie forse vuole una mano, vedremo; arrivo e vado direttamente in amministrazione

-buongiorno, come và? Non l’aspettavamo così presto, la dirigente della holding ancora non &egrave arrivata e senza di lei &egrave inutile, anzi pensavamo arrivaste insieme visto che lei &egrave il loro consulente

-mi permetta di sapere per chi lavoro! Ho preferito arrivare qualche minuto prima solo per cominciare a raccogliere le carte

come so mentire bene! Stà a vedere che arriva maura! Mi sento già in tiro

-sta bene? &egrave diventato tutto rosso!

-si si sto bene! Fa solo troppo caldo

raccolgo tutti gli incartamenti e mi squilla il cellulare

-mario?

-si maura sono io dove sei?

-fuori la clinica di tua moglie e ti aspetterei

-io sono dentro ”. La clinica e ti stiamo aspettando

-entro

che bella! In divisa da lavoro mi lascia a bocca aperta, due ginocchia scoperte dalla gonna corta e un paio di calze velate che lasciano poco all’immaginazione e molto al resto, entra nell’ufficietto e viene accolta come si conviene, la vecchia proprietaria della clinica la riceve in piedi e con un fare che nemmeno avesse ricevuto il presidente della repubblica, ci presentano e passiamo subito all’attacco, purtroppo il rilievo dello stato attuale non può finire con un solo giorno

-devo tornare domani e forse non basterà

-non si preoccupi tanto la clinica non scappa

-non so se in società l’hanno avvertita ma tutto il rilievo dovrà essere redatto e completato a st. moritz presso la nostra sede

-b&egrave signora, ne debbo parlare

che strano sentirla darmi del lein nei suoi occhi vedo tutta la luce del sole e pensare che sono tornato alla carica con annina e gliel’ho pure passato, niente a confronto con maura, altro stile, altra donna; la vedo eccitarsi ad ogni nostro contatto; al termine di una quattro giorni di passione termino il rilievo ed al ritorno in società mi confermano il distacco a st. moritz per almeno 15 giorni quindici

-e noi?

Mia moglie &egrave sempre molto premurosa nei mie confronti e si preoccupa di come potrà stare senza rompermi le palle

-lunedì mattina prendo il treno alle 8 per milano da lì arriva una macchina per la svizzera, l’unica preoccupazione &egrave il passaporto

-cosa ti porti?

-pinne occhiali e fucile a pompa, il costume lo compro lì!

-scemo

sarò scemo ma già mi si prospettano lunghe passeggiate sulla riva del sesso senza uguali e così divento anche spiritoso; il lunedì mattina una macchina mi preleva direttamente alla stazione e mi imbarca sull’aereo per la svizzera, due ore dopo sono fuori dell’aeroporto e lei &egrave li con altri colleghi, vengo presentato come mai prima e ci avviamo verso la sede; il viaggio scorre sotto fiumi si parole, c’&egrave da raccontarsi ben 3 mesi di vita senza ma soprattutto dobbiamo raccontarci della stretta unione che ci lega, ormai &egrave inutile negarlo siamo innamorati e ogni prova del contrario &egrave cattiveria pura; la visita in sede &egrave pura formalità visto che in svizzera oggi &egrave festa e non c’&egrave nessuno, così dopo un caff&egrave di benvenuto ci si lascia e rimane la sola maura ad accompagnarmi all’appartamento, ha organizzato proprio tutto

-ti piace?

-con te potrei stare anche in una stamberga

un lungo bacio ci travolge, non mangio da ieri ma ora non ho fame, ora ho voglia di lei

-l’hai più fatto?

-solo per dovere

-tu sei avvantaggiato, hai dei doveri, povero piccolo si sacrifica, perché non vieni ad abitare da me?

-libera di crederci ma ci stavo proprio pensando

ora &egrave altro che ci attrae, dobbiamo ripassare le rispettive forme, dobbiamo scoprire se il tempo ha cancellato il ricordo, non c’&egrave millimetro di pelle che rimanga inesplorato i corpi come una immensa pianura da conquistare a forza di olfatto, tatto, udito,gusto; la sua lingua svetta sui miei peli del petto e le mie mani affondano nei suoi seni, sembrano addirittura più grandi di come me li ricordavo; non ho mai letto il kamasutra ma la nostra posizione nel leccarci a vicenda le orecchie deve essere almeno tra quelle riservate agli esperti, non c’&egrave paragone tra lei ed annina, al massimo quella scema può fare da allieva ma la maestra &egrave senz’altro maura, mmmmh che lingua e che gusto le sue mani su di me, la sento vogliosa, trema, si contorce, la sua fame si sente dal suo odore, sprizza voglia dai pori della pelle, stesi sul letto ci scambiamo la lingua, la saliva, le mani, il sudore, la pelle, scendo dal letto e le comincio a leccare le palle, sanno ancora di quel sapore di mela, scorro con la lingua lungo l’asta e scendo fino al buchino, che bello ho sulle mie labbra una topina, forse si tratta di un topone ma per me fa niente, lo prendo in bocca e lo rilascio, la sento rilasciarsi in preda ad un raptus di eccitazione, trema di dimena ma sta bene attenta a non spostare il bacino, tutto parte da lì sto affondando la mia bocca sulla sua asta e la mollo per le palle che bagno ma le liscio per il buco questo giro e questa frequenza le provoca il rilascio di tutti i suoi muscoli interni ed esterni, ci rotoliamo, cadiamo dal letto ma le nostre bocche non si staccano dai rispettivi membri, con le mani impegnate a frugare nelle intimità le bocche assolvono il loro compito con ingordigia, avide di piacere, avide di godere azzannano le mazze e le rilasciano fino a renderle luride di saliva, non sentiamo più le nostre labbra ma continuiamo fino allo spasimo, fino all’apoteosi, le nostre bocche si riempiono ma non si saziano anzi riprendono vigore e continuano sino all’ultima stilla di seme

-ho sete

-perché non hai bevuto?

-solo materiale organico, ho sete di acqua

mi riempio la bocca di acqua e la sento riavvicinarsi a me, torna ad esplorare le mie cavità e questa volta sono io a imitare la posizione del sedersi, la lingua tenta di entrare nel mio posteriore, con molto lavoro lo esplora e lo indaga, mi sono dovuto appoggiare al muro ma ho badato di tenere ben larghe le gambe sono nelle sue mani e non me ne preoccupo, aspetto con ansia le sue mosse ma lei niente! Continua a far girare la lingua intorno ad ogni cosa ma non affonda i colpi, il pisello sta scoppiando e sotto le sue mani la situazione non migliora anzi! Sono costretto a fare da solo e cerco di infilare il mio dito

-fermo che adesso a lui ci penso io

come riesca ad alzarsi senza mollare il passggio di lingua nell’interno delle chiappe &egrave un mistero ma la sento aggrapparsi ai miei fianchi e la sento avvicinarsi, eccolo stà lì pronto e tutto per me, la saliva che ci ho lasciato sta fungendo da lubrificante, il resto sta a lei, lo appunta e con alcuni col pettini inizia ad infilarlo, ma quale dolore! Troppo mi sono allenato a casa! Con un colpo deciso spingo verso di lei che affonda, la sento sbattere addosso a me, le nostre carni producono melodie di alta scuola godereccia, avanti e indietro sento non potrò esistere a lungo con questi ritmi ma partecipo ostinatamente all’azione, le sue mani sui mie fianchi cercano l’uccello e nel farlo perlustrano ogni pelo del mio corpo, come arrivano la sento scaricare in me l’agognato liquido, un caldo abbraccio avvolge il suo stanco palo ancora dentro di me, ma subito la sento riemergere e sfilatasi si accovaccia sotto di me e mi ripulisce con meticolosa passione, la scio fare per un poco ma poi decido di passare all’azione e fatta sdraiare per terra le prendo le gambe e senza tanti complimenti la infilzo, il suo cazzo batte sulla mia pancia ed il mio randello sbatte dentro il suo intestino, la posizione non &egrave comoda ma riesco ugualmente a prendere tra le mani l’aggeggetto e rivitalizzarlo, lo sento ancora crescere ed ogni botta &egrave sempre più forte, sento che le sue palle si stanno di nuovo gonfiando, sento le mie sul punto di esplodere, abbandono ogni cosa e spingo con forza, non ci sono più resistenze, la sento gemere e piangere dal piacere, mi implora di continuare, si stringe l’asta per un disperato tentativo di non so cosa ma la rilascia subito, continuo a stantuffare, la rigiro e le appoggio le mani sulle spalle, riesco a manovrarla meglio, riesco a incularla meglio, mi aggrappa ai suoi fianchi una due tre spinte e arrivo, vedo il mio sperma schizzare fuori dal suo culo dopo un attimo sono ancora lì che ricomincio a pompare anche se sento che ormai si sta ammosciando, lei si sfila da sotto di me e mi bacia, ha ancora in bocca il mio regalo, il solo pensiero mi spinge a toccarla di nuovo, qui ci muoio di questo passo! Ma non importa torno sulle sue spalle e la graffio ma il contatto del suo membro con la coscia mi distrae

-ancora così stai? Non ero io quello che aveva fatto qualcosa per dovere?

-dammi una tregua! Ti prego!

Nemmeno la ascolto le prendo il moschetto in mano e lo smanazzo, si rianima, tanta voglia merita un premio e così siamo di nuovo ad un 69 con infilaggio delle dita ovunque ci sia un buco, addirittura il mio ed il suo dito insieme nel suo culo che si intrecciano e sguazzano comodamente

-voglio venire insieme a te, voglio vivere con te, voglio essere solo la tua ragione di vita

tra una lappata di cazzo e l’altra riesce a dire quello che aveva dentro da chissà quanto tempo, acceleriamo il ritmo e ci ritroviamo di nuovo con la bocca piena, senza perdere tempo si attacca alla mia bocca e lo scambio di ormoni &egrave finito

-non c’&egrave male come primo giorno

-non c’&egrave male come primo arrivo, vedrai stanotte, io sono un motore diesel ed ho il vantaggio di non avere doveri

-non volendone avere più dove lavorerei visto che tu ormai viaggi per il mondo?

-con me, domani sistemo tutto io, quanto tempo hai bisogno per le pratiche?

-non lo so

-bene un avvocato lo sa, domani mettiamo tutto in moto, quanto tempo ti serve per la definizione del rilievo?

-Due giorni senza altri impegni

due giorni di lavoro intenso in cui il suo appoggio morale &egrave stato fondamentale e sono pronto a tornare a roma, solo che fino almeno a sabato chi si schioda da qui?.

sono passati sei mesi ho sistemato le cose in italia lasciando i bambini, e solo loro, destinatari dei miei beni, una sonora inculata ad annina me la sono proprio gustata e naturalmente non l’ho detta a maura, ora sono in viaggio per l’europa, a volte mi manca un po’ casa mia ma maura &egrave sempre con me e questo mi basta.

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